Orrore orrore Nautilus802 e integratone Pioneer!!
Ho, da poche settimane, realizzato uno dei miei più grandi sogni “audiofili”, che coltivavo ormai da svariati anni….più o meno dal 1997, quando sentii per la prima volta una coppia di Nautilus 802 nello show room B&W di Roma (Nabla) a Monteverde.
Mi ricordo che allora, ancora a digiuno di hi-fi di qualità, non rimasi estremamente colpito dalle performance musicali delle 802; mi aspettavo qualcosa di estremamente particolare, che mi sconvolgesse e mi facesse esclamare Mio Dio che suono devastante……e invece niente di tutto questo: il suono di quei diffusori era così corretto e naturale che paradossalmente, di quel giorno, mi rimase più impressa la bellezza esteriore del diffusore (all’ingresso faceva bella mostra di se il telaio interna delle 802 denominato “matrix” e del tutto simile alla chiglia di una nave) e l’omino che maneggiava il volume di un pregiato preamplificatore “TAG MCLAREN” con un pannetto elettrostatico!!!
Adesso quello splendido oggetto ,tanto desiderato, è a casa mia, in una saletta tutta sua e al suo fianco riposa sornione e forte dei suoi 34 kg di peso………orrore orrore………un integratone multicanale della Pioneer!!!!!!; più precisamente il nuovissimo top di gamma VSA-AX10aIs.
Ok signori audiofili aspettate un’ attimo, non avvertite i moderatori, non fatemi cacciare dal forum prima che vi dica, anzi vi giuri……..che le B&W stanno suonando in maniera del tutto decorosa, quasi inaspettata.
Come è possibile direte voi?? La risposta è semplice:
biamplificazione vera (4X170 watt. Din. sui canali frontali) e sistema di equalizazione ambientale
MCACC proprietario della Pioneer.
In dettaglio la mia attuale catena (per ora stereofonica, più avanti multicanale) è così composta:
Sorgente digitale: Rega Planet 2000 MKII
Cavi segnale analogici: Van den Hul Thunderline Hybrid
Ampli:Pioneer VSA-AX10aIs
Cavi di potenza: Van den Hul Magnum Hybrid in configurazione biamplficata terminati con le splendide banane ad espansione Thender
Diffusori: B&W Nautilus 802 ciliegio naturale.
Cavi di rete: autocostruiti (TNT audio)
Mobile elettroniche : Music Tools Alica
Filtro di rete: Black Noise (IN ARRIVO)
Grande cura è stata posta nel posizionamento dei diffusori, seguendo la regola dei “terzi” e dei “quinti” e correggendo con il Pioneer la risposta ambientale, sono arrivato a prestazioni impensabili per una sala non trattata.
La scena sonora è tra le migliori che io abbia mai potuto apprezzare, anche in impianto hi-end : i diffusori semplicemente non emettono apparentemente alcun suono, la scena si materializza alle loro spalle con una scansione tridimensionale netta e i muri della stanza per magia scompaiono.
Lo sviluppo in profondità, soprattutto, lascia attoniti considerando la fascia di prezzo degli altri componenti che insieme alle 802 formano l’impianto.
I diffusori sono disposti a due metri dalla parete posteriore, la distanza tra loro è di 215 cm così come quella dal punto di ascolto (triangolo equilatero) e quest’ultimo è posto a due metri dalla parete posteriore. (è stata applicata come è chiaro la regola dei terzi visto che la camera è lunga poco più di sei metri)
Più penalizzante è la distanza delle casse dalle pareti laterali, solo 70 cm dal tweteer, appena cinquanta dal diffusore vero e proprio.
Pur essendo le pareti in pietra, il pavimento in cotto, la pianta rettangolare ed il soffitto alto (condizioni apparentemente favorevoli per una corretta acustica ambientale) l’equalizzatore del Pioneer ha agito pesantemente sulla risposta dei diffusori, andando a togliere parecchio sui 60 e 120 Hz (addirittura -7,5db sui 63 Hz della cassa frontale sinistra) e sistemando in maniera differenziata tra i due diffusori tutto lo spettro delle medie ed alte frequenze.
Ricordo che il sistema Pioneer è basato sostanzialmente su un equalizzatore grafico a nove bande (senza la possibilità apparente di variare la Q) e su una sofisticata soluzione di tempi di decadimento e di riverbero la cui precisione sembra comunque più che discreta: variando ad esempio l’inclinazione dei diffusori verso il punto di ascolto e rilanciando il setup i valori vengono leggermente modificati, così come l’introduzione di una sedia o di un altro oggetto all’interno dl locale, portano ad un ridisegno della curva di equalizazione.
Veniamo ora a descrivere le note relative all’ascolto del mio sistema analizzando tutte le altre sue caratteristiche peculiari, senza dimenticare una nota fondamentale riguardo al rodaggio:
mentre il Pioneer aveva già suonato per qualche decina di ore con delle stupende Ruark Talisman II e il Rega Planet a maggior ragione sia con quello che con il mio impianto di Roma (tutto Sonus Faber) le 802 erano chiaramente nuove di pacca.
Bene, appena cablato il tutto e messo sù il primo cd, il responso è stato chiarissimo: le 802 non è che suonassero malino……non suonavano proprio; con una chiusura e nasalità sul medio da far dubitare la vera paternità del diffusore e con dei bassi da minidiffusore da scaffale.
La cosa interessante è che, per fortuna, il suono migliora progressivamente, ed in maniera tangibile, già nelle prime trenta ore di utilizzo: gli alti diventano meno aggressivi, il medio si apre e soprattutto i bassi cominciano a fluire alla grande; pensate che da bravo smanettane ho eseguito, durante le prime sessanta ore di utilizzo, per più volte il setup ambientale del Pio, e proprio sui bassi il riscontro era di circa – 5 db nelle prime ore di utilizzo fino ai sopraccitati - 7,5 db a 63 hz dell’ultimo setup lanciato l’altro giorno, proprio a dimostrare che nel corso delle ore la cedevolezza delle membrane dei woofer è aumentata e anche lo sweep in frequenza del Pioneer ha dato risultati tangibilmente diversi.
Tornando alle note di ascolto direi che tutto sommato questi diffusori (credo tutta la serie Nautilus) hanno il “suono” della sorgente che in quel momento vi è collegata, mi spiego meglio, le Nautilus sono delle vere casse monitor, un diffusore “laboratorio” che di per se non colora in nessun modo il suono e, se vogliamo, non ha una propria identità definita, ma è fortemente dipendente da quello che stà a monte della catena audio.
Quindi una volta usato un ampli ,anche non potentissimo (le 802 sono 8 ohms, su 91 db di sensibilità) ma neutro, dei cablaggi, anche non esoterici, ma di indubbia qualità, sarà la sorgente a dare un carattere al sistema.
Nel mio caso ho alternato l’ascolto tra un Planet 2000 appunto, ed un Maranz 6000 Ken Ishiwata e il suono è cambiato drasticamente riproponendo esattamente le due scuole di pensiero delle case in oggetto: suono morbido, lucido e grande immagine per il primo, suono iper contrastato, brillante ed aperto per il secondo.
Presto proverò a collegare una macchina con caratteristiche ancora diverse, lo stupendo sacd stereo Sony dvd9000 es, e sono sicuro che il carattere del sistema cambierà ancora.
Con il Rega che per ora preferisco, la caratteristica più evidente è la profondità e tridimensionalità della scena sonora, il micro e macro contrasto sono più che buoni e permettono di apprezzare senza fatica sia le variazioni sui pianissimi che i grandi contrasti dinamici sui pieni orchestrali, tuttavia su questo piano, con una sorgente di qualità superiore, sono sicuro si possa guadagnare parecchio, dove il Rega eccelle di nuovo è nell’amalgama e bellezza di tutta la gamma media, è lucida e fluisce con estrema naturalezza, meno entusiasmanti invece i bassi, non per estensione,le prime ottave dell’organo di “così parlò Zarathustra” sono devastanti, ma manca quell’attacco sul medio basso tipico dei sistemi ad alta efficenta con forte spinta in quella zona dello spettro musicale.
Per questo sono curiosissimo di provare il Sony che fa dell’attacco sul medio basso la sua arma migliore.
Concludendo, quindi, se mi chiedete: è possibile far suonare queste due astronavi con un impianto terreno?
La mia risposta è si; proprio in considerazione che le 802 sono, ripeto, un vero e proprio laboratorio musicale, con il quale sperimentare qualsiasi accoppiamento, con la sicurezza di trarre sempre informazioni molto precise e con la consapevolezza che non ci sono limiti apparenti per un diffusore il cui suono è quello proprio dei componenti posizionati a monte e che quindi,paradossalmente, potrebbe non finire mai di migliorare.
P.S. appena capisco come farè insrirò alcune immagini dell'impianto.