In questi giorni a Roma si stanno celebrando le Giornate Professionali del
Cinema. Tanti gli ospiti presenti e tante le novità emerse nel corso di
conferenze e anteprime. Uno degli ospiti che ha monopolizzato l'evento è stato
Roberto Benigni, giunto per promuovere il suo ultimo lavoro La tigre e
la neve, in uscita nelle sale italiane il prossimo 14 ottobre. Il film,
prodotto dalla Melampo e distribuito dalla 01, narrerà le vicende
del poeta Attilio De Giovanni (Roberto Benigni), innamorato non
corrisposto della bella Vittoria (Nicoletta Braschi). E sarà proprio per
amore (e per l'esuberanza di Attilio) che i protagonisti si ritroveranno in
Iraq, all'inizio del conflitto tra le forze del regime di Saddam Hussein e le
truppe anglo-americane.

Un altro successo come "La vita è bella"?
Il comico toscano, descrivendo il suo film, ha parlato della crisi del cinema
italiano, e ha lanciato qualche frecciatina sulle ultime polemiche politiche.
"Questo è un film che fa innamorare talmente tanto che se lo vede Calderoli va a
finire che, quando esce dal cinema, bisogna castrarlo." Quindi si è rivolto
agli esercenti italiani presenti in sala. "E' da tantissimo tempo che non
avevo un palco tutto per me. Ho un entusiasmo dentro che mi squaderna tutte le
sensazioni dell'anima e del corpo. Questo film è un messaggio d'amore: c'è
tutto, vita, morte, guerra, pace, barbabietole, esercenti, pure la 01.
Ma il
messaggio più potente e più alto è quello che fa venire voglia di andare al
cinema. Perché il cinema è fatto di due cose: lo schermo e le sedie. E bisogna
riempirle tutte e due. Dobbiamo tornare al periodo in cui si facevano i grandi
bei film - ha proseguito - quelli che vedevo da bambino, quando sognavo
di diventare un esercente, che è il mestiere più bello del mondo perché possono
vedere tutti i film che si vuole. Per riuscirci da bambino ho cercato di farmi
amico il figlio del proprietario del cinema del mio paese. Ma non ce l'ho fatta
e non avendo i soldi per il biglietto mi sono adattato. Il primo film che ho
visto è stato Ben Hur, ma ero dietro lo schermo e si vedeva la scritta del film
al contrario. Per me resterà sempre Ruh Neb".

Da sinistra a destra: Alena Seredova, Massimo Boldi, Cristiana
Capotondi
Danny De Vito sul set di "Christmas in love"
Presente anche il produttore Aurelio De Laurentiis con tutti i suoi
"gioielli": Christian De Sica, Carlo Verdone, Silvio Muccino
e Giovanni Veronesi. Tante le novità anticipate. Si parte con
l'annuncio dell'inizio delle riprese del nuovo film natalizio Natale a Miami,
che vedrà protagonisti ancora una volta (nonostante le polemiche) Christian
De Sica e Massimo Boldi, diretti nuovamente da Neri Parenti.
Niente di nuovo quindi? In effetti no. Singolare la scelta pubblicitaria che
sarà adottata per il film. La lavorazione sarà seguita e trasmessa, dalle prime
fasi fino all'uscita nelle sale, dall'emittente televisiva MTV, ricalcando un
po' quello che Peter Jackson ha fatto in questi mesi con il web per il
suo King Kong.

Carlo Verdone e Silvio Muccino nel recente "Manuale d'amore"
C'è spazio anche per i nuovi film di Verdone, Muccino e
Veronesi, legati tra loro in modo molto particolare. Punto cardine è il
giovane attore romano che reciterà in Tutto e subito, diretto da
Giovanni Veronesi, e in Il mio miglior nemico, film diretto e
interpretato da Carlo Verdone. In entrambi i film Silvio Muccino
figurerà anche come sceneggiatore.
L'ultima chicca De Laurentiis la riserva per il film Io uccido,
tratto dall'omonimo best-sellers di Giorgio Faletti. Il produttore
italiano ha infatti comunicato che la pellicola sarà sceneggiata da Davide
Ferrario, regista e sceneggiatore di diversi film tra cui Dopo mezzanotte
(girato in HD - Sony CineAlta). La macchina da presa sarà invece affidata
all'australiano Bruce Beresford, regista di A spasso con Daisy,
film vincitore nel 1989 di quattro Oscar (tra cui Miglior film, Migliore attrice
protagonista - Jessica Tandy -, Migliore sceneggiatura) su ben nove
nomination.

La locandina di "A spasso con Daisy"
L'ultima notizia la riserviamo al progetto presentato da Lionello Cerri
(produttore) e Enzo Monteleone (regista, El Alamein - La linea del
fuoco). Il film narrerà il rapimento della giornalista italiana del
Manifesto Giuliana Sgrena, liberata il 4 marzo, dopo 28 giorni di prigionia,
grazie all'operazione dei servizi segreti italiani culminata con l'uccisione di
Nicola Calipari, morto sotto il fuoco americano. "Della mia storia si è detto
e scritto molto - ha detto la Sgrena, presente alla conferenza con il
compagno Pier Scolari - ma ci sono aspetti di quello che ho vissuto
nei 28 giorni della mia prigionia completamente sconosciuti. Saranno questi i
momenti sui quali ci soffermeremo nel film." La giornalista e il suo
compagno Scolari collaboreranno alla stesura della sceneggiatura,
basandosi sul libro che la Sgrena sta ultimando di scrivere in questo
momento e che sarà pubblicato dalla Feltrinelli.
Gli intervistati si sono sbilanciati anche sulla tipologia di film,
descrivendo come la vicenda reale sarà inserita nella sceneggiatura.
"Probabilmente la strada sarà quella di renderla attraverso i racconti dei
rapitori che vedono la televisione e raccontano a Giuliana quello che accade nel
suo Paese" dice Pier Scolari, soffermandosi anche sulla possibile
accoglienza che gli americani dedicheranno alla pellicola.
"Probabilmente non piacerà il finale, ma non è detto che non possano
apprezzare il progetto.". Nessuna comunicazione ancora sull'attrice che
interpreterà la giornalista.
|