Obi, io te l'appoggio :D
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Obi, io te l'appoggio :D
Concordo pienamente, nei forum si usa sempre linguaggio colloquiale che è più sciolto e sgrammaticato. Non bisogna appiccicarsi alle parole e agli errori dovuti alla fretta.
Ovviamente scrivere "ho" senza H o cose del genere fanno parte di un'altra categoria :)
A proposito, far notare agli altri gli errori, oltre che brutto, è anche contro il regolamento! :O :read:
Questa è un'altra mutilazione che leggo spesso sui giornali.... la sparizione delle preposizioni e degli articoli nei titoli
es: "Strage Kabul: morto italiano"
E' vero, sempre più si vedono titoli scritti come fossero telegrammi!
Beh, anche nel titolo di questa discussione manca l'articolo...
(L')Italiano, questo sconosciuto
... i titoli sono titoli.
Ma tu sei Manzoni? O Dante?Citazione:
Originariamente scritto da Picander
Io pensavo stessimo parlando dell'uso corretto dell'italiano moderno.
Come dire che quando uno che si arrampica sugli specchi e cade, se ritenta allora "è caduto", dato che continua a cadere, se invece smette allora "cadde" e basta. :DCitazione:
Per cui l'uso di ebbi e insegnò sono scorretti in questo contesto in cui si vuole esprimere il prolungamento degli effetti dell'insegmaento. E' corretto invece il passato remoto se Alessandro volesse dire che l'insegnante gli insegnò la grammatica ma col tempo ha dimenticato tutto :p
Senza andare a scomodare gli accademici, basterebbe ricordare cosa insegnano alle elementari. Quando l'azione è compiuta ed ha esaurito i suoi effetti va usato il passato remoto.
L'azione dell'insegnamento si è esaurita nel momento in cui l'amico ha smesso di andare a scuola.
Il fatto che ciò che ha appreso sia stato dimenticato o non lo sia stato non è in relazione con l'azione dell'insegnamento a cui la frase si riferiva.
Leonardo "dipinse" i suoi quadri 500 anni fa, non li "ha dipinti 500 anni" fa per il semplice fatto che il colore è ancora al suo posto. L'azione del dipingere si è ormai esaurita anche se il quadro rimane o si fosse perso.
Poi, dalla grammatica all'uso comune ne passa. Come vedi io abuso largamente di forme più colloquiali che formali.
In altre discussioni simili ho sostenuto come la rigidità delle regole codificate della lingua scritta, spesso, mal si adatto all'uso comune, soprattutto nel parlato.
Anche la lingua che usiamo nei forum è molto più simile al parlato che allo scritto ed il motivo è semplice. Quasi sempre si scrive di getto e si preme l'Enter senza ricontrollare e correggere quanto scritto.
Se invece dobbiamo scrivere una lettera o una relazione, prima facciamo una bozza, poi la rileggiamo, la correggiamo, l'ampliamo, ecc…. Tutt'altro lavoro insomma.
L'ignoranza, intesa come carenza di istruzione, non la vedo come una colpa così come non credo sia un merito il fatto di potersi permettere certe cose, tanto meno che ciò equivalga ad una migliore istruzione.Citazione:
Tutti possono sbagliare nella fretta, il problema è quando l'errore è frutto non di dimenticanza ma di ignoranza.
Ribadisco che personalmente sono più infastidito dalla carenza di contenuti di certi messaggi o discussioni che non dalla loro correttezza grammaticale.
Anzi, a pensarci bene c'è una cosa che più irritarmi mi fa ridere. Quando sento alcuni cronisti leggere pedissequamente i gobbi o le veline che hanno davanti senza fare un minimo sforzo per capire cosa stanno leggendo.
Così Mourinho diventa lo "specialone" (letto in italiano, come è scritto) invece che lo "special one" ("quello speciale" in inglese). :rolleyes:
Ciao.
La penso anch'io così (forse solo perchè conosco i limiti del mio italiano).Citazione:
personalmente sono più infastidito dalla carenza di contenuti
Sicuramente odio l'uso del lei perchè il rispetto non passa per il modo di parlare. Mai sentito mandarsi a quel paese usando il lei? :)
Ciao.
Su questo argomento, si potrebbe scrivere un libro! Per quanto riguarda l'uso comune della lingua italiana, per intenderci, non quella che si trova nei libri di grammatica, l'uso del passato remoto varia tantissimo a seconda della regione in cui ci si trova. Non parlo del dialetto, ma di come vengono usate forme verbali corrette in maniera non del tutto corretta!Citazione:
Originariamente scritto da Girmi
Sono nata e cresciuta a Roma, nella bella capitale, il passato remoto non si usa MAI, anche se dobbiamo far rifermento ad un avvenimento avvenuto anni prima, si usa sempre "ho detto", "ho fatto", "sono andata" e via dicendo!
Da qualche anno, mi sono trasferita a Bari, nella città pugliese, si usa il passato remoto per descrivere un'azione che, ad esempio, è avvenuta ieri.
Se poi scendiamo ancora più giù, nel Salento, il passato remoto si usa per azioni avvenute un'ora prima, quindi nella stessa giornata.
E' chiaro che la forma corretta è una sola!
Le lingue vive sono fatte così!
Va fatta quindi una distinzione tra il "parlar comune" e lo scrivere. Quando leggiamo un libro, pretendiamo che questo sia scritto nella forma corretta, anche se non corrisponde a quella che usiamo per parlare tutti i giorni. Quando parliamo invece, per non essere guardati come marziani, tendiamo ad usare la "forma del posto", anche nel caso in cui si stia parlando in ambito lavorativo e con la piena consapevolezza di sbagliare.
:D Hai raggggione!Citazione:
Originariamente scritto da ninodiz
In quasi tutti i forum che frequento c'è, o c'è stata, una discussione come questa.
Forse che sia un bisogno recondito che molti hanno di correggere gli altri?
Ognuno è libero di parlare come meglio crede e se ne assume le responsabilità, derivanti sia dalla forma che dal contenuto.
E vi lascio con una questione quasi filosofica: si deve scrivere come si parla, o si deve parlare come si scrive?
PynkyZ, nei forum generalmente si scrive come si parla! L'ho detto io poco più su. Però questo non giustifica certi errori di ortografia che si leggono in giro. Un italiano corretto e curato è più leggibile ed efficace. Potrei indicarti diversi post resi illeggibili da assenza di punteggiatura, tempi verbali casuali etc...
Io aprendo la discussione non volevo puntare il dito su nessuno in particolare, ma solo ridacchiare degli errori più comuni e, perchè no, metterli un po' in evidenza sperando che possa servire a far sentire il problema. Di sicuro non l'ho aperta per il gusto di criticare gli altri. Diceva mia nonna "la cultura serve a te stesso, non a sminuire gli altri".
Poi si sa come siamo fatti... siamo capaci di tirare fuori polemica, competizioni e guerre da qualunque argomento pur di avere ragione. Ma non mettiamo troppa carne al fuoco ;)
http://www.youtube.com/watch?v=d8URgBP7Lts
dimenticavo: :D
Ottima sintesi! :rotfl:
prendo atto delle mie mancanze e m'impegnerò a porvi rimedio, grazie!;)
...e si parla e si scrive come si pensa.Citazione:
Originariamente scritto da PynkyZ
Questo e' il punto.;)
Estendiamo il ragionamento non solo all'importante conoscenza dell'italiano che dovremmo tutti conoscere.
Come parliamo e come scriviamo rivela agli altri chi siamo e fornisce loro armi per combatterci,eventualmente.
Usare bene una lingua (o piu' lingue) e' un abito (o piu' abiti) piu' o meno elegante che sappiamo vestire a seconda delle occasioni.
Presentarsi stracciati e bisunti e' un affronto che facciamo agli altri e a noi stessi.
Subire film scimmiottati da terzi e' un affronto alla nostra intelligenza e cultura.
Conoscere solo (e magari male) la lingua della penisola significa vivere chiusi in un barattolo,preda dei molteplici dittatori di turno e dei concetti propagandati dalla loro stampa,TV o seguaci prezzolati.
Sia che questi provengano dalla SCV SPA,da Corleone,da Arcore, o da chissa' quale altro nuovo luogo.
Le implicazioni sono infinite.;)
P.S.citta' e sigle scelte a caso,potevo scrivere Predappio oppure Braunau am Inn.