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Negli anni ’50 Atticus Freeman torna a casa nell’America segregazionista dopo aver combattuto nella guerra in Corea. Alla ricerca del padre scomparso, si mette in viaggio con lo zio George e l’amica Leticia e si imbatterà in una serie di rivelazioni di oscuri segreti che convergono in una cittadina in cui lo scrittore Howard Phillips Lovecraft aveva ambientato i suoi celebri racconti dell’orrore. Tratta dall’omonimo romanzo di Matt Ruff del 2016, Lovecraft Country è una serie che arriva in un momento storico caratterizzato dalle proteste contro le ingiustizie nei confronti delle persone di colore portate avanti dal movimento Black Lives Matter. I protagonisti della storia sono tutti afroamericani, i bianchi sono antagonisti. E questo rappresenta una rivoluzione. Quella rivoluzione che ultimamente ha visto arrivare diversi Oscar. Nel campo della recitazione per esempio, dal 1964 quando Sidney Poitier lo vinse per I gigli del campo, si è dovuto aspettare il 2002 in cui lo stesso Poitier lo vinse alla carriera e, come protagonisti, vinsero la statuetta Denzel Washington per Training Day - dopo quello del 1990 come non protagonista in Glory - e Halle Berry per Monster’s Ball. Negli ultimi anni poi ci sono stati alcuni casi emblematici per quello che concerne le storie. Uno è stato Green Book (tre premi tra cui miglior attore non protagonista a Mahershala Ali oltre a miglior film e miglior sceneggiatura originale) in cui un buttafuori italoamericano (Viggo Mortensen) decide di fare da autista e tuttofare per un pianista afroamericano (Ali) mentre è in tour negli Stati Uniti del 1962. Un altro è stato Black Panther (tre premi: scenografia, costumi e colonna sonora) basato sul personaggio Marvel interpretato da Chadwick Boseman, da poco scomparso. E poi c’è Scappa - Get out (miglior sceneggiatura originale), il thriller-horror di Jordan Peele che ha rappresentato una forte critica sociale e politica al neo liberismo americano. E proprio Peele è tra i produttori di questa serie. I personaggi di Lovecraft Country muovono e spostano l’intreccio in maniera forte, decisa e spesso persino rude. Tutti sono costretti a guardarsi costantemente le spalle e lo spettatore viene catapultato in un mondo che alterna realtà, fantascienza e horror in cui la parola d’ordine è claustrofobia. Atticus Freeman - detto Tic - all’inizio sembra vivere in un suo mondo fatto di profonda e fervida immaginazione che viene dalla sua passione per la lettura che lo ha aiutato a sopravvivere durante il periodo da soldato nella guerra in Corea. Il suo è un animo gentile, quasi nobile, ma anche molto passionale e questo a volte lo porta a scontrarsi con le persone che ha intorno, particolarmente nel rapporto difficile col padre. I suoi scopi faticano nell’essere condivisi soprattutto quando sembra accecato dalla fame di verità che gli fa perdere il necessario equilibrio. Leticia si muove accanto a lui, sostenendolo quando può ma anche impedendogli di perdere la rotta senza la quale tutti i loro sforzi verrebbero vanificati. Come le altre figure femminili è una donna determinata o come lei stessa sostiene, “ca**uta” e sebbene abbia ottime intenzioni, anche a lei capita in alcuni momenti cruciali di commettere degli errori. George Freeman è lo zio di Atticus da cui il ragazzo ha preso l’interesse per i libri. È un uomo intraprendente che ha creato una guida grazie alla quale le persone di colore possono viaggiare con più sicurezza negli Stati Uniti segregazionisti. Per aggiornarne i contenuti è continuamente in viaggio. Cosa che in parte affligge la moglie Hippolyta, non perché gelosa ma perché vorrebbe affiancarlo nelle sue avventure. Fino a quando questo suo desiderio non viene realizzato e la sua vita prima normale verrà scossa da scoperte che la metteranno al centro di viaggi ben più considerevoli di quelli di George. Montrose è il fratello di George e padre di Tic. Nasconde il proprio orientamento mettendosi così nella condizione di mal sopportare la sua stessa esistenza. Il rapporto col figlio è burrascoso e quand’anche tutto appaia positivo le sue tempeste interiori lo portano ad esagerare nei modi creando fratture continue. Christina Braithwhite è una donna misteriosa che tenta di guidare e controllare i movimenti di Atticus e compagni. Dopo averli salvati da un possibile linciaggio si rivela essere tanto potente quanto pericolosa per le sue abilità nel campo dell’occulto. Ruby, la sorellastra di Leticia, è una donna fascinosamente corpulenta che sogna di diventare commessa in un grande magazzino in cui però le ragazze di colore non hanno la precedenza. Pregevole nel canto, viene in contatto con William, braccio destro di Christina, che le assicura di poterle cambiare la vita. Letteralmente. Ji-Ah è una studentessa infermiera coreana appassionata di cinema americano che nasconde un terribile segreto. Conosce Tic e, nonostante lo ritenga corresponsabile per la perdita di una cara amica, finisce per innamorarsene. Diana è la figlia di George e Hippolyta. Anche lei ha la passione per il fantastico tanto da creare un fumetto con protagonista una ragazza dai capelli blu che viaggia nello spazio-tempo. Personaggio intrepido dovrà fare i conti con una realtà in cui anche i più piccoli possono restare vittime di soprusi razzisti. La serie ha molti pregi. Viene sfilato via il confine tra ciò che è di fantasia e ciò che è reale - o quantomeno plausibile - ma quello che interessa di più è il "che cosa succede?" non il “perché?”, non immediatamente almeno. La prima scena è caratterizzata da una struttura chiara e affascinante. Inizia in una trincea durante una battaglia, con un bianco e nero che si mescola ben presto a colori saturi: il blu dei raggi di un'astronave, il rosso della pelle di un'aliena che vi discende e il verde del sangue di una creatura mostruosa. Siamo passati dalla crudezza della guerra alla leggerezza della fantasia che scorre lungo le pagine di un romanzo, tra fantascienza e horror. La fantasia creata da Atticus nella sua mente per sopravvivere a quello che sta vivendo. Il primo episodio si snoda così, partendo da un elemento fantastico per poi viaggiare in ciò che è reale con solo qualche accenno grottesco che induce ad aspettarsi qualcosa di sovrannaturale. Che arriva solo nel finale e chiude un primo capitolo da applausi, soprattutto per gli amanti del genere. Il modo in cui viene raccontato il razzismo nello stile magico di Jordan Peele, i temi di razzismo e misoginia colpevolmente presenti nelle opere di Lovecraft rivisti sotto un’altra luce, i brani parlati come il Whitey On the Moon di Gil Scott-Heron (già sentito in First Man - Il primo uomo di Damien Chazelle con Ryan Gosling nei panni di Neil Armstrong), i riferimenti storici come le città del tramonto, il massacro di Tulsa, il succitato Libro Verde qui chiamato “Safe Negro Travel - Ti teniamo al sicuro mentre viaggi”, l’escursione in altri tempi alla Midnight in Paris, il lungo flashback in Corea che racconta di un’affascinante quanto pericolosa leggenda. Tutti elementi di valore in cui ben si colloca la bella sigla sui titoli di coda, una cover di Sinnerman che - fuor d’ironia - ha tra i vari pregi quello di far venire voglia di riascoltare anche l’originale di Nina Simone. Oltre alla meravigliosa sigla della serie “I Jefferson” che arriva durante un episodio e crea una contaminazione di rara bellezza e leggerezza. I difetti non superano i suddetti pregi ma ne inquinano fortemente il potenziale. Il primo è rappresentato dal lato fantasy che prende il sopravvento. Come già detto, la serie mescola fatti realmente accaduti con accadimenti inventati ed elementi di pura fantasia o fantascienza. Riuscire a dosare ingredienti del genere può generare capolavori. Nel primo episodio i mostri appaiono all’inizio e alla fine, ma in mezzo ciò che conta maggiormente è la storia che resta nella realtà, al punto che non è chiaro se gli elementi sovrannaturali non siano soltanto il frutto della mente svagata di Tic. Gli atti dei bianchi - poliziotti e civili - che perseguitano le persone di colore col sadismo tipico dell’epoca suscitano il giusto sdegno e la giusta compassione e di conseguenza le reazioni dei protagonisti avvincono. Negli episodi successivi però la storia si perde dietro agli effetti speciali, invadenti, inutili, che generano un sovraccarico che sembra voler distrarre lo spettatore da qualcosa che probabilmente manca: una struttura solida in grado di tenere in piedi i personaggi dentro accadimenti interessanti. Altro problema è l’annosa questione delle resurrezioni. Qui ce ne sono davvero troppe, spesso senza giustizia, perché alcuni personaggi che al contrario non avrebbero proprio dovuto trapassare, non tornano in vita. Ma se questa è la regola allora non ci sono regole e stando così le cose tutto l’appeal e la potenza che avrebbe potuto avere la serie si perdono in un bicchier d’acqua. Ci sono due personaggi positivi che reggono bene il lato divertente e quello onirico, ma la loro presenza sembra quasi non contare, quando invece sviluppandone il potenziale la serie avrebbe guadagnato notevolmente in termini di qualità. E tutto questo porta a - o arriva da - una sceneggiatura piena di vuoti, deviazioni improvvise e incongruenze stilistiche davvero spiacevoli. Facendo un parallelo con un’altra serie che tratta di salti spazio-temporali, se Dark era complessa e a tratti, purtroppo, complicata, aveva almeno una struttura precisa e solida sui cui fondare gli eventi che la componevano e giungere a un finale dignitoso e appagante. Lovecraft Country inizia con una sua ottima complessità, all’improvviso diventa complicata e infine si perde diventando confusa. Un vero peccato date le premesse tutte ben contenute in un primo episodio - come anche nel sesto, quello di Ji-Ah - che se fosse stato seguito ritmicamente dal resto dei capitoli avrebbe generato risultati egregi. Sul prosieguo della serie per una seconda stagione non ci sono ancora notizie. Sappiamo che la showrunner Misha Green ha dichiarato che non c’è ancora niente di ufficiale ma che immagina bene un seguito che porti avanti il discorso posto all’interno del romanzo e si è detta disponibile ed entusiasta al pensiero. Ci auguriamo che se Lovecraft Country continuerà faccia un salto in avanti curandosi maggiormente del senso piuttosto che degli effetti, del contenuto invece che del contenitore. Valutazioni DAL TRAILER ALL’INTERA SERIE SOGLIA D’ATTENZIONE VISIONE Lovecraft Country - La terra dei demoni | stagione 1 (Lovecraft Country) creato da Misha Green dal romanzo di Matt Ruff prodotto da JJ Abrams e Jordan Peele personaggi interpreti Atticus "Tic" Freeman Jonathan Majors critica IMDB 7.1 /10 | Rotten Tomatoes 8.3 /10 | Metacritic 79 /100 camera ZEISS Supreme Prime Lenses |
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