L'emozione del Vinile e i difetti di cui non ci ricordiamo più.
Vorrei aprire una discussione sul "ritorno" del vinile al quale stiamo assistendo da qualche tempo a questa parte: personalmente mi ritengo un feticista di questo supporto, e uno il termine "feticista" a ragion veduta. Ritengo infatti che una buona parte del piacere di ascolto che questo supporto dona a noi appassionati sia in parte anche dovuto all'oggetto in sè, sicuramente più appagante del CD.
Quello di cui volevo parlare è però un discorso differente: attualmente c'è un fiorire di discussioni relative alla "superiorità" del suono prodotto dal vinile rispetto alle sorgenti digitali. La cosa divertente è che ancora mi ricordo i primi tempi di uscita del CD, quando invece si parlava con termini entusiastici della purezza del CD, della sua dinamica e compagnia bella... ;)
Siamo tutti impazziti, qualcuno ha la memoria corta oppure cosa? Io personalmente faccio i dovuti distinguo: un buon giradischi, con una altrettanto buona testina, dona ancora oggi emozioni notevoli... esattamente come un buon lettore CD con un altrettanto buono DAC (senza parlare di casse ed amplificatori).
E' altrettanto vero che negli anni '80 era molto comune trovare negli impianti i famosi DBX 1, 2 e 3bx, che avevano il compito di ricreare la dinamica mancante in prevalenza nei vinili. Adesso invece sembra che il vinile (senza alcun trattamento) sia perfetto... che sia in atto una crisi di nostalgia?
Io credo che -al di là degli inevitabili "pop & crack" di un vinile, questo supporto sia musicale tanto quanto un CD... ovviamente premettendo una ottima fase di mastering e stampa, e un ottimo impianto di lettura.
Ma quando mi sento raccontare di "audiofili" che hanno venduto tutta la loro raccolta di CD per convertire tutto in vinile... beh, francamente rimango molto perplesso.
Per inciso, ho più di 600 CD oltre 300 LP, e apprezzo entrambi: cerco sempre di ricordarmi che l'impianto (e il supporto usato) sono il mezzo e non il fine ultimo (ascoltare la musica). :)