Nel cablaggio audio l'impedenza è irrilevante, l'importante è che il cavo sia bene schermato. Per intenderci vanno benissimo anche i cavi con impedenza inferiore...
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Nel cablaggio audio l'impedenza è irrilevante, l'importante è che il cavo sia bene schermato. Per intenderci vanno benissimo anche i cavi con impedenza inferiore...
da quello che so però dipende anche dalla distanza, per lunghezze considerevoli l'impedenza può essere un valore al quale stare attenti
frontale e dietro o anche parete destra e sinistra sono il top, il fatto è che non è per niente facile metterli in fase tra di loro in quelle situazioni, serve un sistema tipo audyssey xt32 sub eq
Parliamo di basse frequenze tra i 120 e 20 hz, con tutto lo sforzo possibile non riesco a capire per quali ragioni, anche su lunghe distanze, mi debba servire un cavo di 75ohm... Sinceramente è un dato che non ho mai considerato ed in 20 anni non ho mai avuto il benché minimo problema...
Ho due sub; uno a destra ed uno a sinistra ed ho mantenuto la stessa fase;
In ambiente living, l'aggiunta del secondo sub ha aumentato notevolmente l'impatto sonoro.
Vi posto i grafici delle misurazioni.
https://s5.postimg.cc/tll890x0z/sub.jpg
Assolutamente no.
L'Impedenza di un cavo inizia ad avere importanza alle Alte Frequenze, ovvero diverse decine di MHz, più si sale e più bisogna stare attenti, ma il punto fondamentale è un altro.
L'Impedenza esiste anche per le uscite e per gli ingressi di qualsiasi apparecchiatura elettronica, in Alta Frequenza si usa "adattarle" tra loro, ovvero mantenerla uguale tra apparecchiature, compreso il cavo di collegamento, in questo campo le più utilizzate sono quella di 75 Ohm, tipicamente per i collegamenti tra apparecchi o interni allo stesso apparecchio e quella di 50 Ohm, tipicamente per i collegamenti alle antenne (sia riceventi che trasmittenti), ormai raramente in alcuni casi si usa anche quella di 300 Ohm.
Se si ha un disadattamento di Impedenza si genera il fenomeno della riflessione delle onde e la creazione di "onde stazionarie", ovvero il segnale arrivato ad una estremità del cavo ritorna indietro, pertanto si ha perdita di segnale (invio 100 W in antenna ma ne tornano indietro 10) cosa non tollerabile, ma sopratutto questo ritorno può provocare danni allo stadio di uscita precedente, in particolare questo vale per i trasmettitori dove un disadattamento di Impedenza può provocare danni anche gravi o estremi allo stadio di uscita, specialmente se allo stato solido; per quelli a valvole, alimentati a qualche migliaio di Volt, ho visto esplodere dei grossi condensatori.
In Bassa Frequenza, salvo casi particolari, come in telefonia (600 Ohm), o nel settore misure, non esiste uno standard circa le Impedenze, esiste una regola empirica che dice di mantenere le uscite al livello di Impedenza il più basso possibile (solitamente qualche centinaio di Ohm o anche meno) e gli ingressi al più alto possibile, solitamente qualche decina di migliaio di Ohm per lo stato solido e le centinaia di migliaia per gli stadi a valvole, si può arrivare tranquillamente al MegaOhm; una regola pratica dice di tenere un rapporto tra ingresso e uscita di almeno 10-15 volte (1 Kohm di uscita ed almeno 10 Kohm di ingresso), regola in pratica sempre rispettata.
Pertanto, volendo proprio fare l'adattamento, che valore dovrebbe avere il cavo: uguale all'uscita, uguale al'ingresso, una media tra i due?
Si capisce pertanto che dire che si deve usare un cavo a 75 Ohm (perchè poi non 50?) è una pura balla, assolutamente inutile, non esiste alcuna norma in proposito, neanche di buon senso, lo si può fare, ma non cambia assolutamente nulla.
Se si va a cercare su un catalogo di produttori di cavi seri (non quelli esoterici) si vedrà che non viene indicata l'Impedenza per i cavi microfonici o audio in generale, però viene indicata la Capacità (questo invece è un dato molto utile), per i cavi esoterici non si mette nulla e si risolve il problema, sono cose che annoiano il vero esperto.
Giusto per completezza: per i cavi di segnale digitale (S/PDIF) coassiali esiste lo standard 75 Ohm, ma non perchè sono "cavi audio", ma perchè il segnale che trasportano (digitale) ha frequenze elevate, quindi si ricade nel rischio di disadattamenti.
Personalmente ho realizzato in proprio tutti i miei cavi, usando del cavo RG59, che è un 75 Ohm, ma solo per un motivo: perchè l'ho usato anche per i collegamenti video e digitali, per i quali è appunto obbligatorio, ed avendo una buona schermatura l'ho usato anche per l'audio, ma solo per questioni di praticità: ne avevo una matassa. :D (Che poi è lo stesso motivo per cui tra pre mch e finale mch ho usato il collegamento bilanciato (1 m. :rolleyes:): avevo già in casa un bel po' di cavo microfonico e di connettori XLR).
Purtroppo questa del cavo audio a 75 Ohm (richiedo: perchè non 50 Ohm, oppure 300 Ohm?), è una delle tante pseudo-verità messe in giro da chi non ha la benchè minima conoscenza dell'argomento di cui sta parlando, ma lo fa ugualmente approfittando della rete per dire qualsiasi sciocchezza gli venga in mente.
ottimo, anche oggi ne ho imparata un'altra ;)
Oggi ho effettuato diverse prove, ho sperimentato varie posizioni, riequalizzato con l'antimode, spostato la rotella a ore 11 e ricalibrato con un cavo mono: audyssey me lo tara sempre tra -7,5 e -8,5. Ho preferito riportarlo tra TV e frontale e, a mio parere, non credo di aver alcun problema di stanza, il suono emesso è lineare e ben integrato con gli altri diffusori, direi molto piacevole e per nulla invadente; oltretutto in molte discussioni dedicate all'antimode si consiglia proprio di impostare il livello posteriore del subwoofer in modo tale che la calibrazione dell'ampli lo setti con un valore negativo e lontano da 0, così che si riducano i rischi di clipping... Sono comunque valori ben lontani da quelli con i quali si rischiano problemi di saturazione.
Grazie davvero per le spiegazioni, anch'io sto imparando cose nuove