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Samsung Onyx Cinema LED
Samsung Onyx Cinema LED
Emidio Frattaroli - 23 Marzo 2018
“La rivoluzione nella riproduzione dei contenuti cinematografici in sala è appena iniziata con il nuovo Samsung Onyx Cinema LED, il primo LED-wall ad essere certificato DCI, con caratteristiche e qualità video inarrivabili da qualsiasi videoproiettore cinematografico presente e futuro ”
Pagina 1 - Introduzione, descrizione e caratteristiche


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A poco meno di un anno dalle prime dimostrazioni e ad otto mesi dalla prima installazione in Corea, il Samsung Onyx Cinema LED arriva in Europa nell'Arena Cinemas, all'interno del centro commerciale Sihlcity di Zurigo, con la prima mondiale del nuovo LED wall cinema in grado di riprodurre anche contenuti stereoscopici con occhialini attivi. Dopo i primi contatti in un paio di fiere di settore e soprattutto dopo un'anteprima all'ISE di Amsterdam di pochi minuti lo scorso febbraio con un Cinema LED 3D a risoluzione 2K da 5 metri di base, questa è stata finalmente l'occasione più ghiotta per me per osservare in funzione la nuova meraviglia di Samsung all'interno di una sala cinematografica reale, in una installazione definitiva e anche per un tempo piuttosto lungo.

 
Il piano principale dell'Arena Cinemas con le casse e l'accesso alle 19 sale;
nella foto a destra il piano superiore con l'ingresso alle prime 8 sale.

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Nella giornata di martedì 20 marzo arrivo a Zurigo in tarda mattinata, ospite di Samsung assieme ad un centinaio di giornalisti provenienti da buona parte dell'Europa, con una massiccia presenza di colleghi di lingua tedesca. La struttura "Arena Cinemas" può contare su ben 19 sale distribuite su due piani che accolgono complessivamente più di 2.500 persone.

  
Alcune immagini della "sala 4" con 520 posti e file da 32 poltrone senza corridoio
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Si tratta di 18 sale con dimensioni piccole e medie (10 sale tra 41 e 92 posti, 5 sale tra 112 e 178 posti e due sale con più di 300 posti) ed una di grandi dimensioni, con 521 posti, quest'ultima con silver-screen microperforato e proiettore DLP Christie. Quasi tutte le sale sono senza corridoio centrale, anche per la grande "sala 4" con file da 32 posti; le uniche che fanno eccezione sono le due sale "4DX" (una delle due con Dolby Atmos) con poltrone in movimento dotate di attuatori idraulici e stimolazione di tutti i 5 sensi: non mancano il vento, la pioggia e gli odori.

 
La "sala 5" con il Samsung Onyx Cinema LED e 136 posti su 11 file
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La sala dove è stato installato il nuovo Samsung Cinema LED è la numero 5, ufficialmente con 149 posti a sedere distribuiti su 12 file (io ho contato 136 posti su 11 file). La sala ha una larghezza di poco superiore a 11 metri, con lati dello schermo quasi a ridosso delle pareti laterali. La prima fila è a poco più di 5 metri dallo schermo ed è l'unica con schienali reclinabili. La fila numero 5 è a circa 12 metri; l'ultima fila, a ridosso della "fu" cabina di proiezione, è probabilmente a circa 18 metri dallo schermo ed è costituita da poltrone a due posti, con bracciolo centrale che può essere "nascosto". Purtroppo non avevo con me un telemetro laser e non posso essere più preciso al momento. Ho chiesto comunque una planimetria della sala e la aggiungerò in questa stessa pagina appena ne avrò disponibilità.

  
Alcune fasi dell'installazione del CInema LED all'interno della sala 5
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Per l'installazione del LED wall Samsung la sala è stata pesantemente ristrutturata; oltre a schermo e all'audio, sono state tolte anche tutte le poltrone, sono stati modificati i gradoni in modo da sfruttare in altezza tutta la sala e migliorare la visibilità dello schermo da ogni punto, senza doversi preoccupare di ostacolare il flusso luminoso dalla cabina di proiezione. Il sistema audio JBL, che "accompagna" lo schermo LED, è in configurazione 5.1, con più subwoofer davanti, sotto allo schermo (riquadro rosso nella foto qui in basso) e dodici diffusori surround, cinque sul lato destro, cinque sul lato sinistro e due sulla parete di fondo. 


Disposizione dei canali frontali (arancio e verde)e dei subwoofer (rosso)
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I tre canali principali sono costituiti da un numero imprecisato di altoparlanti sistemati sul bordo superiore dello schermo (zona arancione nella foto qui sopra), a più di sei metri di altezza; grazie a studi approfonditi di psicoacustica e forte del bagaglio tecnologico acquisito assieme a tutto il gruppo Harman (assimilato da Samsung a fine 2016), con elaborazioni in fase e frequenza, Samsung è riuscita a spostare la sorgente virtuale dell'audio molto più in basso rispetto alla posizione fisica degli altoparlanti. Un "aiuto" arriva anche da due diffusori supplementari estremamente direttivi - orientati verso lo schermo (riquadri verdi nella foto qui sopra) - e montati subito al di sopra della prima coppia di diffusori surround, posti all'altezza della terza fila: in questo caso è la porzione di frequenze medio-alte, riflessa dallo schermo LED, ad incrementare l'abbassamento della sorgente sonora virtuale. Il mio giudizio sull'effettivo funzionamento del sistema è nella quarta pagina di questo articolo.


Uno dei 96 pannelli costituito da 24 moduli LED RGB
  
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Lo schermo vero e proprio è costituito da 96 pannelli con risoluzione di 256x360 pixel. A loro volta, ciascuno dei 96 pannelli è costituito da 24 moduli con risoluzione di 60x64 pixel. Per la prima installazione si procede all'assemblaggio dei 96 pannelli, con telaio rettificato e dotati di maniglie per il posizionamento, dispositivi meccanici per il collegamento ed elettronica dedicata, come per la maggior parte di moduli per LED-wall già esistenti. Se però ce ne fosse bisogno, ogni modulo con risoluzione di 60x64 pixel può essere rimosso rapidamente e sostituito in velocità.

 
Due immagini ravvicinate della struttura dei LED RGB
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Il pixel pitch di 2,5mm, moltiplicato per 4.096 pixel della risoluzione orizzontale, permette di raggiungere 10,3 metri di base, con altezza di 5,4 metri. Ogni pixel, quasi perfettamente quadrato, ha al suo interno tutti e tre i LED RGB. Per questo motivo, il numero complessivo di elementi LED è di 26.542.080 unità (4096x2160x3). Il pixel RGB ha una dimensione ragguardevole, pari a circa il 25% della superficie totale. Questo consente di poter diminuire il rapporto di visione, fino a circa 0,6:1, senza che la struttura dei pixel sia percepibile.

Il Samsung Cinema LED è completo di IMB di ultima generazione per la riproduzione di contenuti DCI; non ho ancora informazioni approfondite sul sistema ma immagino che sarà compatibile con contenuti a risoluzione 4K fino a 60p. Inoltre, credo che tutto il sistema potrà essere aggiornato per riprodurre contenuti fino a 4K 120p quando ce ne sarà bisogno. Tutto il sistema può essere collegato anche a sorgenti più disparate, compresi lettori Blu-ray 4K HDR, ricevitori satellitari e console gioco, per moltiplicarne le possibilità di utilizzo.

Nelle due pagine che seguono ho inserito approfondimenti tecnici sugli aspetti chiave del nuovo Samsung Cinema LED, con confronti diretti con le migliori soluzioni basate sulla classica accoppiata tra proiettore e telo di proiezione. Non avuto la possibilità di effettuare misurazioni e non so ancora se e quando potrò effettuarne. D'altra parte sono certo che le informazioni che troverete nelle prossime pagine, al momento saranno più che sufficienti per avere un'idea delle possibilità e dei limiti del nuovo sistema Samsung. Buona lettura.

 

Pagina 2 - Colori, luminanza, HDR e rapporto di contrasto


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Le caratteristiche del nuovo Samsung Cinema LED sono estremamente interessanti, da qualsiasi punto di vista le si voglia considerare. Il gamut è ovviamente quello DCI-P3, caratteristica che viene mantenuta costantemente e che non è una variabile legata all'invecchiamento delle lampade dei videoproiettori. La massima luminanza che può essere raggiunta è di 500 NIT, più di dieci volte quella di riferimento per il cinema digitale (48 NIT) e quasi 5 volte quella del Dolby Vision e di eclair COLOR (tra 103 e 108 NIT), le uniche due soluzioni attualmente disponibili per riprodurre contenuti HDR al cinema. Il nuovo Cinema LED di Samsung ha la possibilità di riprodurre contenuti HDR con potenza e gamma dinamica decisamente superiori anche rispetto al sistema Dolby Cinema. D'altra parte in questo momento il LED Samsung non è compatibile né con i contenuti per il Dolby Cinema né con eclair COLOR: per sfruttarlo davvero serve soltanto trovare un "sistema" adatto, senza attendere uno standard HDR direttamente dall'organizzazione DCI.

Fin qui nulla di nuovo sotto al sole. Nel senso che anche con un videoproiettore digitale per sale cinema è possibile raggiungere un gamut DCI e anche - volendo - 500 NIT di luminanza a schermo, con il giusto rapporto tra flusso luminoso del proiettore, area dello schermo e guadagno. Ad esempio, per avere 500 NIT su un telo da 10 metri di base servirebbero 40.000 lumen e una superficie con gain 2.0.


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La soluzione di Samsung però non si limita alla sola potenza luminosa e va ben oltre. Ad iniziare dal rapporto di contrasto. Oggi i migliori videoproiettori DLP per cinema hanno un rapporto di contrasto massimo di circa 6.000:1; si tratta però di pochissimi modelli con sistema d'illuminamento laser e potenza ridotta. Nella stragrande maggioranza dei casi, un proiettore DLP laser non riesce ad andare oltre il rapporto di contrasto di 3.000:1 e un DLP con lampada non va oltre 2.000:1. I più recenti proiettori Sony SXRD, con tecnologia LCoS, si spingono fino a 10.000:1 con il modello laser e fino a 8.000:1 con i modelli a lampada. Infine, la soluzione "Dolby Cinema" - con doppio proiettore DLP Christie laser in doppia modulazione - raggiunge il considerevole valore dichiarato di 1.000.000:1 (un milione a uno!) ma si tratta di un risultato solo virtuale poiché direttamente legato al livello di inquinamento luminoso che c'è in sala. In alcune sale olandesi ad esempio, con le luci di emergenza spente, probabilmente ci si avvicina moltissimo. Ma nel resto del mondo assolutamente no, a causa di luci di emergenza e segnapassi sulle scale.

In ogni modo, se in una sala completamente oscurata e otticamente assorbente come quelle "Dolby Cinema" olandesi, tra Samsung e Dolby ci sarebbe un sostanziale pareggio in termini di rapporto di contrasto, Samsung vincerebbe comunque su molti altri fronti, che descriverò nella prossima pagina, dove parlerò soprattutto di risoluzione.

Nelle sale "normali" invece, con luci di emergenza, segnapassi e altre lucine varie ed eventuali accese, il vantaggio del Cinema LED Samsung rispetto ad un telo di proiezione è devastante. La superficie dello schermo Samsung è moderatamente assorbente, con LED esposti ma opachi e substrato posteriore decisamente più scuro e otticamente assorbente.

 
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Osservate la foto qui in alto che si riferisce ad un momento della presentazione e guardate l'area circolare del fascio luminoso del cosiddetto "occhio di bue" che illumina la persona in primo piano e che finisce sullo schermo: la scritta bianca su fondo nero è ancora ben visibile. Se ci fosse stato un telo bianco invece sarebbe stata quasi invisibile.

In più, nelle zone del display Samsung non raggiunto direttamente dal fascio luminoso ma comunque illuminato indirettamente dalla luce riflessa in ambiente e da altre sorgenti luminose LED, il livello del nero era comunque estremamente contenuto. Aggiungo anche che la particolare superficie dei pannelli è comunque opaca ed è un ottimo antidoto a riflessioni di sorgenti luminose che potrebbero essere attive in sala. 


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Oltre al rapporto di contrasto - inarrivabile da qualsiasi altra soluzione basata su videoproiettore - ci sono due altri aspetti molto importanti legati al Cinema LED di Samsung da non trascurare. Il primo riguarda l'uniformità che è spettacolare (95% minimo su qualsiasi punto della superficie) e che quindi aumenta la qualità della visione anche da posizioni molto angolate dalle prime file rispetto allo schermo, posizioni "impossibili" quando viene utilizzato un telo ad alto guadagno (praticamente la regola, soprattutto con sale dotate di sistemi 3D stereoscopici passivi).


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L'altro aspetto riguarda le distorsioni geometriche che nelle installazioni con proiettore e schermo possono essere di tre tipi. La prima, più comune e facilmente riconoscibile anche dai non addetti ai lavori, è la distorsione a trapezio che, nell'immagine qui in alto, è soltanto di tipo verticale ed è una conseguenza del posizionare troppo in alto il proiettore rispetto allo schermo, costringendo gli installatori a inclinare il proiettore in avanti. Si tratta di una distorsione che non può essere corretta digitalmente poiché le specifiche DCI non ammettono scaling o altre correzioni che possano alterare la risoluzione originale dei contenuti. In quel caso, per i proiettori, la soluzione più utilizzata è quella del "mascheramento", con una piccola parte dell'immagine che viene proiettata fuori dallo schermo e la "matrice" del proiettore che viene oscurata con il "blanking" fino a dove è necessario.

Ovviamente c'è anche da considerare la distorsione a trapezio orizzontale, fortunatamente più rara e dovuta alla posizione del proiettore non centrata in orizzontale rispetto allo schermo. E credetemi se vi dico che non è poi così raro trovare proiettori anche negli angoli di una sala (sic!). Le altre due distorsioni principali, più limitate e meno visibili, riguardano quelle introdotte dall'ottica del proiettore (es. a "cuscino", più evidente con obiettivi a tiro corto) e quelle dovute ad una non perfetta planarità della superficie dello schermo. Gli effetti di queste distorsioni si riperquotono in buona parte anche nella percezione della risoluzione, tema importantissimo di cui approfondirò i concetti e differenze tra LED e proiezione nella prossima pagina.

 

Pagina 3 - Dimensioni, risoluzione e distanza di visione


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Risoluzione, "pixel pitch" e dimensioni del Samsung Cinema LED sono caratteristiche ben definite, non modificabili legate tra loro a doppio filo. Come già evidenziato in apertura, il pixel pitch del Cinema LED Samsung - ovvero la distanza tra due pixel - è di 2,5mm. Se moltiplichiamo il pixel pitch per la risoluzione orizzontale e verticale, otteniamo le due dimensioni, pari rispettivamente a 10,3 metri di base e 5,4 metri di altezza. Al momento le specifiche DCI non consentono di modificare arbitrariamente la risoluzione del display o del proiettore e le uniche risoluzioni ammesse sono soltanto due, quella "2K" (2048x1080) e quella "4K" (4096x2160).

In particolare, se il film fosse a risoluzione 4K, il DCP è comunque compatibile con i server e i proiettori 2K e verrebbe "utilizzato" soltanto il contenuto 2K estratto dal file, senza alcuna operazione di scaling. Se invece il contenuto fosse a risoluzione 2K, i display e proiettori 4K operano comunque uno scaling "trasparente" e senza artefatti poiché la risoluzione di arrivo è un multiplo perfetto di quella di partenza. Esattamente come per i proiettori digitali DCI, il Samsung Cinema LED utilizza soltanto l'area effettivamente impiegata dai contenuti, quindi - nella stragrande maggioranza dei casi - 3996x2160 pixel per contenuti "flat" e 4096x1716 pixel per quelli "scope", lasciando spenti i pixel non utilizzati: 56cm in alto e in basso per film scope" e 13cm per lato per contenuti "flat".

Per essere più chiari possibile, al momento non è possibile costruire un Samsung Cinema LED da 15 metri di base a risoluzione 6K perché nella riproduzione di contenuti 4K ci sarebbe uno scaling "distruttivo" che limiterebbe la risoluzione ed è improbabile che DCI possa acettare una soluzione del genere. In teoria sarebbe possibile per Samsung costruire un Cinema LED a risoluzione 8K da 20 metri di base poiché in questo caso sarebbe più facile ottenere la certificazione DCI, poiché 8K è un multiplo perfetto sia del 2K che del 4K. In questa prima fase però sono possibili solo due soluzioni: il Cinema LED a risoluzione 2K da 5,15 metri di base (osservato ad Amsterdam lo scorso febbraio in occasione dell'ISE) e il Cinema LED da 10,3 metri di base a risoluzione 4K installato a Zurigo.

 
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Parlando con Andreas W. Bohli, "Deus ex Machina" di "Imaculix", azienda che si è occupata dell'installazione, sembra che Samsung stia già lavorando ad altre due soluzioni che dovrebbero ricevere presto una certificazione DCI. La prima prevede un pixel pitch più elevato, probabilmente di 3,5mm, in modo da poter costruire uno schermo 4K da 15 metri di base e coprire sale fino a 400 poltrone. La seconda dovrebbe riguardare la soluzione a risoluzione 8K da 20,5 metri di base per sale fino a 600 posti, utilizzando gli stessi moduli con pitch da 2,5mm.

Tornando alla pura risoluzione e rimanendo con i piedi per terra, quindi alla risoluzione 4K e alle dimensioni del Cinema LED installato a Zurigo, c'è da fare una considerazione importante e un parallelo fondamentale tra il LED Samsung e un sistema tradizionale con proiettore e telo. Partiamo dal videoproiettore. Che si tratti di DLP oppure di LCD, ogni proiettore DCI 4K è fondato su un "motore ottico" formato da tre microdisplay a risoluzione 4K, ciascuno con tutti i punti di risoluzione per ognuna delle tre componenti cromatiche RGB. Per i proiettori 2K è lo stesso, cambia solo la risoluzione che da 4K passa ovviamente a 2K.


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I tre microdisplay (chiamateli "pannelli" o "matrici" ma sappiate che il nome corretto è "micro-display") sono disposti su un particolare prisma dicroico che fa in modo che la luce arrivi suddivisa nelle tre componenti sulla loro superficie e che venga quindi riflessa e riunita in una sola immagine. Purtroppo è quasi impossibile che i tre microdisplay siano perfettamente "coincidenti", condizione che favorisce purtroppo piccole aberrazioni cromatiche, il più delle volte praticamente invisibili ma non sempre. Anche il prisma purtroppo ha dei piccoli "effetti collaterali" sulla risoluzione, come la diminuzione del micro-contrasto.

Poi c'è l'obiettivo e qui dovrei aprire un capitolo "gigantesco". Mi limiterò a descrivere soltanto due aspetti principali. Il primo riguarda il solito compromesso tra qualità, prezzo e versatilità del gruppo di lenti che compongono l'obiettivo. Nel mio costante peregrinare, da più di trent'anni, tra le sale cinematografiche dell'intero globo terracqueo, ne ho viste davvero di tutti i colori; ed è proprio il caso di dirlo, visto che mi riferisco alle inevitabili aberrazioni cromatiche, quando non alla precisione e alla uniformità della messa a fuoco su tutto lo schermo che spesso non è micro-perforato ma soltanto perforato, con buchi che potrebbero essere attraversati dalla mina di una matita. E credetemi, la differenza è sostanziale, con fori che spesso sono visibili anche da metà sala. Poi c'è il problema legato agli obiettivi motorizzati, indispensabili con schermi con rapporto d'aspetto superiore a 1,89:1 (praticamente la regola) per adattare la risoluzione verticale a tutta l'altezza dello schermo, sia con film in "flat" (1,85:1) che in "scope" (2,39:1) con la necessità di verificare periodicamente la precisione delle posizioni.

Nel Cinema LED di Samsung tutto questo non accade. I problemi legati alla messa a fuoco o alle aberrazioni cromatiche sono soltanto un limite del vostro apparato visivo oppure delle lenti dei vostri occhiali da vista. I pixel sono tutti lì, ben distinti l'uno dall'altro ma non troppo distanti, in modo che non siano troppo percepibili anche a distanza ravvicinata. Perché è proprio questo il "rischio" di una soluzione del genere e l'argomento principale di tutti i difensori del sistema telo + proiettore, ovvero che l'immagine è "troppo digitale", dimenticando che erano le stesse critiche che subivano proprio loro, attori della proiezione digitale, dai grandi vecchi della proiezione in pellicola, affezionati alla grana, alla colorimetria da terno al lotto, alla instabilità di quadro e a molto altro ancora.


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"Troppo digitale"? Sono tutte fesserie. La struttura dei pixel del Samsung Cinema LED non è visibile, a patto di non avvicinarsi troppo. Secondo me sei metri e mezzo sono già una distanza di sicurezza. A cinque metri io ho iniziato a percepire la struttura ma soltanto nella zona direttamente davanti al mio naso, non certo nelle zone più lontane dello schermo e il tutto senza alcun fastidio. A cinque metri di distanza da un telo da 10 metri di base illuminato da un proiettore digitale avrei mal sopportato la perforatura oppure, in caso di schermo di alta qualità con micro-fori (che dovrebbero essere invisibili anche a 4 metri di distanza), avrei mal sopportato l'imprecisione della messa a fuoco e le aberrazioni cromatiche del proiettore. Insomma, anche a distanza ravvicinata e con gli stessi rapporti di visione e proiezione, il Samsung secondo me stravince a mani basse contro la videoproiezione. 

Dalla prima fila, posta "spannometricamente" a poco piùdi 5 metri dallo schermo (quindi con un rapporto di visione di circa 0,5:1), la struttura "a reticolo" era solo appena percepibile e assolutamente non fastidiosa. Al contrario, il CLEDIS di Sony, che ha una superficie netta del pixel pari soltanto all'1% della superficie totale (il pitch è la metà rispetto a Samsung), con livelli di luminanza medi, ho percepito con fastidio la struttura dei pixel già con rapporti di visione di 0,6:1.

 

Pagina 4 - Visione e ascolto


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L'ascolto e la visione del nuovo Samsung Cinema LED si dividono in due momenti. Una prima parte è durata purtroppo solo pochi minuti, con la riproduzione di alcuni trailer 2D; una seconda parte invece, è durata quasi due ore, con la riproduzione del film "Pacific Rim: Uprising" in 3D, con occhialini attivi. Durante la prima parte, ovvero durante la visione dei trailer in 2D, ero in quinta fila e in posizione centrale, a circa 12 metri dallo schermo, con rapporto di visione poco più che unitario. Da questa distanza, durante la proiezione dei contenuti è stato impossibile percepire la struttura dei pixel o le giunzioni tra un modulo e l'altro. Soltanto in una occasione, durante le presentazioni che hanno anticipato la proiezione vera e propria, con la riproduzione di una schermata chiara e quasi completamente uniforme, sono riuscito ad intravedere parte della struttura dei moduli ma soltanto perché l'ho cercata con molta attenzione, quasi con ossessività. Secondo me, per una persona non documentata, sarebbe quasi impossibile capire che l'immagine viene generata da uno schermo LED e non da un videoproiettore.


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La qualità video percepita attraverso i primi trailer è sempre molto elevata ma altalenante. Il trailer di "Alita: Battle Angel", l'atteso film di Robert Rodriguez che arriverà in sala il prossimo Natale, è stato uno spettacolo per gli occhi, grazie ad un "color grading" particolarmente curato, con neri al giusto livello e una ricchezza di sfumature nelle immagini in movimento che forse neanche un proiettore DLP riesce a generare. La dinamica è così clamorosa che nei primi istanti ho avuto l'impressione di essere davanti ad una proiezione HDR... Il trailer di "Avengers: Infinity War" invece è stato meno esaltante per dinamica, non certo per colpa di Samsung, con evidenti segni di compressione sulle basse luci e neri ben sollevati in più di una occasione. Il problema semmai è che con uno schermo del genere, capace di un nero "assoluto", le differenze in gamma dinamica tra un DCP e l'altro sono immediatamente percepibili, anche da una persona poco esperta.


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Per essere più chiari, sul Cinema LED Samsung il trailer di Alita era dotato di una profondità d'immagine elevatissima e dettaglio "tagliente". Al contrario, parecchie scene del trailer di Avengers erano "piatte" e poco dettagliate, poiché è stato fatto correttamente un color grading per una proiezione standard, con rapporto di contrasto basso e gamma dinamica compressa. La situazione si sarebbe ribaltata se i due trailer fossero stati osservati in una sala tradizionale, con proiettore DLP e rapporto di contrasto al netto delle luci di emergenza e segnapassi che non arriva in media a 500:1. In quel caso la visione di Avengers sarebbe stata ottima mentre qualche dettaglio sui primissimi gradini di luminanza di Alita sarebbero andati perduti al di sotto del livello del "nero" della sala. 

Nella seconda parte, per la visione di "Pacific Rim: Uprising" ho indossato i comodi e leggeri occhialini e ho variato più volte la mia posizione, arrivando fino alla prima fila. Nonostante la produzione Marvel abbia utilizzato camere Arri Alexa XT, in parecchie scene con bassa luminosità ho notato una gran quantità di grana/rumore che hanno ulteriormente pregiudicato risoluzione e dettaglio già non elevatissimi in partenza, visto che partivano comunque da un DCP 3D 2K.

 
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Grazie alla luminanza di partenza dello schermo Samsung pari a 300 NIT e alla perfetta sincronizzazione con gli occhialini attivi, la visione stereoscopica è stata in assoluto la più esaltante a cui abbia mai partecipato e ha superato - di misura - anche quella a cui ho assistito in più di una occasione in alcune sale Dolby Cinema, sia in Europa che negli Stati Uniti. La separazione tra le due prospettive era semplicemente perfetta, senza alcun effetto "ghosting". A questo bisogna aggiungere un livello di luminanza percepita che probabilmente era superiore ai 50 NIT. Gli occhialini sono leggeri e comodissimi, forse un po' troppo distanti dagli occhi se si indossano anche occhiali da vista come nel mio caso. L'esperienza di visione complessiva è stata comunque eccellente.

Per quanto riguarda la riproduzione audio, l'impianto è sicuramente ben dimensionato, con spettro ultra-basso ben presente e a tratti devastante, soprattutto con un film come "Pacific Rim: Uprising", e con un ottimo equilibrio timbrico. Per quanto riguarda la ricostruzione spaziale dei canali surround invece il giudizio è sospeso, fin quando potrò ascoltare lo stesso film in una sala di riferimento. Per i tre canali principali invece credo di avere già elementi sufficienti per un primo giudizio.

La ricostruzione della scena sonora virtuale dei dialoghi al centro dello schermo funziona, non c'è dubbio, ma soprattutto nelle prime quattro file. Più ci si allontana, più i dialoghi si spostano in alto. A metà sala, tra quinta e sesta fila, i dialoghi sono già "saliti" a circa due terzi dell'altezza e non serve chiudere gli occhi per accorgersene. A distanze ancora superiori la situazione si stabilizza e rimane comunque a circa 2/3 dell'altezza; la posizione degli altoparlanti sistemati sul bordo superiore non è comunque riconoscibile.

 

Pagina 5 - Conclusioni


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Se dal punto di vista tecnico il Cinema LED di Samsung sorpassa decisamente la qualità video possibile con qualsiasi sistema di videoproiezione presente e futuro, bisogna anche ragionare sui costi. Già in tanti parlano - secondo me un po' troppo frettolosamente - della fine di un'era. La realtà è molto diversa, con la videoproiezione che è in ottima salute, grazie a investimenti e TCO estremamente contenuti per schermi di medie e grandi dimensioni. Al momento non è disponibile alcuna informazione sul "valore" del Samsung Cinema LED 4K ma non è difficile immaginare un costo che supera sicuramente il mezzo milione di Euro per il solo schermo da 10 metri di base, inclusa l'installazione. Ed è questo il tema fondamentale per capire se sia davvero arrivata la "fine" dell'era della videoproiezione oppure - molto più semplicemente - se non si tratti dell'inizio di un'era che, con l'aumento dell'efficienza produttiva e dell'abbattimento dei costi, nel corso di qualche lustro potrebbe convincere molti esercenti cinematografici a  fare il grande passo, per migrare ad un sistema migliore da quasi ogni punto di vista.

Un proiettore DCI a risoluzione 4K, con flusso luminoso compatibile con schermi fino a 15 metri di base, ha un costo che in genere non supera i 60.000 Euro, comprensivo di IMB, obiettivo e accessori. Se ci si "accontenta" di 12 metri di base l'investimento può essere ancora inferiore. Un telo microperforato da 15 metri di base, ha un costo che generalmente è compreso tra 5.000 e 10.000 Euro, a seconda del tipo di materiale e di riflettanza, telaio escluso. Se aggiungiamo un set di lampade "xenon" da 3.000 watt per 100.000 ore (circa 800 Euro per 1.500 ore garantite per ogni lampada), difficilmente supereremo 130.000 Euro, audio, installazione, climatizzazione e lavori in muratura esclusi. Probabilmente saranno queste ultime due voci ad essere molto diverse tra proiezione e schermi LED, poichéla necessità di una cabina di proiezione, climatizzazione ed estrazione dell'aria calda e relativi consumi elettrici, potrebbero spostare cifre considerevoli. Quelle esposte poco sopra sono il risultato di un confronto con l'amico Gianni Cilli, responsabile di zona per Cinemeccanica e autore dell'installazione di alcune delle migliori sale cinematografiche nel centro e nel sud Italia.

Dal punto di vista dei consumi, il Cinema LED da 10 metri, con l'intera superficie che emette un "bianco" da 500 NIT, arriva ad assorbire ben 24 kW. In realtà, durante la riproduzione di un contenuto 2D a 48 NIT, in media non si va oltre i 4 kW, senza bisogno di climatizzazione. Ed è proprio quest'ultimo uno dei vantaggi più interessanti: i moduli LED sono quasi totalmente passivi e le uniche ventole, silenziosissime, servono soltanto per l'elettronica e l'alimentazione. Nella installazione a Zurigo, con temperatura a metà sala probabilmente di circa 23 gradi, i pannelli che sono più in alto e che quindi lavorano con temperatura in ambiente sicuramente più elevata rispetto a quelli che sono più in basso, secondo il responsabile dell'installazione hanno raggiunto una temperatura massima di 28 gradi, valori perfettamente gestibili con il sistema di climatizzazione principale che è in sala.


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In buona sostanza, il Samsung Cinema LED è la soluzione migliore da ogni punto di vista tecnico se pensiamo alla qualità della riproduzione video. Come ho spiegato nelle pagine precedenti, luminanza, rapporto di contrasto e risoluzione sono a livelli inavvicinabili da qualsiasi tipo di soluzione con videoproiettore. Per completezza, soltanto la colorimetria può essere superata da un proiettore laser, che ha un gamut ben superiore allo spazio colore DCI-P3; si tratta secondo me di un aspetto poco interessante sia perché i contenuti che vanno oltre il DCI sono rari (e probabilmente continueranno ad essere pochi), sia perché un display con gamut così "estremi" come quello REC.2020 potrebbe generare artefatti legati al metamerismo. 

Oltre al capitolo "costi" in relazione alle dimensioni e alla mancanza di contenuti HDR, al momento l'altro tallone d'Achille del Cinema LED Samsung è il sistema audio; il sistema per la ricostruzione della sorgente sonora al centro dello schermo secondo me funziona ma è da verificare con più calma, magari in una sala più larga, con diffusori anche ai lati dello schermo e con più "aria" tra i diffusori sul bordo superiore dello schermo e il soffitto. Inoltre non si prevede al momento la possibilità di installare un sistema Dolby Atmos. Aggiungo che, secondo me, è improbabile - ma non impossibile - che Dolby possa concedere una certificazione "Atmos" a Samsung in breve tempo. In fin dei conti, Samsung è diventata un concorrente di Dolby, proprio in un segmento - quello di fascia più alta - a cui Dolby è sicuramente interessata.

Con la speranza di essere smentito al più presto sulla stima dei costi direttamente da Samsung, invito tutti i lettori di AV Magazine appassionati di cinema ad alta qualità, specialmente quelli che abitano al nord, a considerare una visita alla sala 5 dell'Arena Cinemas di Zurigo, magari in concomitanza con una proiezione in 4K ad elevata qualità tecnica, in attesa che questa costosa meraviglia possa sbarcare al più presto anche in Italia, eventualità che potrebbe accadere in tempi relativamente brevi.

Per maggiori informazioni: arena.ch/de/sihlcity  -  arena.ch/de/sihlcity/kinoinfos/onyx-cinema-led