
Grazie alla preziosa collaborazione di uno dei più importanti distributori
cinematografici operanti in Italia (per ovvi motivi di delicatezza del momento,
preferiamo proteggerne l'anonimato) siamo riusciti ad entrare in possesso della
lista completa ed aggiornata delle sale 3D in Italia con relative tecnologie di
occhialini in uso. E non mancano le sorprese, specialmente per tutti coloro che
sono stati portati a pensare che dietro all'intervento del Ministero della
Salute di questi giorni, possa esserci un complotto e un disegno politico
d'interesse (leggi favorire RealD).
Allo stato attuale (potrebbe esserci uno scarto del 1% dovuto ad
aggiornamenti degli ultimi giorni) le sale digitali 3D in Italia sono 547 e di
queste poco più di 120 utilizzano la tecnologia di proiezione polarizzata con
occhialini RealD. Questo significa che appena il 23% delle sale 3D in Italia
utilizza una tecnologia di proiezione in grado di utilizzare da subito gli
occhialini "usa e getta" (RealD e MasterImage), contro il 77% (suddiviso tra Dolby 3D e XpanD) che sarebbero costrette a chiudere e/o convertire le proprie sale
nel caso in cui la circolare del Ministero della Salute dovesse tradursi in un
provvedimento restrittivo.
Inoltre, è interessante notare come non sia assolutamente vero che il
circuito "The Space Cinema" - nato dall'accorpamento dei multisala
Warner Village / Medusa - privilegi l'uso della tecnologia RealD, visto che la
maggior parte degli ormai ex cinema Medusa utilizza invece occhialini Dolby 3D
(che non possono essere monouso). Insomma, il disegno politico d'interesse
stavolta non sembra proprio prefigurabile. La questione dell'imposizione degli
occhialini monouso nei cinema italiani sarebbe quindi un grave danno per tutto
il comparto cinematografico italiano, nonché una beffa per tutti gli
appassionati che vedrebbero preclusa la possibilità di fruire degli spettacoli
in 3D con tecnologie più avanzate (nonché migliori) dei semplici occhialini
polarizzati.
Ribadiamo quindi ancora una volta che sarebbe corretto imporre norme
igieniche e di pulizia ferree agli esercenti, con relativa applicazione di
sanzioni esemplari nel caso qualcuno non le rispettasse, ma non vietare l'uso di
tecnologie riconosciute come valide in tutto il mondo, solo perché non
disponibili in versione monouso. Speriamo davvero che l'ANEC e tutte le
associazioni coinvolte sappiano farsi sentire presso il Ministero della Salute
per quanto riguarda la questione "igienica". Molto più delicata
rimane la questione del divieto ai minori di 6 anni: non siamo oftalmologi ed
è quindi giusto che sia la comunità scientifica ad esprimersi in tal senso. Ma
servono ricerche serie, attendibili e inconfutabili perché è vero che la
tutela della salute dei cittadini deve essere una priorità, ma l'allarmismo
infondato sarebbe altrettanto grave con conseguenti ripercussioni su tutto il
settore cinematografico...e non solo (vi immaginate i film in Blu-ray 3D con un
bel bollino "vietato ai minori di 6 anni", se non addirittura 14
anni?).
Fonte: Redazione |