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Obi-Wan Kenobi | la recensione della miniserie
Obi-Wan Kenobi | la recensione della miniserie
Fabrizio Guerrieri - 05 Luglio 2022
“La serie Disney+ sul maestro Jedi della saga di Star Wars si sviluppa bene nel tessere i rapporti tra i vari personaggi, su cui spicca quello di Leia bambina. Peccato per diverse ingenuità che abbassano la qualità di un prodotto che avrebbe dovuto essere all’altezza delle elevate aspettative.”
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Dieci anni dopo la caduta della Repubblica, Obi-Wan Kenobi, maestro di Anakin Skywalker, conduce una vita solitaria sul pianeta Tatooine col nome di Ben, svolgendo lavori manuali al riparo dalle pericolose attenzioni degli Inquisitori a caccia di Jedi. Il suo interesse per la sicurezza di Luke è più forte di ogni cosa nonostante il parere contrario di suo zio Owen che teme che il ragazzo possa diventare come suo padre Anakin. Intanto sul pianeta Alderaan la piccola principessa Leia Organa mal sopporta le imposizioni dovute dal suo rango, preoccupando i genitori adottivi, la poco flessibile Breha e il comprensivo Bail. Ma durante una delle sue fughe la bambina viene rapita da un gruppo di cacciatori di taglie al soldo di Reva, una Inquisitrice che vuole a tutti i costi stanare Obi-Wan. Quando Bail contatta quest’ultimo per liberare Leia, il cavaliere jedi si mostra inizialmente riluttante pensando di non essere più in grado di compiere una missione tanto gravosa e che il suo intervento potrebbe addirittura nuocere alla piccola. Ma non essendoci altri modi per salvarla sarà costretto a imbattersi in un’avventura quasi impossibile che lo porterà a dover fare di nuovo i conti con la Forza e col suo ex allievo e amico Anakin, nel frattempo divenuto il temibile Darth Vader.


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“Solo con gli occhi chiusi puoi davvero vedere.”
Vedere cosa?
La Via.

L’inizio della serie è un mega recap degli episodi 1, 2 e 3 della saga di Star Wars, ovviamente centrato sul rapporto tra il protagonista e Anakin. In pochi minuti si attraversano tre film mediocri il cui solo epilogo emoziona davvero. Ma le poche immagini che scorrono sullo schermo, scelte accuratamente e con un montaggio impeccabile, smuovono una serie di sensazioni molto forti che catapultano molto bene lo spettatore in questo raccordo. Dopodiché la coprotagonista diviene la piccola Leia. Ed è un vero peccato che Carrie Fisher non abbia potuto veder recitare la giovanissima Vivien Lyra Blair (il cui personaggio ha dieci anni mentre lei all’inizio delle riprese non ne aveva ancora nove), brillante e saggia come un’adulta, già pronta a combattere contro un male che non può immaginare sia sangue del suo sangue. Perché è una delle cose migliori di questo prodotto, al punto che vengono molto dubbi sul perché il titolo non fosse dedicato proprio o anche a lei. La sua intraprendenza, la sfacciataggine, l’essere spesso irresponsabile complicando le cose (oltre a creare il cortocircuito che muove la serie), la sua improvvisa fragilità data dall’essere rimasta sola in balia degli aguzzini accanto alla forza d’animo e alla risolutezza con cui cerca di liberarsi e fuggire la rendono enormemente affascinante e le sue azioni muovono gran parte dell’intero impianto.


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La lotta è finita. Abbiamo perso.
Dall’altra parte, il profilo basso tenuto da Obi-Wan sfiora l’accidia, la sua disillusione è imponente, più della sua Forza che ormai non usa più per non attrarre chi gli dà la caccia. È qui che cresce l’interesse per la storia: l’essere complementare dei due personaggi, la prima determinata ma ancora inesperta, non della vita, ma degli intrighi più grandi di lei, il secondo che non solo deve agire contro la sua volontà ma deve ritrovare sé stesso nel più breve tempo possibile. E in questo senso la sceneggiatura lavora bene, così come sui rapporti tra gli altri personaggi, condotti nelle loro avventure dalle monumentali e al contempo armoniose note delle sempre eccellenti musiche di John Williams, qui ben sviluppate dalla compositrice Natalie Holt, già autrice della colonna sonora di Loki.


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Kenobi è l’ultimo fuoco di un’epoca morente. Spegnetelo.
La disperazione di un mondo grigio e assoggettato regna sovrana all’inizio della serie, gettando le premesse per un riscatto inevitabile, anche se dai contorni complessi e oscuri disegnati dai personaggi negativi. Nonostante tutti gli Inquisitori siano alquanto inquietanti, la Terza Sorella (interpretata da una brava Moses Ingram) appare come una perfetta SS nazista, a partire dalla sua tuta nera fino ai modi sbrigativi e costrittivi, atti unicamente al raggiungimento dello scopo. Si ha da subito la sensazione che ciò che la muove sia qualcosa di prossimo all’ancestrale, un odio spinto dall’ambizione più sfrenata dietro cui si cela un vissuto profondamente irrisolto e funesto. Il suo rapporto con Darth Vader è funzionale al raggiungimento del suddetto scopo (la cattura di Obi-Wan) ma diventa violentissimo quando incontra la frustrazione dei diversi fallimenti. E nonostante i due vadano nella stessa direzione, lo stile dell’uomo che è passato al Lato Oscuro, notoriamente poco incline alla pazienza, premia chi gli porta risultati mentre agli altri non esita a riservare altro destino che la morte, in genere per asfissia. Ma in questa gara a chi riesce ad essere più spietato, la giovane Reva pare non essere seconda a nessuno, assomigliando sempre di più al suo padrone supremo.


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Anakin non c’è più. Io sono quel che è rimasto.
E poi interviene il passato di Obi-Wan e Anakin, il maestro e l’allievo, due amici il cui legame sembrava inossidabile e che avrebbe potuto portare pace e prosperità in ogni dove. Il momento chiave della serie, atteso dalle prime scene, si consuma attraverso emozioni e ricordi di momenti che non torneranno, infranti da differenze che sembravano colmabili e che invece hanno allontanato i due uomini fino a dividerli per sempre. La Forza usata in due modi opposti, da una parte quella da ritrovare, un tema vincente specie di questi tempi fatti di ripartenze, e dall’altra quella da usare senza giudizio solo per ottenere una vittoria sull’altro, l’affermazione del sé anteposta al bene comune per cui andrebbe usata. Entrambi sono stati sconfitti. Obi-Wan nel suo credere fermamente in ciò che è giusto e nelle sue capacità di passare il suo sapere in eredità alla persona migliore, Anakin nell’aver abbracciato un credo cupo e distruttivo che lo ha quasi portato alla morte e che per giungere a rinascita ha dovuto trasformarsi in Lord Vader.


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Chi conosce la saga, sa per sommi capi come potrebbe finire la serie, un po’ come quando si racconta un evento storico. L’effetto è quello del “non è importante la meta ma il viaggio”, la trama assume via via significati dapprima reconditi e man mano sempre più svelati e appaganti per lo spettatore, per il quale ciò che conta è in che modo si giungerà a compimento. Il problema sta nell’incomprensibile mancanza di cura in diversi passaggi, sia dal punto di vista narrativo che tecnico (come quando il protagonista esce dall’inquadratura sul lato destro e nella successiva, scenograficamente molto simile, rientra sempre da destra come se fosse tornato indietro, e invece si trova da un’altra parte). Sviste grossolane che non possono essere presenti in una serie centrata, non su un personaggio secondario, ma sul punto di riferimento dell’intera saga. Le altissime aspettative sono così tradite non poco, l’alone di mistero che circondava l’uscita della serie (a tratti esagerato e distorto, al punto da non mostrare mai nei trailer il personaggio di Leia, ben presente, in favore di quello di Luke, che appare appena) non regge le promesse e il risultato finale è ben al di sotto del potenziale che avrebbe meritato il protagonista, interpretato da uno Ewan McGregor, non più fisicamente prestante e brillante, ma pur sempre carismatico e fondamentale. Una menzione speciale va a Indira Varma (che nel Trono di Spade era l’affascinante Ellaria Sand) che interpreta l’eroica Tala, ufficiale dell’Impero passata dalla parte dei buoni coi quali collabora a suo rischio e pericolo, un personaggio importante che fa da perno all’interno della storia in maniera elegante e allo stesso tempo determinata, una madre putativa per la piccola Leia e un ottimo supporto per Obi-Wan.


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VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 8,5 Potenziale 9

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO

visione
Intrattenimento 7,5 Senso 7 Qualità 7
Giudizio Complessivo 7,2

Obi-Wan Kenobi | miniserie
fantascienza, avventura, drammatico | USA | 27 mag - 22 giu 2022 | 6 ep / 43 min | Disney+

regia Deborah Chow

personaggi interpreti
Obi-Wan Kenobi Ewan McGregor
Leia Organa Vivien Lyra Blair
Reva Sevander / Terza Sorella Moses Ingram
Haja Estree Kumail Nanjiani
Tala Durith Indira Varma
Kawlan Roken O'Shea Jackson Jr.
Owen Lars Joel Edgerton
Beru Whitesun Lars Bonnie Piesse
Bail Organa Jimmy Smits
Breha Organa Simone Kessell
Grande Inquisitore Rupert Friend
Quinto Fratello Sung Kang
Vect Nokru Flea
Anakin Skywalker / Darth Vader Hayden Christensen
Darth Vader (voce) James Earl Jones

critica IMDb 7,2 /10 | Rotten Tomatoes critica 7,7 /10 utenti 3,5 /5 | Metacritic critica 73 /100 utenti 6,8 /10

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