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Active Reflex, Majandi e Matarazzo
Active Reflex, Majandi e Matarazzo
Emidio Frattaroli - 31 Ottobre 2013
“Per cercare di capire come due woofer da dodici pollici sistemati in un volume di soli diciassette litri possano produrre una pressione a bassa frequenza come quella ascoltata all’Audiario di Assago, abbiamo chiesto spiegazioni a Gian Piero Matarazzo, papà assieme a Gianpiero Majandi di questa configurazione. ”
Pagina 1 - Introduzione: l'Active Reflex

Lo scorso settembre, presso l'hotel H2C di Assago Milanofiori, si è tenuta la prima edizione dell'Audiario: una manifestazione dedicata alla Musica, alla Musica in Video ed alla loro riproduzione alla massima qualità. Tra le poche salette dedicate agli impianti per la riproduzione musicale, ho ascoltato per la prima volta un prodotto con tecnologia "Active Reflex": i due prototipi, ancora senza nome, costruiti da Gianpiero Majandi, con la collaborazione di Gian Piero Matarazzo.

L'ascolto dei due diffusori è stato a dir poco interessante. Ascoltare frequenze prossime ai 30 Hz, con pressioni sonore così elevate e smorzamento ideale, senza distorsioni apprezzabili, è già cosa piuttosto rara. In più, se consideriamo che il diffusore è un parallelepipedo con lati di 35x25x48cm e volume interno di soli 17 litri (!) il tutto sembra praticamente incredibile. Meraviglie del carico acustico definito "Active Reflex"...

Durante l'Audiario sono tornato varie volte nella saletta di Majandi e ho parlato più volte con Gian Piero Matarazzo e con lo stesso Majandi per carpire più notizie possibili sull'Active Reflex e anche sul futuro dei diffusori presentati. Alla fine, con la collaborazione di Matarazzo e la pazienza di Majandi, ho realizzato questa doppia intervista in modo da far luce non solo sul "nuovo" carico acustico ma anche su questi novi e interessanti diffusori che spero di ascoltare di nuovo. Magari nel mio soggiorno!

Buona lettura!

Pagina 2 - L'intervista a Gian Piero Matarazzo

Emidio Frattaroli. Allora Giampy, questo Active Reflex sembra essere stata la vera novità di Assago. Dimmi, come si è giunti alla formulazione di questa configurazione? Ho visto che tu e Gianpiero Majandi ve la intendete molto bene...

Gian Piero Matarazzo. La configurazione che vedi è nata….per telefono. Io e Gianpiero eravamo, come al solito, a parlare di tecnica quando gli raccontai di un dispositivo che mi aveva mostrato Richard H. Small durante una visita alla KEF, effettuata quando l’azienda era ancora a Maidstone, nel Kent. Small mi raccontò che per proseguire ed approfondire i suoi studi aveva realizzato una serie di filtri che emulavano l’andamento della risposta del woofer e del condotto e poi venivano miscelati insieme per ottenere la risposta di un bass reflex teorico.

E. F. Beh, non mi sembra nulla di particolarmente... Illuminante.

G.P.M. Si, ad una persona normale non dice molto, tanto più che Small non ne ha mai fatto mistero con tutti i tecnici ed i progettisti che all’epoca sono stati invitati in Kef. Insomma il suo bass reflex elettronico è sempre stato lì. Ma nessuno ha fatto i conti con la fantasia e la creatività di Majandi, che qualche mese dopo presentò al Top Audio un diffusore dall’estensione fuori dal comune, caratterizzato dalla presenza di due woofer di notevoli dimensioni in un volume tutto sommato abbastanza contenuto. Gianpiero aveva realizzato un diffusore multiamplificato configurato secondo questa metodologia per pilotare due distinti altoparlanti in quello che poi avremmo chiamato semplicemente Active Reflex.

E. F. Puoi spiegare ai nostri lettori in cosa consiste l’Active Reflex?

G.P.M. Se piloti un altoparlante con un filtro che ha la risposta di un woofer nel bass reflex e l’altro altoparlante con la risposta simile a quella di un condotto di accordo puoi ottenere una somma di emissioni che emula in tutto e per tutto quella di un bass reflex tradizionale. Il procedimento è apparso sin dall’inizio troppo semplice da descrivere ma estremamente difficile da far funzionare correttamente.

E. F. Quello che dici mi sembra un controsenso...

G.P.M. Si, ci siamo caduti anche noi….ma in effetti studiando tutto il modello sia dal punto di vista acustico che da quello meccanico mi sono accorto che occorre agire con una precisione notevole. In questo modo il volume di lavoro può essere estremamente ridotto così da migliorare decisamente l’escursione e la tenuta in potenza. L’errore iniziale è stato quello di attenerci rigidamente ai tipi di accordo studiati finora.

E. F. In che senso?

G.P.M. La teoria del bass reflex conduce ad una modalità operativa abbastanza rigida, visto che l’emissione del condotto è regolata dal volume di carico e dalle grandezze caratteristiche del woofer stesso. Muovendoci in ambito elettronico ho notato che molti vincoli e molti limiti legati alla meccanica del sistema potevano essere largamente superati e stravolti fino ad ottenere accordi quasi impossibili per un bass reflex, come lo smorzamento variabile, gli accordi a doppia pendenza e rendere possibili addirittura funzioni di trasferimento di ordine inferiore.

E. F. Ora che progetti avete?

G.P.M. Inutile negare che la configurazione ha suscitato un notevole interesse tra gli addetti ai lavori, tanto che abbiamo ricevuto offerte e proposte da diversi costruttori. La realizzazione molto particolare dell’Active Reflex deve essere comunque vista nell’ambito di tutto il progetto del diffusore e non soltanto nella sorprendente gamma bassa. Con questo tipo di costruzione estremamente compatta si possono concretizzate svariate tecniche di smorzamento delle risonanze e delle colorazioni interne al box, così come si può pensare ad una multiamplificazione interna estremamente sofisticata, sia come assegnazione del segnale elettrico che come controllo della potenza e dell’escursione. Abbiamo sul tavolo diverse opzioni da studiare e da porre in atto nel modello che presenteremo il prossimo anno in Germania. Anche l’impegnativo box è stato soggetto ad una rivisitazione nella costosa costruzione, tanto da consentire un abbattimento notevole dei costi di produzione che ricadrà ovviamente sul prezzo di vendita finale.

Pagina 3 - L'intervista a Gianpiero Majandi

E.F. Una delle cose che ho trovato più interessanti di questo progetto è che la realizzazione che, se ho capito bene, è completamente italiana, dagli altoparlanti al materiale per lo châssis.

Gianpiero Majandi. In realtà il diffusore è italiano al 99% perché i piedini smorzatori e i connettori sono prodotti in Germania. Tutto il resto invece è prodotto qui in Italia. Anzi, per la precisione, tutto qui vicino. Gli altoparlanti ad esempio sono Faital Pro, con progettazione e produzione rigorosamente italiane. Vengono prodotti a 30 km dal mio studio e conosco personalmente la persona che assembla gli altoparlanti. La Faital Pro è davvero preziosa: producono 5 milioni di altoparlanti l'anno ma riescono comunque a farci su specifiche i pochi pezzi che ci servono. Gli altoparlanti sono tre. Prima di tutto c'è il cuore dell'active reflex: due woofer con diametro da 12". L'unità medio-alti invece è composta da un coassiale, con woofer da 8" e driver a compressione con membrana anulare in polimero.

E.F. Come sarà l'aspetto del diffusore definitivo

G. M. Il prodotto che abbiamo mostrato all'Audiario, in alluminio pieno, è un prototipo che posso definire maturo ma anche in continua evoluzione e con l'adozione di alcune modifiche avrà un aspetto ancora più accattivante. L'alluminio pieno è un materiale unico ed ha quella rigidità strutturale di cui ho bisogno. Cambieranno solo alcune piccole cose, come il disegno della base che fungerà anche da "dima" in modo che, se appoggiato alla parete di fondo, lascerà esattamente lo spazio necessario al woofer posteriore per poter lavorare, perché bastano appena 2 centimetri. Ci sarà anche una leggera ma sostanziale modifica al pannello anteriore e una leggera diminuzione del peso complessivo. All'Audiario ogni diffusore pesava 85 kg mentre con alcuni affinamenti dovremmo arrivare a 80 kg per ogni diffusore. Approfitto anche per sottolineare che si tratta di un oggetto alto 120cm, con una "proiezione" a terra di un cubo di 48cm di lato. In questo senso l'ingegnerizzazione è molto importante per fare un oggetto antiribaltamento: sotto i piedi disaccoppianti ci sono pastiglie di teflon. Quando si supera una certa inclinazione, il diffusore si sposta lateralmente e non cade. Per installazioni critiche invece, come ad esempio sulle barche, è previsto il fissaggio direttamente a pavimento.

E.F. È possibile avere qualche informazione sul prezzo?

G. M. Al momento è difficile definire un costo. Posso dire però che il diffusore si posizionerà nella fascia alta del mercato. Il sistema sarà un "semi-passivo" e avrà anche tutta l'elettronica interna per l'elaborazione del segnale audio sulla gamma bassa. Anche l'ampli per la gamma bassa sarà integrato nel diffusore, come accade già per altri diffusori, come Avantgarde ad esempio. Inoltre ci sarà un'interfaccia per la regolazione dell'elettronica che permetterà l'adattamento a qualsiasi ambiente casalingo. È previsto anche un modello "Top" totalmente amplificato e provvisto anche di connessione wifi e bluetooth. Nel prezzo sarà compresa anche l'installazione in ambiente secondo le specifiche e le richieste del cliente.

E.F. Vuoi dire che ci sarà anche una personalizzazione? In cosa consiste?

G. M. La personalizzazione è di due tipi. La prima riguarda l'estetica. Il materiale, l'alluminio pieno, può essere anche verniciato. Saranno disponibili più finiture con l'unico limite di poter scegliere una verniciatura o un trattamento galvanico della superficie in tutti i colori possibili oppure la "classica" verniciatura a polveri. La personalizzazione della risposta parte dal "disegno" della gamma bassa. Per fare un esempio, il diffusore consente una risposta in frequenza tra 38 Hz e 25 kHz entro 3 dB ma nulla vieta di estendere la risposta in gamma bassa fino a 30 Hz, rinunciando a qualche dB.

E.F. Ci saranno altre possibilità di ascoltare il diffusore in pubblico?

G. M. Al momento l'unica data certa a cui stiamo lavorando è l'High End Show, in programma a Monaco di Baviera dal 15 al 18 maggio 2014. Se prima di Monaco ci saranno altre possibilità, sarai uno dei primi a saperlo. Al momento comunque i due prototipi sono in funzione nel mio studio a Milano. Quello che posso dirti però è che il focus principale sarà verso i mercati esteri.

E.F. Hai già pensato ad un marchio e ad un nome per questi diffusori?

G. M. La scelta del nome è stata già fatta ma, in attesa della registrazione, ti prego di non pubblicare ancora nulla. Oltre al nome dei diffusori che hai ascoltato all'Audiario ci sarà un vero e proprio marchio poiché sto già preparando altri due modelli che comporranno una vera e propria gamma. Ci sarà un modello più piccolo, con "cubi" da 24cm di lato, studiati per lavorare sia come desktop, sia su scaffale. Saranno basati sullo stesso driver coassiale e userò due woofer con diametro da 8" per la porzione più bassa dello spettro sonoro. Ci sarà anche un modello da pavimento ancora più grande, con un ingombro a terra di 43x43 cm, un'altezza di 135cm, unità medio-alti a tromba singola con driver a compressione coassiale e ben 4 woofer da 15" per la gamma bassa. Con questo diffusore l'obiettivo è di scendere a 30Hz con una pressione sonora di 130dB.

Per maggiori informazioni: info at studiomajandi.it - www.studiomajandi.it