GPM, Chario e l'ultimo articolo su AR: filosofie di progetto dei diffusori
Ho letto con interesse l'articolo di GPM sull'ultimo AR: in mezzo alla recensione per i diffusori ha inserito alcune considerazioni sulla filosofia progettuale dei diffusori Chario, che penso sarebbe interessante discutere (anche perchè ho capito poco e, probabilmente causa spazio, le considerazioni non erano eccessivamente approfondite).
In pratica, da quello che ho capito, la chario rende volutamente non lineari i suoi diffusori (vedi anche millennium grand) creando un "buco" di qualche db alle frequenze centrali (questo in camera anecoica), che poi sarà colmato dal campo riverberato all'ascolto in un locale reale con superfici riflettenti.
Insomma alla fine equalizza i suoi diffusori per un "ambiente medio", giocando sull'energia di emissione fuori asse (che non ho assolutamente capito come controlla:confused: ) e sulle riflessioni che queste danno sulle pareti.
Ora però effettuare questo "trucco" non porta a ovvi problemi nella fase sonora? Il campo riverberato sarà ovviamente sfasato di diversi periodi rispetto a quello diretto e questa sfasatura varierà inoltre con la frequenza, quindi è così importante la fase nel punto di ascolto?
Si preferisce quindi concentrarsi sulla risposta in frequenza cercando di averla il più lineare possibile nel punto d'ascolto?
Penso che sarebbe interessante capirne di più: sicuramente nessuno meglio di un progettista (o qualcuno che ne conosce la filosofia) che si costruisce appositamente i diffusori ottimizzati per un certo ambiente potrebbe spiegare meglio questi piccolo "trucchi" per ottenere in ambiente una resa ottimale.