alla fine della prima sessione con AVA quello che il protagonista capisce nella parte finale del film nell'ultimo dialogo col creatore di AVA..
il film è costruito bene a parte alcuni punti dove questa costruzione sensata e regolare viene meno.. tra altro accade in un passaggio fondamentale purtroppo, rimanendo una nota stonata nel finale di un opera, il messaggio di questo film non e molto diverso da altre opere sul tema, ma è la forma ed il modo in cui tutto ciò che viene mostrato che è diverso, il regista avrebbe potuto cercare di mettere lo spettatore al posto dell'esaminatore in modo da far infatuare il pubblico, cosa che altri registi avrebbe sicuramente tentato di fare, invece qui si è voluto percorrere un approccio opposto, con una regia che fa un uso Limitato dei Primi piani o di visuali in prima persona, mentre in realtà.. noi "spettatori" siamo osservatori "nascosti" dietro un vetro protettivo, come il creatore di AVA, senza però avere l'opportunità di dire la nostra ne di fare domande se non a noi stessi, avvolte ci riconosciamo nei pensieri-idee-parole del esaminatore o del creatore, avvolte no.. dipende dalle nostre inclinazioni, razionalità, logica, personalità, quando si arriva alla fine del film è chiaro il senso del titolo, questo non è film solo sulle Ex "Macchine" dotate di una AI che ad oggi potremo definire "Fantascientifica", riportando alla memoria le parole del Dottor Malcom e la sua teoria del Chaos, il film è anche una messa in scena della superbia e della stupidità umana, che è il vero Mostro, la nostra peggior Minaccia per il futuro della specie umana.. il ritenersi di essere troppo intelligenti-superiori, può far sottovalutare, prendersi gioco di ciò che ci circonda, il film di Alex Garland è anche una lezione di Umiltà.. dove la saggezza ed il buon senso vengono meno dalla perdita del controllo non delle macchine, ma di noi stessi..! sopraffatti-annebbiati dai nostri bassi istinti, vediamo solo quello che noi vogliamo vedere, attraverso lo specchio.
Oltre al difetto di non piena logicità, in particolare nella scena del bisbiglio di AVA nella parte finale, che pare una scena messa li perché ce ne era bisogno, pur non seguendo la logica e la costruzione fatta per quasi tutto il resto del film con attenzione ed equilibrio, da segnalare anche la non corrispondenza tra il corpo di AVA (più da maggiorata) con quello della vera attrice nella scena degli specchi, un altra sensazione provata è quella che sia finito troppo presto "breve".. rimane un desiderio di passare più tempo in quel contesto, le sessioni con AVA sono brevi, e non si vede molto altro al di fuori di esse, eccetto le chiacchere tra io creatore e l'esaminatore, probabilmente per scelta stilistica e forse anche per timore di non annoiare lo spettatore, quindi il film vola verso il finale, cosa che fa notare anche il regista nelle parole del creatore alla fine delle settimana, dice che il tempo è volato.. il Finale così come concepito lascia aperte delle riflessione, quelle che ne consegue possiamo solo immaginarlo..
Questo film ammicca poco lo spettatore e solo in alcuni brevi frangenti, non vuole conquistare ne piacere a tutti i costi, non vuole assecondare i desideri e le speranze del pubblico, vuole lasciare qualcosa su cui riflettere.. ed in questo credo che abbia centrato il suo Obbiettivo.
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