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In seguito al successo della rivoluzione, Melanie cede il controllo dello Snowpiercer a Layton che vi stabilisce un governo democratico. Ma proprio quando tutto sembra scorrere per il meglio, il Big Alice, un treno di rifornimento, prototipo di quello definitivo, aggancia lo Snowpiercer bloccandolo. Ne viene fuori Alexandra, la figlia ormai adolescente di Melanie, da lei creduta morta, che chiede la resa incondizionata a nome di Mr. Wilford. Nasce così una nuova contesa tra quelli che vorrebbero libertà e giustizia e quelli che preferiscono stare sotto il controllo di chi ha di fatto salvato quel che resta dell’umanità. Dopo il finale mozzafiato della prima stagione (qui la nostra recensione Snowpiercer | stagione 1), la serie tratta dall’omonimo film del 2013 del regista sudcoreano Bong Joon-ho (premio Oscar per Parasite, qui in veste di produttore) amplifica le controversie dovute alla lotta di classe che teneva ben separati i vari strati sociali all’interno del treno/arca. Con la proclamazione di una democrazia da mettere a punto, per cui ancora fragile e complessa, gli equilibri si sono spostati a favore dei più deboli e maltrattati che dopo aver combattuto vorrebbero approdare definitivamente al tanto agognato riscatto. La bugia circa la presenza di Wilford sul treno tenuta in piedi da Melanie per sette anni viene adesso messa da parte proprio dal ritorno di chi era stato sostituito. Nonostante la manifesta megalomania dell’uomo, il mito della resurrezione del creatore fa immediatamente presa sulle menti di una larga parte dei passeggeri, quelli che senza di lui si sentivano privati di una guida autorevole e sicura. L’impalcatura democratica ottenuta col sangue inizia a vacillare sotto i continui colpi di chi sa bene come affascinare e manipolare, anche grazie al vantaggio nell’aver costruito il treno, che gli permette di conoscerne ogni anfratto, specialmente nella parte ingegneristica. Quando tutti sembrano smarrire la direzione e scelgono di delegare le responsabilità nelle mani di una sola persona si genera il paradosso: un’apparente democrazia che cela una perfetta dittatura. La scrittura della storia, resa anche stavolta con dovizia e cura, crea nuovi centri di attenzione stabilendo fulcri alternativi a quelli che parevano ormai consolidati, semplicemente inserendo due personaggi: Wilford e Alex. Quando Melanie scopre che Alexandra è viva si ritrova all’improvviso nella scomoda posizione di chi ha abbandonato la figlia, dovendone riconquistare fiducia e affetto. Ma d’altro canto, questo le dà un’enorme spinta a sopravvivere, non tanto per sé quanto per lei. Melanie sa bene cosa Wilford può aver inculcato nella mente della ragazza durante la sua assenza. Lo conosce a fondo e sa che è in grado di fare qualsiasi cosa pur di ottenere il potere. Alex è il fulcro primario su cui si concentrano due forze contrastanti: da una parte un uomo spietato pronto a tutto per tornare ad essere re, dall’altro una donna in cerca di redenzione dopo aver però mentito a tutti per anni, interpretando proprio la parte di quell’uomo. Soprattutto in questa seconda stagione, Snowpiercer rappresenta una serie profondamente politica, sia in senso alto, cioè ideale, che in senso basso, legato ai meccanismi atti a prevalere. Il divide et impera del dominatore si contrappone a una libertà difficile da mantenere. Layton è un guerriero che ha condotto i reietti a essere riconosciuti come uguali agli altri, in una guerra che ha visto il sacrificio di tanti amici e anche di un amore. Non è dunque la paura il suo limite. Lo è invece l’inesperienza di fronte a una responsabilità tanto grande quanto complessa e piena di sfumature. Sa di essere in svantaggio rispetto a Wilford ma non esita a confrontarsi con lui, sempre mosso dal senso di giustizia che da vittima lo ha trasformato in eroe. L'illusione è utile se ti priva del dolore. Gli altri personaggi costellano gli episodi di grande ricchezza di particolari. A partire da Ruth, la responsabile dell’accoglienza e della comunicazione sul treno (che adora Wilford) che si confronta con Kevin, suo omologo su Big Alice. Dovrà però fare i conti con la sua coscienza che alla luce dei nuovi equilibri rischia di rimanere pesantemente compromessa. C’è anche un ritorno inaspettato che mette in crisi la volontà di Layton, ma tesse al contempo una rete di comunicazione tra i due convogli come in una spy story. Le altre sottotrame aggiungono forza a un impianto ben rodato che proprio per questo necessita costantemente di nuova linfa vitale. Che davvero non manca mai. Lo sviluppo di questo seguito è ricco di colpi di scena che aumentano il pathos iniziale già molto denso. I tanti elementi presenti nella serie vengono gestiti egregiamente ed esaltati anche qui. Dalla sceneggiatura, alla fotografia, passando per effetti visivi e musiche, tutti i reparti concorrono a un successo nient’affatto scontato che cattura l’attenzione dello spettatore rendendolo in un modo o nell’altro parte della locomotiva lunga 1034 carrozze. Nel finale resta qualche dubbio nell’intreccio, fin troppo sbrigativo nel risolvere un accadimento chiave, che potrebbe però essere funzionale a ciò che succederà in seguito. E data la necessità di mantenere standard decisamente alti per soddisfare adeguatamente le aspettative del pubblico, la terza stagione potrebbe arrivare verosimilmente all’inizio del 2022. VALUTAZIONI soglia d’attenzione visione dal trailer all’intera serie Snowpiercer | stagione 2 ideatore Graeme Manson personaggi interpreti critica IMDB 7,8 /10 | Rotten Tomatoes 7,3 /10 | Metacritic 59 /100 camera RED Epic Dragon
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