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AVcinema - Sanctum 3D
Alessio Tambone - 15/02/2011, 10:25
“James Cameron produce e orchestra nei minimi dettagli il film sottomarino diretto da John Garvin. Un grande esercizio di stile per il 3D e gli studi per le prossime produzioni”

Dall'11 Febbraio Eagle Pictures distribuisce nelle sale italiane Sanctum 3D, film prodotto da James Cameron il cui nome in locandina ha una dimensione non casuale. Il film racconta di una squadra di speleologi che esplorano alcune caverne sottomarine di difficile accesso. A causa di una tempesta tropicale, il team sarà costretto a cercare rifugio in una di queste grotte molto in profondità. Oltre alle difficoltà naturali si aggiungeranno chiaramente difficoltà psicologiche dovute alla convivenza forzata di più persone in una situazione claustrofobica di pericolo e panico.

Prima del giudizio facciamo qualche considerazione. James Cameron, produttore esecutivo del film, è attualmente impegnato nella pre-produzione dei sequel di Avatar. Sequel che a quanto pare si svolgeranno in buona parte sotto il livello del mare. Altro produttore è Andrew Wight, grande amico e collaboratore di Cameron, un produttore con la passione dell'esplorazione di grotte sottomarine che nel 1988 a causa di un collasso dovuto ad una tempesta, è rimasto intrappolato in un sistema di grotte situato sul fondale del Nullarbor Plain, in Australia.

I due amici, che hanno lavorato insieme anche in tutti i progetti sottomarini di Cameron (da Aliens of the Deep a Ghosts of the Abyss), hanno chiamato un regista quasi esordiente: Alister Grierson, giovane filmmaker che nel 2006 - appena uscito dalla scuola di cinema - ha realizzato Kokoda, vera storia di un plotone di soldati sperduti nella giungla della Nuova Guinea durante una battaglia della seconda guerra mondiale. Film accolto molto bene dalla critica e dal pubblico, non distribuito in Italia.

Il regista, con evidente poca voce in capitolo, ha preso il pacchetto chiavi in mano: sceneggiatura pronta (ancora Wight - testimone vivente di esperienze del genere - con l'esordiente John Garvin, anche lui esploratore subacqueo), film da girare obbligatoriamente in 3D, una produzione solida alle spalle e tutta la tecnologia stereoscopica ideata da dal regista di Titanic e i suoi collaboratori per girare Avatar: l'ottimo Cameron/Pace Fusion 3D Camera System, con qualche novità sperimentale (un nuovo sistema di attacco delle macchine da presa che permette di modificare la distanza degli obiettivi fino al valore zero, controllando naturalmente in modo dinamico la convergenza di qualsiasi inquadratura). Incluso nel pacchetto c'era anche il veterano supervisore alla stereoscopia Chuck Comisky, già coinvolto (sorpresa?) in tutti i film appena citati.

Con tutte queste premesse è facile trarre le considerazioni finali: Sanctum 3D è stato un grande banco di prova per le idee e gli esperimenti che frullano nella testa di Cameron per i prossimi Avatar, idee che tra l'altro, con la distribuzione in sala del film, frutteranno un minimo di ritorno economico. In fondo, dicevamo all'inizio dell'articolo, a volte basta semplicemente un nome in locandina.

Prova evidente dello scopo del film è la sceneggiatura. Uno script ridotto all'osso, stracolmo di stereotipi e scritto veramente con i piedi (del resto non ci sono sceneggiatori esperti nel team di lavorazione). Sanctum 3D è un film girato da un regista che ha dichiarato: “C’era solo un problema: se facevamo inquadrature che non sembravano funzionare bene in 3D . In quel caso, cambiavamo le lenti e la posizione della macchina da presa, o facevamo un’altra scelta. Ho tentato di mollare il 3D, girare bene in 2D dovrebbe essere cinetico, e si utilizza comunque lo spazio. Lo spazio va creato. Io mi sono concentrato per raccontare la storia nel miglior modo possibile con le risorse che avevo, lasciando che il 3D venisse gestito dai professionisti.

Già, il 3D. E' la stereoscopia la cosa che più funziona nel film (e vorrei vedere...), donando alla scena una profondità emozionante specialmente per gli amanti degli abissi marini. Una volta indossati gli occhialini si scopre un mondo nuovo, affascinante e dannatamente attraente. Come per Oceani 3D tutto è magnifico. E' il film (inteso in un certo senso come puro e semplice script) che rovina tutto.

Onore al direttore della fotografia (l'unico tecnico giunto in produzione insieme al regista), che ha illuminato le grotte in maniera accattivante con sette elettricisti sommozzatori che spostavano direttamente le luci sul set subacqueo per accompagnare le nuotate dei protagonisti (l'unica fonte di luce in un ambiente naturalmente buio).

Da segnalare anche la scenografia. La produzione ha realizzato l'enorme cascata sotterranea in un set alto 14 metri con una pompa che gettava 20,000 litri di acqua al minuto. Quasi tutte le sequenze sottomarine sono state girate in una vasca dalle generose dimensioni al Village Roadshow Studios a Queensland in Australia. Le misure: 40 metri di lunghezza, 30 metri di larghezza e 7 metri di profondità, con un volume pari a 7,2 milioni di litri d'acqua. Alcune sequenze sono state invece girate in vere grotte nel sud dell’Australia, nella regione del diving attorno a Mt. Gambier.

Giudizio finale: 8 alla tecnica, 4 al film. La media è ovvia...

Voto finale 6