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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
A dirla tutta non ho mai creduto nei cosiddetti “ammazzagiganti” ossia in quelle apparecchiature elettroniche o elettroacustiche che ad un centesimo del costo di un apparecchiatura al top possono fornire prestazioni simili. Mentre tutti stanno ad aspettare che piova un tal miracolo dal cielo o dalla Cina posso dire di essere stato sempre abbastanza scettico. Il T-Amp, tanto per fare un esempio, dopo tanto scalpore, evidentemente per fare sensazione, è stato misurato in anteprima proprio da AV Magazine e si è rivelato per quello che era, ovvero un piccolo amplificatore fatto abbastanza bene che suonava allo stesso modo, ma niente di più. Allo stesso modo diffusori col mobile di cartone ed altoparlanti ridicoli sono stati salutati dai soliti noti come la panacea, come la prova vera che i costruttori di diffusori sono una manica di ladri che ricaricano in maniera inusitata il prezzo di vendita, fino a 10 volte il valore effettivo del diffusore. La cosa per altro è vera ma da studiare attentamente, voce per voce. Oggi ecco sbarcare nel Fratta-laboratorio un diffusore dal costo estremamente contenuto che già la stampa straniera aveva salutato come il novello salvatore dell’audiofilia mondiale sin dalla precedente versione, dotata di un normale tweeter a cupola. Per quanto scettico sono sempre pronto a cambiare idea se i fatti dovessero smentirmi. Prima di proseguire, qualche indicazione su prezzo e disponibilità. In USA una coppia di B652-AIR costa meno di 50 USD, tasse escluse (link Amazon). In Italia, il prezzo raddoppia e si posiziona a circa 95 Euro, tasse incluse (Amazon.it). È possibile risparmiare qualche euro acquistando direttamente in USA attraverso ebay dal venditore parts express. Caratteristiche dichiarate dal costruttore
Il primo riscontro di diversità di questo modello dai costruttori sconosciuti che si preparano a dominare il mondo viene dal marchio: Dayton Audio, un marchio apprezzato per i suoi altoparlanti. Ammetterete che la faccenda cambia, visto che non si tratta di un “terzista” che reperisce altoparlanti super economici e li assembla in un box acquistato da qualche altra parte, senza un minimo di studio oculato o di ottimizzazione. Realizzare un altoparlante finalizzato ad un progetto preciso consente di realizzare esattamente quello che si desidera senza offrire altre alternative possibili, eliminando tutto quello che non serve. Mano al cacciavite allora per mettere mani, occhi e naso all’interno del box. Pagina 2 - Costruzione
Prima delle misure e prima della sessione di ascolto occorre smontare gli altoparlanti, farne la conoscenza e guardare all’interno del mobile. Le viti ovviamente sono del tipo passante usato per il legno. Il filo di pannello, ovvero la fresatura che serve per non far sporgere gli altoparlanti, è preciso, ma lo spessore della struttura è decisamente ridotto, con tutti i pannelli di mdf da 13 millimetri. Appena rimosso l’unico foglietto di acrilico presente all’interno del diffusore osservo sette piccoli rinforzi, ricavati dal pezzo di mdf tagliato per fare il foro del woofer ed incollati, con la colla termofusibile, negli spigoli interni del diffusore. C’è in vero una filosofia tutta inglese che suggerisce un cabinet leggero ma ben studiato, come quello della Rogers 3/5 A ma qui credo si sia un po’ esagerato. Il woofer si presenta come un componente decisamente economico, col cestello in lamiera, un complesso magnetico di dimensioni ridotte, nessun foro di decompressione e senza alcuna presa d’aria al di sotto del centratore. Il tweeter, udite udite, è un AMT a nastro, con una superficie emissiva abbastanza contenuta ma che dovrebbe emettere, pur soltanto ad alta frequenza, una pressione maggiore di 91-92 dB. Il filtro crossover brilla per “riduzione all’osso” ovvero per avere un numero di componenti veramente esiguo. Col woofer assolutamente non filtrato notiamo soltanto un condensatore elettrolitico bipolarizzato da 6,8 microfarad sul tweeter, preceduto da una resistenza di attenuazione di tre ohm posta ovviamente in serie. Tutto qui. Tutto questo po’ po’ di componenti è fissato con una resina abbastanza appiccicosa sulla vaschetta portacontatti del tipo a molla, tonda, fissata ad incastro ed incollata all’interno del box. Il woofer, misurato da solo nel box, mostra una decisa esaltazione in gamma medioalta, attorno ai 3000 Hz, che certamente sarà ben visibile ed udibile anche nella risposta di tutto il diffusore. La risonanza in aria libera è stata misurata a circa 44 Hz, con una Re di 3,88 ohm a componente tiepido, un Qts di 0,69 ed un Vas di 21,6 litri. Il fattore di forza vale soltanto 4,28 Tesla per metro, e giustifica in parte le altre grandezze. La cedevolezza non è ridotta al minimo, anzi, così che si può ipotizzare una risoluzione discreta ai bassi livelli. Meno male! Il cabinet è previsto posteriormente di un piccolo supporto metallico che ne consente il fissaggio a parete. Pagina 3 - Misure di laboratorio La sensibilità media di questo diffusore vale 89,2 dB a 2,83 V/1 m in buon accordo con quanto dichiarato dal costruttore che però effettua una rilevazione con un watt ad un metro ed una impedenza nominale di circa 6 ohm. Già questa aderenza dei dati promette bene e rende il marchio ben credibile. La risposta in frequenza mostra un discreto picco di emissione poco oltre la risonanza, per un fattore di merito totale in cassa chiusa (Qtc) che è maggiore di 1, alla faccia dello smorzamento. Magari un maggior utilizzo di materiale assorbente avrebbe potuto “limitare i danni” da poco smorzamento ma occorre dire che risulta pratica comune aumentare il Qtc quando l’estensione non è grandiosa. Notiamo in gamma media il picco a circa 3000 Hz dovuto al woofer ed il successivo avvallamento, in parte dovuto alla risposta del woofer ed in parte a quella del tweeter il cui filtro, abbastanza protettivo, crea una sorta di avvallamento attorno ai 4000 Hz. In gamma altissima notiamo una certa enfasi, ma sappiamo che descrivere un diffusore dal solo grafico di risposta in asse è fortemente limitativo. Per rendermi conto dell’andamento del diffusore ho effettuato due misure fuori asse, a 22 ed a 45 gradi. Possiamo vedere che alla prima angolazione, ove le intemperanze del tweeter iniziano a calare, abbiamo una risposta più lineare ma sempre con un picco a 3000 Hz seguito da un avvallamento all’ottava successiva. A 45° la risposta rimane simile pur con una attenuazione più vistosa in gamma altissima. Il grafico di impedenza rende chiara l’idea del tipo di carico:sospensione pneumatica. Un solo picco a circa 90 Hz, e pure con una ampiezza ridotta, così da realizzare una modesta rotazione di fase. La massima condizione di carico è stata trovata a circa 120 Hz, tra la massima fase negativa ed il minimo di modulo: vale quanto la resistenza elettrica del woofer: 3,4 ohm. Carico facile allora.Notiamo come oltre i 2000 Hz il modulo si linearizzi a cavallo degli 8 ohm in virtù dell’azione del tweeter AMT. La Time Energy, ovvero il decadimento nel dominio del tempo, non è male, ma mostra in qualche modo l’azione del woofer non filtrato appena oltre il picco del tweeter, evidenziando uno smaltimento abbastanza lento dell’energia. La risposta al gradino ci fa notare l’inversione di fase elettrica del tweeter ed il leggero ritardo del woofer che pur funziona a larga banda ma che ha pur sempre un andamento da passa basso. La misura della Waterfall, ci mostra il decadimento nel tempo della risposta a tutte le frequenze, decadimento che al cessare del segnale dovrebbe terminare inesorabilmente. Invece, come vediamo spesso, c’è una pletora di riflessioni e di risonanze interne che continuano ad emettere pressione a livelli via via decrescenti, inquinando il segnale successivo. Bene, la waterfall della B652-AIR non è malvagia e quanto meno è spiegabile. La risonanza al centro, che dura 4 millisecondi, è quella del woofer mentre notiamo come in gamma bassa ci siano poche riflessioni e qualche blanda risonanza smorzato. Ammetto che mi aspettavo di peggio. Posizionati i diffusori nel mio ambiente, praticamente attaccati alla parete posteriore procedo a rilevare la risposta a terzi di ottava col rumore rosa. Anche in questo caso (curva rossa) mi aspettavo peggio. La risposta non è estesa in gamma bassa ma è regolare, col solo picco in gamma medioalta dovuto al woofer. Pensandoci bene ad eliminare quel picco la risposta diventa davvero regolare, con una leggera limitazione in gamma altissima, come nella norma. Posizionando invece i diffusori sugli stand (curva blu) notiamo come la risposta in gamma bassa ceda fragorosamente e come la gamma medioalta, anche se più regolare, evidenzi maggiormente dei problemi di attenuazione. Le misure di distorsione armonica in regime dinamico sono, come al solito, quattro, con la prima effettuata ad 80 dB di pressione media e l’ultima effettuata a 95 dB. Si tratta di valori di pressione rms, ampiamente eccedenti la bisogna in un ambiente pensato per “civili abitazioni”. Come possiamo vedere nella sequenza la partenza della misura è posta a 50 Hz ed in questo caso è posta ampiamente al di sotto della frequenza di risonanza. La cosa penalizza un po’ il diffusore, specialmente ai livelli più elevati. Cerchiamo comunque di entrare nel merito delle misure, per capire come un progetto di questo tipo sia proponibile per l’ascolto della musica. Notiamo come sin da 80 dB sia visibile il picco di terza armonica in gamma media, dovuto al woofer. La cosa potrebbe essere preoccupante, ma date una occhiata agli altri grafici: la terza armonica è sempre uguale a se stessa. Io ritengo che questa sia un’ottima notizia che ci consente di ipotizzare una sostanziale univocità di emissione al variare della potenza. La seconda armonica aumenta, come è giusto che sia, all’aumentare del livello fino ad attestarsi con un andamento costante e poco superiore all’uno per cento. Ad alta frequenza notiamo il picco di seconda e terza armonica a 7000 Hz che credo dipenda in parte anche dalla blanda filtratura del tweeter. Comunque sia posso dire che mi aspettavo peggio, molto peggio, specialmente sulla tenuta in potenza. Al tweeter, senza alcun filtro crossover, ho fatto emettere brevi impulsi a 118 dB rms, misurando una terza armonica ancora inferiore al 3% che comunque sopravanza la seconda. Poi per i miracoli ci stiamo attrezzando!
Pagina 4 - Ascolto, conclusioni, pagella
Ed alla fine, dopo le misure, dopo le analisi accurate e dopo tutte le spiegazioni ecco la prova regina, ovvero la prova di ascolto, che deve soddisfare lo strumento di sicuro più sofisticato ed inflessibile: l’orecchio. Ovviamente sempre che ci sia un minimo di cervello a distanziare i due….microfoni. Che mi aspetto? Semplice! Un ascolto discreto tenendo conto di tutto quello che ho potuto appurare su questo diffusore. Mi viene anche in mente che probabilmente con un filtro crossover appena più sofisticato ed un leggero rinforzo della struttura, diciamo una trentina di euro in tutto, sia possibile ottenere un buon diffusore, paragonabile a diffusori dell’ordine dei 300-400 euro. La presenza del nastro tuttavia rende appetibile questo ipotetico upgrade perché il suono del nastro è sempre più articolato di quello di un tweeter a cupola economico. Non si discute su questo! Chi ha un minimo di esperienza sa però che occorrono almeno dieci minuti prima che il nastro si sciolga per bene e questo accade indipendentemente dal rodaggio del diffusore. Prendo i miei bravi minuti iniziali per ascoltare i Led Zeppelin ed i loro classici del rock. Il posizionamento è quello iniziale, ovvero con i due diffusori praticamente attaccati al muro. La prima impressione sulla gamma bassa, nei limiti delle possibilità offerte dal woofer e dal carico è discreta, con un basso ovviamente poco esteso ma con un corretto senso del ritmo e con un bilanciamento decoroso tra fondamentale ed armoniche. La voce femminile rappresenta il classico tallone di Achille di questo diffusore, Troppo avanti sia sullo stage che timbricamente. Non che sia sgradevole, tanto che devo confessare che mi sarei aspettato una prestazione decisamente peggiore. Nel coro misto si crea una discreta separazione tra voci femminili e voci maschili. Attenzione però, perchè mentre le voci maschili sono ferme al loro posto quelle femminili sembrano discretamente sparse su tutta la parete di fronte a me, con un andamento appena altalenante. Ovviamente non credo che il potenziale acquirente di questo diffusore pretenda la stabilità dello stage sul coro misto. Chi ha queste pretese è ad altro che deve guardare. Tuttavia, giusto per capirci, siamo ampiamente al di sopra delle mie personali attese. Una volta imbrigliato il woofer e zittito un po’ il cabinet credo che si possa ottenere un risultato di gran lunga migliore. Passo allora ai Dire Straits, che con i diffusori incollati al muro non vanno affatto male. La timbrica, pure un po’ aperta, va a favore delle chitarre elettriche e del rullante della batteria, che appare sufficientemente dinamico, tanto da farmi seguire il brano e non il diffusore. Una volta passati i primi dieci minuti il tweeter inizia a mostrare il suo carattere, ben esteso, abbastanza lineare ma comunque esente da parecchie storture da “tweeter a cupola economico” se capite quello che voglio dire. La chitarra elettrica è piacevole, lo stage mediamente “fermo” e la voce di buon livello. Si nota perfino qualche increspatura di dettaglio ed articolazione. I CD seguenti seguono ovviamente la scia, con tracce di rock classico. Che dire, il basso è sempre un po’ magro, ma quelli bravi a tranciare giudizi con l’accetta direbbero che è molto ben smorzato. Un ultimo giro tra le tracce di Eva Cassidy, giusto per verificare una buona prestazione, con i piatti lucidi e ben estesi. Conclusioni Concludendo posso ammettere candidamente di essere abbastanza sorpreso dalla prestazione di questo diffusore, che nonostante le premesse non certo eclatanti date dall’esame della costruzione e dalle già più incoraggianti misure assume un rapporto prestazione/costo incredibile. Con un po’ di pratica e qualche ritocco si può fare di più, molto di più. Ricordo a quelli che….capiscono tutto che per ogni euro speso in miglioramenti, si sarebbe ottenuto un aumento del prezzo di almeno 7-8 euro, mentre un euro in mano ad un autocostruttore vale pur sempre un euro, tempo speso a parte. Pagella secondo Gian Piero Matarazzo
Benchmark
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