
Las Vegas, Gennaio 2006. Dopo l'indigestione di LCD, Plasma e retroproiettori,
osservare per la prima volta uno schermo con tecnologia SED può essere
piuttosto pericoloso. Il rischio di dipendenza immediata è elevatissimo:
provare per credere. E ve lo dice chi ne segue l'evoluzione da più di due anni,
da quando furono presentati i primi prototipi al CEATEC di ottobre 2004.
Descrivere l'immagine di uno schermo con tecnologia SED è semplicissimo.
Immaginate un rapporto di contrasto quasi infinito, un livello del nero simile a
quello che ci può essere a 20.000 leghe sotto i mari, un angolo di visione pari
a 180° e tempi di risposta nell'ordine dei microsecondi.
Tutto perfetto allora? Più o meno. Le prima due incognite riguardano il
prezzo e la disponibilità, quest'ultima prevista per la metà del prossimo
anno. La terza incognita è riservata al mercato europeo ed è legata ad un
effetto collaterale della tecnologia utilizzata, simile a quella del buon caro,
vecchio TV a tubo catodico: lo sfarfallio.

Due immagini scattate al SEC con tempi di 1/60' (sinistra) e 1/125' (destra)
I tempi di risposta dei SED sono così elevati che lo sfarfallio di uno
schermo con questa nuova tecnologia potrebbe essere più percepibile rispetto ad
un TV Color tradizionale. Per i paesi come l'Europa con frequenza di scansione
di 50Hz potrebbe essere necessario ricorrere ad un aumento della frequenza fino
a 100 Hz.
Entro il prossimo marzo, in occasione del CeBIT che si terrà ad Hannover,
cercheremo di avere informazioni più precise su tutte e tre le incognite appena
sollevate.
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