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Ottima analisi FuoriTempo....peccato che mi sono perso la parte editata :)
Domani sono presso una di quelle aziende che era annoverata fra i gioielli di Stato, ora ridotta a poco o niente nell'epoca delle privatizzazioni.
Capita quando chi fattura 1 si compra chi fattura 10, senza oltretutto avere la capacità manageriale per gestire tale società.
Potremmo dire oltre il danno (inutile privatizzazione), la beffa (azienda sfasciata).
Aggiungo la crisi dell'istruzione...Siamo fra i più "ignoranti" nei paesi industrializzati, emergenti inclusi, e investiamo poco o niente in ricerca.
Difficile restare competitivi con aziende che rimangono sotto i 15 dipendenti per non avere il collegio sindacale....
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C'è un punto del post di FuoriTempo su cui non sono molto d'accordo, per il resto nulla da eccepire (purtroppo).
Per la precisione quando viene tirata in ballo la questione della sconfitta nella seconda guerra mondiale.
E' vero, i danni ci sono stati eccome, però nelle stesse nostre condizioni, anzi, molto peggio, si è trovata la Germania, con le fabbriche praticamente tutte distrutte, per non parlare delle maggiori città, oltre al fatto di essere stata divisa, per cui molte risorse, industrie (quel che ne restava) e relativo know-how sono rimaste "dall'altra parte", credo che anche le perdite umane siano state superiori, in percentuale, alle nostre.
I sessant'anni sono passati per entrambi i Paesi, ma con risultati diversi, il Marco (prima di essere inglobato nell'Euro) non era sicuramente considerato come la Lira ed ora credo che non siano ridotti alla frutta come pare lo siamo noi.
C'è anche da considerare le conseguenze della riunificazione alla disastrata DDR, che ha pesantemente influito sull'economia, non oso pensare a cosa sarebbe accaduto da noi in un situazione analoga.
Di chi la colpa (o il merito, dipende da che parte la si guarda) di questa diversità ? Forse la risposta è in tutte le altre situazioni descritte da FuoriTempo: una nostra certa mentalità, gli errori accavallatisi nei lustri della classe politica, però, appunto, non credo si debba inserire il disastroso esito dell'ultima guerra (come, con involontaria ironia, la si chiama ancora).
Discorso analogo ptrebbe essere fatto per il Giappone, escludendo le distruzioni che, tutto sommato, gli sono state risparmiate, ma lì credo entrino in gioco molti altri fattori non confrontabili con i nostri o della Germania.
Ciao
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il problema della seconda guerra mondiale è che non abbiamo saputo entrarci e ne siamo usciti anche peggio. germania e giappone l'hanno persa, noi ci siamo fatti la guerra civile in casa e ne siamo usciti da voltagabbana: traditori per i tedeschi, vigliacchi per il resto del mondo. c'è modo e modo di perdere una guerra.
umiliati e derisi ci siamo inginocchiati chiedendo pietà all'america che ci ha trattato da colonia, da periferia di un impero. perfino il re è fuggito e ci ha abbandonati. eravamo in balia dei vincitori e col piano Marshall e il fmi ci siamo venduti definitivamente.
l'unione sovietica non è stata a guardare ed ha inondato di rubli i tanti politici italiani che in nome di un'idelogia forsennata erano pronti a tutto: anche alla guerra civile, anche a consegnare l'italia a tito. l'italia era il paese occidentale con il più forte partito comunista. gran parte della guerra fredda si è giocata a casa nostra.
la guerra non fa per noi, in quella guerra non dovevamo entrare ma gli eventi sono precipitati. in battaglia siamo stati umiliati in africa, in albania, in grecia. pensate che volevamo conquistare la russia... la seconda guerra mondiale è stata terribile per tutti, soprattutto per l'italia.
nel dopo guerra mentre gli altri paesi sconfitti si sono rimboccati le maniche noi abbiamo mostrato ancora una volta tutta la nostra italianità.
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carissimi amici (se mi permettete)
io sono un ragazzo di 23 anni che lavora da quando ne aveva nove (niente sfruttamento perch' l'ho deciso io ed ho sempre amato lavorare)
ho fatto parecchi lavori ma la maggior parte nel settore auto e audio carrozziere meccanico elettrauto installatore hi-fi falegname installatore home ed in fine costruttore home.
ho conseguito il diploma di perito nautico presso un it nella mia città natale dopo 8 anni di sacrifici (3 bocciature per condotta mai sotto la media del 7.5) quindi analfabeta non mi ritengo.
da quando sono entrato nell'universo audio sogno un centro costruzione-installazione sia car che home ma purtroppo quì al sud la mentalità generale è parecchio indietro rispetto al resto d'italia salvo rare eccezioni; quindi mi piacerebbe trasferirmi al nord non per diventare milionario ma per fare il mio lavoro circondato da gente che lo apprezza!
avevo pensato di chiedere il famigerato "prestito d'onore" ma non posso perchè la "sviluppo italia" della lombardia ha chiuso i battenti quindi dovrò farcela con le mie sole forze e per questo mi sto adoperando per cercare lavoro lassù!
mi preme dirvi che sono uno di quelli che pensa che chi non lavora non debba mangiare e che bisogna vivere in proporzione alle proprie entrate, pensate che l'unico prestito l'ho chiesto a mio padre per comprare la macchina ed appena l'ho estinto mel'hanno rubata con l'impianto stereo che utilizzavo per le gare e per far vedere di cosa ero capace, il mio bigliettino da visita insomma, secondo me in italia bisognerebbe eliminare del tutto il nepotismo, le società piramidali, i pensionati oltre i 65anni, le tasse di possesso ed un congruo numero di politici, mentre bisognerebbe basarsi sulla meritocrazia sul rispetto sul lavoro!
su ogni moneta che ho in tasca c'è una gocciolina di sangue e sudore, io spendo quel poco che guadagno in materiali e macchinari per lavorare di firmato ho solo un paio di scarpe regalatomi da mia madre(per dovere di cronaca non muoio di fame mio padre e mia madre lavorano entrambi ed ho due sorelle minori) perchè il resto dei giorni ho sempre le antinfortunistiche ai piedi ed il tutone blù!
sono riuscito a comprare diversi attrzzi tra cui tornio da legno 2 frese 2 seghetti alternativi 2 trapani 1 avvitatore 1 levigatrice 1 smerigliatrice 1 pialla elettrica 1 a mano qualche saldatore una saldatrice a filo continuo un dremel ed un'infinità di attrezzi manuali alla luce di questi acquisti io non ho un euro da parte per poter aprire una mia attività vi sembra giusto?ho all'attivo appena 6 mesi di contibuti è così che viene ripagato uno che studia e lavora seriamente? grazie italia!
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Fuoritempo...anch'io vorrei esprimere il mio apprezzamento per il tuo lucido post e l'analisi che mi vede quasi totalmente d'accordo.(Nordata mi ha preceduto sull'appunto della guerra!)
Proprio il fatto di essere d'accordo pero' non mi fa essere ottimista affatto sul futuro di questo paese:(
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Ottimo FuoriTempo, specialmente per quanto riguarda la questione morale.
Non sono però in sintonia con quanto espresso nel post in riferimento a decisioni prese chi sa dove, quasi "complottiste". Secondo me la verità è che la speculazione si era abbattuta su una nazione già debolissima e per questo già in attesa di declino, una nazione dove, nella sciagurata stagione del 1968 si era formata la condizione per quella che poi sarebbe stata una crepa strutturale gravissima sulle sorti italiche: l'abolizione quasi totale del criterio di merito. Una certa temperie culturale e politica, soprattutto degli anni ottanta, ha fatto il resto: si sono create così sacche di privilegio improduttivo, pubblico ma non solo, si è vissuto allora al di sopra delle proprie possibilità (intendo come Nazione), accumulando un debito pubblico stratosferico.
I citati gioielli di famiglia sono stati gioielli assai per poco tempo, diventando presto sgangherati carrozzoni sfogo di clientele e favoritismi e quando sono stati smembrati malamente la vera natura del sistema economico italiano è emersa brutalmente: la sua spina dorsale era costituita da grosse imprese pubbliche e semi-private o private-e-assistite e il cancro dell'incuria, dell'incapacità, della negligenza l'aveva già intaccata. La crisi viene da lontano, e il "carattere" italiano contemporaneo è il frutto avvelenato di quelle epoche, diciamo che in quegli anni i De Nicola, De Gasperi od Einaudi non si sarebbero potuti formare. Che il declino continui è inevitabile, non è iniziato con l'euro, e perdurerà finchè una nuova generazione di Italiani non forgerà nelle difficoltà la perduta tenacia. Sono stato un po' retorico, ma la sintesi è che le pezze al **** le metteremo nei prossimi vent'anni, questo è solo un assaggio.
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post fantastico FuoriTempo, complimenti.
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@ Fuoritempo
Visti i consensi e che non si sa' piu' chi votare:
Dovresti candidarti:D :D :D :D (hai tutto l'appoggio del forum!)
Notte.
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Ben venga la crisi
Innanzi tutto complimenti a Giangi per l'dea ardita di aprire questo 3ad ;)
Siamo in crisi economica ???
Da qui da dove la vedo io (brescia) sembrerebbe di no... però se allungo un'attimo la vista... all'orizzonte non si prospetta niente di buono, ma forse sarà solo un temporale :eek:
No non è un temporale estivo che magari fa danni ma in men che non si dica si dimentica.... qui c'è qualcosa di ben più di un semplice fortunale... qui c'è all'orizzonte qualcosa che sconvogerà la vita di molti per il semplice fatto che..... molti non si sono costruiti la casa in cemento ma, hanno pensato bene di farla di cartapesta, più veloce il processo, meno costoso in termini di impegno umano e più facile oltre che molto più appariscente.... sembra quasi la storia dei tre porcellini alle prese con il lupo :D
La crisi materiale arriverà ?? Non arriverà ?? difficile dirlo.... di certo è che la crisi dell'anima è già in molti di noi.... dice bene FuoriTempo quando cita che la crisi e dentro di noi "morale ed etica" "la precarietà dell'Essere"..... già !! proprio qui stà il punto.
Essere significa... sacrificio, spirito di abnegazione, credere in se ed agli altri, applicare le proprie capacità per se stessi e per gli altri.... ma sopratutto significa costruire qualcosa di duraturo (un rapporto-amoroso- di fratellanza-di complicità con moglie, figli, amici, parenti e perchè no sconosciuti ) qualcosa che faccia crescere ciò di cui Non possiamo fare a meno e che niente e nessuno potrà portarci via.... l'essenza di noi del nostro spirito, la consapevolezza di esseri umani.
Avere significa.... tutto ciò che fino a qui si è parlato.... case, auto, moto, vacanze, telefoni, Home Theater, bella vita (:eek: ) etc etc etc (molto più facile)
Qualcuno ha scritto che il decadimento di una società inizia dal suo interno e non dalle forze che premono dall'esteno, lo stesso vale per l'individuo.
Quale sia la soluzione globale..... non lo sò (difficile se non impossibile ipotizzare un cambiamento radicale del credo che ogni persona reca nel suo intimo-per un tale cambiamento ci vorrebbe un sussulto epocale- ne siamo prossimi ??).... cerco solo di partire dall'interno e cioè da me stesso ed attraverso la mia convinzione "influenzare" chi mi stà vicino e si accomuna con me.... diversamente Non posso fare, fortunatamente vedo, attraverso questo bellissimo forum..... che non sono il solo.
Ciao e buona fortuna a tutti :)
Ps.... ora che abbiamo scritto in generale le cause e ciò che non va..... proviamo a dire cosa si potrebbe/dovrebbe fare.
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Citazione:
Originariamente scritto da BARXO
Allora, che ne dite di un piccolo sondaggio, sempre evitando di sfociare in politica, ma esprimendo quali dovrebbero essere secondo noi i punti fondamentali di partenza per governare economicamente il nostro belpaese?
Parto da questa domanda di BARXO per il mio intervento....
E' inutile dire che mi ritrovo molto nel post di FuoriTempo, come avete detto anche in molti, ma anche questo post di Ettore (il n.84) mi vede completamente d'accordo sia come persona che come imprenditore.
Senza nuovamente parlare della causa dei nostri problemi, a mio avviso questi i punti dove, chi ha davvero intenzione di volgere lo sguardo per sanare i problemi dell'Italia, dovrebbe considerare :
1. Partiamo dalla "res pubblica", ovvero dalle istituzioni pubbliche (Sanità, scuola, strutture statali, ecc....), cominciamo con l'istituire una legge che blocchi di fatto qualsiasi forma di subappalto, a meno ovviamente di casi eccezionali e di comprovata necessità. Non è un mistero che molti infermieri nel mondo della sanità pubblica (ma come ad esempio anche tanti commessi della camera o del senato) sono dipendenti di aziende appaltatrici.....perchè mettere in mezzo un'intermediario che fa alzare inutilmente i costi? Cominciamo da qui ad eliminare gli sprechi, se servono delle persone le assuma direttamente lo stato senza mettere in mezzo inutili interlocutori che altro non fanno che far lievitare i costi.
2. Mercato del lavoro.....qui il discorso è complicato,vi dico come la penso. Io sono un piccolo imprenditore, l'azienda l'ho creata da me con altre persone, e piano piano, con moltissima fatica, stiamo andando avanti.....da cosa deriva questa fatica? Da tre punti :
- Costo del lavoro spropositato : (per un dipendente che, netti si mette in tasca € 1.300 l'azienda, tra tasse e tutto il resto, ne tira fuori almeno il doppio, se va bene....)
- Enorme difficoltà nei pagamenti : Le fatture pagate a 60 giorni, come prescrive la normativa europea, sono un sogno ad occhi aperti, pur lavorando in larga parte con aziende grandi o grandissime (che quindi alla fine pagano), sia private che parastatali.....per la verità i privati sono un pò più "puntuali", ma con le aziende parastatali i tempi d'incasso superano tranquillamente i 300 giorni...
- Mercato esageratamente clientelare : alias, per quanto belli, funzionali e poco costosi possano essere i tuoi servizi o i tuoi prodotti, scordati che qualcuno di dia attenzione se non debitamente presentato.....
Insomma, siccome non credo che questa sia solo la mia situazione (e parlando in giro direi che qui a Roma siamo in moltissimi a vivere questi tipo di realtà), di deve intervenire su questi punti :
a. riduzione del carico fiscale sulle aziende
b. certezza dei pagamenti (ad esempio si potrebbe creare un database centralizzato delle fatture emesse, e lo stato potrebbe attivarsi d'ufficio nei confronti di tutti gli inadempienti a mezzo della guardia di finanza)
c. mercato del lavoro flessibile (ma davvero, non per finta)
L'ultimo punto è il più delicato, oggi in grossa parte, soprattutto i piccoli, ricorrono ai contratti a progetto (anche noi non di rado) perchè le aziende non hanno prospettive a medio-lungo termine (adesso mi servono delle persone per un certo lavoro, ma poi?), poichè in Italia non è previsto il libero licenziamento in pochi (i grandi) possono permettersi di investire sulle persone, i medio-piccoli, a parte casi sporadici, arrancano.
Non fraintendetemi, a me non piace assumere una persona senza dargli certezze, ma se sono io il primo a non avere certezze sul domani, come faccio a darle ad un mio dipendente? Come piccola azienda per noi la cassa integrazione in pratica non esiste (mica sono tutti come la FIAT), se non puoi pagare gli stipendi fallisci e tutti a casa....
In Italia, a parer mio, manca una generale cultura d'impresa che faccia capire cos'è davvero un'azienda, che faccia capire che l'imprenditore non è solo un brutto cattivone che ti vuole sfruttare e non alzarti lo stipendio, ma è una "persona normale" che spesso sta anche alzato fino alle tre per cercare di capire come far quadrare i conti, che faccia capire che se le aziende stanno bene, allora assumono e sono anche disposte a pagare di più le persone, ove ovviamente ve ne sia motivo, ma se le aziende arrancano e sono strette da mille impegni burocratici e da mille tasse, come fanno a trattare in maniera corretta le persone?
Allora, ovviamente con il tempo, la cosa giusta da fare sarebbe, a mio avviso :
a. un unico contratto per tutti, chiamatelo a tempo indeterminato, ma che sia unico per tutti, con certezza di ferie, malattie e contributi per tutti quanti
b. libertà di licenziamento
c. carico della disoccupazione per lo stato (si potrebbe assumere, ad esempio, di dare alla persona che perde il lavoro un'assegno pari al 70% dell'ultimo stipendio, o della media degli ultimi x mesi, come volete).
In questo modo innanzitutto lo stato sarebbe davvero intenzionato a garantire la miglior occupazione possibile (perchè la disoccupazione sarebbe finalmente un costo d'abbattere e non più una semplice statistica ISTAT), finalmente gli uffici di collocamento avrebbero un senso e sarebbero veramente spinti a trovare lavoro alle persone (ma adesso, in concreto, a cosa servono, a parte a garantire l'anzianità d'iscrizione per usufruire di certe leggi?). Ovviamente da questo discorso andrebbero escluse certe categorie deboli, tipo gli adetti alle pulizie o gli operatori ecologici ad esempio, però già questo sarebbe un modello più efficiente su cui lavorare.
In questo modo le aziende sarebbero meno vincolate alle persone, di conseguenza sarebbe più facile anche assumere senza troppi problemi e senza contratti strampalati, come del resto accade in Irlanda, Inghilterra, Germania, Danimarca, Stati Uniti, ecc....
Ovviamente poi bisognerebbe parlare di trasporti (incentivazione del trasporto su ferro), di energie alternative al momento completamente ignorate, di ricerca assente, di sanità pubblica che funziona 4 ore al giorno....insomma, la cosa si fa lunga!:D
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Altra cosa, scusate se mi dilungo, tra camera e senato abbiamo circa 1.000 persone che sono lì a legiferare nel nostro esclusivo interesse......
Ora, si parla tanto di costi esagerati della politica, una strada da seguire quindi potrebbe essere non tanto quella di tagliare gli sipendi (magari anche), ma piuttosto quella di "limitare" il numero di teste pensanti....
Un'altra cosa in Italia che crea molti problemi infatti è il continuo palleggio di leggi e leggine tra camera e senato, ora nasce in un modo, ora viene modificata in un'altro, ora no aspetta forse chissà, ora va avanti, ora torna indietro, ora fa la giravolta, ora falla un'altra volta, adesso vai in prigione senza passare dal VIA......e dopo mesi e mesi finalmente viene partorita una legge che magari non ha nulla a che vedere con quella iniziale.....
Allora, un'altro elemento della crisi italiana è proprio questa esasperante lentezza nelle decisioni, ogni legge è sempre un film a colori, a mio avviso chi vuole davvero lavorare seriamente dovrebbe abolire uno dei due rami del parlamento (ma ne servono davvero due? A che pro?) e, di conseguenza, si dovrebbero ridurre le persone impegnate nella politica.....ma un unico parlamento con 200/300 persone non sarebbe già più che sufficiente? Perchè due rami del parlamento? Perchè circa 1.000 persone? A che servono tutte queste persone?
Questo è un'altro aspetto su cui si dovrebbe lavorare, decisioni in tempi brevi, certi, in modo che si possano prendere più decisioni in minor tempo, non mesi e mesi di discussioni per poi spesso arrivare ad un "nulla di fatto" (vedi ad esempio la legge elettorale).
Bye!
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1000 persone,Damon?Magari fossero solo quelle...mettici le centinaia di migliaia di persone che devono "magna'" per aver portato pacchetti di voti...
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ciao daemon penso che tu abbia letto il mio precedente post e quindi mi chiedo come faccio io solo, senza grandi risorse economiche, con la voglia/obbligo di andarmene da dove vivo, e senza credenziali economiche a diventare un imprenditore?
Tengo a precisare che non voglio diventare imprenditore per diventare ricco (vista la mia onestà non ci riuscirei) ma per fare il lavoro che amo, non voglio dipendenti da deludere in caso di magri guadagni, voglio solo una possibiltà, perchè lo stato non vuole darmela?
perchè se chiedo il famigerato "prestito d'onore" io devo restituire il 50% di quanto mi è stato prestato mentre una donna o un extracomunitario il 25% non è discriminazione questa?
Qualche tempo fa ho visto in tv uno speciale del tg1 dal titolo "mi metto in proprio" inutile dirvi con che interesse l'ho seguito ma alla fine l'amaro in bocca! perchè? perchè si è parlato di una parrucchiera immigrata che col prestito d'onore ha aperto un suo salone aiutata dalla sorella, si è parlato di un ex operaio che con i soldi della liquidazione e di un incidente sul lavoro ha aperto una grande fabbrica e della figlia di un imprenditore che una volta messa a capo dell'azienda di famiglia l'ha rivalutata trasformandola in una fabbrica di soldi e lavoro!
ora io mi chiedo perchè non hanno messo un pincopallino che, partendo da zero, grazie al prestito d'onore è arrivato ad affermarsi nella società con i suoi prodotti-servizi? sarà che non ce ne sono?
il prestito d'onore è molto macchinoso, devi presentare un progetto innovativo ti dicono loro per cosa spendere i soldi ti dicono loro quando devi avere i soldi devono essere sempre a conoscenza di cosa fi con i loro soldi e devi mantenere aperta l'attività per almeno 5 anni. cosa succede se non rispetti una qualsiasi delle qlausole dell'immenso contratto? semplice devi restituire il 100% di ciò che hai avuto ad un tasso d'interesse pieno e non agevolato e di conseguenza dichiari bancarotta il chè ti sbarra le porte di qualsiasi banca o istituto di credito!
sapete cosa faccio attualmente? cerco un lavoro in questo meaviglioso ambiente che è l'audio-video o automotive conscio del fatto che probabilmente verrò sfruttato per la mia passione!
ora denunciatemi per vilipendio ma io mi vergogno di essere italiano.
amareggiatissimo ale!
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Alessandro,ma che stai facendo?Io baratterei chissa' cosa per avere i 23 anni che hai tu,e tu pensi ancora a come fare per metterti in proprio qui in Italia...ma chi te lo fa fare?Lo vuoi un consiglio?Sei giovane,libero,volenteroso e non hai paura di muoverti:prendi il primo aereo per l'Australia o la Nuova Zelanda,sbarca,fai QUALSIASI cosa o impiego pur di crearti una posizione,alla lunga sarai premiato,dammi retta,potessi farlo io.
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giangi mi tenti da morire e l'avevo già pensato ma non conosco la legislatura dell'australia hai qualche link che realizza i sogni?
ti ringrazio in anticipo ciao ale!