Io credo che il 90% degli introiti sia dovuto alle sale.
Visualizzazione Stampabile
Ah.....The New Hope...........:D
ma, se a noi, pochi, piace comprare i BD, e non vedere i film da streaming, perchè ci vogliono togliere questo piacere ?
A Berlino, Vienna, Parigi, visitate recentemente da alcuni amici i supporti fisici sono ancora presenti nei grandi megastore dell’elettronica di consumo con interi reparti ben forniti a disposizione degli appassionati. Le foto che mi hanno inviato testimoniano una situazione radicalmente diversa da quella registrata nel nostro Paese dove gli spazi dedicati all’HOME VIDEO sono stati, nel corso degli ultimi anni, sempre più ridotti e, recentemente, totalmente dismessi. A Roma i dischi Blu Ray e quelli 4K sono praticamente spariti da tutti i negozi e quello che è rimasto è talmente marginale come offerta da rendere inutile il servizio. A parte le tristi offerte “fuori tutto - svuotamagazzino” sui pochissimi titoli rimasti è impressionante notare ,laddove il reparto sta ancora tristemente in piedi, la presenza dei DVD che costituiscono l’80 % dei dischi presenti sugli scaffali. La vendita dei dischi in Italia è in caduta libera. Solo pochi anni fa, nel 2015, i dischi Blu Ray più attesi dagli appassionati , i primi in classifica, riuscivano a vendere nelle prime settimane circa 4000 - 5000 copie e , in alcuni casi, raggiungere e superare dopo alcuni mesi il tetto delle 10.000 – 15.000 copie vendute. Oggi i titoli primi in classifica raggiungono settimanalmente le centinaia di copie (400 – 500 se va bene) con il DVD che, ultimamente , sta perdendo quel vantaggio incredibilmente consistente, che ha sempre avuto nei confronti dei dischi Blu Ray. Insieme ai dischi sono scomparsi dai negozi anche quel poco di Hardware dedicato (ampli audio/video, Diffusori etc.. ) che fino a 10 anni fa era possibile trovare nei punti vendita. Il concetto di fruizione dei contenuti cinematografici in ambito “ Home” è radicalmente cambiato. Lo streaming, la TV e se va bene la soundbar rappresentano la condizione attuale, quella maggiormente diffusa e praticata. Il binomio Streaming TV ha praticamente sostituito e quasi del tutto cancellato il concetto di Home Theater che per tanti decenni ha rappresentato la regola accessibile e praticata da tutti gli appassionati. Oggi l’Home Theater rappresenta una costosa disciplina di nicchia e, per il prossimo futuro, sarà sempre di più una scelta elitaria e costosa. L’Home Theater e i supporti fisici hanno sempre portato con se un grande valore aggiunto , quello della qualità audiovisiva che fa sempre una gran differenza nel rendere l’esperienza cinematografica più emozionante e coinvolgente e, contestualmente, l’acquisto del film su supporto fisico, attribuisce all’opera cinematografica il valore e il rispetto che merita. La fruizione liquida dei contenuti è più superficiale, meno impegnativa e ha spostato il concetto di qualità a quello di quantità .Il cinema su grande schermo sta accusando un periodo di forte criticità dovuta alla riduzione di pubblico presente nelle sale italiane . C’è da chiedersi quali sono i motivi di questa disaffezione. Perchè parte del pubblico non è più tornato a vedere film nei cinema dopo le restrizioni dovuti alla pandemia. In Italia, a differenza di altri Paesi europei non abbiamo neppure una sala HDR cerfificata DOLBY CINEMA e, fatte salve le poche e note eccezioni, la qualità di molte Sale lascia spesso a desiderare. L’aggiornamento tecnologico delle Sale italiane è parziale, limitata alle Sale principali e ad alcune installazioni Premium dove sono installati proiettori 4k, Laser e impianti audio DOLBY ATMOS. In casa la variegata offerta delle piattaforme streaming, la presenza del televisore 4k di grande dimensioni capace di visualizzare in alta qualità video contenuti HDR e DOLBY VISION, ha forse rappresentato per molte persone una soluzione soddisfacente, sicuramente più comoda, economica e quindi alternativa al Cinema. A livello artistico non ricordo una crisi di sterilità creativa così profonda come quella che da alcuni anni stiamo osservando a livello di produzioni. Trovare oggi un buon film, una storia originale, che non sia l’ennesimo cine comic Marvel o DC, il solito remake o reebot è diventato rararissimo. Infine gli appassionati. Anche questo forum che frequento da anni ha perso lo smalto di un tempo. Avverto meno entusiasmo , meno partecipazione, meno interesse…. Lo speculare riflesso dei tempi che stiamo vivendo .
:cry: La risposta che mi aspettavo.............non voglio approfondire il discorso, ma il meno entusiasmo ecc. di cui parli, è purtoppo
diffuso anche in altri settori compreso quello lavorativo.
Personalmente finchè ci saranno continuerò ad acquistare i supporti fisici, sperando che girino anche qualche bel film nel frattempo..........:cool:
:clap2::clap2::clap2::clap2::clap2::clap2::clap2:
La Disney è il tipico esempio di confusione totale a livello manageriale. Per loro fortuna diversi titoli ogni anno gli fruttano tanti di quei soldi da far passare tutto in secondo piano.
Per avere un mercato del fisico più sostenibile basterebbe che sti capoccioni rendessero pù facile l'implementazione delle varie lingue, staccando il layer dialoghi dalla traccia effetti/musica. Abbiamo processori e lettori capaci di gestire decine di miliardi di bit al secondo ma implementazioni ferme a decenni fa.
Ciao, grunf analisi perfetta complimenti, ma in tutto questo cambiamento chi è che ci guadagna, e chi invece ci perde?
Ora leggo molte persone acquistano TV di grosso polliciaggio abbinandole ad una soundbar, convinti di avere il massimo possibile, quando l'audio è una componente fondamentale dell'opera, se il problema è logistico si puo' comprendere, la lancetta si è spostata non solo per il ritorno dell'ora solare, ma verso un impoverimento generalizzato, non solo tecnologico ma purtroppo come accennato di contenuti.
Niente di nuovo sotto il sole. Nel nostro paese i dvd sono sempre stati prioritari rispetto ai br 2k, figuriamoci poi quelli 4k. Se fino a poco tempo fa nei negozi fisici i br erano quasi inesistenti era ovvio che la cultura dell'home video da noi fosse a bassi livelli e che col tempo fossero destinati praticamente a scomparire. Se poi pensiamo che la stragrande maggioranza dei fruitori non distingue in buona sostanza un dvd da un br 4k a livello di resa video, figuriamoci audio. Sempre pensando all'audio: quanti sono coloro in grado di apprezzare maggiormente una codifica superiore o comunque lossless da un semplice audio 5.1 di qualche canale tv ? A tutto questo aggiungiamo la pandemia e la recente perdita di potere d'acquisto e risulta ben comprensibile la situazione attuale. Il mercato dell'home video di qualità oramai è sempre più di nicchia e a questo punto l'unica speranza che ci rimane è che il supporto fisico non scompaia definitivamente, perchè se così fosse anche il nostro zoccolo duro si troverebbe molto a mal partito.
Non posso che concordare con l'intervento di Grunf. La situazione nel resto d'Europa è ben diversa in questo momento rispetto all'Italia, dove a mio avviso la causa è duplice: da un lato la congiuntura economica ma dall'altro c'è un fattore culturale dove il film è visto solo come un qualcosa di usa e getta (= basta che si veda e si senta)....sicuramente il mercato online ci avrà messo del suo ma non credo che qui da noi sia la causa primaria della scomparsa del fisico dai negozi (al contrario degli USA ad esempio).
Come dicevamo, nel resto d'Europa la situazione è sicuramente molto migliore ma temo che, a grosse linee, il futuro dei supporti fisici sia comunque segnato. Il fatto è che qui in Italia, stiamo vivendo la cosa in modo iper-accelerato per i fattori sopra descritti.
Penso (e spero) che ci vorrà ancora molto tempo fino alla sua totale scomparsa ma potrei supporre che qui da noi lo si dimenticherà abbastanza presto un po' come successe per la pellicola Super8. In Italia la si riteneva totalmente scomparsa dalla maggior parte delle persone, ignorando bellamente che in Inghilterra (e anche in Germania), stava in realtà vivendo una sorta di seconda giovinezza, anche grazie ad aziende come la Derann che è stata in attività fino ai primi anni del 2000. Certo all'epoca non c'era Inernet come oggi, quindi i paragoni vanno contestualizzati ai periodo storici che viviamo.
Quando ci sono cambiamenti radicali quasi sempre accade che pochi ci guadagnano e molti si impoveriscono, non solo economicamente….. Concordo. Stiamo vivendo un periodo di grande recessione socio economica culturale. Gli effetti e i cambiamenti prodotti sono ormai abbastanza diffusi in moltissimi settori della nostra società. Restando in ambito del nostro amato Hobby credo che in Italia a causa della crisi economica, dei salari tra i più bassi in Europa, molte più persone rispetto ad altri Paesi UE hanno sensibilmente ridotto alcune spese ritenendole non più indispensabili. Non si rinuncia al telefonino , al ristorante, alla vacanza, alle partite di campionato. Probabilmente si può fare a meno dei dischi, Libri e addirittura dei Cinema sottoscrivendo un abbonamento, guardando i contenuti, a casa, con il TV. Per questo, rispondo anche ad Oceano60, si sta andando verso un progressivo “ impoverimento generalizzato”. La componente audio dei film è stata per decenni - fin dalla nascita dell’Home Theater che risale ai tempi delle VHS con audio Stereo HI-FI DOLBY SURROUND - l’elemento fondamentale intorno al quale si è sviluppato ed cresciuto parallelamente il mercato software e hardware. Con i successivi formati audio DOLBY DIGITAL e DTS DVD presenti nei DVD, il concetto di Home Theater ha vissuto, fino all’introduzione del Blu Ray il periodo di maggior espansione e benessere.Poi, strano a dirsi, con l’avvento del Blu Ray la qualità audio delle tracce localizzate è stata ritenuta dalle Majors secondaria, quasi fosse un fastidioso problema da dover gestire. La soluzione fu quella di tenere l’audio delle tracce localizzate ferme alle codifiche audio Lossy del DVD. In quel preciso momento sono iniziati i problemi ed è iniziato un lento e progressivo declino che ha interessato anche il mercato dell’Hardware dedicato alla realizzazione degli impianti. Basta sfogliare un annuario di “Suono” o alcuni numeri delle riviste (“Digital video” e AF digitale”) di quegli anni per rendersi conto di come fosse vivo e ricco il mercato rispetto ad ora. Tornando ad oggi lo streaming è senza dubbio un elemento di concorrenza che prima non esisteva ma è presente anche in altri Paesi . La grande differenza è che gli altri mercati hanno trovato un equilibrio sostenibile tra fruizione liquida e fisica dei contenuti. Da noi la situazione appare ormai quasi irrimediabilmente sbilanciata a favore dello streaming.
Di grandi film se ne fanno tanti ancora oggi e arrivano ogni mese al cinema nell’indifferenza generale. Manca la voglia di andare in sala a vedere qualcosa di diverso dal cinefumetto di turno. Il pubblico italiano non è idiota, è semplicemente pigro e disinteressato. Ha altri interessi, anche culturali, che vanno dagli scacchi alla storia medievale. Se la gente non va in sala a sostenere validi prodotti italiani come Ariaferma, È stata la mano di Dio, Qui rido io, Nostalgia, Freaks Out, Esterno Notte, La stranezza, non è colpa dei creatori artistici, ma dell’indifferenza del pubblico che non prova neanche a dare una chance a queste pellicole. Vale anche per stupendi film stranieri che arrivano in sala nell’indifferenza generale, come Finale a sorpresa, Full time al cento per cento, Il potere del cane, West Side Story, The Northman, Licorice Pizza, The French Dispatch, Madres paralelas, Parigi 13 arr., Nightmare Alley, Spencer, etc etc. Film splendidi alla portata di tutti che incassano poco. Neanche i cinefili duri e puri vanno al cinema, basti guardare lo straordinario Leonora Addio di Paolo Taviani (perfetto per cinefili, ma improponibile per il pubblico generalista) che ha fatto appena 100.000 euro di incasso. Se ci si esalta solo per il cinefumetto di turno (bello come The Batman o brutto come No Way Home che sia), non è colpa dei creatori. Il pubblico non è idiota, è semplicemente pigro, disinteressato ed orientato ad altre forme di audiovisivo come le serie tv dilaganti sulle piattaforme. Poi ci scappa il miracolo del blockbuster non cinefumetto che incassa tanto (come il meraviglioso Top Gun Maverick), ma è un'eccezione in un panorama in cui il grande incasso lo fanno solo i cinefumetti americani. E non perché la qualità generale manchi, ma perché la gente preferisca spendere i 10 euro di biglietto in altre attività. Manca la voglia di aprire il portafoglio per prodotti poco o nulla reclamizzati (come 3/19, A Chiara, L’arminuta), tant’è che persino le riproposizioni in sala di classici del passato (come accaduto quest’estate coi film Ghibli o come capita coi film del circuito Cinema Ritrovato, che pure anche io vedo) ottengono in proporzione risultati migliori. Il pubblico generalista non dà fiducia al nuovo non perché non sia valido (che i film siano belli o brutti, floppano uguale), ma perché c’è un disinteresse diffuso, a cui contribuiscono alcuni fattori oggettivi (come l’assenza di sale in intere province e l'arretratezza tecnologica di molti cinema) e altri individuali (pigrizia, nostalgia vacua fine a se stessa)
Il punto è che neanche quei 10 film di alto livello che escono ogni anno fanno il botto. Vengono ignorati esattamente come i 70 brutti. Perché? Perché il pubblico preferisce giustificare la propria pigrizia facendo di tutta l'erba un fascio e boicottando tutto in massa. La gente non va a vedere lo stupendo "Ariaferma" (che non è arrivato neanche a 1 milione d'incasso) o il meraviglioso "Nostalgia" (che non è arrivato ai 1.5 milioni di incasso) per il sol fatto che "Corro da te" (che ha superato i 2 milioni d'incasso) sia brutto? Onestamente è un ragionamento che non mi torna. Anche perché, poi, non è che la gente boicotti le sale ma poi stia a casa a guardare Bergman e Wilder... la gente boicotta le sale ma poi si sorbisce senza battere ciglio La casa di carta, Stranger Things, le serie tv Marvel e Star Wars... e al cinema ci va, se tutto va bene, 3 volte l'anno a vedere le solite 3 robe (un cinefumetto, un sequel becero di un franchise storico come l'orrendo Jurassic World Dominion, e un film d'animazione Disney o Pixar se ha un figlio o un nipotino) che non fanno altro che confermare il proprio distorto bias che al cinema l'offerta sia sempre ugualmente scadente. E' semplicemente disinteresse per l'offerta delle sale, dovuto ad una voglia di giustificare la propria pigrizia con luoghi comuni ("oddio oddio si fanno solo remake e sequel", quando chiunque conosca la storia del cinema sa che i remake esistano da sempre; "eh ma andare al cinema è attività costosa, non posso spendere 10 euro per qualcosa che non so con certezza che mi convincerà", quando poi l'accoppiata pizza+birra il sabato sera, ben più costosa di 10 euro, è considerata irrinunciabile; "eh ma con la stessa cifra con cui pago un biglietto al cinema mi pago 1 mese di piattaforma", piattaforma in cui si finisce per vedere sempre le stesse robe consigliate dall'algoritmo, d'altronde chi volete che sappia che su Netflix ci siano alcuni film del periodo britannico muto di Hitchcock e persino alcuni capolavori di Jean Renoir?). Poi, oh, che i film belli siano quantitativamente meno dei film brutti, è una cosa acclarata da praticamente sempre. In 125 anni di storia del cinema, quanti saranno i capolavori assoluti, leggendari, intoccabili? 240-250? Vogliamo dire 300? Pochini, considerato il numero enorme di film di tutti i tipi fatti ovunque nel mondo in più di un secolo. Il punto è che prima la gente al cinema ci andava sempre e comunque, era un fatto culturale, un rito settimanale, poi che tu vedessi Fellini o Corbucci, non importava, ci andavi comunque, il biglietto lo pagavi. Anche perché non c'era altra forma di intrattenimento per immagini di pari livello tecnologico e artistico. Oggi le cose non stanno così, il mondo è cambiato, esistono tante altre forme di audiovisivo anche di alto livello (dalle serie tv ai video simpatici su YouTube, per non parlare dei videogiochi, questi ultimi ormai divenuti un'arte a sé) e la gente è semplicemente meno sensibilizzata ed interessata ad approfondire la questione cinema e a dare una chance a film per nulla reclamizzati come Full Time o Finale a sorpresa che pure arrivano da noi e sono tutto fuorché cinema d'autore per nicchie. Perché in Francia la qualità media è molto più alta che da noi? Perché sono più intelligenti o talentuosi? No, perché da decenni il cinema è sostenuto a tutti i livelli, con insegnamenti, progetti, fondi ministeriali. Non solo dal punto di vista di chi il cinema vuole farlo, ma anche dal punto di vista chi il cinema vuole fruirlo. Lo spettatore medio francese è estremamente più attento e interessato dello spettatore medio italiano. E in Francia esistono ugualmente le serie tv e Netflix eh, quindi qual è il nocciolo della questione? Il nocciolo è che in Francia si sia attuata per decenni un'intelligente politica culturale ad ogni livello. In Francia al cinema si va perché la gente è stata educata per decenni all'importanza della sala. Ma in Italia la politica culturale a chi interessa? A noi cinefili quattro gatti? Che, tra l'altro, anche noi cinefili italiani non siamo esenti da colpe.
Il cinefilo duro e puro è il primo a disertare le sale, è il primo a ricorrere alla pirateria, è il primo a non sostenere i circuiti d'essai (che sono tutto fuorché prosperi). E parliamo di cinefili, gente che sa tutto di Fritz Lang e Wong Kar-Wai e che dovrebbe avere ben presente l'importanza di pagare un biglietto perché l'arte è un lavoro e piratare significa rubare. Eppure, film come C'era una volta a Hollywood, The Lighthouse, Cry Macho, Licorice Pizza sono stati piratati in maniera enorme. Se persino i cinefili sentono la sala come qualcosa di superfluo a cui si può tranquillamente rinunciare, auguri. Prendersela con i creatori facendo di tutta l'erba un fascio lo trovo controproducente. Poi, che tanta roba potrebbe tranquillamente finire in tv (come i film di Fausto Brizzi) senza che nessuno ne senta la mancanza (perché con 0 appeal artistico e commerciale), sono d'accordo. Che ci siano tanti problemi oggettivi (come i rarissimi spettacoli in O.V. che incentiverebbero tanti ad andare più frequentemente in sala - ma comunque tanti doppiaggi sono fatti bene, anche qui non farei di tutta l'erba un fascio; o le distribuzioni tardive di film particolarmente attesi, come Crimes of the future di Cronenberg; o alcuni esercenti poco attenti alla pulizia degli ambienti; o l'assenza di sale nel raggio di 30 km da casa), è sotto gli occhi di tutti. Ma il problema vero è che alla gente di andare al cinema interessa poco e nulla. D'altronde, le presenza in sala hanno cominciato a diminuire fin dagli anni Sessanta, quando la televisione ha cominciato ad essere più pervasiva nelle case degli italiani. Tantissime sale, soprattutto in provincia, hanno iniziato a chiudere già alla fine degli anni Settanta ed intere province d'Italia vivono una desertificazione cinematografica davvero molto triste che dura da decenni. L'unico rimedio è una politica culturale seria, come si è fatto in Francia. Ma la classe politica è disattenta a questi temi. E lo è non perché sia brutta, sporca e cattiva ma perché la maggioranza di noi elettori siamo del tutto disinteressati a questi argomenti. La gente preferisce ascoltare Barbero che racconta la guerra civile americana piuttosto che andare al cinema a dare una chance a quei film che si trovano in sala 2,3,4,5......... "in sala 1 c'è l'ennesimo sequel americano, ma che me frega, resto a casa a vedere serie tv e sto apposto così, la mia esigenza audiovisiva è soddisfatta così". E, per carità, non ci sarebbe niente di male, purché si riconosca di essere pigri e disinteressati. Tutti siamo pigri e disinteressati verso qualcosa: io non so nulla di opera lirica, di teatro, di scacchi, di trekking, di musica classica, etc. Ma lo riconosco, so che è colpa mia, non dico "ah una volta avevamo Pirandello, oggi no, il teatro contemporaneo è deludente e tutto uguale"
E questo cocktail malsano di pigrizia e nostalgia vacua si riverbera negativamente sull'home video, inflazionato dalle ennesime ristampe di titoli mainstream che hanno già vantato decine e decine di edizioni home video sia in VHS sia in DVD sia in BD e migliaia di passaggi televisivi. Ma sì, dai, facciamo l'ennesima ristampa di Arancia Meccanica o Batman Begins, perché dovremmo stampare in 4K qualche capolavoro di Antonioni che è disponibile solo in DVD di quindici anni fa? In Italia la pubblicazione in 4K di Old Boy e Lady Vendetta per la meritoria Midnight Factory ci è sembrata qualcosa di straordinario, una manna dal cielo, quando all'estero è prassi comune, d'altronde parliamo di titoli ormai cult di un regista come Park Chan Wook ormai noto e affermato. A me fa molto piacere poter ammirare Pulp Fiction in 4K (l'ho già preordinato, figuratevi) e sto in puro hype per la Collector's Edition 4K di Casablanca, ma mi piacerebbe anche poter vedere in simile qualità qualcosa di meno mainstream senza dover per forza ricorrere al mercato estero.
Poi, a me fanno molto ridere quelli che boicottano le sale 'perché a casa vedo meglio che al cinema': è gente che spende 2000-2500 euro per un ottimo televisore che userà solo e soltanto per riprodurre gli streaming compressi di Netflix. A cosa serve un tv costoso se devi guardare solo streaming? Anche qui, è secondo me voglia di autoassolvere la propria pigrizia, convincendosi che lo streaming di Netflix sia meglio della sala.
Poi, in realtà, io non sono neanche tanto convinto che la gente boicotti le sale perché arretrate tecnologicamente. La gente comune non ha idea di cosa significhino termini come Dolby Atmos, Dolby Vision, etc. Credo che la gente boicotti le sale perché preferisce rifugiarsi nella nostalgia, perché pensa che l'offerta del cinema sia tutto omogeneamente scadente, perché non si informa sulle uscite meno reclamizzate, perché non dà un'importanza culturale alla visione collettiva di un'opera artistica e perché preferisce spendere 10 euro per l'aperitivo più che per la sala. Questo ovviamente al netto di problemi oggettivi che ho già elencato.
Aggiungiamo a tutto questo il disinteresse politico (direttamente collegato a quello spettatoriale) e il gioco è fatto
Poi, chiaramente, se finalmente anche l'Italia si dotasse di sale Dolby Cinema, sarebbe meglio. Se aumentassimo la platea di sale IMAX, sarebbe meglio. Tutto vero. Tutto ciò che possa contribuire a rendere lo spettacolo del cinema degno di essere vissuto in sala va fatto.
Se vogliamo salvare l'home video, dobbiamo salvare la sala. Salvare la sala significa investire in formazione, in educazione all'immagine (ma, cavolo, siamo bombardati ogni giorno da immagini diverse, quanto sarebbe importante?), in educazione all'ascolto. Fare questo, cioè educare alla corretta fruizione di qualcosa, significa contemporaneamente agevolare le sale e agevolare l'home video
Certo, i numeri che si facevano un tempo forse non torneranno più, perché 40 anni fa il cinema godeva di un vantaggio e fascino che oggi, con l'evoluzione straordinaria di serie tv e videogiochi, non può più avere. Non lo so. Ma questa emorragia continua va arrestata e si può fare. Il punto è: alla maggioranza delle persone interessa? Alla maggior parte della classe politica interessa?
Noi, pochi affezionati, più di divulgare ognuno nel nostro piccolo la bellezza di un impianto H.T. e il fascino di avere una piccola videoteca personale (non è obbligatorio essere collezionisti incalliti) cosa possiamo fare?