![]() |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Stampa | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
In arrivo nei nostri laboratori in prova uno dei più famosi "cinafonini", l'Ulefone Be Pro 2, da parte del nostro partner Gearbest, portale dedicato alla vendita online di dispositivi per la maggior parte costruiti in quel di Shenzhen, in Cina, luogo dove risiedono grossi complessi industriali per l'elettronica di consumo. L'Ulefone Be Pro 2 è uno smartphone appartenente alla categoria dei "Phablet" per le generose dimensioni del suo display da 5,5 pollici, che per il prezzo proposto (circa 100 Euro) si iscrive alla fascia molto bassa di smartphone, ma che, almeno ad una prima lettura delle caratteristiche hardware, può tranquillamente essere annoverato a fianco di terminali dal prezzo notevolmente superiore. Il Be Pro 2 è equipaggiato con il SoC MediaTek MT6735P, che dispone di un processore quad-core a 64 bit ARM Cortex-A53 da 1,0 GHz e GPU ARM Mali-T720; è dotato di 2 GB di memoria RAM e Flash ROM da 16 GB espandibile (anche se in realtà sono circa 12GB disponibili) fino a 128 GB tramite microSD, display da 5,5 pollici HD (720 x 1.280 pixel) con tecnologia LCD IPS OGS (One-Glass-Solution, con il touch screen integrato all'interno dell'LCD Glass layer), una fotocamera principale da 13 MP con interpolazione (8 megapixel reali) con apertura f/2.2 ed una fotocamera frontale da 8 MP con interpolazione (5 Megapixel reali), registrazione video a 1080p. Per quanto riguarda la connettività, dispone di FDD-LTE 4G con 150 Mbps velocità massima di download, WiFi802.11 a/b/g/n/ac con supporto dual-band 2.4GHz/5GHz), Bluetooth 4.0, GPS; non è supportato invece l'NFC. La batteria in dotazione è ai polimeri di litio da 2600 mAh ed è rimovibile. Ulefone Be Pro 2 è Dual SIM ed è basato sul sistema operativo Android Lollipop 5.1. Il telefono essendo un phablet, è davvero molto grande e sembra abbastanza robusto nonostante l'utilizzo esclusivo di materiali plastici nella costruzione. Se guardato di lato presenta tre strati fondamentali: un frame centrale, che a prima vista sembra in tutto e per tutto alluminio satinato, ma che se si va ad analizzare più in dettaglio si scopre essere invece fatto di plastica. Su questo frame sono poggiati una copertina posteriore in plastica morbida, che dovrebbe resistere ed attutire gli urti in caso di malaugurato impatto con il suolo, e superiormente il display in vetro che "esce" fuori dal frame centrale con una piccola cornice di protezione scura. La parte frontale è dedicata all'ampio display da 5,5 pollici con la cornice superiore in cui troviamo l'auricolare, la telecamera frontale e alcuni sensori, e la cornice inferiore con tre tasti "soft touch" di controllo: un tasto back, il classico tasto home che se tenuto premuto ha la funzione secondaria di mostrare la lista delle app recentemente eseguita classica di Lollipop, ed infine un tasto che ha la funzionalità di "impostazioni" delle varie app; non sono presenti pulsanti fisici come ad esempio il tasto home dei modelli Samsung e Apple. Nella parte posteriore sulla copertina troviamo l'alloggiamento per la telecamera da 13 megapixel ed il flash di tipo LED nella parte superiore, mentre nella parte bassa è presente una striscia con microfori in corrispondenza dell'altroparlante per il vivavoce. Sul lato destro, posizionato abbastanza in alto, sul frame plastico è presente il bottone di accensione e spegnimento. Sul lato sinistro troviamo i due pulsanti per la regolazione del volume. Il lato superiore è equipaggiato invece con il connettore jack per le cuffie ed il connettore micro USB, per la ricarica e il trasferimento dei dati, rovesciato rispetto a dispositivi di altri brand come Samsung o LG. Rimuovendo la cover semirigida posteriore, cosa per altro non molto agevole da fare, possiamo accedere al vano battteria e agli alloggiamenti per la micro SD aggiuntiva e le due SIM equipaggiabili rispettivamente nei formati Micro SIM e Standard SIM. Sul lato inferiore è presente unicamente il microfono, non abbiamo trovato invece il microfono ambientale per la soppressione dei rumori. Lo smartphone è dotato di default di una pellicola protettiva già applicata sul display. Nella confezione, oltre ovviamente al telefono, sono presenti un alimentatore da 5V ed 1A con annesso cavo USB, una pellicola protettiva di ricambio ed una guida rapida in più lingue tra cui anche l'italiano; non sono però in dotazione auricolari. Ci è stata recapitata anche la custodia originale del telefono acquistabile a parte a circa 5 euro, ben fatta, a libro con un dorso plastico con fori in corrispondenza della telecamera e dell'altoparlante ed una copertina frontale in materiale similpelle sintetica da un lato e similvelluto morbido in corrispondenza del display, con un enorme foro dove, a chiusura, il terminale disegna un orologio (digitale o analogico). La custodia sembra però più un vezzo estetico che un effettivo sistema di protezione per lo smartphone in quanto molto delicata almeno all'apparenza; rimarremo comunque con il dubbio avendo deciso di evitare un crash test. Videorecensione Scheda Tecnica
Pagina 2 - Ergonomia e hands on
L'Ulefone Be Pro 2 è disponibile in 3 finiture: Dark Blue, Silk White, Sandstone Black. La versione che abbiamo in test è con colorazione Dark Blue. Lo smartphone, essendo equipaggiato con un generoso display da 5,5 pollici è davvero molto grande almeno per quanto riguarda l'altezza; riesce a far sembrare minuscolo a suo confronto anche un telefono enorme come l'LG G3 che monta, anche esso, un display da 5.5 pollici; non si capisce l'esigenza costruttiva di lasciare quasi due centimetri ulteriori sul bordo inferiore, al di sotto del display, dove sono presenti i tasti di controllo soft touch che potevano essere implementati come menu a scomparsa direttamente nel display stesso, soluzione adottata ad esempio su alcuni smartphone LG e Sony per contenere le dimensioni di un telefono già ingombrante. Ulteriore pecca molto grave è l'assenza di illuminazione dei tasti soft touch che rende davvero difficile la gestione del telefono al buio, ad esempio per riuscire a premere correttamente l'utilizzatissimo tasto "back": nonostante io non soffra di grossi problemi motori e di coordinazione ho bisogno di due o tre tocchi ogni volta per riuscire a indovinare la posizione del tasto. Altra nota dolente è data dalla conformazione del connettore micro USB posizionato sul bordo superiore del telefono: già questa tipologia di posizionamento, di per sè, rende abbastanza scomodo l'utilizzo dello smartphone in caso di utilizzo durante una sessione di ricarica; per di più la particolare forma del connettore fa sì che lo spinotto di alimentazione fuoriesca con estrema facilità dalla sede rendendo praticamente impossibile le ricarica in condizioni di normale utilizzo, non necessariamente durante le telefonate. In realtà questo evento non si verifica con il cavo in dotazione, che calza abbastanza perfettamente nel connettore, ma risulta alquanto scomodo dover utilizzare necessariamente quello. Ci piace molto invece la posizione su lati differenti del tasto di accensione e di quelli per il volume evitando così la possibilità di facile confusione come succede in numerosi altri terminali; piccolo neo è la posizione troppo verso l'alto dei tasti di volume sul lato sinistro che ne rende complicato l' utilizzo per chi non ha mani gigantesche in caso di gestione del terminale con una sola mano. Il phablet, nonostante le dimensioni, si riesce a tenere abbastanza agevolmente con una sola mano. Merito soprattutto del peso, del bilanciamento (davvero ottimo) e di un buon grip sui due lati che hanno uno spessore di qualche millimetro che si rivela confortevole al tatto, al contrario di altri terminali molto più sottili, ad iniziare dal Samsung S6 edge. L'accensione dello smartphone è davvero molto lenta: occorrono infatti più di 50 secondi prima che il terminale sia in uno stato operativo pronto all'utilizzo. Al primo avvio otteniamo un'interfaccia abbastanza standard di Android Lollipop 5.1 nella versione AOSP (Android Open Source Project), quasi per nulla personalizzata e che presenta qualche piccolo bug. C'è però da dire che, dopo pochi giorni di utilizzo, in cui avevo riscontrato un fastidioso bug nella possibilità di accendere il display in stand by con un semplice doppio tap ( opzione configurabile nelle impostazioni di sistema), è subito risultato presente un aggiornamente del firmware che al riavvio aveva risolto, con mia somma gioia, questo fastidioso malfunzionamento. Altro update del firmware dopo pochi giorni ancora con la correzione di ulteriori bug. Il sistema è dunque "mantained" e ci si aspetta la risoluzione degli altri piccoli bachi riscontrati che seppur di poco conto possono risultare noiosi. In questo launcher AOSP è un pò macchinosa la creazione di una nuova finestra del multidesktop, bisogna infatti trascinare un'icona di una app o altro in "zona di nessuno" per crearne una nuova in automatico; non è comunque possibile settare la schermata home che è di default la prima a sinistra; inoltre, la barra search di google è fissa nella parte superiore del display è non mi è stato possibile rimuoverla in nessuna maniera. Abbiamo la possibilità di poter scegliere direttamente nelle impostazioni, di utilizzare un secondo launcher, "u Launcher", più dedicato ai temi e alle skin facilmente modificabili con un app dedicata, molto accattivante esteticamente con con la possibilià di applicare effetti alla rotazione dei desktop o al tapping. Attraverso la pressione del tasto sinistro "impostazioni" otteniamo un menu dove abbiamo accesso a scorciatoie per numerose funzionalità e per la configurazione degli effetti grafici e dei temi. Con questo launcher però, purtoppo non esiste la possibilità di accedere ad una lista di tutte le applicazioni, ma tutte le app installate vengono automaticamente aggiunte nelle finestre multi desktop; non possiamo quindi lasciare solo quelle preferite e di più comune utilizzo, cosa che rende molto più complicato il trovare rapidamente l 'app che necessitiamo. Anche con questo launcher non è possibile impostare la schermata "home" che si desidera; nella finestra destra più esterna è presente di default un widget con la timeline delle foto della nostra galleria. Tra le caratteristiche più rilevanti attivabili nel menu di configurazione c'è l'utilizzo di HotKnot, la nuova tecnologia simile all'NFC che permette di accoppiare dispositivi vicini sfruttando anche i dati del sensore di prossimità e dell'accelerometro; il dispostitivo è sprovvisto di teconologia NFC ma può utilizzare la tecnologia HotKnot, proprietaria Mediatek, per lo scambio dei dati, foto, files e quanto altro con device compatibili situati in prossimità. Altra funzionalità davvero interessante è il programma di accensione/spegnimento; una della mancanze, secondo me, fondamentali dall'avvento dei dispositivi basati su Android era l'impossibilità di settare la sveglia quotidiana mattutina spegnendo il dispositivo; per utilizzare il nostro smartphone come allarme eravamo necessariamente costretti a lasciarlo acceso l'intera nottata onde evitare di non svegliarsi e perdere importanti appuntamenti, con il rischio che la batteria si scaricasse nel corso della notte, facendo così modo che la sveglia saltasse ugualmente con ovvie disastrose conseguenze. Grazie a questa funzionalità possiamo invece programmare l'orario di accensione e spegnimento del nostro dispositivo, magari impostando l'accensione poco prima del devastante allarme della sveglia. Nelle impostazioni di sistema per la gestione della memoria è possibile scegliere il percorso preferito per l'installazione di nuove applicazioni (memoria interna o micro SD esterna) evitando così il più grande limite dei cellulari di fascia bassa, ovvero il rapido riempimento della Flash ROM dopo brevissimo tempo impedendone così quasi il normale utilizzo; è possibile anche settare il disco di scrittura preferito per i nostri dati. Nelle impostazioni di sistema è possibile anche configurare il dispositivo in maniera da accenderlo, quando in standby, con un semplice doppio tap o sbloccarlo trascinando il dito sul display verso l'altro ed addirittura settare alcune gesture (disegnando simboli a display spanto) che ci permettono di lanciare direttamente app di nostra scelta. La dotazione hardware non è tra le più promettenti,ma l'utilizzo dell' Ulefone Be Pro 2 è molto fluido con navigazione tra i menu molto rapida con l'evidenza di microscatti solo in rarissime occasioni.
Pagina 3 - System & Browser benchmark Anche nelle analisi delle prestazioni dell'Ulefone Be Pro 2 abbiamo cercato di utilizzare unicamente benchmark che ci permettessero di comparare dispositivi con sistema operativo differente come Android e iOS. Tra i software di benchmarking "cross-platform" come System Benchmark abbiamo utilizzato GeekBench 3, che distingue le prestazioni single-core da quelle multi-core. Come possiamo vedere dal grafico dei risultati del test, il BE pro 2 non eccelle a livello di pure prestazioni di calcolo e di performance hardware come d'altronde potevamo aspettarci analizzando le specifiche tecniche. Con il suo MediaTek MT6735P si pone tra gli ultimi della lista, dietro anche a telefoni top di gamma però di generazioni precedenti. Anche Basemark OS II, altro benchmark cross-platform "All-In-One" che valuta le prestazioni generali di qualsiasi dispositivo Android, iOS e Windows Phone, conferma i non esaltanti risultati che già si evincevano con GeekBench 3, relegando il Be Pro 2 nelle ultime posizioni ma sempre a contatto con smartphone di fascia più elevata. Altri sistemi di benchmarking universali sono i browser benchmark che "girando" appunto grazie ad un semplice browser presente in qualsiasi SO, ci danno un' idea delle performance del dispositivo indipendentemente dal sistema operativo montato sullo stesso. Noi abbiamo scelto di utilizzare Sunspider nella version 1.0.2 e Google Octane v. 2 usando il browser di default per effettuare il test. Prestazioni abbastanza deludenti con Sunspider come possiamo vedere nel grafico sopra. Con Octane le cose migliorano leggermente. C'è da dire che nonostante i risultati non esaltanti restituiti dai programmi di benchmarking, in realtà l'interfaccia del telefono è molto veloce e fluida, con rarissimi microscatti o blocchi nella navigazione tra i menu, nell'apertura delle app, nella visione delle foto e dei video all'interno della galleria, presentando prestazioni "apparenti" al pari di smartphone con dotazione hardware notevolmente superiore e dal prezzo notevolmente più elevato. Anche la navigazione web con il browser di default è molto veloce, rete permettendo, e il rendering delle pagine è pressochè immediato, anche su siti notoriamente "pesanti". Pagina 4 - GPU Benchmark Anche per quanto riguarda l'analisi delle prestazioni dell'unità grafica abbiamo utilizzato benchmark che fossero "cross-platform" per comparare così qualsiasi dispositivo indipendentemente dal sistema operativo. Con GFX Benchmark il focus si sposta sulla GPU Mali T-720 che non entusiasma in maniera particolare nell'esecuzione del benchmark Manhattan con 3,5 fps in media nel test Onscreen e appena 1,7 in quello Offscreen. Male anche nel T-rex Offscreen con appena 5.3 fps e nel T-rex Onscreen con 8,5 fps di pochissimo superiore all' Adreno 305 che equipaggia il Lumia 640 XL ma ben lontano dalle prestazioni delle GPU degli altri smartphone in comparativa. Anche con 3D Mark il divario tra la Mali T-720 dell'Ulefone Be Pro 2 e le GPU degli altri smartphone testati è quasi imbarazzante, con uno score di gran lunga inferiore per quanto riguarda le performance generali (Overall). Ecco, inoltre, uno sguardo più approfondito con l'indicazione del numero di fotogrammi per secondo nei tre "sotto-test" che vengono effettuati (Graphics test 1, Graphics test 2 e Physics test). Come ultimo test, sempre "cross-platform" , abbiamo utilizzato Basemark X, unico benchmark che utilizza il popolare motore di gioco Unity 4.2 che viene utilizzato da migliaia di giochi per cellulari. Per questo, i punteggi di Basemark X danno un'idea abbastanza realistica delle performance di giochi "real-life". Con Basemark X il divario tra il Mali-T760 del Galaxy S6 edge e il fratellino minore Mali T-720 dell'Ulefone Be Pro 2 è quasi abissale, molto al di sotto di quanto ci si potesse aspettare. Globalmente le prestazione grafiche del nostro "cinafonino" sono alquanto povere e lo relegano a fanalino di coda per quasi la totalità dei benchmark a cui è stato sottoposto. Questo smartphone non è dunque un terminale adatto ai gamers più incalliti ma ad onor del vero, pur presentando scatti in giochi non particolarmente gravosi, la giocabilità non è del tutto compromessa. Maggiori informazioni sull'esecuzione dei nostri GPU benchmark sono disponibili al seguente indirizzo: www.avmagazine.it/articoli/mobile/817 Pagina 5 - Audio Benchmark Potenza d'uscita La potenza d'uscita del Be Pro 2 è molto elevata ed è più che sufficiente in un ampio range di impedenza, poiché è capace di superare ampiamente il milliwatt già con 600 ohm di carico resistivo e ben 8 milliwatt con 30 ohm. In realtà questi valori (grafico verde) si riferiscono con il volume al massimo e con una distorsione molto elevata, superiore al 5%. Abbassando il volume di uno step (grafico blu), la pressione sonora scende di circa 2,5 dB ma la distorsione arriva a livelli bassissimi, in linea con i migliori smartphone. Per questo motivo abbiamo preso come riferimento per i benchmark proprio questa impostazione, con il controllo volume diminuito di uno step. Il grafico viola si riferisce invece alla potenza erogata con il controllo volume a -4 step, quindi con circa 8,6 dB in meno rispetto alla massima potenza ma con THD bassissima e in linea con quella rilevata ad 1 mW di potenza in uscita. Nel menu "impostazioni/Audio e notifiche/Ottimizzazione suono", attivando la funzione "BesAudEnh", la gestione del controllo volume cambia e gli step sono di circa 1 dB in più rispetto alle condizioni standard. Per quanto riguarda il benchmark per la potenza d'uscita, con controllo volume diminuito di uno step, il Be Pro 2 si posiziona nei primissimi posti della classifica, sia con carichi di riferimento di 30 ohm ma ancora di più con quelli di 250 ohm.
Risposta in frequenza Il grafico della risposta in frequenza dell'Ulefone Be Pro 2 è esemplare ed è secondo soltanto al nostro attuale riferimento: il Samsung Galaxy S6. Lo smartphone Ulefone è indubbiamente tra i primi della classe, sia per la regolarità della risposta in frequenza ma soprattutto per l'estensione, con il Galaxy S6 edge che rimane a distanza siderale soltanto per quanto riguarda l'estensione.
Distorsione armonica totale + rumore L'andamento della distorsione + rumore in funzione della frequenza mostra una prestazione eccellente e pone il Be Pro 2 sul gradino più alto della classifica ma solo quando il volume non è troppo elevato, con erogazione fino a circa 6,5 dB in meno rispetto alla massima potenza. Alzando il volume, la distorsione cresce gradualmente, anche ai bassi livelli. Alla massima potenza la distorsione è molto elevata.
Rapporto S/N e dinamica Ill Be Pro 2 sale in cattedra anche sul rapporto segnale/disturbo e sulla gamma dinamica. Approfittiamo anche per una nota che riguarda il valore registrato dal Nexus 6 nel rapporto S/N: in questo caso, la distanza dal valore di gamma dinamica (pari a 82 dB) suggerisce lo spegnimento dell'uscita in asenza di segnale, quindi non è da prendere in considerazione.
Sbilanciamento e diafonia Per quanto riguarda la diafonia, ovvero la separazione tra i due canali, e lo sbilanciamento tra i due canali (differenza di livello di uscita tra il canale sinistro e quello destro) il Be Pro 2 continua a fornire prestazioni impensabili per un prodotto di fascia bassa (100 Euro).
Viva-voce Per finire, per quanto riguarda l'analisi dell'altoparlante integrato per il viva-voce, sviluppato in collaborazione con Gian Piero Matarazzo, c'è bisogno di un approfondimento. Le prestazioni sono indiscutibilmente più indietro rispetto ai pochi terminali misurati fino ad oggi. tuttavia, il terminale viene penalizzato soprattutto per la scarsa pressione sulla gamma bassa e su quella più alta mentre nelle gamme di frequenza medie (quelle più significative), la pressione misurata è più che sufficiente. Ricordiamo anche che, nella tabella relativa al benchmark, abbiamo preso come riferimento soltanto quattro bande di frequenza: 250Hz, 1kHz, 4kHz e 10kHz. Il risultato finale è la media dei livelli alle quattro frequenze di riferimento. Maggiori informazioni sull'esecuzione dei nostri Audio benchmark sono disponibili al seguente indirizzo: Audio benchmark: www.avmagazine.it/articoli/mobile/819 Pagina 6 - Display Benchmark
Il display del Be Pro 2 è probabilmente un elemento con tecnologia LCD IPS di qualità media. Nel menu "display" c'è la possibilità di modificare il livello di luminanza oltre che attivare la luminanza adattativa. Il menu "Miravision" consente di selezionare tre profili colore: standard, vivido e una modalità utente per cui è possibile calibrare manualmentre contrasto, saturazione, luminosità, nitidezza e temperatura colore del bianco. Vi anticipiamo che le prestazioni in modalità "standard" sono piuttosto lontane dal riferimento, come anche quelle vivid. Inoltre, gli strumenti inseriti nel menu "Miravision" danno poco margine per riportare il bilanciamento del bianco e i colori a valori corretti. Maggiori informazioni sulle nostro misure sono disponibili nella guida sui Display benchmark pubblicata al seguente indirizzo.
Benchmark Luminanza Il valore di luminanza più elevata sfiora i 470 NIT ed è nella media rispetto a prodotti di fascia comparabile con tecnologia LCD. Selezionando manualmente il livello minimo, si scende fino a 58,3 NIT: non si tratta purtroppo di un valore molto contenuto e in ambienti completamente oscurati sarà sicuramente troppo elevato.
Benchmark Rapporto di contrasto Il rapporto di contrasto nativo del Be Pro 2 è piuttosto basso e supera soltanto il pessimo display con tecnologia TN del Sony Xperia Z1. Ovviamente, il divario con i display AMOLED è disarmante, a favore di questi ultimi. Questo vantaggio sarà eclatante in ambienti molto scuri ma meno evidente con molta luce in ambiente. Sotto al sole, diretto o indiretto che sia, poco importa quale sia il massimo rapporto di contrasto: in quel caso vince chi ha il display più luminoso in assoluto e il Be Pro 2 andrà meglio di un display AMOLED.
Benchmark Gamma La curva del gamma visualizzata è quella relativa alle impostazioni di default che non possono essere modificati. Il gamma medio è leggermente basso ma è anche abbastanza regolare, con prestazioni generali molto buone. Il bilanciamento del bianco dell'Ulefone, in modalità "standard" e "vivid" è pessimo, con una decisa dominante "fredda" che è più evidente su alte e basse luci, con il Delta E (uv) medio più elevato in assoluto tra i numerosi display misurati. Come già anticipato ad inizio pagina, i controlli a disposizione nel menu "Miravision" sulla gestione del bilanciamento del bianco non consentono di risolvere brillantemente la situazione poiché è presente soltanto il controllo sull'offset delle tre componenti, quindi sarà possibile caooreggere soltanto una parte della rampa di luminanza. In alto sono presenti le due possibilità, con quella più a sinistra da preferire e con Delta E (uv) medio sicuramente più contenuto.
Gamut e Colori Ed ecco infine il gamut dei colori, abbastanza vicino al riferimento dell'alta definizione per quanto riguarda l'area del gamut, più lontano per quanto riguarda la tinta dei colori secondari ciano e magenta (tendenti leggermente al blu per "colpa" del bilanciamento del bianco) e anche per il leggero difetto di saturazione nella modalità "standard" e leggero eccesso in modalità "vivid". Maggiori informazioni sull'esecuzione dei nostri Display benchmark sono disponibili al seguente indirizzo: Display benchmark: www.avmagazine.it/articoli/mobile/818 Pagina 7 - Conclusioni, pagella e videorecensione
Prima di avviarci alle conclusioni, approfittiamo per dare qualche indicazione sui tempi di ricarica e sull'autonomia. L'alimentatore in dotazione è in grado di erogare circa 1.100 mAh con una tensione di 5,3V. Lo smartphone per la carica ha un comportamento non lineare. In alcuni casi, da spento assorbe solo 4,4W mentre in altri ne assorbe fino a 5,7. In media, a telefono spento, la carica completa avviene comunque entro le due ore. Con un alimentatore Samsung EP-TA10EWE è arrivato ad assorbire fino a 7,2W, arrivando ai due terzi di carica in meno di 45 minuti, sempre a telefono spento. Con telefono acceso, la potenza assorbita è compresa tra i 4,4W e i 5,7W e i tempi di ricarica si allungano fino ad oltre tre ore. L'autonomia, nonostante le dimensioni del display e la capacità non da primato dell'accumulatore, è più che discreta e si riesce a concludere una giornata con una buona autonomia residua. Nelle due settimane di utilizzo quotidiano, il giudizio è molto positivo. Le funzioni base (telefono, messaggi, navigazione e social networking) e la gestione delle due SIM sono ottime. Il terminale non è un fulmine di guerra all'apertura delle applicazioni e la prima accensione è un po' lenta (fino a 50 secondi) ma la fluidità è molto buona e la potenza è più che sufficiente per un rendering veloce anche delle pagine web più pesanti. La gestione della memoria è ottima: non solo c'è una flash ROM da 16 GB (di cui circa 12 GB a disposizione per l'utenta) ma c'è anche la possibilità di usare la scheda microSD sia come supporto di memoria classico (foto, video, musica e documenti), sia come memoria interna supplementare, utilissima - ad esempio - per l'installazione delle app. In questo caso l'acquisto di una scheda da 64 GB (appena 22 Euro su amazon.it) è vivamente consigliato. Non ci sono piaciuti invece i connettori, sia miniJACK che quello micro USB. Per il primo abbiamo faticato a trovare un connettore che calzasse perfettamente nella presa audio. Stesso discorso per la presa micro USB, anche se dobbiamo dire che il cavo in dotazione si adatta perfettamente. Segnaliamo anche qualche baco fastidioso, come la gestione della rubrica durante le chiamate in uscita, in cui il destinatario qualche volta diventa "sconosciuto". C'è anche da dire però che il sistema, in queste due settimane, ha ricevuto ben due update del firmware con la correzione di alcuni dei bug che avevamo rilevato. Aggiungiamo che il comparto audio è stupefacente per qualità generale ed estensione in frequenza. Il Be Pro 2 rivaleggia con i migliori terminali dal prezzo più che sestuplo e la potenza è più che sufficiente per la stragrande maggioranza degli auricolari a media impedenza. Il display è di qualità media, molto luminoso e con rapporto di contrasto sufficiente ma la fedeltà cromatica è scarsa, per colpa di una dominante molto fredda che non può essere corretta con gli strumenti a disposizione. Se alla fine diamo uno sguardo al prezzo, sembra proprio che Ulefone abbia compito un piccolo miracolo! Per maggiori informazioni: gearbest.com/cell-phones/pp_258615.html La pagella secondo la redazione di AV Magazine: voto medio 6,6
Videorecensione
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Pagina stampata da AV Magazine: https://www.avmagazine.it Vietata la copia e la distribuzione (anche parziale) senza la previa autorizzazione di AV Raw s.n.c. Per maggiori informazioni : https://www.avmagazine.it/sito/legale/ Copyright 2005 - 2025 AV Magazine AV Magazine - registrazione Tribunale di Teramo n. 527 del 22.12.2004 Direttore Responsabile: Emidio Frattaroli |