Los Angeles, Settembre 2006. La Warner music ha siglato ieri un
accordo per condividere il proprio archivio di video musicali con YouTube, diventando la prima media company
a scendere a patti con un sito di questo tipo. Secondo l'accordo, gli utenti di YouTube avranno accesso completo ai
video dagli artisti Warner, mentre le due aziende guadagneranno soldi
ripartendo le entrate pubblicitarie che verranno pubblicate sul sito stesso.
L'alleanza tre le due compagnie rappresenta uno spostamento strategico per l'industria
musicale nei rapporti d'affari con YouTube, che per tanto
tempo è stato incolpato di permettere a milioni di utenti di
commerciare e "maneggiare" illegalmente musica e
contenuti infrangendo i diritti sul copyright, tanto che
appena la scorsa settimana la Universal Music, la più grande record
company del mondo, aveva minacciato di fare causa a YouTube.
“Autorizzando il consumatore all'utilizzo di mezzi come YouTube abbiamo
generato un dialogo bidirezionale che trasformerà per sempre l'intrattenimento" ha detto
Edgar Bronfman Jr., Chief Executive
della Warner. "La partnership con il gruppo Warner è una delle pietre
migliari per la nostra azienda e per la nostra Comunità" ha
aggiunto Chad Hurley, Chief Executive e co-fondatore di
YouTube che ha concluso: "Fornendo una nuova occasione di distribuzione, stiamo aprendo la strada affinchè le media companies sfruttino il potenziale finanziario
generato su YouTube".
La Warner Music ha lanciato un "brand
channel" dove gli utenti possono trovare video e contenuti progettati esclusivamente per YouTube.
La prova generale di questo servizio verrà testata per la promozione di "Paris", l'album
del debutto di
Paris Hilton. L'affare siglato Domenica scorsa coinciderà con il rilascio da
parte di YouTube di nuova tecnologia in grado di filtrare i contenuti,
sia per consentire di determinare i diritti d'utore per gli artisti, sia
per permettere a YouTube di rimuovere le clip create dagli
utenti e basate sul materiale della Warner che l'azienda può ritenere
offensiva.
Per maggiori informazioni : www.youtube.com
Fonte: Financial Times
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