AV Magazine - Logo
Stampa
 
La Grande Arte al Cinema nuova stagione 2018
Riccardo Riondino - 23/07/2018, 13:49
“La rassegna cinematografica dedicata ai più importanti artisti mondiali ripartirà con quattro nuovi appuntamenti, che porteranno a conoscere la vita e le opere di Dalí, la Vienna del 1918 dove si spengono Egon Schiele e Gustav Klimt, l'ossessione di Monet per i fiori esotici e i paradossi della Street Art nella drammatica realtà palestinese”

- click per ingrandire -

Sono stati 650.000 gli spettatori che, nella passata stagione, hanno riempito 350 cinema italiani per assistere agli eventi della Grande Arte al Cinema. Un appuntamento ormai fisso che si propone di far vivere sul grande schermo tutta la ricchezza delle mostre, dei musei e degli artisti più importanti del mondo.

Sarà proprio con uno dei più fantasiosi, irruenti e imprevedibili del ‘900 che si aprirà la nuova stagione, celebrando l’anniversario dei 30 anni dalla morte di Salvador Dalí (1904-1989) che cadrà all’inizio del 2019. Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità, il film evento in programma il 24, 25, 26 settembre, propone un viaggio esaustivo attraverso la vita e l'opera di Salvador Dalí, nonché di Gala, sua musa e collaboratrice.

Un percorso che va dal 1929, anno cruciale in cui Dalí si unisce al surrealismo e incontra Gala, fino alla morte, attraversando tutte le geografie dell’artista: Portlligat (l’officina casalinga), Figueres (città natale dove crea il museo-teatro Dalí ), Púbol (dove si trova il castello in cui passa gli ultimi anni della sua vita), ma anche le grandi città come Parigi e New York. Immagini e documenti, alcuni dei quali inediti, ci avvicineranno al pittore che ha fatto di se stesso una straordinaria ed eccentrica opera d’arte capace di assicurargli un posto nel mito.

Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità è prodotto dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí e realizzato da DocDoc Films.


- click per ingrandire -

Dal 22 al 24 ottobre sarà invece il momento di spostarci nel cuore della Mitteleuropa, la Vienna del 1918, dove un’epoca dorata è ormai al tramonto. Klimt & Schiele. Eros e Psiche si apre infatti nella notte del 31 ottobre quando muore Egon Schiele, una delle 20 milioni di vittime dell’influenza spagnola. L'artista si spegne nella sua casa guardando in faccia il male invisibile, come solo lui sa fare: dipingendolo. Ha 28 anni e solo pochi mesi prima il salone principale del palazzo della Secessione si è aperto alle sue opere: 19 oli e 29 disegni. Quasi nello stesso periodo è morto anche il suo maestro e amico Gustav Klimt, che dall’inizio del secolo aveva rivoluzionato il sentimento dell’arte, fondando un nuovo gruppo: la Secessione.

Oggi i loro capolavori attirano visitatori da tutto il mondo, a Vienna come alla Neue Galerie di New York, ma sono anche diventati immagini pop che accompagnano la nostra vita quotidiana su poster, cartoline e calendari. A distanza di un secolo, le opere di questi artisti visionari – tra Jugendstil e Espressionismo – tornano protagoniste assolute nella capitale austriaca, insieme a quelle del designer e pittore Koloman Moser e dell’architetto Otto Wagner, anche loro morti a Vienna nel 1918.

Prendendo spunto da alcune delle tante mostre che stanno per aprirsi in occasione del centenario, il film ci guida tra le sale dell’Albertina, del Belvedere, del Kunsthistorisches, del Leopold, del Freud e del Wien Museum, ripercorrendo quella straordinaria stagione: un momento magico per arte, letteratura e musica, in cui circolano nuove idee, Freud scopre i moti della psiche e le donne cominciano a rivendicare la loro indipendenza. Un’età che svela gli abissi dell’Io in cui ci specchiamo ancora oggi.

Klimt & Schiele. Eros e Psiche è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital.


- click per ingrandire -

Il 26, 27 e 28 novembre ci sposteremo nella Francia di Giverny con Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce, che narra la storia della nascita di una delle più grandi opere d’arte del ‘900, anzi di 300 capolavori che hanno rivoluzionato l’arte successiva. Il racconto di una passione viscerale che diventerà una vera ossessione e dell’uomo che da questa ossessione si è lasciato divorare: Claude Monet. La dimora di Giverny è la villa più costosa della zona ma le manca ancora qualcosa. Appena trasferitovisi, Monet infatti decide immediatamente di mettersi al lavoro: desidera creare un giardino “per il piacere degli occhi” ma si accorge presto che questa meravigliosa tavolozza naturale può offrirgli innumerevoli soggetti per la sua pittura.

È così che, attirandosi le ire dei suoi confinanti, sradica gli alberi da frutto, distrugge l’orto e inizia a creare il suo" atelier en-plein-air". Nel sud della Francia sorge ancora lo storico vivaio Latour-Marliac, presso il quale Monet acquista quei fiori esotici dei quali si è innamorato all’esposizione universale di Parigi del 1889. 6 bulbi di ninfee: quattro gialle e due bianche. Pur tra mille difficoltà, nel 1895 Monet piazza il cavalletto sulla riva del lago. È da queste prime pennellate che nasce il film evento che racconta l’amore e l’ossessione di Monet per le sue ninfee attraversando il giardino e la casa dell’artista a Giverny, ma anche il Musée D’Orsay, l’Orangerie e il Marmottan di Parigi, la grande mostra del Vittoriano di Roma.
Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce è prodotto da Ballandi Arts e Nexo Digital.


- click per ingrandire -

Dopo il successo riscosso al Tribeca Film Festival, l’11 e 12 dicembre arriverà infine al cinema L’uomo che rubò Banksy diretto da Marco Proserpio. Narrato da Iggy Pop, il film evento sull’artista e writer inglese considerato uno dei maggiori esponenti della Street Art racconta di arte, culture in conflitto, identità e mercato nero. Il film inizia mostrando la percezione dei palestinesi sul più importante artista di strada dei nostri tempi, ma si trasforma presto nella scoperta di un vasto mercato nero di muri e dipinti rubati nelle strade di tutto il mondo.

Culture che si incontrano e si scontrano di fronte a una situazione politica insostenibile, ma anche il dibattito in corso sulla commercializzazione o conservazione della Street Art. Non è una singola storia, ma molte storie. Un docu film per capire cosa ha portato le opere d’arte di Banksy da Betlemme a una casa d’aste occidentale, insieme al muro su cui sono state dipinte.

La Grande Arte al Cinema è un progetto originale esclusivo di Nexo Digital. Per la stagione 2018 è distribuito con i media partner Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it.

Fonte: Ufficio stampa Nexo Digital