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Pagina 1 - Introduzione Con precisione quasi chiurgica, come succede ormai ogni anno, lo scorso settembre 2012 JVC ha annunciato la nuova gamma di videoproiettori con tecnologia D-ILA, con una novità molto interessante. Fino alle due generazioni precedenti i proiettori in gamma erano tre: il modello "entry level" X30 (X3 nel 2010), con prezzo di listino di circa 3.000 Euro, il modello intermedio X70 (X7 nel 2010) con dispositivo e-shift 4K e CMS da 7.000 Euro, il modello "top" X90 (X9 nel 2010) da 10.000 Euro. La nuova gamma si compone ora di ben quattro modelli. I proiettori X35, X75 e X95 promettono sulla carta solo miglioramenti marginali rispetto al passato. Riguardano soprattutto una maggiore costanza del flusso luminoso e il dettaglio generale dei modelli con nuovo e-shift2 4K, grazie ad un aggiornamento del dispositivo stesso. Come illustrerò nel corso dell'articolo, in realtà le differenze rispetto alla serie precedente sono molte di più di quanto sembri e anche piuttosto sostanziose. La novità più interessante è l'arrivo di un nuovo modello, denominato X55, oggetto di questo test, che si posiziona proprio tra il modello entry X35 e il modello intermedio X75. Il prezzo di listino al pubblico, tasse incluse, pari a 4.990 Euro, unito ai contenuti tecnologici (e-shift 4K più CMS), ne fanno uno dei prodotti più interessanti in assoluto, inserito in una fascia di prezzo che, al momento, non ha praticamente concorrenti. Mi riferisco in particolare al VW95, il proiettore di Sony presentato nel "lontano" 2011, con prezzo di listino di 5.500 Euro e che ha perso buona parte dell'appetibilità originale, in favore del nuovo HW50, venduto a 3.300 Euro ma con ottica manuale. Al contrario di Sony, in questo momento JVC propone una gamma completa e ben articolata, con un prodotto per quasi tutte le tasche e tutte le necessità, a partire da meno di 3.000 Euro. Tutti e quattro i proiettori, anche quello entry level, sono dotati di ottica motorizzata con memorie e sono anche caratterizzati da rapporto di contrasto nativo che è ancora irraggiungibile da tutti gli altri costruttori. È proprio questa la caratteristica più riconoscibile dei JVC: rapporto di contrasto nativo e dinamica molto elevate, che donano alle immagini una profondità e un carattere che al momento è senza eguali. Pagina 2 - Caratteristiche e scheda tecnica
Il nuovo X55 conserva lo stesso telaio rispetto alla serie precedente. È disponibile sia in finitura nera opaca che in bianco, quest'ultimo molto interessante per integrarsi con i soffitti bianchi che rappresentano sicuramente la stragrande maggioranza delle condizioni di installazione. Ricordiamo che i modelli di fascia superiore X75 e X95 sono disponibili solo in nero. La versatilità di posizionamento rimane elevata come per tutti i proiettori JVC. L'obiettivo, con fattore di zoom pari a 2X e rapporto di tiro minimo di 1,5 è motorizzato nella messa fuoco, nello zoom e anche nello shift che vale ben ±80% in senso verticale e ±34% nella direzione orizzontale. Il proiettore, come tutti gli altri quattro modelli in catalogo, è 3D ready ma non è fornito di occhiali e trasmettitore. Questi ultimi sono disponibili solo a richiesta. Il trasmettitore, di tipo RF (radio frequenza), si collega direttamente allo châssis mediante la connessione dsub-9 presente sul retro. Gli occhiali sono di nuova generazione, più leggeri e confortevoli, e le lenti sono caratterizzate da un rapporto di contrasto superiore rispetto agli occhiali IR della generazione precedente. È presente anche una presa LAN per il controllo remoto. Il proiettore può essere comandato da dispositivi iOS mediante una App introdotta recentemente. Maggiori informazioni sulla App sono disponibili al seguente indirizzo: www3.jvckenwood.com/ios-application.html Scheda Tecnica
Pagina 3 - Menu e calibrazione Dopo i numerosi contatti con i nuovi prodotti a Perugia e a Bologna in occasione dei due grandi shoot-out che abbiamo condotto tra novembre e dicembre 2012, e dopo alcuni test condotti qui in laboratorio (ho in prova anche il modello JVC Pro RS48, equivalente al modello X75), ho potuto apprezzare quali siano le principali differenze tra i quattro modelli. In particolare, come vedremo nelle misure di laboratorio, i modelli X35 e X55 condividono gli stessi filtri colore. In altre parole, i colori primari RGB sono identici come coordinate cromatiche di partenza. L'unica differenza "meccanica" tra i due modelli sembra essere la presenza dell'e-shift 2.0 nel modello X55 che riduce appena il flusso luminoso, in cambio dell'upscaling a risoluzione 4K. I modelli X35 e X55 differiscono anche nell'elettronica. In particolare, il modello X55 ha un menu più completo, con CMS (Color Management System) per la calibrazione di tinta, saturazione e livello di 7 tonalità principali: RGBCMY + "Orange". Sparisce invece il CMS "semplificato" anche dal menu di servizio nel modello più economico, che era presente invece nel modello X30. I modelli X75 e X95 hanno un filtro colore per un verde nettamente più saturo, hanno più banchi di selezione per la riproduzione dei colori, più banchi di memoria per la posizione dell'obiettivo (lens memory). Per un approfondimento sulla nuova gamma 2013 vi suggerisco di consultare l'articolo disponibile a questo indirizzo. Rispetto al passato il menu è stato modificato solo leggermente. È organizzato sempre nello stesso modo, con le opzioni avanzate per la calibrazione del gamma in posizione poco naturale, cosa che costringe a saltare da una pagina all'altra del menu. Nella prima voce "Modalità Immagine" sono disponibili ben 6 impostazioni predefinite e 5 banchi "User" da personalizzare. Selezionando uno dei banchi "User", alla voce "Profilo Colore" possiamo selezionare ben sei impostazioni colore, che si distinguono non solo per le coordinate del gamut ma anche per la saturazione ai livelli intermedi. La nota più interessante riguarda la calibrazione dei primissimi gradini della scala dei grigi: nella serie precedente era presente un controllo che agiva solo sulla luminanza (quindi contemporaneamente sulle tre componenti RGB). Ora il controllo è separato per le tre componenti RGB, è disponibile anche per le alte luci e funziona davvero molto bene. Dopo il rodaggio, con la lampada a circa 44 ore, ho effettuato le prime misure e anche un paio di calibrazioni, la prima cercando il riferimento REC.709 e la seconda con colori appena più saturi, senza pregiudicare la qualità delle tinte meno sature e degli incarnati. Come ampiamente certificato dagli strumenti di misura nei paragrafi successivi, questa nuova serie di JVC riesce a convincere (FINALMENTE!) anche con il proiettore in condizioni di default. Per i più pignoli, dotati di colorimetro e software per la calibrazione, gli obiettivi saranno raggiunti più rapidamente e senza "tirare troppo la coperta". L'accesso al CMS rimane sempre consigliato ai più esperti, che sappiano muoversi tra le sinergie che si creano tra saturazione e luminanza dei vari colori. Pagina 4 - e-shift2 4K: Ultra HD si o no?
Il DLA-X55, X75 e X95, vengono definiti 4K da JVC poiché sono dotati di un dispositivo ottico meccanico all'interno del percorso ottico che, vibrando ad alta frequenza, permette di disegnare con un solo gruppo di matrici full HD, due immagini traslate diagonalmente di mezzo pixel, in modo da simulare un'immagine a risoluzione Quad full HD (3840x2160). Le immagini full HD vengono prima di tutto scalate a risoluzione Ultra HD (3840x2160), applicando algoritmi di scaling e maschere di contrasto. Nel passo successivo avviene una riduzione della risoluzione: di ogni gruppo di 4 pixel, ne vengono scartati due. Infine, i due gruppi di pixel (A e B, visibili nello schema qui in alto) vengono riprodotti dalle matrici full HD in modo sequenziale ad alta velocità, mentre il dispositivo e-shift vibra, perfettamente sincronizzato. Rispetto allo scorso anno, la nuova serie di proiettori utilizza un nuovo dispositivo, denominato e-shift 2, che ha permesso di migliorare il rapporto di contrasto nativo e di non pregiudicare il cross-talk nella riproduzione stereoscopica. Con la nuova serie è possibile disattivate l'e-shift 2 e rinunciare alla riproduzione 4K. Per quanto riguarda lo scaling, è cambiato qualcosa nel DSP video che ora è molto più sofisticato e opera sui pixel analizzando molte più informazioni (zone da 21x21 pixel contro 6x6 della vecchia serie). Viene introdotto anche un nuovo sistema per l'applicazione della maschera di contrasto, con analisi di 8 bande di frequenza (prima erano solo 2) e applicazione di filtri molto sofisticati per la conservazione della profondità di campo originale che fosse presente nel materiale riprodotto, per la ricchezza delle sfumature delle superfici uniformi e per un aumento del dettaglio solo dove serve davvero, quindi solo per le zone con particolari ad alta frequenza. Il risultato è molto buono ma molto differente da quello che alcuni sperano. Il proiettore non è in grado di riprodurre immagini a risoluzione nativa 4K, né dagli ingressi HDMI, né dall'interfaccia LAN. Il DLA-X55, il DLA-X75 e anche il modello X95 sono e rimarranno compatibili soltanto con segnali full HD. Quali vantaggi porta questo e-shift2? Semplice: prima di tutto i pixel diventano praticamente indistinguibili, anche a distanza di visione molto ravvicinata. Inoltre, con il doppio di informazioni a disposizione, il DSP video integrato nel telaio è in grado di applicare le maschere di contrasto in maniera più efficace, senza compromettere la risoluzione originale. Questo a patto che non si esageri con lo sharpness e gli altri controlli del menu MPC, poiché il rischio di sollevare rumore o evidenziare artefatti è sempre in agguato. In ogni modo, i tre controlli presenti nel menu sono ben modulabili e non sarà difficile trovare il miglior compromesso con i vari film a disposizione. Pagina 5 - LAB: flusso luminoso, CR e gamma Le grandezze fotometriche sono state rilevate nella nostra dark-room da 25 mq, con strumentazione di riferimento Ocean Optics, con certificato di calibrazione (novembre 2012) per la misura della irradianza assoluta. Il flusso luminoso dichiarato, pari a 1.200 lumen, non è poi così distante dal dato reale che vale 1078 lumen in modalità nativa, con lampada che aveva accumulato già 44 ore di vita. Con il bianco calibrato D65 il flusso luminoso è elevato e vale quasi 900 lumen con lampada in modalità normale e obiettivo in wide. Con la lampada in eco si scende al 70% mentre con l'obiettivo in tele si scende solo al 78% rispetto alla posizione wide. Con il diaframma completamente chiuso il flusso luminoso scende fino al 40% e vale, con lampada eco e zoom in tele, appena 210 lumen. In altre parole, il DLA-X55 può riempire senza problemi schermi con base compresa tra 1,5 e 3,2 metri. Per chi fosse interessato alla riproduzione stereo 3D, consiglio di non superare i 2,4 metri di base con schermi a guadagno unitario. Come da copione, il rapporto di contrasto del JVC DLA-X55 è il vero punto di forza di questa macchina. Il valore dichiarato di 50.000 non è molto lontano ma il dato misurato è elevato in assoluto. Con il proiettore al massimo della potenza, il CR sale fino a circa 30.000:1. Per esperienza indiretta, il rapporto di contrasto è solo leggermente superiore al modello entry level . Nnon sono ancora riuscito a misurare un X35 oppure un RS46 (i nuovi entry level) ma la sensazione è che non siano poi così lontani. I valori del gamma, in condizioni di default, sono semplicemente straordinari. Selezionando il valore di default pari a 2.2, il gamma riprodotto è solo un pochino più basso e molto regolare. Per avere un 2,2 reale basta selezionare il valore di riferimento 2.3. Sulle bassissime luci (sotto al 3%) c'è la tendenza ad affogare qualcosa. Con la taratura fine, modulando anche le tre componenti cromatiche del bianco per la contemporanea calibrazione del bilanciamento del bianco, il risultato è semplicemente da riferimento. La regolarità della riposta arriva fino ai primissimi step della scala dei grigi, fino al 2% per essere più precisi. Più in basso, i limiti del rapporto di contrasto e le raccomandazioni BT.1886 ci spingono ad abbassare ulteriormente il valore di riferimento. In condizioni ideali, per avere il primissimo step della scala dei grigi con segnale in ingresso ad 8 bit (1/255), riprodotto con gamma 2.222, avremmo bisogno di un rapporto di contrasto nativo superiore a 200.000:1. Ne riparleremo presto. Pagina 6 - LAB: Colori e bilanciamento
Iniziamo con lo spettro di emissione delle tre componenti RGB, acquisito in due modalità. Le linee più sottili si riferiscono ai colori nativi, con gamut più esteso. Le linee più spesse, si riferiscono invece alla modalità colore "naturale", più corretta. In particolare, lo spettro del verde comprende anche una piccola porzione di frequenze del giallo, con il picco secondario posizionato su 574 nanometri. Il risultato è sì un verde profondo ma nella direzione sbagliata, ovvero nell'area giallo-verde, come vedremo poi nella classico grafico CIE 1931. Nella modalità colore "naturale", appare evidente come alla componente del verde venga aggiunto anche un po' di "blu" (freccia rossa), che permette di riportare le coordinate del verde più vicine al riferimento. Gli spettri di emissione dei primari rosso e blu appaiono ben filtrati. Nei modelli X75 e X95 (come peraltro succedeva già nei modelli passati X7, X9, X70 e X90), è presente un filtro colore esclusivo per la componente verde del flusso luminoso che taglia proprio quel picco a 574 nanometri e che viene inserito solo selezionando alcuni spazi colore predefiniti. Il risultato è la riproduzione di un triangolo di gamut notevolmente più ampio, ma solo nella zona verde dello spazio colore. L'inserimento del filtro si traduce anche in una sensibile diminuzione del flusso luminoso. Approfondirò questo aspetto nella recensione del JVC DLA-RS56 di prossima pubblicazione.
I due triangoli di gamut si riferiscono esattamente alle due modalità colore appena descritte nel grafico, con la traduzione degli spettri di emissione in coordinate cromatiche xy. Possiamo quindi verificare nel triangolo di gamut più esteso i primari rosso e blu ben riprodotti, con verde esterno al gamut ma non nella direzione più utile, bensì leggermente verso il giallo. Adestra, le prestazioni al netto della calibrazione attraverso il CMS. Approfitto per ricordare che lo spazio CIE 1931 non è percettualmente uniforme, per cui la distanza del verde dal riferimento REC.709 è più ridotta di quanto possa sembrare. Il delta E uv infatti vale infatti appena 8 punti. Se con i colori saturi al 100% possiamo vedere quali sono le possibilità del proiettore, con il test del JVC-DLAX55 ho deciso di introdurre anche l'analisi della saturazione e livello dei sei colori principali, con segnale in ingresso a luminanza costante e saturazione crescente a passi del 10%: uno dei modi che permettono di verificare quale sia la riproduzione dei colori interni al gamut e con saturazioni più contenute. Il grafico restituisce il Delta E uv dei sei colori principali. La prestazione è ottima e lascia indietro solo il verde con un Delta E pari a 8,5 solo nel valore peggiore (al 100% di saturazione). Prossimamente pubblicherò i file con segnali test necessari, in modo che sia possibile eseguire la stessa misura anche con il software HCFR, utilizzando un lettore Blu-ray disc oppure un media player. In particolare, la riproduzione dei colori del DLA-X55 è molto vicina al riferimento, sia per saturazione che per livello di luminanza. Ecco infine il bilanciamento del bianco al netto della calibrazione e a passi del 5%. Le deviazioni sono estremamente contenute e il risultato è stato ottenuto con relativa semplicità. Pagina 7 - Qualità video con materiale 1080i e 1080p Il mio giudizio che potete leggere in questo paragrafo è il risultato non solo del test di questa macchina ma anche di altri proiettori che ho incontrato nei due shoot-out a cui ho partecipato a Bologna e a Perugia. Setup Per la mia installazione personale ho usato uno schermo Screenline a cornice fissa in formato 16:9 con base di tre metri e superficie "Home Vision" a guadagno unitario con retro nero, proprio la stessa usata anche al Top Audio nelle due salette Sony e JVC. Ho sistemato l'ottica del proiettore a circa 4,8 metri di distanza, con il proiettore agganciato ad un'ottima staffa Domolift con controllo micrometrico su tre punti, copiando la più classica delle installazioni home theater. Abitualmente, sono seduto esattamente a 4,5 metri di distanza dallo schermo, quindi con un rapporto di visione pari a 1,5:1. Questa volta ho preferito avvicinarmi un po' di più, a soli 3 metri di distanza, in modo da analizzare con più facilità alcuni aspetti legati alla risoluzione e alla percezione del dettaglio, anche per le immagini in movimento. De-interlaccio Ho effettuato un po' di rodaggio visualizzando immagini televisive del canale RAI HD 501 su digitale terrestre (finalmente anche qui a Teramo), anche di tipo sportivo, in modo da analizzare anche la qualità del de-interlaccio e il dettaglio delle immagini in movimento. Il DSP video dei JVC è dignitoso ma la qualità del de-interlaccio possibile anche con un processore esterno vetusto come il DVDO con DSP video Faroudja è ancora superiore, sopratutto nei movimenti dell'inquadratura in senso verticale e diagonale e con immagini in rapido movimento. Con segnali 1080i, già quindi con 50 semiquadri al secondo, non ho gradito nessuna delle opzioni del frame interpolation. La fluidità "nativa" delle immagini sportive a 50 Hz è già perfetta e la presenza di qualche artefatto di interpolazione fanno il resto. Ho detto "qualche": la prestazione non è poi così malvagia. Colori e sfumature Con il proiettore ben calibrato secondo le raccomandazioni BT.709, ho collegato il JVC X55 ad un Oppo BD105, prestato dal distributore Labtek e che in questi giorni mi sta facendo pensare che forse è giuntiìo il momento di fare un upgrade dei miei lettori Sony e Panasonic. Le immagini del JVC riescono ogni volta a sorprendermi per la gran quantità di dinamica, contrasto e tridimensionalità, soprattutto con immagini scure. Il nuovo X55 prosegue la tradizione; stavolta però con qualcosa in più. L'uniformità è pressoché perfetta, sia per intensità che per coerenza cromatica. La riproduzione dei colori e delle sfumature è dannatamente vicina al riferimento, più di quanto abbia mai potuto osservare, senza che mi impegnassi in una calibrazione estenuante - come succedeva con le generazioni precedenti - e senza effetti collaterali. In altre parole, niente solarizzazioni o altri artefatti da "calibrazione troppo pesante". Contrasto e dinamica sono ottimi, prestazioni di cui è capace il modello entry-level. Il vantaggio del modello X55 è sicuramente nel CMS che consente di sfiorare il riferimento, a patto di avere colorimetro, software e un po' di pratica nella calibrazione. Risoluzione e dettaglio Veniamo ora al dettaglio e alla risoluzione. Partiamo senza l'e-shift2, quindi con il proiettore in full HD. In queste condizioni il modello X55 diventa praticamente un X35, con qualche lumen in meno. Più o meno si tratta del 5% in meno, forse a causa dell'e-shift che, benché disattivato, rimane comunque all'interno del percorso luminoso. Come anticipato nei paragrafi precedenti, l'ottica di questa macchina è particolarmente fortunata. La convergenza è perfetta e anche la messa a fuoco convince, senza aloni evidenti, anche a distanza ravvicinata. Davanti al mio schermo, con base di tre metri e medesima distanza di visione, il coinvolgimento è straordinario ma i pixel sono ben visibili. Con l'Oppo 105 sempre collegato attivo il dispositivo e-shift2 e inizia la magia. I pixel scompaiono ma risoluzione e dettaglio rimangono e, con le impostazioni giuste, la sensazione di dettaglio aumenta sensibilmente, senza rinunciare alla risoluzione. È questo il più grande vantaggio dell'e-shift di JVC: potersi avvicinare tantissimo allo schermo senza percepire la struttura dei pixel, con un risultato complessivo estremamente naturale. Ho provato vari Blu-ray Disc, sempre di qualità elevata, con alto contenuto di informazioni (How The West Was Won, Ben Hur) e anche in bianco e nero (Lolita), sempre con ottimi risultati. Per l'analisi del dettaglio ho utilizzato anche file nativi a risoluzione 4K, scalati a risoluzione full HD e riprodotti dalla mia workstation in formato non compresso (DPX 10 bit) prelevando l'uscita HDMI 4:2:2 a 10 bit direttamente da una scheda video Blackmagicdesign. Il 4K possibile con display e proiettori a risoluzione nativa Ultra HD è inarrivabile. Ma non è questo che dovete aspettarvi dall'e-shift2. Il risultato è un ottimo mix tra risoluzione e "compattezza", dettaglio e naturalezza, tutti elementi che vengono esaltati dal proverbiale rapporto di contrasto di cui sono capaci i proiettori JVC. Pagina 8 - Conclusioni e pagella Con la nuova serie 2012-2013, i proiettori D-ILA di JVC sembrano aver raggiunto quella maturità che ho sempre desiderato. Agli aspetti già consolidati che riguardano la costruzione, il notevole rapporto di contrasto nativo e grande versatilità nell'installazione, la nuova serie aggiunge finalmente ottime prestazioni anche in condizioni di default e senza particolari peripezie nella calibrazione. Quest'ultima è possibile con relativa semplicità, sopratutto per la gestione del bilanciamento del bianco e della curva del gamma. Il nuovo DLA-X55 dà buona prova di sé anche nella restituzione del dettaglio a distanza molto ravvicinata, grazie ad un aggiornamento del dispositivo e-shift, con un controllo più sofisticato per le operazioni di scaling e per l'applicazione delle maschere di contrasto, necessarie per un aumento della percezione del dettaglio. Il 4K "urlato" tra le caratteristiche non esiste. Esiste al contrario una qualità molto elevata nella riproduzione delle immagini, con un rapporto qualità prezzoimpensabile fino a pochi mesi fa e che riuscirà a convincere anche gli ultimi talebani della tecnologia CRT, ammesso che ne sia rimasto qualcuno. È proprio questo che ho apprezzato nel nuovo DLA-X55 e nei prodotti di fascia ancora superiore X75 con il nuovo meccanismo e-shift2: una riproduzione video ricca di informazioni e dettaglio ma che ha molto poco del digitale e uno straordinario sapore analogico, con rapporto di contrasto e dinamica generale paragonabili ai migliori CRT con tubi da 9", da costo fino a quindici volte superiore. Il DLA-X55 potrebbe essere il proiettore definitivo per molti appassionati, anche per una qualità nella riproduzione stereoscopica interessante, con cross-talk ridottissimo e bina efficienza generale. Se avete in programma un acquisto di un proiettore, con budget non troppo lontano, vi consiglio di prestare molta attenzione al DLA-X55 che rappresenta un riferimento nella sua fascia di prezzo. Un elenco di negozi in cui è in visione il DLA-X55, è disponibile a questo indirizzo. La pagella secondo Emidio Frattaroli: voto finale 80/100
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