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Sono passati cinque anni dalla riunione dei Regni. Aurora ha ereditato il titolo di Regina della Brughiera da Malefica che continua a difendere il regno non umano dai continui attacchi dei bracconieri. Quando Aurora accetta di sposare il principe Filippo, Malefica si trova a doversi misurare con gli esseri umani, che la temono vedendola esclusivamente come una perfida strega. Le cose si fanno ancor più difficili durante l’incontro con la Regina Ingrith madre di Filippo e consorte di Re Giovanni. Ingrith che trama affinché i due regni di umani e fate vengano divisi per sempre, provoca continuamente Malefica fino a che questa, furiosa, minaccia di scagliare un sortilegio perché l’unione tra i due giovani non avvenga. Ma è Re Giovanni a fare le spese del conflitto. Malefica e Aurora vengono divise e il loro già complicato rapporto va in crisi. Da fronti opposti verranno messe alla prova per riportare la pace tra i popoli e soprattutto tra loro due. Dopo il primo capitolo del 2014 la Jolie qui anche produttrice torna a vestire i panni di Malefica. Joachim Rønning sostituisce Robert Stromberg alla regia del sequel di quello che è di fatto un mix di vari tipi di opera: un live action, un remake e uno spin-off del classico La bella addormentata nel bosco, film d’animazione del 1959. La pellicola apparentemente di puro intrattenimento ha in realtà una costruzione articolata e va letta su diversi piani. Ovviamente si tratta di un prodotto Disney, non è il Trono di Spade, per cui tutto resta a un livello rassicurante e per famiglie. Innanzitutto è un film su una cattiva, potenzialmente una versione fiabesca dell’ultimo magnifico Joker. Malefica prova a comportarsi bene ma il suo passato oscuro torna sempre a galla mettendola continuamente in difficoltà. Emblematica anche se divertente la scena in cui specchiandosi nelle acque fa le prove col fidato Fosco per presentarsi nel modo migliore alla cena di fidanzamento di Aurora. Con scarsi risultati. È un film femminista nel senso più assoluto e oggettivo del termine. Al centro della storia ci sono principalmente tre personaggi, tre donne forti e fragili al contempo. Aurora è la giovane, bella e idealista regina che sogna l’unione dei due regni coniugandolo all’amore per il principe Filippo. La regina Ingrith che appare come una madre premurosa e una moglie devota, trama alle spalle di tutti per prendere il potere. Scatena una guerra insensata giustificandola con il vecchio adagio secondo cui chi si dimostra sensibile ai bisogni di tutti è solo un debole destinato a soccombere. Malefica è combattuta tra l’amore per la figlioccia e il perenne stato di autodifesa che la rende malvagia agli occhi di chiunque non la conosca sufficientemente da vicino. Perfino Aurora avrà difficoltà a mantenere la fede nelle sue intenzioni. È un film su famiglie nobili, non proprio shakesperiano ma certamente complesso. La domanda che ci si pone è: è più importante il bene del proprio popolo o la pace con tutti gli altri? La risposta è un’improbabile catena di eventi positivi che conduce a un finale più che roseo. Non che ci si aspettasse altro ma un pizzico di cattiveria in più non avrebbe guastato. È un film sui diversi che in quanto tali sono brutti, sporchi e cattivi. Come in una storia del migliore Tim Burton, Malefica viene salvata da Conall, un suo simile che le svela che le origini della loro specie sono legate al mito della Fenice. Da qui parte un percorso di rinascita che si tramuta in consapevolezza e liberazione e che le renderà la forza necessaria per affrontare la guerra ottenendo riscatto e giustizia. Angelina Jolie ci mostra il lato basilare del personaggio, quello algido, privo di sentimenti, alternandolo però a tutta una serie di stati emotivi profondi. Oltre a quello quasi impacciato nel tentativo di risultare più “umana”, affronta la condizione di perdita di sé stessa con le conseguenti crisi e ricostruzione come in un romanzo di formazione. Non è solo la dolce Aurora di Elle Fanning a crescere ma anche la sua madrina. Michelle Pfeiffer nei panni dell’antagonista di Malefica risulta una perfetta villain. Perfida, falsa, avida, non si risparmia mai suscitando fastidio e rabbia, mai simpatia. Chiwetel Ejiofor interpreta ottimamente Conall che guida Malefica con pazienza e saggezza tra i meandri delle caverne in cui vivono, perfetta metafora della mente di cui la protagonista sembra prigioniera. Ci sarà un Maleficent 3? Il regista contrario a un ulteriore seguito ha però affermato “Vedremo… Per ora vediamo come andrà questo capitolo e ripartiremo da lì.”. Appuntamento al 2024? La pagella artistica
Maleficent - Signora del male (Maleficent: Mistress of evil) regia Joachim Rønning | sceneggiatura Linda Woolverton, Micah Fitzerman-Blue, Noah Harpster | fotografia Henry Braham | musiche Geoff Zanelli personaggi | interpreti critica | IMDB 7.1 (su 10) | Rotten Tomatoes 5.1 (su 10) | Metacritic 43 (su 100) incasso $ | 310 MLN (budget 185 MLN) | Maleficent (2014) 758 MLN (budget 180 MLN) camera Panavision Millennium DXL2, Panavision Primo 70, Primo Artiste and Sphero 65 Lenses - Red Helium 8K, Panavision Primo 70, Primo Artiste and Sphero 65 Lenses | formati D-Cinema - Digital Cinema Package | aspect ratio 1.90 : 1 (IMAX version) - 2.39 : 1 | formati audio Dolby Atmos |
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