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Monitor Philips 4K BDM4065UC
Monitor Philips 4K BDM4065UC
Emidio Frattaroli - 06 Maggio 2015
“Il grande monitor Philips da 40" è basato su un pannello LCD VA che ha il miglior rapporto di constrasto nativo che abbiamo mai misurato, ha una risoluzione nativa UHD 4K, ingressi DisplayPort 1.2, HDMI con MHL e anche VGA, tante funzioni PIP e PAP, il tutto a meno di 700 Euro, IVA inclusa”
Pagina 1 - Introduzione: le dimensioni contano?


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L'accelerazione che ha subito il settore dei monitor a risoluzione 4K in questo ultimo anno è pari al fermento che c'è nel settore dei TV, seppur con una differenza fondamentale: il vantaggio di una risoluzione 4K su un monitor è immediatamente sfruttabile, anche con i più semplici computer, anche con scheda grafica integrata nella CPU. Dico immediatamente poiché se per i televisori (e i pochissimi proiettori), siamo ancora in attesa dell'inizio di una vera e continua distribuzione dei contenuti a risoluzione nativa 4K, per quanto riguarda un computer, è sempre possibile impostare la risoluzione d'uscita della scheda grafica a risoluzione 4K e poter sfruttare l'elevata risoluzione disponibile visualizzando più contenuti sulla stessa pagina. C'è però una considerazione da fare che è molto importante quando si parla di risoluzione, specialmente nella riproduzione delle immagini di un computer. Una premessa che riguarda la nostra capacità di percepire la risoluzione e che è funzione di tre caratteristiche: 

1- il rapporto di visione (ovvero del rapporto tra le dimensioni dello schermo e la distanza da cui lo osserviamo);
2- la risoluzione nativa;
3- l'acutezza visiva dei nostri occhi.

Per capire di cosa sto parlando, qualsiasi sia il display con cui state leggendo questa pagina, cercate di allontanare lo schermo dai vostri occhi in maniera progressiva: arriverete presto ad una distanza tale che il testo inizierà ad essere poco leggibile, generando un leggero fastidio. Continando ad aumentare la distanza tra i vostri occhi e lo schermo, non riuscirete più a leggere.

Senza entrare in complesse formule matematiche e rinunciando a forbite citazioni dai più autorevoli trattati di oculistica, mi limiterò a dire che - a parità di dimensioni dello schermo - se passiamo da un monitor a risoluzione full HD 1080p ad un altro a risoluzione Ultra HD 2160p, dovremmo dimezzare la distanza di visione. Il mio monitor di riferimento full HD, che sto utilizzando per scrivere questo articolo, ha una diagonale di 24" e una base di circa 50 cm: i miei occhi sono ad  una distanza di circa 65 cm, quindi il rapporto di visione è di 1,3:1. Se al posto del mio monitor ne usassi un altro, con la stessa diagonale ma con risoluzione Ultra HD (3840x2160) invece che Full HD (1920x1080), dovrei finire a poco più di 30 cm dallo schermo. Se volessi rimanere alla stessa distanza che ho adesso, dovrei aumentare le dimensioni dei caratteri, perdendo quindi il vantaggio principale di un monitor 4K: l'aumento di densità e la possibilità di visualizzare più contenuti.

Con questa premessa, il "mio" rapporto di visione ideale quando lavoro davanti ad un monitor Ultra HD 4K dovrebbe essere di circa 0,65:1. Ad esempio, per un monitor da 27" come l'ottimo Acer S277HK che ho analizzato in questo articolo, i miei occhi dovrebbero essere a meno di 40cm dallo schermo, con poco spazio tra il piedistallo del monitor e il bordo della scrivania per posizionare tastiera, tavoletta grafica e ogni altro dispositivo di input che possiate immaginare. Ecco perché le dimensioni di un monitor a risoluzione 4K diventano estremamente importanti e devono essere valutate con molta attenzione. E dopo aver provato per qualche giorno i 40 interminabili pollici del monitor Philips, sarà davvero difficile accontentarsi di qualcosa di più piccolo.


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Veniamo quindi al prodotto che è oggetto di questo test. Si tratta di un monitor con pannello LCD con tecnologia VA (Vertical Alignment), diagonale netta di 39,56", retroilluminazione WLED, risoluzione nativa Ultra HD 4K (3840x2160) con pieno supporto al segnale video Ultra HD 4K (3840x2160) fino a 60p e una dotazione di ingressi video a dir poco completa: una porta DisplayPort 1.2, una porta miniDisplayPort 1.2, due porte HDMI 1.4 di cui una compatibile MHL e in più anche una porta D-sub 15 poli per il segnale RGB analogico (chiamato impropriamente "VGA"). Non manca un ingresso audio minijack, l'uscita cuffia sempre minijack e un "hub" USB 3.0 con un ingresso e quattro uscite. Il prezzo è molto interessante: meno di 700 Euro IVA inclusa.

Caratteristiche dichiarate

 
produttore   Philips DSP video   n.d.
modello   BDM4065UC inclinaz. / rotaz.    no / no
prezzo   € 700 IVA inclusa altezza variabile   no
risoluzione nativa   3840 x 2160 analog in   HD-Sub 15 poli (VGA)
tecnologia   LCD VA DVI in   no
B.L.U.  WLED HDMI in   2 (1x 1.4 + 1x MHL)
diagonale   40" DP in   1 DP + 1 miniDP
DSP video   n.d. SDI in   no
luminanza max   300 NIT HDCP   n.d.
rapp. contr. (max)   5.000:1 (50M:1) USB   5 (4+1) USB 3.0
bit nativi / LUT   8 / n.d. automazione   RS232
calibrazione bianco   1 punto dim. (+ base) mm   904x515x88 (904x589x213)
calibrazione gamma   5 valori (1.8 / 2.6) peso (+ base)  8,5 kg (1,2 kg)
calibrazione CMS  no consumo (st.by)   62,2 W (0,5W)
 Note e ulteriori informazioni

Caratteristiche dichiarate: www.philips.it/c-p/BDM4065UC_00

Prezzi e disponibilità su: amazon.it  -  trovaprezzi  -  ePRICE

 

Pagina 2 - Costruzione, menu e funzioni


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Il Philips ha un'estetica essenziale, non è molto sottile ma ha una costruzione che sembra molto robusta, con alcuni elementi in metallo all'interno del telaio. La cornice, molto sottile, lo fa sembrare un po' più piccolo di quello che è in realtà. Il piedistallo in metallo con finitura che ricorda l'alluminio spazzolato, ha un peso di circa 1,2 kg, un ingombro di 589 x 213 mm e un'altezza di circa 77 mm. Il piedistallo è fissato saldamente al monitor con 4 viti e non è presente alcun tipo di modifica della posizione come inclinazione, rotazione o altezza: movimenti di cui non ho sentito la mancanza poiché il monitor ha l'altezza giusta ed è perfettamente perpendicolare al piano d'appoggio.

Il pannello LCD utilizza la tecnologia VA che è caratterizzata dal rapporto di contrasto più elevato tra quelle dell'universo LCD. L'angolo di visione è quasi al pari della tecnologia IPS mentre i tempi di risposta sono molto bassi, in linea con quelli della tecnologia TN ma solo sui livelli di segnale più elevati, mentre sui livelli più bassi i tempi di risposta dei VA sono mediamente a metà strada tra TN e IPS. La retroilluminazione è di tipo WLED (LED bianchi) con alimentazione PWM e spettro colore delle tre componenti RGB che non è particolarmente profondo. Infatti il gamut dichiarato è quello sRGB.


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Gli ingressi video sono 5, uno di tipo analogico RGB (connettore HD-Sub 15 poli, alias VGA) e quattro di tipo digitale, tutti capaci di accettare segnali a risoluzione 4K: due ingressi Display Port 1.2, sia di tipo normale che di tipo mini, un ingresso HDMI 1.4 e un secondo ingresso HDMI 1.4 compatibile MHL. Le prese per i segnali video sono disposte lateralmente, assieme all'ingresso audio e l'uscita cuffie, entrambi minijack. La disposizione degli ingressi consentirebbe di posizionare il monitor anche a muro, grazie anche alla predisposizione per l'attacco VESA. Peccato però che la presa di alimentazione sia perpendicolare e sul pannello posteriore, esattamente come le 5 porte USB 3.0, di cui una ad alto amperaggio per la carica dei dispositivi. 


A sinistra le impostazioni predefinite, al centro il menu immagine;
a destra le voci dell''overboost per ridurre i tempi di rotazione degli LCD

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L'accesso al menu è attraverso un pulsante a quattro posizioni che è sul pannello posteriore. All'inizio sembra difficile ma in breve tempo comandi e navigazione diventano molto intuitivi. Un primo menu è dedicato alla selezione degli ingressi mentre in un secondo menu è possibile selezionare varie modalità d'immagine predefinite come "gioco", "film", "sRGB" et cetera. Nel menu vero e proprio è possibile effettuare varie operazioni come la taratura di alcuni parametri delle immagini e la selezione delle funzioni avanzate di PiP (Picture in Picture) e di "PaP" (Picture and Picture), variando posizione e dimensioni delle finestre di anteprima.


Menu immagine: da sinistra il gamma, calibrazione manuale e le temperature predefinite
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Le possibilità di taratura sono scarse. La retroilluminazione, con pannello WLED modulato con tecnologia PWM, si controlla variando il parametro di "luminosità" mentre "contrasto" e "nitidezza" hanno un funzionmento classico. Nella gestione del colore c'è la selezione di alcune "temperature" del bianco predefinite, il preset per il riferimento sRGB e un ulteriore banco per la calibrazione delle singole componenti RGB ma con un solo punto di intervento. C'è anche la possibilità di selezionare alcune curve predefinite di gamma ma manca completamente un CMS per la calibrazione dei colori primari e secondari.

Pagina 3 - Misure e calibrazione

 
A sinistra gamut predefinito sRGB; a destra dopo calibrazione
(pulsante dx e "apri in altra scheda" per massima risoluzione)

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L'analisi alle misure è stata effettuata prima di tutto in condizioni di default, scegliendo l'impostazione predefinita che più si avvicina ai riferimenti sRGB e REC.709, identificata proprio dal preset sRGB. Il gamut è molto vicino al riferimento ed è solo leggermente più piccolo (quindi meno saturo), con qualche piccolissima incertezza sul magenta, il tutto con DeltaE (uv) comunque confinati al di sotto di 6 per tutte le componenti tranne il magenta, che invece sfiora il valore di 10 ma solo per gli step alla massima saturazione. Segnalo anche il clipping di saturazione del ciano oltre l'80% di saturazione. A destra c'è il triangolo di gamut in condizioni di default (le migliori), dopo aver tarato solo il bilanciamento del bianco. Il gamut è leggermente più grande, il Delta E (uv) dei colori sale leggermente ma non ci sono più i limiti osservati sui complementari ciano e magenta, che invece ci sono nelle impostazioni sRGB.

 
A sinistra bilanciamento nel preset sRGB; a destra dopo calibrazione
(pulsante dx e "apri in altra scheda" per massima risoluzione)

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Nei due grafici qui in alto possiamo vedere le differenze tra il bilanciamento del bianco con il preset sRGB e a destra con la rapidissima calibrazione delle tre componenti RGB (Blu 81, Verde 96 e Rosso 100), con prestazioni a dir poco eccellenti. Tra le altre caratteristiche di rilievo segnaliamo anche il rapporto di contrasto nativo che supera 5.000:1 (il più elevato mai misurato per un monitor LCD) ed un valore di luminanza massimo inferiore ai 300 NIT.

 

A sinistra gamma con preset sRGB; a destra dopo calibrazione
(pulsante dx e "apri in altra scheda" per massima risoluzione)

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Il gamma è corretto dal 10% fino al bianco ma al di sotto del 10% tende a salire eccessivamente, affogando qualche particolare di troppo sulle basse luci. In condizioni di default e con la semplice calbrazione delle tre componenti per il bilanciamento del bianco, la curva del gamma è ancora più precisa, quasi esemplare, con un picco a cavallo del 10% di intensità del segnale in ingresso ma assolutamente irrilevante.

 

Basse luci (dall1% al 10%) a sinistra gamma con preset sRGB; a destra dopo calibrazione
In giallo i valori del gamma; in bianco l livelli di luminanza

(pulsante dx e "apri in altra scheda" per massima risoluzione)
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Nei due grafici in alto osserviamo invece i primissimi gradini della scala dei grigi: a sinistra il preset sRGB con le forti espansioni del gamma sulle basse luci e primissimi step completamente affogati nel livello del nero; a destra la situazione ottima in condizioni di default con la sola calibrazione del bilanciamento del bianco. Aggiungiamo a richiesta le misure di lag, al netto quindi del refresh verticale, misurate con segnale 1080p a 60Hz. Sulle prime linee di scansione, in cima allo schermo, il valore misurato è di 14,6 ms mentre più in basso ho misurato 29,9 ms, con una media che coincide perfettamente con il valore che è al centro dello schermo e che vale 22,3 ms: un valore eccellente.

Pagina 4 - Test, conclusioni e pagella


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Ho effettuato il test del monitor Philips utilizzando principalmente la connessione DisplayPort 1.2 e usando sia una scheda video nVidia GTX960, sia quella di un piccolo miniPC "Cubi" prodotto da MSI. Ho lavorato principalmente in Ultra HD 4K, fino a 60p ma non solo: ho riprodotto anche segnali in full HD, per verificare la qualità delle operazioni di scaling che sono nella media. In quest'ultimo caso è utile attivare il controllo di "nitidezza" al massimo poiché in condizioni normali il dettaglio percepito non è molto elevato. Tra gli aspetti che ho più apprezzato, oltre alla qualità d'immagine che già si evince dalle misure pubblicate dal paragrafo precedente, c'è l'uniformità che ho trovato molto buona se non ci si pone tropo vicini allo schermo. Al contrario, a distanza molto ravvicinata, potrebbe esserci qualche problemino, soprattutto sulle basse luci e nelle zone periferiche dell'immagine.

Le prestazioni video, se si seleziona la modalità di default, sono già molto buone. C'è solo il bilanciamento del bianco che non è perfetto: se si sceglie il preset di 6.500 kelvin, c'è ancora un leggera dominante blu. Se invece si scelgono i 5.000 kelvin, c'è una dominante giallastra. Insomma: dovremmo scegliere un valore nel mezzo, tra i due preset, ma ovviamente nel menu questo step intermedio non esiste e bisogna cavarsela da soli, con un buon colorimetro e un paio di minuti di calibrazione. Con il bilanciamento del bianco calibrato a dovere, la qualità d'immagine generale è tanto buona da lasciar anche passare qualche "incertezza" nella riproduzione delle tinte vicine al rosso e al ciano. Ho notato in particolare la tendenza a sotto-saturare l'incarnato e i colori vicino al rosso. Niente di così importante ma giusto per sottolineare che non si possono pretendere prestazioni da "color grading" da un prodotto del genere.


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Il rapporto di contrasto, come già evidenziato nelle misure, è molto elevato in assoluto. Questo aspetto dona alle immagini profondità e tridimensionalità sconosciute a tutti i display basati su tecnologia LCD IPS. La cosa che mi ha stupito di più riguarda le micro-informazioni sulle bassissime luci. La scena "dell'interrogatorio" in Oblivion (capitolo 9), è riprodotta con rara profondità per un LCD. L'unico aspetto che non mi ha pienamente convinto riguarda la ricchezza di sfumature. Philips ha usato un pannello a 8 bit per componente ed è probabile che anche la LUT sia sotto-dimensionata. In condizioni di default non ci sono solarizzazioni ma appena si sceglie qualche impostazione predefinita, ecco che saltano fuori. La situazione peggiore si evidenzia selezionando la calibrazione predefinita per l'uniformità, che tira fuori parecchi problemi, con solarizzazioni evidenti, sopratutto sulle basse luci.

Il bilancio complessivo è più che positivo. Il display ha ben 40 pollici di diagonale e un prezzo medio di acquisto inferiore a 700 Euro IVA inclusa. Si tratta di dimensioni importanti, lo so benissimo e non è detto che sulla scrivania ci sia abbastanza spazio per contenerlo. Eppure sono proprio "le dimensioni" il vero punto di forza del prodoto, per i motivi che ho spiegato nella prima pagina di questo stesso articolo. Bastano pochi minuti davanti alla grande superficie dell'ottimo pannello del Philips per non poterne più farne a meno.

La pagella secondo Emidio Frattaroli: voto finale 8,1

Costruzione 8,5
Versatilità 8,5
Menu e taratura 6,5
Prestazioni video 7,5
Rapporto Q/P 9,5

Caratteristiche dichiarate: www.philips.it/c-p/BDM4065UC_00

Prezzi e disponibilità su: amazon.it  -  trovaprezzi  -  ePRICE