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Alex Rider | stagione 2 | la recensione
Alex Rider | stagione 2 | la recensione
Fabrizio Guerrieri - 24 Dicembre 2021
“La seconda stagione delle avventure del personaggio nato dalla penna di Anthony Horowitz, prosegue nel lavoro del capitolo precedente con la medesima qualità, riuscendo a mescolare bene intrighi politici, piani ben congegnati e ottime scene d’azione”
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Dopo la complicata avventura vissuta nell’istituto di Point Blanc sulle alpi francesi, Alex è tornato alla vita di tutti i giorni. Sfortunatamente, i traumi subìti hanno ancora strascichi importanti. Il suo essere sempre in allerta lo porta a sfiorare la paranoia ogni qual volta una situazione può essere equivocata. Fin quando, durante una gita in Cornovaglia con la tutrice Jack e l’amico Tom incontra Sabina, una ragazza dall’aria simpatica con la quale il ragazzo entra subito in empatia. Mentre stanno passeggiando sulla spiaggia, la villa in cui risiede la ragazza esplode. Alex riesce a salvare il padre di Sabina, giornalista e scrittore, portandolo all’esterno della casa, ma l’uomo entra comunque in coma. Viene fuori che stava scrivendo un importante articolo su Damian Cray, fondatore di una delle case di videogame più importanti al mondo, il cui ultimo lavoro, Serpente Piumato 2, sta per uscire a livello mondiale con un lancio imponente. Alex si convince quasi immediatamente che sia lui ad aver ordito il tentativo di omicidio ma viene creduto a fatica sia dall’MI6 con cui tenta di rientrare in rapporti per tornare sul campo, sia dalle persone a lui vicine, Sabina compresa. Intanto riappare la letale figura di Yassen Gregorovitch che Alex aveva già incrociato per un istante a Point Blanc e che risulta affiliato all’oscura organizzazione chiamata Scorpia, che starebbe cospirando per uccidere la Presidente degli Stati Uniti.


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– Non dovrebbe fidarsi dei suoi agenti?
– Tu non sei un agente.

Tratta dal quarto romanzo del ciclo omonimo di Anthony Horowitz intitolato Eagle Strike, la seconda stagione di Alex Rider parte laddove si era conclusa la prima (qui potete trovarne la nostra recensione). Il ritorno a casa e alla normalità, dopo le vicende accadute a Point Blanc, trovano un Alex in evidente stato da disturbo da stress post-traumatico. Nonostante appaia tranquillo, il ragazzo tradisce un profondo desiderio di rimettersi al lavoro come agente segreto. Ma Alan Blunt dell’MI6 non ha intenzione di avere a che fare ancora con lui, non per tutelarlo ma perché non lo ritiene utile. Di parere contrario è invece la Signora Jones, sottoposta di Blunt solo gerarchicamente, che pensa che le intuizioni di Alex siano sempre giuste e che farlo lavorare per loro lo aiuterebbe a tollerare meglio la perdita dello zio. Ma stavolta le cose sono meno chiare, perché l’uomo che è coinvolto nelle indagini del ragazzo non sembra avere niente a che fare con la cosa. Damian Cray è l’imprenditore di successo internazionale bello, in forma, spregiudicato, per giunta con una buona causa in tabella: cancellare il flagello della droga su tutto il pianeta, non si sa ancora bene in che modo. Non è facile capire se sia lui il cattivo o se sia usato da qualcuno che percorre scopi ben più malvagi.


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Intorno a quella che sembra essere la linea principale dell’intreccio si avvicendano gli altri personaggi. Jack, nuova (e ottima) tutrice di Alex dopo la morte dello zio, cerca di opporsi per quanto può a che lui torni a rischiare la vita, portandolo a fare cose da ragazzo della sua età. E per un po’ ci riesce. Fin quando, suo malgrado non viene anche lei coinvolta indirettamente negli intrighi. Tom a sua volta, diventa ora parte più attiva nelle avventure dell’amico. Il suo essere nerd prende sempre più corpo trasformandolo in un elemento imprescindibile per la riuscita dei piani di Alex. Sulla cui strada torna anche Kyra, la ragazza conosciuta a Point Blanc esperta in programmazione, altro tassello fondamentale, sia perché può ingannare qualsiasi sistema informatico, sia per il fatto che è intraprendente e determinata. Sabina che poteva diventare un interesse amoroso per Alex e che di conseguenza lo avrebbe distratto e rilassato, si ritrova ad essere vittima innocente dei nemici del ragazzo. Con suo padre in un letto d’ospedale, fa fatica a capire cosa succeda e perché, e cosa ancor più problematica non riesce a fidarsi di Alex, prendendo le sue affermazioni come farneticazioni paranoiche.


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E poi ci sono i personaggi controversi. Ed Pleasance, padre di Sabina, risulta molto concentrato sul suo lavoro di giornalista d’inchiesta e lascia la figlia all’oscuro di ciò su cui sta lavorando alacremente da un po’ di tempo. Smoking Mirror è un hacker che non si capisce bene da quale parte stia, se lavori per i buoni o i cattivi. Di sicuro, presto capirà che il dedalo in cui si è cacciato non è facile da gestire e che le vie di fuga diventano sempre meno efficaci. Gregorovitch continua a essere sfuggente e pericolosissimo. Costantemente celato da un’ombra di misteri, sotterfugi e macchinazioni sembra essere il principale burattinaio di tutta la vicenda. I suoi incroci con Alex non hanno nulla di risolto, c’è qualcosa che non diventa mai del tutto chiarito nel loro rapporto. E anche stavolta le cose non diventano trasparenti. Ma in che modo sono collegati il giornalista, l'hacker e il creatore del videogame? Alla base di tutto ci sono i ripetuti inganni ai danni di Alex, per giunta mai creduto da (quasi) nessuno fin quando l’evidenza non porta a galla la verità, smascherando i responsabili. Da qui, i nodi iniziano a venire al pettine per gradi ma inesorabilmente, con la precisa cadenza della buona sceneggiatura che sa come intessere trame ben congegnate e sviluppate.


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Pechino o Mosca?
Questa seconda stagione inserisce il tema politico in maniera più energica, anche se lo scopo finale resta quello dell’intrattenimento. Le contingenze portano subito le figure della difesa internazionale a chiedersi se i problemi che stanno verificandosi provengano dalla Cina o dalla Russia, in evidente conflitto geopolitico e soprattutto economico con gli Stati Uniti, alleati storici della Gran Bretagna nonostante i contrasti atavici. I dialoghi tra la vicedirettrice della CIA Jo Byrne e il capo dell’MI6 Alan Blunt sono ficcanti e densi, sempre sul filo della sfida tra vecchio e nuovo continente, con quel pizzico di sarcasmo che rende la cosa decisamente avvincente. Peccato per qualche sbavatura, figlia certamente dei romanzi d’origine, ma che risultano fin troppo evidenti e difficili da accettare. Come la coincidenza a inizio stagione tra Alex che va in vacanza in Cornovaglia e il caso del giornalista che si trova proprio lì, e proprio lì viene colpito. Un po’ come il Dottor Gregory House che ad ogni episodio si trovava a dover risolvere i casi di pazienti dalle patologie più complesse e rare.


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Anche questo secondo capitolo rende un’atmosfera ben delineata e disegnata, crea un buon feeling tra architetture studiate a tavolino e scene d’azione. Il risultato avvolge lo spettatore grazie al ritmo ben calibrato che sa costruire. La figura poco credibile del ragazzino che appare non solo più maturo dei colleghi adulti ma anche come risolutore finale di diatribe internazionali, non viene mai intaccata dalla mancata sospensione dell’incredulità. Al contrario riesce a colpire e affascinare chi guarda oltre la quarta parete e chi gli è intorno all’interno della storia. Se la prima stagione era basata sul secondo romanzo del ciclo di Horowitz e questa seconda ha sviluppato il quarto, gli accadimenti portano a pensare che il libro che porterà alla terza, confermata a maggio scorso, sarà il quinto, anche perché già nel titolo è contenuto ciò che nel finale di questa stagione resta sospeso: Scorpia, l’oscura organizzazione criminale di cui fa parte Gregorovitch il quale potrebbe rivelare ad Alex la verità su suo padre.


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VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7,5 Potenziale 8,5

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO

visione
Intrattenimento 8 Senso 7,5 Qualità 8,5
Giudizio Complessivo 8

Alex Rider | stagione 2
thriller, spionaggio | UK | 3 dic 2021 | 8 ep / 45 min | Amazon Prime Video

ideatore Guy Burt basata sulla serie di romanzi di Anthony Horowitz

personaggi interpreti

Alex Rider Otto Farrant
Tom Harris Brenock O'Connor
Kyra Vashenko-Chao Marli Siu
Jack Starbright Ronke Adekoluejo
Sabina Pleasance Charithra Chandran
Ed Pleasance Hari Dhillon
Mrs. Jones Vicky McClure
Alan Blunt Stephen Dillane
Smoking Mirror Tom Mothersdale
Damian Cray Toby Stephens
Evelyn Anders Gwyneth Keyworth
Jo Bryne Rakie Ayola
Smithers Nyasha Hatendi
John Crawley Ace Bhatti
Yassen Gregorovitch Thomas Levin

critica IMDB 8,2 /10 | Rotten Tomatoes critica nd utenti 4,7 /5 | Metacritic nd

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