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Occhiali 3D: l'industria reagisce!
Gian Luca Di Felice - 19/03/2010, 15:36
“Stamane, alla presenza di tutti i più importanti attori del mondo cinematografico, è stata indetta una conferenza stampa per chiarire la posizione dell'industria cinematografica in merito alla questione degli occhiali 3D in Italia”

Questa mattina il Presidente dell'ANEC Paolo Protti è stato molto chiaro nel definire tutta la polemica di questi ultimi giorni legata alla questione degli occhialini 3D "una montatura orribile", giocando sul doppio senso del termine montatura. La "bomba" occhiali 3D, ha aggiunto poi lo stesso Protti, è sostanzialmente frutto di una campagna di disinformazione che ha gettato gli appassionati e tutto il comparto cinematografico nella confusione. Il tutto sulla base di un'allarmistica denuncia di una associazione dei consumatori (Codacons, n.d.r.) che, anche sfruttando l'emotività mediaticamente alimentata da un caso non accertato, non documentato e per certi aspetti, piuttosto originale, si appella al Ministero della Salute per imporre, senza alcuna ricognizione scientifica, una serie di stringenti divieti che renderebbero praticamente impossibile l'uso degli occhiali 3D (addirittura fino ai 14 anni, n.d.r.)." 

Durante la conferenza sono intervenuti autorevoli esperti di oftalmologia - il Prof Corrado Balacco Gabrieli, ordinario di oftalmologia e direttore del Dipartimento di Oftalmologia dell'Università di Roma "Sapienza" e la Prof.ssa Elena Pacella, responsabile del Pronto Soccorso Oculistico del Policlinico Umberto I di Roma che hanno confermato quanto la visione in 3D a qualsiasi età non possa provocare alcun tipo di danno alla vista: "Le lenti per il 3D possono essere usate più volte senza nessun problema. I rarissimi casi di disagio, cefalee e lievi vertigini, sono dovuti a problemi di natura refrattiva già esistenti nel soggetto e non adeguatamente corretti . Gli occhiali per il 3D possono rappresentare in questi casi una spia per indurre chi li utilizza a correggere il proprio difetto di refrazione".

Per quanto riguarda la pulizia degli occhiali e quindi la non necessità di ricorrere forzatamente all'uso di occhialini usa e getta i due accademici hanno spiegato che "gli occhiali per il 3D vanno disinfettati , e per questo sono sufficienti gli accorgimenti messi in atto dai cinema. E’ sufficiente l’amuchina o la clorexidina, con cui sono imbevute anche le salviette distribuite dagli esercenti. La sterilizzazione è necessaria per i ferri chirurgici , ma non per gli occhiali 3D, che non possono essere accusati di essere portatori di infezione”.

“Assurda” viene definita la situazione italiana anche da Carlo Bernaschi (ANEM) e Richard Borg (ANICA) sottolinea gli effetti devastanti della campagna diffamatoria : "Si stanno verificando reazioni sproporzionate dovute alla disinformazione, con molte persone che ormai sono preoccupate ad entrare in sala. I sistemi di proiezione in 3D sono tutti di alta qualità e nessuno di essi ha difetti ottici . Siamo di fronte ad una tecnologia usata in tutto il mondo e nessun altra nazione ha fatto degli occhiali un problema”. Solo in Italia, infatti, quindici milioni di spettatori hanno visto film in 3D tra il 2009 e il 2010.

"Lo scenario, come ha ribadito lo stesso Protti, è confuso, ma l’esercizio cinematografico non si ferma : “dobbiamo continuare sebbene sia indegno lavorare con incertezza e rischio di diffamazione. Se non troveremo chiarezza, ricorreremo a forme di protesta coinvolgendo il pubblico, la nostra più grande forza in questo momento". A una nostra domanda in merito alle tante inesattezza pubblicate sul documento del Consiglio Superiore di Sanità (vedi news) e le possibili misure di tutela lo stesso Protti - visibilmente contrariato che un organismo autorevole come il CSS abbia potuto riportare tante inesattezze tecniche (una su tutte l'asserzione dell'uso di due proiettori e del problema del corretto allineamento degli stessi!!!??? n.d.r.) ci ha riposto che se la situazione non rientrerà sono pronti a fare ricorso al TAR e hanno già chiesto un incontro urgente con il Ministro della Sanità.

Nel frattempo gli esercenti sono fortemente preoccupati, ritrovandosi a dover lavorare con l'ansia di vedersi piombare i NAS nelle sale, ma hanno ribadito a gran voce di volere la tutela degli spettatori, ma anche di voler essere uguali agli altri paesi e che tutti possano divertirsi in modo sano. Noi di AV Magazine continueremo a vigilare su una situazione che riteniamo assurda sperando che tra qualche giorno si possa tornare magari a discutere di "Il 3D mi piace, non mi piace", senza tirare in ballo tesi sensazionalistiche!

Fonte: Redazione