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Pagina 1 - La storia del simpatico Po cominciava nel 2008. Il primo Kung Fu Panda cercava di offrire alla Dreamworks Animation un nuovo sbocco dopo la calante serie di Shrek e il fortunato Madagascar, film intervallati da altri lungometraggi più o meno riusciti. Il primo Kung Fu Panda - soltanto tre anni fa - incassava in tutto il mondo più di 633 milioni di dollari, con una nomination all'Oscar come Miglior film d'animazione e la querelle degli Annie Awards (ecco il nostro link per un ripasso). In questo atteso sequel, distribuito in Italia da Universal Pictures dal 24 Agosto anche in versione 3D, ritroviamo Po ormai saldamente Guerriero Dragone, impegnato nella protezione della Valle della Pace insieme ai Cinque Cicloni Tigre, Scimmia, Mantide, Vipera e Gru. Un nuovo cattivo però si affaccia sulla Cina, con una potente arma di distruzione che minaccia il Kung Fu e gli abitanti di tutto il Paese. Sarà naturalmente compito di Po e dei suoi maestri combattere e distruggere il pericoloso pavone albino Lord Shen. Dal punto di vista della trama il sequel non si discosta molto dal suo predecessore: poca storia, molta azione. La battaglia contro Lord Shen viene legata in qualche modo alle misteriose origini di Po - un panda figlio di un'oca, ci deve essere una spiegazione - con qualche dialogo tra un combattimento e l'altro che sfrutta la differente personalità di Lord Shen - più emotivo ed intellettuale, insomma più psicologico - rispetto al forzuto Tai Lung del primo capitolo. La regia è stata affidata a Jennifer Yuh Nelson, giovane artista americana di origine coreana che nel primo Kung Fu Panda era stata capo della storia, supervisore alle sequenze d'azione e direttore delle scene dei sogni. Proseguendo il lavoro iniziato con il primo capitolo, la Nelson utilizza nel sequel tre differenti tecniche di animazione (computer grafica, animazione classica bidimensionale e a livelli) spaziando dalle scene di azione ai flashback, racchiudendo il tutto con le suggestive sequenze dei titoli di apertura e chiusura. Tecnicamente la Dreamworks conferma i passi avanti dimostrati con Dragon trainer. Scene e movimenti fluidi, con set virtuali dalle generose dimensioni e personaggi ben curati sia nei materiali che nelle animazioni. Buono anche il livello tecnico del nuovo Lord Shen, con le piume del pavone che superano in maniera efficace l'esame di compenetrazione e interattività. L'unico appunto lo facciamo per la qualità dell'acqua verso la fine del film. In particolare la resa del pelo bagnato è francamente molto discutibile. Se avete apprezzato il primo Kung Fu Panda non resterete delusi da questo sequel, che ripropone in maniera ottimale gli ingredienti del successo del capitolo capostipite. La Dreamworks ha intenzione di produrre altri sequel (il plurale non è casuale), avendo dichiarato che c'è già molto materiale abbozzato per questo universo del Kung Fu panda-style. Ma la società di Jeffrey Katzenberg, per stupire veramente, dovrà inventarsi qualcosa di diverso. Questo sequel, con la poca trama espressa complessivamente dalla serie, vive di rendita, sfruttando la simpatia dei personaggi e le suggestive ambientazioni. E' andata bene una volta, ma non bisogna farci affidamento... Ultima considerazione, non legata strettamente al film. Nel multisala che utilizziamo per le nostre recensioni Kung Fu Panda 2 non è proiettato in 3D ma solo in versione 2D. La sala attrezzata per la stereoscopia è stata riservata infatti per la proiezione di Conan, mentre è già in prenotazione per la prossima settimana Lanterna Verde. E' giunta l'ora di riporre gli occhialini 3D nel cassetto?
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