
Non sappiamo ancora ufficialmente in quante e quali sale italiane
proietteranno il nuovo "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato" di Peter
Jackson in HFR 3D a 48 fps ma, per molti di noi appassionati, la curiosità è
tanta e non priva di "timori". Rispondendo a tre domande, Peter
Jackson spiega le motivazioni che lo hanno portato a questa storica
decisione:
Perché hai girato la trilogia dello Hobbit utilizzando il formato HFR (High Frame Rate), ovvero una frequenza di fotogrammi al secondo maggiore?
Viviamo in un'era digitale che corre rapidamente. Vengono costantemente sviluppate tecnologie che arricchiscono e migliorano
l'esperienza cinematografica. Le riprese in HFR, per un film mainstream, sono diventate possibili solo da uno o due
anni e viviamo in un'epoca in cui l’intrattenimento domestico sta facendo passi da gigante. Ho iniziato a girare i film dello Hobbit in HFR perché volevo che il pubblico potesse sperimentare quanto
possa essere coinvolgente l'esperienza cinematografica.
Qual è la storia della frequenza dei fotogrammi al secondo, e perché secondo te è giunto il momento di aumentarli?
I film muti venivano girati a 16, 18 fotogrammi al secondo con cineprese a mano. Nel 1927, quando arrivò il suono, l’industria aveva bisogno di una velocità di ripresa costante e motorizzata. La pellicola 35mm è molto costosa, quindi serviva che la ripresa fosse più lenta possibile, ma le prime colonne sonore ottiche richiedevano una velocità minima affinché vi fosse un suono fedele. Si decise per i 24 fotogrammi al secondo, che divennero uno standard dell’industria per oltre 80 anni. I cinema in tutto il mondo installarono proiettori meccanici in grado di proiettare solo alla velocità di 24 fotogrammi al secondo. Questo numero fu una scelta commerciale – la velocità meno costosa che desse una qualità media – ma produce
artefatti di movimento, come sfarfallii, motion blur e tremolii.
Ora, nell’era digitale, non c'è più motivo di limitarsi ai 24 fotogrammi al secondo. Non potevamo farlo nel 1927. La scienza ci spiega che
l'occhio umano smette di vedere delle singole immagini intorno ai 55 fotogrammi al secondo. Quindi, girare a 48 fotogrammi al secondo fa
sì che ci si avvicini molto all'illusione della vita reale. Il motion blur ridotto per ogni fotogramma migliora la nitidezza e fornisce al film un look come se fosse stato girato in 65mm o in IMAX. Uno dei vantaggi maggiori, in effetti, è che il nostro occhio vede il doppio delle immagini ogni secondo, dando una meravigliosa qualità immersiva al film. Il 3D diventa quindi molto meno fastidioso, gli occhi si affaticano meno.
Gran parte dei motivi per cui al pubblico non piace il 3D è dovuto al fatto che l’occhio è costretto a compensare un mucchio di sfarfallii, sfocature e tremolii. Tutto questo sparisce con
l’HFR 3D.
Dopo aver girato il film in HFR, che giudizi ne trai?
Penso che l'HFR sia favoloso. Come regista, cerco di rendere i miei film coinvolgenti. Voglio
accompagnare il pubblico fuori dalla poltrona e catapultarlo nel mezzo dell’avventura. Questa è
l'esperienza che spero di offrire agli spettatori, a prescindere dal formato in cui
verrà proiettato il mio film. Personalmente preferisco vedere Lo Hobbit - un viaggio
inaspettato in HFR 3D, ma posso assicurarvi che ciascun formato vi regalerà un'esperienza incredibilmente
coinvolgente.
L’HFR 3D è "diverso". Vi sembrerà diverso dai film che siete abituati a vedere, proprio come i CD
furono diversi dai dischi in vinile. Viviamo in un’era dove i cinema devono competere con gli iPad e i
sistemi di intrattenimento casalingo. Ritengo sia necessario che i registi inizino a utilizzare le
moderne tecnologie per incrementare l'esperienza di coinvolgimento e
spettacolarità che il cinema dovrebbe assicurare. E’ un momento fantastico per andare al cinema.
Di seguito il link al post pubblicato da Peter Jackson sulla sua pagina
Facebook in lingua originale: Q&A
on HFR 3D
Fonte: SlashFilm |