burgy
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Ieri si è cresimato mio fratello. Tutto lasciava presagire una giornata di festa e di gioia.
Siamo andati in chiesa. Mio padre, mia zia, mia madre è rimasta a casa a prepararsi.
Auguri, baci, abbracci. Lo sapete com'è... in queste occasioni.
Mio padre era tranquillo, come al solito.
Classica meta dopo la chiesa, il ristorante. Un menu da cerimonia. Antipasto, primo, secondo...il ben di Dio, insomma.
Mio padre non mangiava dalla sera prima. Ha 77 anni, non è abituato a mangiare molto, soprattutto di sera.
Abbiamo preso posto. Io smontavo da una notte infernale in ospedale.
Fortunatamente ero libero, anche se stanchissimo.
Ero seduto di fronte al mio vecchio e lo vedevo partecipare e mangiare con gusto.
Tutto scorreva nel migliore dei modi. I miei bimbi si divertivano, si parlava di tutto. Mio figlio aveva appena aperto due pacchi di figurine ragalategli dal nonno.
Alla fine del secondo piatto mio padre ha cominciato ad accusare malore. Ha detto che doveva vomitare. Ha chiuso lentamente gli occhi, è diventato pallido, immobile.
Lo abbiamo chiamato, non ha risposto.
Come un treno mi sono alzato, ho preso la sua testa nelle mie mani. Era un peso morto.
Gli occhi sbarrati all'indietro, il respiro ed il polso assenti.
Ho pensato istintivamente, visto il lavoro che faccio in Unità Coronarica Cardiologica, che di quelle facce ne avevo viste a non finire. Mio fratello gridava, e ci credo, chiamando a squarciagola mio padre. Mia madre era assente, e il suo sguardo era perso nel vuoto, colpita da shock reattivo. Mia zia idem.
Mio padre era morto. Purtroppo.
Ma l'istinto del fare ciò che sapevo fare non ha lasciato scampo alla morte.
Ho buttato a terra mio padre, ho subito controllato il polso carotideo ed il polso radiale.
Nulla, niente, Assenti. L'ho riguardato, e la sua era ormai la facies di chi ti ha lasciato per sempre.
Quattro pugni violentissimi sul petto se li merita, ho pensato.
E cosi' sono partiti.
Uno, due, tre chest tump da spaccare un muro di cemento armato....
Un respiro, gli occhi che riprendono lucidità, un filo di voce che dice di star bene e chiede cosa sia successo...
Ho salvato mio padre.
E sono orgoglioso di ciò che ho fatto. Dopo quei trenta secondi nei quali mio padre era andato dall'altra parte e ritornato tra i vivi, la mia persona si è afflosciata.
Stanco psichicamente e mentalmente, ho continuato a monitorizzargli i parametri vitali fino all'arrivo dell'ambulanza.
L'ho ricoverato nel mio Reparto. Stamattina sta discretamente, il suo vecchio cuore batte di nuovo dalle 15 di ieri pomeriggio in maniera regolare.
Un grazie a tutti quanti quelli che mi hanno aiutato, soprattutto a mia moglie Maria, paurosa per sua natura, ma coraggiosissima in quel frangente, aiutandomi a tenere le gambe di mio padre sollevate e a Stefania, la ragazza di mio fratello, anche lei per sua natura molto suggestionabile.
Un grazie a tutti coloro che erano li, ai quali abbiamo rovinato il pranzo e sono rimasti digiuno, aiutandomi in tutti i modi, chiamando in tempo l'ambulanza, spostando tavoli per facilitare l'ingresso della barella.
Un grazie agli undici anni passati in trincea, defibrillando pazienti con successo e non, purtoppo qualche volta.
Un grazie a mio fratello e a mio compare Gianni, utilissimi in tutto e per tutto, anche se spaventati.
Un grazie infine alla Divina Provvidenza ed al Signore che mi hanno dato la forza di essere lucido e spietato al tempo stesso, determinato come non mai, che hanno fatto si' che io fossi li' in quel preciso istante.
Concludo dicendo una cosa.
Non bisogna necessariamente essere medici per fare queste cose.
Se ciascuno di Voi ha la possibilità di fare un Corso di base di BLSD, vale a dire Basic Life Support Defibrillation, fatelo senza esitare.
Io ne ho fatti a non finire, ed essendo Istruttore ho insegnato a laici e persone comuni le manovre di base da effettuare in queste terribili situazioni per cercare di tenere in vita una persona colta da arresto cardiaco fino all'arrivo dell'ambulanza.
E' una cultura che va diffusa. Ogni ristorante, discoteca, scuola, ipermercato, ecc. ecc., dovrebbe avere un defibrillatore semiautomatico e delle persone istruite a fare la rianimazione cardiopolmonare e sistemare il def.
Grazie a tutti Voi per aver letto questo post e chiedo scusa a tutti quelli ai quali non ho risposto da ieri.
Enzo.
Siamo andati in chiesa. Mio padre, mia zia, mia madre è rimasta a casa a prepararsi.
Auguri, baci, abbracci. Lo sapete com'è... in queste occasioni.
Mio padre era tranquillo, come al solito.
Classica meta dopo la chiesa, il ristorante. Un menu da cerimonia. Antipasto, primo, secondo...il ben di Dio, insomma.
Mio padre non mangiava dalla sera prima. Ha 77 anni, non è abituato a mangiare molto, soprattutto di sera.
Abbiamo preso posto. Io smontavo da una notte infernale in ospedale.
Fortunatamente ero libero, anche se stanchissimo.
Ero seduto di fronte al mio vecchio e lo vedevo partecipare e mangiare con gusto.
Tutto scorreva nel migliore dei modi. I miei bimbi si divertivano, si parlava di tutto. Mio figlio aveva appena aperto due pacchi di figurine ragalategli dal nonno.
Alla fine del secondo piatto mio padre ha cominciato ad accusare malore. Ha detto che doveva vomitare. Ha chiuso lentamente gli occhi, è diventato pallido, immobile.
Lo abbiamo chiamato, non ha risposto.
Come un treno mi sono alzato, ho preso la sua testa nelle mie mani. Era un peso morto.
Gli occhi sbarrati all'indietro, il respiro ed il polso assenti.
Ho pensato istintivamente, visto il lavoro che faccio in Unità Coronarica Cardiologica, che di quelle facce ne avevo viste a non finire. Mio fratello gridava, e ci credo, chiamando a squarciagola mio padre. Mia madre era assente, e il suo sguardo era perso nel vuoto, colpita da shock reattivo. Mia zia idem.
Mio padre era morto. Purtroppo.
Ma l'istinto del fare ciò che sapevo fare non ha lasciato scampo alla morte.
Ho buttato a terra mio padre, ho subito controllato il polso carotideo ed il polso radiale.
Nulla, niente, Assenti. L'ho riguardato, e la sua era ormai la facies di chi ti ha lasciato per sempre.
Quattro pugni violentissimi sul petto se li merita, ho pensato.
E cosi' sono partiti.
Uno, due, tre chest tump da spaccare un muro di cemento armato....
Un respiro, gli occhi che riprendono lucidità, un filo di voce che dice di star bene e chiede cosa sia successo...
Ho salvato mio padre.
E sono orgoglioso di ciò che ho fatto. Dopo quei trenta secondi nei quali mio padre era andato dall'altra parte e ritornato tra i vivi, la mia persona si è afflosciata.
Stanco psichicamente e mentalmente, ho continuato a monitorizzargli i parametri vitali fino all'arrivo dell'ambulanza.
L'ho ricoverato nel mio Reparto. Stamattina sta discretamente, il suo vecchio cuore batte di nuovo dalle 15 di ieri pomeriggio in maniera regolare.
Un grazie a tutti quanti quelli che mi hanno aiutato, soprattutto a mia moglie Maria, paurosa per sua natura, ma coraggiosissima in quel frangente, aiutandomi a tenere le gambe di mio padre sollevate e a Stefania, la ragazza di mio fratello, anche lei per sua natura molto suggestionabile.
Un grazie a tutti coloro che erano li, ai quali abbiamo rovinato il pranzo e sono rimasti digiuno, aiutandomi in tutti i modi, chiamando in tempo l'ambulanza, spostando tavoli per facilitare l'ingresso della barella.
Un grazie agli undici anni passati in trincea, defibrillando pazienti con successo e non, purtoppo qualche volta.
Un grazie a mio fratello e a mio compare Gianni, utilissimi in tutto e per tutto, anche se spaventati.
Un grazie infine alla Divina Provvidenza ed al Signore che mi hanno dato la forza di essere lucido e spietato al tempo stesso, determinato come non mai, che hanno fatto si' che io fossi li' in quel preciso istante.
Concludo dicendo una cosa.
Non bisogna necessariamente essere medici per fare queste cose.
Se ciascuno di Voi ha la possibilità di fare un Corso di base di BLSD, vale a dire Basic Life Support Defibrillation, fatelo senza esitare.
Io ne ho fatti a non finire, ed essendo Istruttore ho insegnato a laici e persone comuni le manovre di base da effettuare in queste terribili situazioni per cercare di tenere in vita una persona colta da arresto cardiaco fino all'arrivo dell'ambulanza.
E' una cultura che va diffusa. Ogni ristorante, discoteca, scuola, ipermercato, ecc. ecc., dovrebbe avere un defibrillatore semiautomatico e delle persone istruite a fare la rianimazione cardiopolmonare e sistemare il def.
Grazie a tutti Voi per aver letto questo post e chiedo scusa a tutti quelli ai quali non ho risposto da ieri.
Enzo.
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