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Sei mesi dopo aver ricevuto lo scudo di Capitan America da Steve Rogers, Sam Wilson lo dona al museo dello Smithsonian Institution, non sentendosi all’altezza del ruolo. Bucky Barnes, dopo aver ricevuto la grazia dal governo, è impegnato suo malgrado nella psicoterapia per superare il suo passato da Soldato d’Inverno. Insieme iniziano le indagini per sventare la minaccia terroristica dei Flag Smashers, un gruppo di supersoldati il cui intento è quello di abbattere i confini nel mondo e far diventare i suoi abitanti un unico popolo. Wilson e Barnes liberano il criminale Helmut Zemo, barone di Sokovia, che può aiutarli a ottenere informazioni importanti sul siero che dona, a chi lo assume, capacità sovrumane. Nel frattempo in televisione viene mostrato il nuovo Capitan America, John Walker. Ambientata dopo gli eventi narrati nel film Avengers: Endgame, The Falcon and the Winter Soldier è lo sviluppo dei due personaggi di secondo piano all’interno del sempre più vasto Marvel Cinematic Universe. Come in WandaVision (qui la nostra recensione), i fatti antecedenti da conoscere, per immergersi nella visione di questa miniserie, non sono molti. Tra questi spicca sicuramente il Blip, l’evento scatenato da Thanos, che ha cancellato metà della popolazione mondiale, per poi farla risorgere cinque anni più tardi grazie agli Avengers (per approfondire l’argomento si può visitare la pagina wikipedia dedicata). Il tono drammatico della storia si alterna a una giusta dose di ironia, il che alleggerisce correttamente tutto l’intreccio. Compito che troppo spesso viene demandato a un eccesso di scene d’azione, mentre qui i combattimenti risultano piacevoli perché molto più fisici, e quindi maggiormente realistici, rispetto a quelli a base di fuochi d'artificio tipici dei supereroi di casa Marvel. I personaggi di contorno sono tutti ben supportati da una sceneggiatura curata ed efficace che esalta i vari caratteri e li inserisce adeguatamente in ogni contesto, rendendoli interessanti e affascinanti, tanto da desiderare che anche a loro venga dedicato uno spin-off. Dalla dottoressa Raynor, psicoterapeuta di Bucky, alla contessa Valentina Allegra de Fontaine, passando per l’utile villain Zemo, l’agente Sharon Carter alias Power Broker, la guerriera di Wakanda Ayo, tutti concorrono ottimamente alla buona riuscita della serie. Oltre a loro, vengono poi evidenziati due personaggi chiave. Il potere accentua i pregi o i difetti di una persona. One world, one people. La serie pone al suo centro diversi simboli contrapposti. Oltre alle ali di Falcon e al siero che rende forti e potenti - che scorre sia nelle vene di Bucky (eredità del passato con cui è in perenne conflitto) che in quelle dei suoi “antagonisti” (e in seguito di un altro personaggio) - ci sono la maschera dei Flag Smashers e lo scudo di Capitan America. La prima è nera con al centro il rosso sangue di una mano sul cui palmo è disegnato il globo terrestre, nato libero e unico, ma diventato diviso per mano degli uomini. Il secondo è in vibranio, pressoché indistruttibile, e reca i colori del paese che rappresenta, un paese che fa ancora fatica ad accettare al suo interno la presenza delle persone di colore. Come Sam che viene definito “Black Falcon” proprio per sottolineare che anche i neri hanno un loro eroe a cui ispirarsi. Il che fa venire in mente quanto Flag Smashers faccia rima con Black Lives Matter. Questi continui contrasti donano al racconto una complessità narrativa che grazie a una sceneggiatura ben scritta scorre in maniera semplice e diretta, in cui gli elementi di fantasia sono solo espedienti a margine, al servizio della storia piuttosto che viceversa come troppo spesso accade in diversi altri film della Marvel. Vengono così generati tratti e situazioni che mettono a dura prova le certezze di una società apparentemente solida, non solo quella americana, in cui vengono distinti nettamente il bene e il male al fine di creare sicurezze che alla lunga si rivelano vacue. Il finale della serie evidenzia proprio questa difficoltà, nel concentrarsi sul restare uniti piuttosto che sulla creazione di muri e barriere, utili non al benessere dei singoli quanto al controllo da parte di pochi eletti delle sorti di ognuno. Sebbene non immune da sbavature nello svolgimento e nella risoluzione, The Falcon and the Winter Soldier è una storia da seguire, sia perché intrattiene egregiamente, sia perché porta a riflessioni profonde circa un’attualità dolorosa e insopportabile, approfondendo aspetti difficili da rendere anche nel migliore degli articoli di giornale. Una serie che riesce ad appassionare, divertire e commuovere con la stessa apparente facilità, per la cura che impiega nel descrivere personaggi e accadimenti attraverso l’impegno sociale. Messaggio che si spera venga proseguito nei prossimi prodotti della Fase Quattro dell’MCU. VALUTAZIONI soglia d’attenzione visione dal trailer all’intera serie The Falcon and the Winter Soldier | miniserie ideatore Malcolm Spellman regia Kari Skogland personaggi interpreti critica IMDB 7,6 /10 | Rotten Tomatoes 7,7 /10 | Metacritic 74 /100 camera Black Magic Design Pocket Cinema Camera 6K - Panavision Millennium DXL2, Panavision T-Series Lenses - Red Komodo, Panavision T-Series Lenses - Red Monstro, Panavision T-Series Lenses
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