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Netflix rimuove circa 1800 titoli
Nicola Zucchini Buriani - 03/05/2013, 10:10
“Il popolare portale di streaming VOD statunitense ha aggiornato in questi giorni il proprio catalogo, eliminando moltissimi titoli a causa di questioni legate ai diritti”

Lo scorso 1 Maggio, Netflix - il più noto e utilizzato tra i servizi di streaming VOD, seppur non ancora disponibile in Italia -  è intervenuto sul proprio catalogo eliminando circa 1800 titoli precedentemente disponibili. Tra quelli degni di menzione si possono citare alcuni film classici di James Bond (come Goldfinger), le 15 stagioni di South Park e diversi film classici di Warner Bros. L'eliminazione è dovuta al lancio di Archive Instant, un servizio in streaming di proprietà della stessa Warner (accessibile previo il pagamento di un canone di 10 dollari al mese), finalizzato proprio alla visione di contenuti rari e di difficile reperimento, i cui diritti appartengono ovviamente alla major statunitense (anche se la major ha, ad onor del vero, negato ufficialmente che via sia un nesso).

Netflix ha rilasciato un comunicato ufficiale per esprimere la propria posizione sul punto: ”La maggior parte dei titoli rimossi mercoledì sono vecchi classici che erano stati inseriti tramite gli accordi con Epix (trattasi di un canale via cavo a pagamento, n.d.r.). Recentemente abbiamo aggiunto molti titoli recenti, come ParaNorman (Universal), Hunger Games (Epix), Safe (Epix) e Bachelorette (Weinstein). Domani aggiungeremo anche Mission Impossible: 2, oltre a molti altri titoli”.

Secondo il sito InstaWatcher, che raccoglie i titoli aggiunti e rimossi da Netflix, la rimozione dei numerosissimi titoli di catalogo è dovuto alla scadenza degli accordi con major come MGM, Warner Bros. e Universal. Pur non essendo ancora un servizio accessibile dall'Italia (almeno ufficialmente), la questione legata alla gestione dei diritti appare ancora una volta centrale: da una parte abbiamo il web come simbolo dell'abbattimento delle barriere territoriali, dall'altra norme commerciali e legislazioni sui diritti che rimangono ancora ancorate ad anacronistiche protezioni territoriali, con i fornitori di servizi spesso costretti a negoziare l'acquisizione dei diritti nazione per nazione. Questo comporta notevoli ritardi, oppure addirittura l'impossibilità di accedere ai servizi da parte degli utenti, solo perché residenti in Italia, in Germania o in Giappone, piuttosto che negli Stati Uniti (o viceversa). Per non parlare poi dei singoli accordi con i detentori dei diritti, a colpi di esclusive, che rischiano di frammentare l'offerta, costringendo gli utenti a sottoscrivere abbonamenti diversi per poter usufruire di uno specifico catalogo di film o seguire una serie televisiva.

Ora, lungi da noi immaginare una gestione dei contenuti in streaming in regime di monopolio, con un unico portale di servizi detentore esclusivo di tutti i diritti, ma piuttosto una sana concorrenza in grado di poter acquisire i diritti con regole e costi chiari per tutti. Poi sarà ad ognuno di noi decidere liberamente se sottoscrivere un abbonamento con Netflix, piuttosto che Hulu o Vudu, Cubovision, Chili o Premium Play (per citare anche piattaforme disponibili in Italia) sulla base della qualità dei servizi o specifiche scelte editoriali. Non solo le limitazioni territoriali andrebbero superate quanto prima, ma anche la questione degli accordi sui diritti merita una riflessione: possibile che un abbonato a Netflix si ritrovi da un giorno all'altro con 1.800 titoli di catalogo in meno e che nessuno possa farci nulla? (se non magari decidere di non rinnovare l'abbonamento il mese successivo?) 

Per maggiori informazioni: notizia su CBC News

Fonte: CBC News