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Washington, 1984. Nel sequestro di una serie di oggetti antichi destinati al mercato nero finisce una pietra misteriosa che può realizzare il desiderio di chi la tocca. Mentre Diana Prince, che lavora per la Smithsonian Institution, indaga segretamente sulla sua provenienza, l’uomo d’affari Max Lord ne prende possesso assumendone lui stesso il potere, dopo aver sedotto la nuova collega di Diana, Barbara che la teneva in custodia. Poco prima, Diana aveva desiderato riavere con sé il suo grande amore Steve che torna in vita entrando nel corpo di un altro uomo, mentre Barbara aveva espresso quello di diventare forte e determinata come Diana non sapendo di ereditare così i poteri di Wonder Woman. La smania di potere di Max è talmente grande che arriva a spostare gli equilibri geopolitici mondiali con conseguenze disastrose. Dopo il primo capitolo del 2017, Wonder Woman, diretto sempre da Patty Jenkins arriva, tra mille traversie distributive a causa della pandemia, questo sequel che inizia con Diana bambina a Themyscira mentre si misura in una gara con le altre amazzoni adulte sfiorando la vittoria. Se il primo film era ambientato nel 1918 durante la Prima Guerra Mondiale, qui ci si sposta magicamente in piena Guerra Fredda ma con lo spirito ipercolorato degli anni 80 in cui si colloca perfettamente un inizio cinetico in cui l’eroina sventa una rapina con annesso rapimento di bambina. Tutto troppo facile forse ma decisamente funzionale. E per un po’ ci sembra di essere dalle parti di Stranger Things (ma anche da quelle di Spielberg e Zemeckis), un tuffo in un passato da dimenticare per i suoi eccessi ma anche per questo indimenticabile, soprattutto se visto con gli occhi di adolescenti pieni di speranza. Poi il cattivo di turno prende il sopravvento e con lui tutta la storia passa a declinare l’edonismo reaganiano in cui l’avere veniva prima dell’essere, attraverso gli atti di un imprenditore mediocre, arrabbiato col mondo (senza mai dimenticare di strizzargli l’occhio) che assomiglia terribilmente a Donald Trump, soprattutto dopo la sconfitta di quest’ultimo alle recenti elezioni. “Attento a ciò che desideri perché potresti ottenerlo” o come nella versione originaria attribuita a Oscar Wilde “Ci sono due grandi tragedie nella vita. La prima è desiderare ciò che non si può avere. La seconda è ottenerla.” è il secondo messaggio centrale nel film. Il primo è “La verità è ciò che conta.” Che cosa comporta desiderare qualcosa? Che per ottenerlo bisogna rinunciare a qualcos’altro. Ma se questo è la cosa più preziosa che si ha, tutto può diventare vano sfociando addirittura nell’orribile. L’unica guida che WW84 suggerisce per vincere davvero è restare sul sentiero della verità resistendo alla tentazione di un potere illusorio. E lo fa attraverso le azioni degli interpreti principali. Voi avete sempre avuto tutto. E quelli come me invece, niente! Sono qui per cambiarvi la vita, qualunque cosa vogliate. Potete realizzare i vostri sogni più sfrenati! Patty Jenkins, sebbene con molti difetti nello svolgimento, imbastisce la storia in modo abbastanza efficace. La sua regia rimanda costantemente le spiegazioni di ciò che accade a momenti successivi dando così un tocco di originalità e imprevedibilità al racconto, rendendo l’intreccio più fluido e intrigante. Ciò che rende debole il film è una certa mancanza di ritmo e di corretta interazione tra accadimenti e personaggi proprio quando le cose dovrebbero muoversi come nei migliori cinecomic, con la leggerezza del fantasy contaminata da una drammaticità più forte e realistica. Intanto sarebbe in preparazione un terzo e conclusivo film che dovrebbe essere ambientato ai giorni nostri e che potrebbe vedere la luce non prima del 2024. La regista ha dichiarato di aver messo in pausa il progetto negli ultimi mesi perché intende includere nella storia anche la pandemia da Coronavirus. E oltre a curare la trilogia, si sta pensando a uno spin-off che racconterà la storia delle Amazzoni di Themyscira in cui la Jenkins dovrebbe apparire in veste di produttrice. Ps: da non perdere durante i titoli di coda una breve sequenza che riporta ulteriormente indietro nel tempo, un cameo (We Love LC) che potrebbe fare da congiunzione col prossimo capitolo. VALUTAZIONI Regia 6 Sceneggiatura 6 Recitazione 6 Wonder Woman 1984 regia Patty Jenkins sceneggiatura Patty Jenkins, Geoff Johns e David Callaham fotografia Matthew Jensen musiche Hans Zimmer personaggi interpreti critica IMDB 5,4 /10 | Cinematografo 3 /5 | Rotten Tomatoes 6,5 /10 | Metacritic 60 /100 camera Arriflex 235, Panavision Primo Lenses - Arriflex 435, Panavision Primo Lenses - IMAX MSM 9802, Hasselblad Lenses (alcune scene) - Panavision Panaflex Millennium XL2, Panavision Primo Lenses - Panavision Panaflex System 65 Studio, Panavision Sphero 65 Lenses suggerito: i primi 10 minuti di Wonder Woman 1984 Prova Amazon Prime Video: il primo mese è gratis!
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