
L’autore è lì, in mezzo a loro: L’Aquila, Tendopoli di Collemaggio . Ragazzi
senza più progetti, ragazzi senza più sogni…in cerca di una soluzione. La
soluzione è il sogno, giocato sulle trasparenze di un film che narra il
terremoto materiale attraverso l’inquietudine individuale.
Gli autori sono protagonisti, i protagonisti diventano supervisori consapevoli
della produzione del film.
Un film a tratti mostrato attraverso lo schermo del computer in fase di
montaggio...il “making of” diviene parte integrante di una narrazione ad
incastro in cui a tratti diventa difficile distinguere tra persone e personaggi.
Un film fatto di voci e rumori: un padre al telefono spiega alla propria
figliola la necessità di mettersi in fila per accaparrarsi una tenda, lo
sciacquone del sebach a scandire i silenzi del campo, una chitarra stretta con
forza come unico legame col passato, i dialoghi stanchi degli sfollati senza
orari di riferimento, una lite tra “confinanti confinati “ dietro le aste di una
recinzione, interviste macinate in una catena di montaggio locale ed
internazionale che vuole mostrare gli aspetti più cruenti della tragedia… in
sottofondo il rombo dell’elica di un elicottero che vigila e controlla. E la
narrazione di una giovane donna viene interrotta bruscamente… non è possibile
sentire, non è possibile parlare. Gli elicotteri volano a bassa quota,c’è il G8.
Una narrazione a capitoli, che capitola dinanzi all’unica dolorosa evidenza:
“Noi siamo i loro attori,tutti ci guardano ma noi non ci vediamo più”.
Un film con rappresentazioni simboliche difficilmente comprensibili da
sensibilità non coinvolte nelle tragedia tenta così di internazionalizzare il
suo messaggio d’amore per la scoperta di una situazione sublimabile, in cui la
polemica è solo impercettibilmente sfiorata.
Situazioni di “educazione pubblica” alla rianimazione di un manichino
incidentato divengono stimolo per riproduzioni pseudo-teatrali. Dei ragazzi si
cimentano come attori perché “facendo teatro riesci ad essere molto più sicuro
di te stesso”.
Narrazione originale, regista brillante, ritmi meditativi che consentono allo
spettatore di elaborare ogni singola sequenza densa di significativi guizzi
creativi, parallelismi e allegorie fortemente caratterizzati. Frequenti le
transizioni da scene spente a contrasti sparati, il bianco colore coprotagonista
di un’epopea catartica del cuore.
Noi siamo quei ragazzi che cercano risposte e soluzioni, noi siamo quei ragazzi
che tentano di fissare passato e futuro alla parete di una tenda, con una
fotografia e un pezzo di scotch.
Noi siamo quei ragazzi che cercano sollievo alla disperazione guardando al blu
del cielo, per non essere soffocati dalla polvere delle macerie terrestri.
Noi siamo tutti qui ancora sospesi..into the blue.
Il film, all’interno della rassegna Cineramnia, sarà proiettato questa sera per
l’ultima volta alle ore 22.00 al Cinema Movieplex di L’Aquila e andrà in scena
contemporaneamente anche a Teramo, in una proiezione gratuita alle ore 21.30
presso il Parco Fluviale e a seguire vi sarà l’incontro con il regista Emiliano
Dante ed il produttore Marco Lombardi.
Per maggiori informazioni:
www.cineramnia.it
|