Presente e passato: dal Touch al DaphilePC
Vi presento la mia zona digitale, detta anche zona liquida.
Tra il DaphilePC e il DAC iFi si è materializzato, ma non dal nulla, uno strano esserino: il Cambridge Audio Alva Solo.
Sopra si nota, bene in una e meno nell'altra, il passato: il Logitech Squeezebox Touch, che considero ancora uno dei migliori affari (da un pdv del rapporto q/p) che io abbia mai fatto in ambito hifi, dato che mi ha intrattenuto per molto tempo.
Ed è talmente ben ingegnato ed ingegnerizzato, che non so se tenerlo come reliquia e memento (ma anche come backup) o venderlo.
Notare il suo telecomando ancora funzionante a fianco.
(ho preferito mettere le miniature perché le immagini originali erano un po troppo grandi, IMHO)
Illuminazione fornita dal miglior accessorio(*) che abbia comprato quest'anno: una banale (e cinesissima) luce per libro pagata sui 17 euro.
(*)testina Jico per la Shure V15III a parte.
Quattro passi nell'analogico
WoW.
Questa la reazione che mi ha causato l'ascolto di Kind of Blue di Miles Davis su... ma partiamo dall'inizio.
Mi è arrivato lo stilo Jico iperellittico.
E quale occasione migliore per un doppio confronto?
M97Xe con stilo originale vs DaphilePC vs V15III con stilo Jico
Partiamo con la 97: il suono lo conosco a memoria: caldo, pastoso, non perfetto ma si fa ascoltare piacevolmente.
Poi metto su la versione hires (24/192, " è generalmente un remix di quelli originali a tre canali, ma allo stesso tempo, durante il remix, hanno cercato di seguire il più possibile i livelli di volume del master.
e il maestro era finito. il che non sorprende - quanto "direttamente dai master tapes originali" può essere ristampato") ma, no, nulla, non mi convince: molto asettica, perfettina, manca di calore, di mordente, di "analogicità".
Eppure l'iFi è più analogico di tanti altri DAC...
Infine la V15III con il Jico nuovo di pacca.
E mi si è aperto un mondo che credevo di aver perso: il piacere dell'ascolto analogico.
Perfetto?
Non scherziamo: ha i suoi problemi, da buon iperellittico esalta molto (troppo, imho) le alte ed altissime frequenze (e nel jazz abbondano), i bassi un attimo troppo controllati (rispetto alle mie abitudini) ma il contrabbasso, quel contrabbasso, spettacolare. Per tacere del piano.
E vogliamo parlare della scena sonora e della sua tridimensionalità? Spettacolare.
Un ascolto "straordinerio", citando Arrigo Sacchi.
Appena posso prosieguo con The Dark side of the moon e Gratitude.