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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
Tra il 2008 e il 2012 Samsung ha fatto una fugace apparizione nel mercato della videoproiezione home theater con alcuni modelli basati su tecnologia DLP e prestazioni in linea (anche superiori) ai migliori prodotti presenti sul mercato sulla stessa fascia di prezzo. Dopo il test di laboratorio del piccolo e spettacolare LED-DLP SP-P400B (trovate l'articolo a questo indirizzo), e qualche evento con il top di gamma SP-A8000 (sia al Top Audio Video Show che in alcuni punti vendita), Samsung ha deciso di abbandonare il settore per concentrarsi sui TV. Qualche mese fa, Samsung è tornata in questo settore annunciando due nuovi prodotti, ovvero i modelli LSP7T ed LSP9T, sempre con tecnologia DLP ma con ottica a tiro ultra-corto e sostanziali differenze sul sistema d'illuminamento, ovvero di tipo 'ibrido'' con laser blu e fosfori gialli per il modello LSP7T e con sistema laser puro RGB per il modello LSP9T. In attesa di un modello per il test che arriverà nel nostro laboratorio presumibilmente tra fine febbraio e la prima metà di marzo, ho avuto modo di fare qualche test con un pre-sample che è stato fornito a Gruppo Garman per qualche giorno. Prima di metter le mani sul prodotto, ho dovuto promettere che non avrei utilizzato le misure per dare giudizi su un prodotto evidentemente ancora non definitivo. Quindi, nelle prossime righe non troverete informazioni, giudizi sul sistema operativo e sulla qualità generale e neanche misure sul flusso luminoso, su uniformità, curva del gamma bilanciamento del bianco e gamut. L'unica concessione che sono riuscito a 'strappare' alla casa madre è la possibilità di pubblicare lo spettro acquisito con uno spettrometro ad altissima risoluzione (1,5 namometri FWHM tra 350nm e 800nm) e altre interessanti informazioni che troverete nella pagina seguente. L'arrivo delle sorgenti luminose laser anche per le componenti rossa e soprattutto verde, mette in estrema difficoltà tutti quelli che usano colorimetri (di qualsiasi tipo) e spettrometri a bassa risoluzione. Per bassa risoluzione, intendo spettrometri con risoluzione FWHM compresa tra 10nm e 5nm. Il problema è che lo spettro di emissione di queste sorgenti laser è molto stretto e mette in crisi la quasi totalità di strumenti di misura, sia nella corretta interpretazione dei colori a varie saturazioni, sia del bilanciamento del bianco. Purtroppo la spasmodica rincorsa della copertura totale dello spazio colore REC BT.2020 porta a queste conseguenze, ovvero all'utilizzo di sorgenti laser purissime, con spettri di emissione estremamente ridotti e con una serie di conseguenze che tratterò in altra sede. Approfitto giusto per anticipare qualcosa. Il problema non è ovviamente il sistema d'illuminamento laser in sé ma il modo in cui viene utilizzato. Sono del parere che la copertura dello spazio colore DCI-P3 sia più che sufficiente, anche perché la totalità dei contenuti prodotti sono controllati attraverso monitor con quello spazio colore. Basterebbe utilizzare molti più laser con 'fondamentale' appena più eterogenea, per creare prodotti con componenti cromatiche nativamente più interne allo spazio REC BT.2020 in modo da limitare sia il 'metameric failure' che lo 'specling', due limiti dei sistemi d'illuminamento con laser purissimi. Tornando al proiettore, il Samsung 'The Premiere' LSP9T utilizza un DMD con risoluzione di 2716x1526 pixel e vobulazione che ne raddoppia la risoluzione per un totale di 8,3 megapixel, praticamente gli stessi della risoluzione UHD 4K ma con una differenza sostanziale: risoluzione orizzontale e verticale sono differenti, quindi il risultato presenterà inevitabilmente qualche artefatto di aliasing. Ho già affrontato le caratteristiche di questo DMD in un approfondimento che potete trovare un questo articolo. L'utilizzo di questo DMD decisamente più grande rispetto alla soluzione con diagonale da 0,47" , consente di ridurre il rapporto di tiro ai minimi termini: la distanza del Samsung dallo schermo è di soli 11 centimetri! Oltre al sistema d'illuminamento laser RGB e al DMD da 0,66", il proiettore utilizza un sistema operativo Tizen con assistente vocale Bixbi, dispone della modalità predefinita 'Filmmaker Mode' e anche di un ingresso per segnali di antenna DVB-T2. Manca però l'ingresso di una CAM. Il flusso luminoso dichiarato è di 2800 lumen, mentre il rapporto di contrasto nativo è di 1.500:1. L'unità audio integrata nel telaio è accreditata di 40W di potenza e configurazione con 4.2 canali. Completano le caratteristiche tre porte HDMI di cui una con eARC, una porta USB, WiFi 5, porta LAN, Bluetooth 4.2 e pieno supporto alle codifiche HDR10, HLG e HDR10+, quindi con metadati dinamici. L'elenco completo delle caratteristiche è a questo indirizzo.
Pagina 2 - Misure sui primari RGB e conclusioni
Utilizzo ormai da tempo la piccola saletta home theater di Gruppo Garman a Roma perché si tratta di una vera 'dark room', con trattamento di pareti e soffitto praticamente nero. Per l'occasione ho portato un paio di spettrometri ad alta risoluzione. Il primo è un STS-VIS di OceanOptics con apertura di 25 micrometri: uno spettrometro davvero poco sensibile ma con una risoluzione elevatissima, pari a 1,5 nanometri sull'intero spettro visibile. Ho utilizzato questo spettrometro per analizzare la luce acquisita con una lente di correzione del coseno CC-3 e una fibra di circa 2 metri, non prima di aver calibrato l'intero sistema con la lampada campione LS1-CAL. Ho portato anche uno spettrometro USB2000 sempre di OceanOptics in configurazione ad elevata sensibilità, con tubo di Gershun ad apertura variabile e con angolo di campo di 10 gradi, in modo da leggere la luce emessa dallo schermo di proiezione con guadagno unitario. Ho ripetuto tutte le rilevazioni anche con uno spettrometro x-rite i1Pro 2 e con alcuni colorimetri, x-rite Hubble, x-rite i1 Display Pro OEM, Spyder5 e SpyderX. La prima considerazione è che le curve di sensibilità 'CIE 1931' per la trasposizione da spettro a coordinate cromatiche, sono inadeguate. Per le misure ho utilizzato le curve CMF di Judd-Vos e anche quelle di Andrew Stockman e Lindsay T Sharpe, queste ultime soprattutto per la coerenza dei risultati con livelli di luminanza più contenuti. Nella misura dello spettro di emissione delle tre componenti primarie rossa, verde e blu, effettuato con lo spettrometro ad altissima risoluzione, ho rilevato la prima sorpresa: la componente rossa è costituita da due spettri distinti, con le due frequenze fondamentali distanziate di circa 5 nanometri. Anche la componente verde appare leggermente più larga rispetto a quanto atteso mentre la componente blu è coerente con l'utilizzo di un laser o gruppo di laser alla medesima frequenza. Ecco invece la stessa misura effettuata con uno spettrometro x-rite i1Pro 2, con risoluzione FWHM di ben 10 nanometri, ovvero assolutamente insufficiente. La bassa risoluzione dello spettrometro mina non solo la correttezza della misura del gamut colore ma anche - e soprattutto - l'analisi del bilanciamento del bianco, con un evidente sovrastima della componente rossa delle immagini, con immaginabili conseguenze nella misura e calibrazione di un prodotto del genere. Tra i vari colorimetri, senza profilazione, ho avuto buoni risultati con il modello HUBBLE (alias OTC-1000) di x-rite ma anche il modello i1 Display Pro OEM mi ha sorpreso per essersi avvicinato più di tutti gli altri strumenti 'economici' alla corretta interpretazione del gamut e del bilanciamento del bianco. Qui in alto ho messo a confronto i gamut 'misurati' rispettivamente dallo spettrometro i1Pro 2 (a sinistra) e dal colorimetro i1 Display Pro OEM (a destra), entrambi imprecisi ma con il secondo che si avvicina di più alla realtà. L'altro confronto interessante è tra la lettura delle tre componenti cromatiche del 'bianco', sempre secondo lo spettrometro i1Pro 2 (a sinistra) e secondo il colorimetro i1 Display Pro OEM a destra, con il secondo incredibilmente vicino alla realtà misurata con lo spettrometro ad alta risoluzione. Come promesso a Samsung Italia, non pubblicherò le misure 'reali' acquisite con lo spettrometro ad alta risoluzione (neanche il gamut, purtroppo), nell'attesa di ricevere un prodotto definitivo che ribalteremo letteralmente 'come un calzino'. Posso però anticipare che il nuovo Samsung LSP9T supera effettivamente di misura lo spazio REC BT.2020 ma solo come dimensioni: la quantificazione precisa è fortemente legata alla scelta delle curve CMF usate per la traduzione dello spettro in coordinate cromatiche e dal tipo di spazio colore di riferimento (CIE xy 1931 oppure CIE u'v' 1976). Maggiori informazioni sulla effettiva copertura dello spazio colore REC BT.2020 sono in questa pagina: avmagazine.it/articoli/4K/1533/supertest-samsung-trilaser-lsp9t_5.html Per maggiori informazioni: samsung.com/it/projectors/the-premiere
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