
Mediaset si appresta a introdurre il suo servizio VOD dedicato ai film in 3D
su piattaforma digitale terrestre. Si partirà con un bouquet di circa 50 film e
l'offerta richiederà un nuovo decoder compatibile con il sistema Motive Bestv.
Questo perché la trasmissione dei contenuti in 3D non sarà "live",
ma basato sulla tecnologia Datacasting che prevede che i film vengano scaricati
"giorno e notte" sul decoder, per poi renderli disponibili al cliente
al momento della visione. In pratica il decoder diventa una sorta di PVR che
registra di continuo il flusso dati trasmesso dall'emittente televisiva (in
questo caso i film in 3D di Mediaset Premium).
Questa soluzione è stata scelta da Mediaset per aggirare il limite di
frequenze che non consentirebbe di trasmettere in diretta il flusso dati
necessario ai diversi film in 3D (quindi con flusso dati HD) previsti dal
bouquet. In pratica, Mediaset si comporta un po' come un provider, ma sfruttando
lo spazio dati libero all'interno del suo multiplex. Questa soluzione ci ricorda
quanto già proposto da Mediaset con il servizio "Premium On Demand" -
che richiede già uno specifico decoder - e non capiamo al momento perché il
nuovo servizio 3VOD richieda un ulteriore decoder.
Tra l'altro, questa soluzione denota in maniera evidente due grossi limiti
delle nostre infrastrutture: da una parte la mancanza di una capillare copertura
di una rete in fibra ottica che consentirebbe di offrire un servizio di qualità
in streaming web, dall'altra la scelta di adottare lo standard DVB-T in luogo al
DVB-T2 che consentirebbe di aumentare la banda disponibile a parità di
frequenze. Lo scenario che si apre è quindi piuttosto "ambiguo" e non
ci sorprenderebbe un eventuale intervento dell'anti-trust, se non a livello
nazionale, quanto meno a livello comunitario. Staremo a vedere....
Fonte: The Wall Street Journal |