Visto il quinto die hard
Purtroppo è nella natura umana essere autolesionisti, ma purtroppo quando si apprezza un dato brand riesce difficile tirarsi indietro all'offerta di una ulteriore "fetta", anche il pensiero del "dolore" che poterebbe causarti sembra quasi attenuarsi ...
La saga in questione mi ha accompagnato per anni, la trilogia originale è stata la mia saga action/poliziesca preferita assieme ad "Arma letale", titoli dunque visti e rivisti in maniera convulsa ed esagerata che mai son riusciti ad annoiarmi nonostante l'esagerazione.
Si capisce quindi che delusione possa avermi provocato la visione di quell'inglorioso, disgustoso e patetico quarto capitolo, quel "Vivere o morire", che già dal titolo si comprendeva che avrebbe causato la "morte" di una saga gloriosa.
Devo aver avuto molto coraggio quindi nel voler affrontare un quinto capitolo, che forse nessuno voleva, la mia speranza era assistere a qualcosa di leggermente migliore del ridicolo precedente ciapitolo, ovviamente far peggio era quasi impossibile, ed infatti a film terminato si può tirare finalmente un profondo e rilassante sospiro di sollievo.
È giusto precisare sin dall'inizio che non si arriva alla magnificenza del primo capitolo, altri tempi, altro regista, altro Bruce Willis, questo "un buon giorno per morire" lo assocerei quindi più al terzo capitolo ( con i dovuti limiti ) ed effettivamente ha i suoi momenti divertenti sia nelle gag che nelle scene prettamente action.
Da fan della saga quindi posso essere in parte soddisfatto dall'ultima (dis)avventura del buon vecchio John, purtroppo non ho apprezzato molto l'ambientazione russa, l'insipido cattivo di turno ( di tutt'altra caratura i fratelli Rickman/Irons ) e il contesto in cui si muovo i personaggi ( l'inevitabilità, esagerato e scontato conflitto che quasi sfocerebbe nella terza guerra mondiale ) ma ci sono alcune scene "caciarone" e sconclusionate che sanno intrattenere e "sfiziare".
La visione risulta piacevole, almeno a chi piace il genere e a chi vuole disattivare il cervello per un paio d'orette.
John McClane è ancora in mezzo a noi, certo a meno capelli e più reumatismi, ma sotto quella scorza rude e rugosa rivediamo ancora quel poliziotto "incazzato e sporco" che abbiamo i parato ad amare sin dal quell’oramai lontano 1988 ...
Un buon disco, visivamente ottimo, acusticamente eccezionale
FILM 7,5
VIDEO 9
AUDIO 10