un applauso incondizionato
Un applauso incondizionato va all'amico Giardina che nel suo prossimo editoriale, che invito a leggere, pone sul piatto elementi non solo pienamente condivisibili ma che tutti gli organi di stampa si scordano puntualmente.
Il processo di affermazione di nuove tecnologie non deve passare per la sperimentazione ed i portafogli degli utenti. C'è chi pensa che il mondo del digitale audio video sia diventato come il mondo della comunicazione digitale, entro pochi mesi un prodotto diventa obsoleto per il cambio ed applicazione di nuovi standard.
Il digitale terrestre HD sta per diventare nuovo territorio per avventure di questo tipo. Tutti coloro che in questi giorni hanno acquisito decoder HD per il DTT, presto li vedranno nei cestini e cosa ancor più grave, coloro che dopo molto tempo e sacrifici hanno acquisito televisori, si troveranno in medesime condizioni. Il DVB T2 non lascia scampo. Ebbene si pensi ad una rottamazione precoce dei prodotti, almeno coloro che hanno affrontato queste spese, consentendo la sperimentazione ai broadcaster, possano vedere riconosciuto un diritto. Credo che i produttori di HW, visti i numeri in gioco, potranno essere pronti ad affrontare argomenti di questo tipo. L'appello quindi è per i produttori che in questi giorni offrono sugli scaffali prodotti HD per il DTT, siate pronti non appena disponibile il DVB T2 ad offrire ad un costo simbolico la sostituzione dei prodotti ai VS utenti. Una miglior pubblicità di questa non la conosco. Credo che gli utenti di questo forum possano sposare questa mia idea e riconoscere a coloro che l'applicheranno la riconoscenza dovuta, iniziare ad acquistare i prodotti con tale brand.
Nicola D'Agostino
Ecco l'editoriale di Giardina di prossima pubblicazione
http://www.afdigitale.it/vEditoriale.aspx
(link valido solo per il mese corrente, credo)
Editoriale Agosto 2008
Obsolescenza prematura dei prodotti
Chi sa e tace, paghi i danni
Ci sono cose che gli operatori sanno benissimo e che si dicono tra loro come se fossero ovvie, ma che raramente vengono comunicate con la dovuta chiarezza ai consumatori. Quello che però molti operatori non sanno è che questo “silenzio”, se riguarda fatti rilevanti ai fini della decisione di acquisto, è contrario al vigente Codice del Consumo. In seguito alle norme entrate recentemente in vigore, infatti, chiunque ometta di informare il consumatore si espone a delle azioni di responsabilità civile da parte di una massa indeterminata di persone e cioè a delle “class action” risarcitorie potenzialmente devastanti.
Infatti il Codice del Consumo, all’articolo 22 comma 1 recita: “È considerata ingannevole una pratica commerciale che nella fattispecie concreta [...] omette informazioni rilevanti di cui il consumatore medio ha bisogno in tale contesto per prendere una decisione consapevole di natura commerciale e induce o è idonea ad indurre in tal modo il consumatore medio ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso”.
Uno degli ambiti in cui non si sta parlando chiaro è quello televisivo. Prendiamo per esempio le trasmissioni in alta definizione: i Campionati Europei di calcio sono appena finiti e si tracciano i primi bilanci del debutto delle trasmissioni HD di RAI. Sicuramente la qualità di trasmissione è stata notevole e i pochi fortunati che hanno potuto sperimentare l’alta definizione su digitale terrestre ne sono rimasti sicuramente soddisfatti: con 13 megabit/sec di banda si possono fare miracoli. Da operatori, però, non possiamo fare a meno di essere molto preoccupati. Tutti i più importanti rappresentanti dell’industria e della filiera produttiva ci hanno confermato, lasciandoci a bocca aperta, che quello di RAI non è il lancio delle trasmissioni in alta definizione ma nient’altro che un banco di prova, la più classica delle sperimentazioni preliminari. Ed è oramai prossima la pubblicazione di HD Book, una serie di specifiche “suggerite” dall’industria riguardante l’implementazione dell’alta definizione su TV digitale terrestre, che potrebbe cambiare qualche carta in tavola e rendere gli attuali ricevitori HD già obsoleti o perlomeno senza futuro in Italia. Eppure nei negozi, e in larga parte con commessi in buona fede, sono stati venduti i ricevitori HD e i TV con decoder HD integrato come apparecchi in grado, ora e in futuro, di sintonizzare le trasmissioni digitali in alta definizione.
RAI stessa, negli incontri con i produttori seguiti all’annuncio della messa in onda degli Europei in HD, aveva chiarito che il destino del consumatore italiano è ineluttabile: nei prossimi anni sarà probabilmente necessario ricorrere a uno o addirittura più cambi del ricevitore digitale per inseguire la rapida evoluzione tecnologica. Già si sa, infatti, che, oltre all’alta definizione, arriverà prima o poi una transizione al DVB-T2, una nuova e più efficiente modalità trasmissiva che di fatto mette fuori gioco i ricevitori attuali, sia quelli in standard definition che i “nuovissimi” HD: i centri tecnici di RAI hanno già iniziato a valutare l’impatto del passaggio al DVB-T2, la TV digitale terrestre di seconda generazione.
Altra novità delle ultime ore: la CAM SmarDTV che serve per la visione dei programmi a pagamento sui TV predisposti senza l’utilizzo di un decoder esterno è la novità del momento. Ma abbiamo scoperto, quasi per caso, che ci sono molti dubbi che le attuali CAM (che sono tutte uguali e realizzate da un unico produttore) siano in grado di funzionare anche con eventuali future (e molto probabili) trasmissioni in HD: potrebbero esserci limiti hardware insormontabili che costringeranno a cambiare la CAM. Samsung, una delle principali aziende che vende al dettaglio queste CAM, con grande senso di responsabilità, si è posta questo problema in nome e per conto del consumatore (intravedendo probabilmente anche possibili “class action” in arrivo): ha ottenuto dal consorzio che produce e vende le CAM ai produttori di TV, garanzie contrattuali sull’aggiornabilità della CAM via etere per la piena compatibilità con eventuali trasmissioni criptate in HD. Ma, a leggere le dichiarazioni dei tecnici, rilasciate proprio ad AF Digitale, c’è da essere poco confidenti sul fatto che chi si è preso questo impegno abbia le spalle veramente coperte.
Insomma, ancora oggi, in questo contesto, la maggior parte degli acquirenti di decoder digitali terrestri, satellitari e di CAM non viene informato su come il contesto stia variando rapidamente, sul fatto che il rischio di obsolescenza prematura dei propri apparecchi è enorme e che, anzi, per i comuni ricevitori SD è già una certezza. Nessuno glielo dice; e chi fa come noi e addirittura lo mette per iscritto, viene accusato di “disfattismo tecnologico” o, peggio ancora, di essere un sabotatore del mercato che, instillando queste incertezze nella testa dei consumatori, blocca gli acquisti delle attuali tecnologie. Come se il contesto “ballerino” in cui ci troviamo, senza certezze e senza orientamento per un acquisto consapevole, fosse colpa di chi denuncia questo stato di cose e non di chi omette informazioni decisive sul futuro tecnologico di un settore di interesse pubblico come quello televisivo.
È chiaro, invece, che non c’è nessun’altra via di uscita seria se non la corretta e piena informazione. E anche senza scomodare le istituzioni e auspicabili piani pluriennali (che non ci sono e se ci sono non vengono rispettati), c’è una cosa che possono fare autonomamente gli operatori dell’industria e della distribuzione sin da subito: dire le cose come stanno, nelle interviste, nelle pubblicità, nei volantini e nelle trattative, anche se questo può portare a perdere qualche vendita. Chi non lo fa, pur avendo tutte le informazioni in mano, è giusto che paghi i danni.
Gianfranco Giardina
aflettori@leditore.it