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13 assassini
Film uscito a giugno 2011 di Takashi Miike, coproduzione nippo.inglese.
Il tema ricorda vagamente "I 7 samurai" (o, se preferite, "I magnifici 7") ma questo non conta molto perché trattandosi di un film d'azione ciò che conta è il ritmo, le idee, la realizzazione. Inutile dire che da questo punto di vista siamo ai massimi livelli e che la regia in generale è magistrale (a me ricorda il miglior Sergio Leone).
Ma c'é anche un intersse supplementare una visione del Giappone antico più realistica, adatta al pubblico più smaliziato.
Innanzitutto l'estetica: la rappresentazione degli interni delle case, bui, minimalisti, ricorda la descrizione che ne fa Tanizaki nel suo "Libro d'ombra", come pure il ricordarci (cosa rarissima da vedersi al cinema) che le donne sposate usavano annerirsi i denti oltre che imbiancarsi viso e collo, finendo per somigliare a una sorta di apparizioni spettrali.
Poi la rappresentazione del potere: una volta tanto il potente di turno commette abusi veramente odiosi dando una immagine del potere assoluto dell'epoca imperiale meno edulcorato del solito.
Unico (ma non fastidioso) anacronismo: gli eroici samurai sono mossi dall'interesse "per il popolo" idea che all'epoca sarebbe risultata astrusa non solo in Giappone ma anche in Europa.
Ma non vi preoccupate: il film ha i suoi bravi 40 minuti finali di azione pura e merita di essere visto per quello che è: un grande mito di altri tempi, il samurai votato alla morte per un ideale superiore, rappresentato con la mentalità ed il ritmo del cinema attuale.