Apologo (=pippotto) femminista rozzo e didascalico
Il target del film sembra essere la ragazza adolescente da istruire nell' arte - spesso sacrosanta, occorre dirlo - della ribellione.
Si ripropone lo stereotipo della super-girl, la ragazza guerriera, che con talento ed addestramento tutto può, anche sconfiggere malvagi assassini professionisti.
Il contesto è quello dell' Inghilterra fine '800 e della lotta per il voto alle donne.
La mamma dei rampolli Holmes si dà alla lotta clandestina con espliciti riferimenti ad azioni eclatanti (se non violente), con la esibizione di materiale esplodente e l' ammonimento alla figlia Enola: nella lotta, per farsi ascoltare, a volte occorre fare molto rumore.
Il tema principale è un complotto per sventare la legge sul voto delle donne, con un becero assassino prezzolato che alla fine dichiarerà: l' ho fatto per l'Inghilterra. (Ok, un calcio negli stinchi dell' amor patrio ci sta, del resto non si può negare che i conservatori si sono sempre dichiarati sia patrioti che fautori di una figura femminile confinata all' ambito familiare.)
Le figure maschili di riferimento della piccola Enola sono a dir poco inquietanti: un fratello maggiore che vorrebbe "piegarla" con metodi violenti per costringerla ad un futuro di moglie e madre ed un non certo migliore Sherlock, che di lei apprezza l'intelligenza e solo per quello le farà da schermo alle idiozie del fratello maggiore (sottinteso: se eri normodotata il collegio per convertirti in signorina "educata" destinata ad un matrimono forzoso non te lo levava nessuno).
Il contesto sociale è fantasioso: donne che si incontrano come in una setta segreta, una improbabile signora nera (in omaggio al politicamente corretto che vuole attori di varie etnie nei ruoli principali come "eroi positivi") che gestisce una palestra di ju-jitsu (!) per sole donne (!!) nel retrobottega di una sala da té, vecchiette isteriche votate a perpetuare il ruolo sottomesso della donna nella società "costi quel che costi" e così via.
Il film nel complesso non è fatto male, Millie Bobby Brown sembra aver trovato una sua dimensione con quel faccino da bambina piantato su un corpo che comincia ad essere quello di una donna, il regista ci sollazza con il suo stile che prevede (come già visto in Fleabag) che la protagonista si rivolga direttamente al pubblico per i commenti in genere assegnati alla voce fuori campo.
Il film piacerà alle ragazzine che si stanno preparando allo sciopero del giorno dopo per il diritto di andare a scuola in minigonna e mostrare l'elastico delle mutande ai prof ogni volta che si girano, alle mamme frustrate da una vita divisa tra i fornelli ed un qualche impieguccio, ai "progressisti" / mondialisti tutti (uomini e donne di tutte le età) alla ricerca di nuovi modelli da proporre alle loro piccole guerriere.
Gli altri si potranno anche astenere.