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Secondo la mia esperienza la memoria uditiva è davvero fragile....comparazioni possono essere fatte solo in tempo reale switchando tra due componenti, e come detto da Enzo anche in quel caso un paio di secondi di pausa possono influenzare...poi è fondamentale che il volume sia esattamente uguale tra le due configurazioni in prova....
Sul confronto tra cavi (segnale e alimetazione) non mi pronuncio....ma secondo me è impossibile sentire differenze che non siano influenzate dalla psicoacustica...
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Citazione:
Originariamente scritto da
Chimera
PS: i cavi per essere un argomento che non vuoi trattare o discutere ti incuriosiscono parecchio li hai gia' nominati 2 volte ....comunque dal mio punto di vista puo' essere positivo per il 3D, fanno audience[CUT]
In effetti, ho citato i cavi perché stavo provando dei cavi differenti rispetto quelli da ma utilizzati :), ma poi mi sono reso conto che le differenze non risiedevano nei cavi... ovvero il fatto di avere una scena 3d più o meno presente e una differente timbrica non era dovuto al diverso cavo, perché le differenze si riproponevano anche con lo stesso cavo.
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Citazione:
Originariamente scritto da
enzo66
Tieni conto che, a parità di condizioni al contorno (ambiente, stato psicofisico, ecc) è meglio ascoltare musica da un impianto "buono" che da un impianto meno "buono".
Pertanto, secondo me, ben venga la ricerca del miglioramento quando pare di non essere più soddisfatti.
Ciao, Enzo
In effetti :D
Sempre che il grafico (x=costo, y=miglioramenti) non sia logaritmico :D
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Citazione:
Originariamente scritto da
Chimera
se sono soddisfatto (e assuefatto) del mio impianto cosa e' che ci spinge a migliorare ulteriormente??
e come possiamo stabilire che il cambiamento ci porti ad un'ascolto piu' corretto (in termini Hi-fi) del precedente o solo a qualcosa di..........[CUT]
La risposta è che faccio voto di umiltà ed ingoranza per dire che NON LO SO!
Ovvero, credo che se si è soddisfatti del proprio impianto, per la natura di audiofilo, si è portati a cercare il meglio.
Ad esempio, se passassi dalle mie modeste IL TESI 560 a dei diffusori più buoni, di sicuro il senso della novità mi porterebbe a dedicare nuovo interesse a registrazioni già "metabolizzate".
Invece, non possiedo in termini assoluti nessun criterio per dire se una modifica sia un miglioramento, e purtroppo inizio a non fidarmi delle mie orecchie considerato quando approfondito in questi post, ovvero che la percezione di ascolto è "ballerina".
Ogni volta che faccio una modifica, cerco di aspettare prima di pronunciarmi se sia migliorativa o meno, e spesso mi trovo combattuto nella decisione perché (sempre fidandomi della memoria di ascolto) la modifica mi appare migliorativa in alcuni album e peggiorativa in altri.
Spero di non avervi annoiati :-)
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Citazione:
Originariamente scritto da
enzo66
Tieni conto che, a parità di condizioni al contorno (ambiente, stato psicofisico, ecc) è meglio ascoltare musica da un impianto "buono" che da un impianto meno "buono".
Perbacco Enzo, Catalano ti fa un baffo :D
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Citazione:
Originariamente scritto da
alby76
Sempre che il grafico (x=costo, y=miglioramenti) non sia logaritmico
L'andamento è logaritmicissimo!! Se si escludono casi eclatanti di sinergie particolarmente sfortunate o di introduzione di tecnologie particolari, dopo un certo livello, soprattutto in casi di sostituzione di elettroniche, gli incrementi di prestazioni sono trascurabili a fronte di esborsi notevoli. Poi, più si sale, più è alto rischio di incappare nelle sole e, di cose costose che suonano male, se ne sentono tantissime.
Ciao, Enzo
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Citazione:
Originariamente scritto da
il Carletto
Perbacco Enzo, Catalano ti fa un baffo
He He!
Catalano è un riferimento costante. Mai scordarsi di ciò che è lapalissiano! Mio suocero dice sempre:
"A l'é mej in piasì che sent dësgust"
che, in piemontese, significa: è meglio un piacere di cento disgusti. Come si fa a non essere d'accordo? :D
Ciao, Enzo
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ma a voi non capita mai di raffigurare a mente la forma d'onda del suono che state ascoltando? Dico penso che stiamo parlando di memoria sonora di brani a noi conosciuti per poi fare delle comparazioni "mentali": quando ascolto un brano a me ben noto da un impianto che non conosco/ho modificato cerco di raffigurare a mente la forma d'onda di cio' che il mio orecchio sta percependo per capirne le differenze.
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E come te la raffiguri: nel dominio del tempo o della frequenza?
Ciao
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della frequenza, nel tempo non ci riesco!
....
lo sapevo che non sarebbe passata inosservata! l'ho sparata grossa :D scusatemi è che siete sempre così dannatamente preparati che volevo spiazzarvi con una considerazione al limite del "verosimile". La verità è che fin da piccolo e con l'amiga 500 ho sempre subito il fascino della rappresentazione ampiezza-frequenza della forma d'onda e di come quella "formula matematica" magicamente si trasformasse in quel "rumore" che tanto apprezziamo, forme d'onda che all'apparenza sembrano tutte uguali ma che invece rappresentano una vera e propria impronta unica.
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Occhio che la rappresentazione nel dominio della frequenza usando il solo modulo non è sufficiente, occorrerebbe anche considerare la fase della trasformata.
Dico questo perché immagino che tu ricostruisca il modulo della rappresentazione nel dominio della frequenza, e non la fase...
Ad esempio, due segnali diversi nel tempo possono avere trasformata con lo stesso modulo ma fasi diverse (e ci mancherebbe altro, vista la corrispondenza biunivoca costituita dalla trasformata di fourier), infatti la trasformata è in genere un numero complesso che diventa reale solo se il segnale nel tempo è dotato di simmetria hermitiana.
PS: la mia era una provocazione :D
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tzè... è dall'89 che ho capito che bisognava considerare anche la fase :)
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Mi intrometto da poco esperto in ascolto hi end e sopratutto da possessore di modesto impianto. Ma da musicista, anche se amatoriale considerate oltre allo stato psicofisico che può assumere parametri determinanti..la dico grossa? Anche l'idratazione del corpo influisce. Il timpano è una membrana e parlandone con un mio amico medico e batterista vi assicuro che in determinate condizioni l'orecchio ha non poche variazioni di status. Per non parlare poi dell'ambiente, con gli strumenti live molto più determinate (umidità, temperatura) in quanto pelli di tamburi o corde di chitarra ne risentono di più, ma alla stregua di questo sia fisicamente le membrane dei diffusori che la stessa aria che passa tra le nostre orecchie e le casse è influenzata molto...in questi giorni di caldo, umido, almeno a Roma, vi assicuro che nel mio ambiente il suono e molto arrotondato e lo percepisco diverso. La mia esperienza mi dice questo e come spesso capitano giorni freddi e secchi in cui in sala prove ti passa la voglia di suonare perché le casse non spingono e gli strumenti non suonano, idem in casa accendi tutto e sembra che il tutto sia strozzato. A quel punto lascio stare e aspetto tempi migliori senza troppe s.... mentali su cavi, posizione, psiche...non sarà un discorso audiofilo ma per esperienza io lo riscontro, ogni volta.
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lorenz975,
Bene a sapersi !
Comunque anch'io a periodi avverto differenze!!!
Ma non potevo pensare a questi fattori scatenanti !!!