Visualizzazione Stampabile
-
Citazione:
CalabrOne ha scritto:
Rischio anch'io la figuraccia chiedendo: è la stessa tecnologia (esempio) che "anima" i nuovi Denon della serie SD (Slim Design)? (cioè questi)
Mah, così a naso, direi di no: nel senso che si tratta certamente di un ampli in classe D, ma la soluzione Power Physics che adottiamo noi mi sembra più performante, grazie all'applicazione del feedback che non limita la banda passante ed al fatto che nei tripath non si cita nessuna protezione al corto circuito, insita invece nei nostri finali.
Per dare un'idea, noi viaggiamo su una efficienza di circa il 96%, e questo mi fa pensare che la controreazione applicata dal tripath sia decisamente diversa.
Ad ogni modo, non sono un elettronico puro, e vedrò di ribaltare la domanda ai miei amici californiani per vedere se mi sanno dire di più.
Ciao,
Andrea
-
Citazione:
lanzo ha scritto:
rischio la figuraccia ma ho una domanda su quei finali "digitali" che ho visto nello slideshow, eccezionalmente ridotti
in questa situazione, la qualità della volgare corrente 220, visto che il circuito si semplifica rispetto ai sistemi tradizionali, ha maggiore importanza?
siamo abituati a giudicare i finali in base ai trasformatori e ai condensatori, non é un segreto visto che al tav quasi tutti gli integratoni avevano lo chassis trasparente ...
mi piacerebbe scoprire che non ha nessuna importanza e che si tratta di un sistema totalmente rivoluzionario, in questo caso bisognerà che trovi qualche link della serie "for dummies" .. :p
Diciamo che è una caratteristica che riveste una importanza minore rispetto alle soluzioni di amplificazione tradizionale, pur avendo ancora un suo peso in termini di potenza sviluppabile.
L'ampli tradizionale attinge la sua richiesta di energia dall'alimentatore, e data la tipologia circuitale (sia per classe A che classe AB) è fondamentale avere delle precise caratteristiche di gestione dei finali (perdonate la semplificazione, ma è per spiegarsi in modo comprensibile), con una accorta livellazione ed un capace immagazzinaggio di energia (condensatori), visto che, per produrre 100 w, occorre immagazzinarne molti di più, dato il basso rendimento.
I finali digitali, invece, modulano la tensione di rete, sostanzialmente sagomandola sul segnale musicale: un analogismo che rende l'idea è quello di un tizio che, velocissimamente, apre e chiude con intervalli di tempo differenti un rubinetto dell'acqua, per avere in uscita dello stesso un flusso che "copia" il segnale musicale.
Resta il fatto che anche con i digitali, disporre di una rete stabilizzata e costante è certamente da preferirsi ad una linea con sbalzi di tensione.
Ciao,
Andrea
-
Però debbo dire che fra il finalone Fosgate e gli NHT mi è piaciuto di più il primo anche se alla fine 6ch costano quasi uguali.
-
Ivan,
pur avendo tipologie circuitali non troppo simili, sono entrambe soluzioni caratterizzate dall'obiettivo di proporre un elevato rapporto qualità/prezzo.
Diciamo che il finale Fosgate, soprattutto nella soluzione a cinque canali, può essere considerato un pelo più "raffinato" degli NHT, che potrebbero essere invece preferiti qualora si cerchi una erogazione di potenza più performante, per via delle alimentazioni totalmente separate.
Ciao,
Andrea