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Citazione:
Microfast ha scritto:
Ti ricordo che esistono strumenti per correggere anche in fase ......
Saluti
Marco
certo Marco,
ma la fase la correggi al massimo di 180°, cioè di un semiperiodo e la durata di questo semiperiodo dipende dalla frequenza a cui vai a lavorare.
Non riesci però ad andare ad agire sui riverberi della stanza: teoricamente equalizzando (sia sulla fase che sulla frequenza) puoi anche ottenere una risposta uguale a quella che avresti in una camera anecoica (relativamente al punto di ascolto), ma solo in regime stazionario!
Dovresti cioè aspettare un determinato tempo perchè il suono che si riflette sulle pareti arrivi al punto d'ascolto e sommandosi a quello diretto ti dia una rilevazione come in camera anecoica.
Quindi in regime stazionario di problemi non ne esistono, in regime di transitorio si: come al solito il problema sarebbe capire quanto questo influisca con un messaggio musicale.
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Citazione:
Michele Spinolo ha scritto:
certo Marco,
ma la fase la correggi al massimo di 180°, cioè di un semiperiodo e la durata di questo semiperiodo dipende dalla frequenza a cui vai a lavorare.
Non riesci però ad andare ad agire sui riverberi della stanza: teoricamente equalizzando (sia sulla fase che sulla frequenza) puoi anche ottenere una risposta uguale a quella che avresti in una camera anecoica (relativamente al punto di ascolto), ma solo in regime stazionario!
Dovresti cioè aspettare un determinato tempo perchè il suono che si riflette sulle pareti arrivi al punto d'ascolto e sommandosi a quello diretto ti dia una rilevazione come in camera anecoica.
Quindi in regime stazionario di problemi non ne esistono, in regime di transitorio si: come al solito il problema sarebbe capire quanto questo influisca con un messaggio musicale.
Michele,
Il problema delle prime riflessioni e' stato approfondito da Denis Sbragion : dove e' rilevante ( dalle medie frequenze in su ) e' praticamente impossibile trattarle elettronicamente, ma fortunatamente lo e' molto semplicemente ed efficacemente trattando il locale.
Quindi il problema non si pone.
Qui puoi poi usare l'equalizzazione per compensare piccole differenze dovute anche ai trasduttori, crossover etc etc, ma e' un trattamento accessorio che si puo' anche evitare, o se vuoi fare le cose in grande lavorare anche sulla fase ( pero' il discorso diventa critico, impegnativo e molti lo contestano pure: per esempio Giampiero Matarazzo ha gia' scritto a proposito che bisognerebbe applicarlo separatamente per midrange e tweeter, anche se io non ho ancora compreso bene cosa intenda e spero in un suo futuro articolo al riguardo piu' esauriente ).
Viceversa scendendo in frequenza dove le risonanze diventano mammano preponderanti il discorso si inverte : fisicamente diventa sempre piu' difficile se non impossibile intervenire ( specie in un locale esistente ), mentre tramite dsp ottieni eccellenti risultati.
Tante prove pratiche e di diverse persone che si sono cimentate sembrerebbero confermare quanto detto.
I risultati ottenuti all'ascolto alle basse frequenze vanno dall'ottimo ( semplici filtri parametrici ) all'eccezzionale ( DRC ).
Prova e poi mi saprai dire.
Trovo giusto cercare di capire anche teoricamente cosa succede ( anche se e' tuttaltro che facile ), pero' interstardirsi nel cercare a tutti i costi inconvenienti che poi in pratica non si pongono non mi sembra la strada giusta.
Visto che provare e' semplice ed economico dico a Renato : perche' non provi ( intendo con mezzi moderni e non con vecchi eq. analogici con cui magari avevi gia' provato ottenendo cattivi risultati ) ?
Saluti
Marco
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Renato,
scusami, ma non avevo nessuna intenzione di essere offensivo o risultare sgradevole, ci mancherebbe: non ci conosciamo personalmente, ma credimi che l'ultima cosa che mi si addice e` la litigiosita` o il desiderio di prevalere sul prossimo.
Se ti ho detto che mi sembrava avessi esposto dei concetti un po` confusi, e` solo perche` non riuscivo a seguire bene il tuo discorso, e spero non me ne vorrai per questo.
Permettimi di rendere piu` stringato il mio concetto: al fine di rendere piu` "naturale" la riproduzione sonora, occorre intervenire sulle riflessioni e sulle risonanze, che sono due cose diverse.
Per riflessione io intendo le prime riflessioni, che raggiungono l'orecchio insieme al segnale fondamentale ma con un lievissimo ritardo: non sentiro` il suono piu` forte, perche` i due segnali sono sfasati di un lieve ma significativo intervallo temporale, ma solo piu` confuso e meno intelleggibile.
Poi ci sono le risonanze, ossia quelle frequenze alle quali il nostro ambiente risulta accordarsi con il tono riprodotto, generando (questa volta si`!) degli incrementi di pressione acustica finche` viene mantenuto il tono fondamentale.
Diciamo che anche in questo caso possono influire le riflessioni (non appena il tono cessa di essere emesso dal diffusore, l'energia si dissipera` secondo l'assorbenza dell'ambiente a quella specifica frequenza, in un tempo piu` o meno lungo).
Facevo semplicemente questo distinguo per evidenziare come, a mio parere, entrambi gli aspetti debbano essere considerati e corretti.
Per quanto riguarda le alterazioni introdotte da equalizzatori digitali di buona qualita`, ti confermo che penso come, sebbene esistenti, esse non siano discriminabili dal nostro orecchio, che e` uno strumento di risoluzione piuttosto limitata: un po` come il fenomeno accennato da Michele in un altro post. Sul piano fisico, esiste? Certamente si`, ma il punto e`: si sente? Secondo me, no.
Quello che onestamente non capisco (parlo sul piano pratico, quindi, non faccio un mero ragionamento teorico) e` per quale motivo una valida correzione dell'ambiente e della risposta non dovrebbe essere altrettanto valida per ogni tipo di programma musicale riprodotto.
Resto dell'idea che, trattando l'ambiente in modo da ottenere una caratteristica di riverberazione uniforme (ove non vi siano particolari prevalenze a certe frequenze piuttosto che a certe altre), e intendo ottimale per te, visto che si tratta comunque di gusto (c'e` chi preferisce ambienti piu` riverberanti e "vivi" e chi predilige ambienti piu` "smorzati"), e operando una equalizzazione tale per cui, nel punto d'ascolto, le emissioni dei due diffusori giungano con un apporto il piu` identico possibile tra loro e lineare, la riproduzione sonora ne possa solo beneficiare.
Tutto qui.
Sono altresi` convinto che, se "deformazioni" od "alterazioni" sono introdotte dagli equalizzatori, il loro effetto e` assolutamente trascurabile e di gran lunga compensato dai miglioramenti ottenibili.
Non sono entrato in dettagli tecnici a giustificazione del tutto per non risultare tedioso o spocchioso, ma soprattutto perche` la mia esperienza personale di ascolto mi ha convinto che, per le mie orecchie, quanto sopra e` una realta`!
Mi spiace comunque ti sia alterato per il tono del mio precedente post che, ti ripeto, tutto voleva essere fuorche` offensivo: in fondo qui si chiacchera di come fare per ascoltare meglio la musica, mica per dimostrare di avere per forza ragione.
A questo punto, pero`, e te le dico con un sorriso, sia chiaro, senza animosita` alcuna, visto che ti pare ti scagli a spada abbastanza tratta contro questi concetti, ti chiedo: quale e` la tua esperienza personale nei confronti dell'equalizzazione o trattamento digitale del segnale, per denigrarla cosi`?
Io ho avuto modo di giocare con processori Tact, Bss,Behringer ed alcuni altri,e mi sono costruito un'opinione sulla base del mio gusto personale, che sono pronto a condividere: tu, ne hai mai usato uno? Solo perche`, prima di sostenere che una cosa funziona o meno, io ho sempre cercato di provare e guardare con i miei occhi od ascoltare con le proprie orecchie, indipendentemente dalle mie convinzioni tecniche.
Permettimi di dire che, se non ne hai mai utilizzati, od ascoltati, allora forse le tue affermazioni sono basate solo su principi teorici, e non pratici...io ho trovato che a volte la pratica sconfessa la teoria, e a volte no... e forse anche tu potresti avere delle sorprese.
COn stima e senza alcuna animosita`, credimi,
Ciao,
Andrea
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Citazione:
Michele Spinolo ha scritto:
Renato il discorso è come dici tu: l'equalizzazione va ad agire nel dominio delle frequenze e solo minimamente in quello dei tempi.
Ergo tutti i fenomeni che avvengono in questo dominio (riflessioni, riverbero, ecc...) possono essere corretti solo in maniera poco significativa.
L'unica cosa che si può fare, in sicurezza, è andare a correggere la risposta del sistema (sistema di riproduzione + stanza) ossia quando tutte le riflessioni sono avvenute.
Certo come dicevi tu, per esempio di fronte ad un'attenuazione operata dall'equalizzatore, avrò un'emissione diretta del diffusore più bassa di quella che dovrebbe essere.
Chiaro che tutti questi non sono altro che stratagemmi per correggere errori di basse irrisolvibile completamente con qualsivoglia metodologia.
Ecco, ora parli esattamente allo stesso modo in cui parlo io, ero intervenuto in questo thread per rispondere su alcune tue perplessità che avevi avuto analizzando il metodo ETF, e ora dovrebbe essere chiaro "come" opera, e dunque perchè di certe misure.
Ciao
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Citazione:
Michele Spinolo ha scritto:
certo Marco,
ma la fase la correggi al massimo di 180°, cioè di un semiperiodo e la durata di questo semiperiodo dipende dalla frequenza a cui vai a lavorare.
Non riesci però ad andare ad agire sui riverberi della stanza: teoricamente equalizzando (sia sulla fase che sulla frequenza) puoi anche ottenere una risposta uguale a quella che avresti in una camera anecoica (relativamente al punto di ascolto), ma solo in regime stazionario!
Dovresti cioè aspettare un determinato tempo perchè il suono che si riflette sulle pareti arrivi al punto d'ascolto e sommandosi a quello diretto ti dia una rilevazione come in camera anecoica.
Quindi in regime stazionario di problemi non ne esistono, in regime di transitorio si: come al solito il problema sarebbe capire quanto questo influisca con un messaggio musicale.
Come hai detto, la fase può intervenire in minima parte sul tempo, almeno per frequenze non bassissime, ma in ogni caso non si può adoperare la correzzione di fase per risolvere o limitare le problematiche di cui ho parlato perchè interviene anch'essa sul suono che esce dai diffusori. Solo intervenendo sull'assorbimento dell'ambiente a tutte le frequenze, questi problemi non ci sono.
(Qualcuno dirà: ce ne sono altri pratici)
Ciao
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Citazione:
Microfast ha scritto:
Trovo giusto cercare di capire anche teoricamente cosa succede ( anche se e' tuttaltro che facile ), pero' interstardirsi nel cercare a tutti i costi inconvenienti che poi in pratica non si pongono non mi sembra la strada giusta.
Guarda che non mi stò intestardendo a cercare inconvenienti, voglio solo parlare di come lavora un equalizzatore, o come si decide di farlo lavorare. Fra l'altro questo può evitare equivoci nel valutare certe misure, ma il mio fine primario è stato solo quello di rispondere a Michele.
Ciao
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Andrea, come ho appena finito di scrivere, sono intervenuto nel thread per rispondere a Michele, su certe perplessità nelle misure di ETF, il discorso dunque è, e deve essere, solo teorico in questo caso. Intendo dire, nelle misure, e successive elaborazioni matematiche, i conti devono tornare. Poi le implicazioni pratiche verranno di conseguenza, e sono propio il metodo ETF, i segnali di 30ms, gli altri, ecc., e il modo di operare (le scelte). Credo sia utile tenere presente questo, anche quando poi ci si trova a risolvere i problemi pratici.
Riguardo al fatto se sia bene o no equalizzare, mi sono in origine divertito abbastanza a dire la mia, con pure un po' di sfottio ;), con Marco. Poi ho ribattuto più seriamente (perchè ritenevo doveroso farlo) contro certe sicurezze sui vantaggi dell'equalizzazione, sulle sicurezze, non sull'equalizzazione; sulla sicurezza sulla migliore resa rispetto ad un trattamento, sulle sicurezze che possono dare certe misure che l'equalizzazione permette di ottenere. Vedi, di certezze io non ne ho, e ho valide ragioni per ritenere che non ce ne siano per affermare che l'equalizzazione sia la soluzione, magari adoperata in un certo modo seguendo certe regole e con certe elettroniche. Conosco abbastanza bene le problematiche dell'acustica, ma non voglio adesso mettermi a dire se è meglio equalizzare o limitarsi a lavorare sull'acustica, o fare entrambe le cose. E poi non voglio certo convincerti di qualcosa, piuttosto toglierti certe sicurezze. Io convivo benissimo con i miei dubbi, e nell'hifi ce ne sono davvero tanti, anzi li trovo stimolanti e divertenti.
Concordo su quello che hai scritto riguardo alle risonanze e alle prime riflessioni, e sul fatto che hanno bisogno di trattamenti diversi. Conosco abbastanza bene le problematiche di entrambe, so come intervenire in un trattamento acustico, solo che non intuisco quali siano i trattamenti che proponi per risolverle. Comunque non è qui la questione, ripeto, non voglio trovarmi a dire che i metodi che prediligo sono più efficaci di altri, e non vorrei allo stesso tempo però trovare scritto il contrario. Ognuno seguirà le sue affinità, esperienze e conoscenze.
Citazione:
Per quanto riguarda le alterazioni introdotte da equalizzatori digitali di buona qualita`, ti confermo che penso come, sebbene esistenti, esse non siano discriminabili dal nostro orecchio, che e` uno strumento di risoluzione piuttosto limitata: un po` come il fenomeno accennato da Michele in un altro post. Sul piano fisico, esiste? Certamente si`, ma il punto e`: si sente? Secondo me, no.
Quello che onestamente non capisco (parlo sul piano pratico, quindi, non faccio un mero ragionamento teorico) e` per quale motivo una valida correzione dell'ambiente e della risposta non dovrebbe essere altrettanto valida per ogni tipo di programma musicale riprodotto.
La valida correzione di cui parli, non è valida per ogni tipo di segnale, questo anche in pratica. Ho cercato di spiegarlo. Il fatto è che si sentono bene le conseguenze, come ad esempio (estremo!) basta fare una equalizzazione seguendo la misura di segnali costanti, come rumore rosa, (questa non è una cattiva correzzione, è validissima, per quel suono) o con ETF. Nei vari casi ottengo risultati diversi che apprezzo bene ad orecchio, ce ne ha parlato anche Marco prima e dopo ETF. Ti faccio notare che il suono di un sintetizzatore tenuto costante per 10 secondi (ma anche meno), che capita di ascoltare come sottofondo a un brano, andrebbe trattato col primo metodo e non con il secondo ( A voler fare propio lo stronzo:D aggiungerei: non però all'inizio e alla fine!) . Le differenze l'orecchio le sente eccome, altrimenti Microfast non ci parlerebbe di RDC, direbbe che in pratica è la stessa cosa, cambia il nome di chi l'ha fatto. Non è che un metodo è migliore dell'altro perchè misura meglio, con più precisione, ma perchè cerca la migliore soluzione. Un po' il discorso della coperta corta, meglio scoprire le spalle o i piedi? qualcuno potrebbe dire i piedi, qualcuno le spalle, poi qualcuno potrebbe inventare che mettendola obliqua va pure meglio, qualcun'altro che tagliandola a strisce è ancor meglio. Perchè la coperta è corta? per le ragioni che ho cercato di spiegare.
Citazione:
Sono altresi` convinto che, se "deformazioni" od "alterazioni" sono introdotte dagli equalizzatori, il loro effetto e` assolutamente trascurabile e di gran lunga compensato dai miglioramenti ottenibili.
Ripeto che voglio restare fuori da discorsi su cosa è meglio fare. Però voglio fare solo presente qualche dubbio su questa affermazione. Le alterazioni di cui parlo, nelle situazioni limite che ho descritto, sono evidentissime. Con qualche espediente, si possono ridurre queste sensazioni, ma il dubbio che qualcosa resti dovrebbe esserci, tant'è che ogni software dà sensazioni diverse all'ascolto. Altri dubbi ne avrei da proporre, ma poi non finirei più, quando si scende ad altri problemi pratici. Non credere che abbia analizzato con superficialità la cosa, anche e soprattutto dal punto di vista pratico.
Che questo sia poi compensato dai miglioramenti è auspicabile, ma ancora una volta non lo ritengo una certezza, considerando il confronto non tanto fra equalizzare e non, ma fra equalizzare e dedicarsi di più a trattare l'ambiente, ovvero, individuato un problema, risolverlo con un metodo anzichè l'altro.
Ciao
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(Solito errore, scusate, quoto anzichè editare, e poi non ho più l'autorizzazione di cancellare il messaggio quotato per sbaglio come avevo un tempo, ma solo di editarlo ...)
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Renato,
semplificando molto per mero bisogno di sinteticita`, e con un pizzico di ironia, mi pare che il tuo atteggiamento di pensiero consista fondamentalmente nel dubitare, al limite, dei dubbi stessi.
Credo che un atteggiamento moderatamente scettico sia foriero di obiettivita`, ma solo se si accompagna ad una effettiva volonta` di conoscere ed alla ricerca di tali risposte.
Ora, tu dici di volermi togliere delle certezze, come se mi dichiarassi depositario di verita` assolute.
Io credo che il dubbio sia lecito sino ad un certo punto, e che qualsiasi processo di pensiero debba partire da delle verita` di fondo non discutibili (non dogmi, sia chiaro).
Io parto, nel mio approccio, da una realta` che mi sembra inconfutabile: un sistema audio lineare e` preferibile ad un sistema non lineare, a parita` di condizioni a contorno. Punto. Se mettiamo in dubbio questo, allora possiamo iniziare a dubitare che l'uomo sia un bipede ed un mammifero, per capirsi.
Quali sono le condizioni a contorno? Nell'incapacita` di esprimere con misure (unica modalita` di espressione veramente oggettiva) tecniche, piu` semplicemente ti diro`: se, trattando acusticamente l'ambiente e equalizzando il sistema, all'ascolto non percepiro` altro che miglioramenti, saro` soddisfatto. Di nuovo punto.
Nota bene che queste cose te le dice una persona che ha smanettato per anni con microfoni, rta ed equalizzatori passivi, senza mai essere soddisfatto appieno e cercando altre strade: poi l'evoluzione tecnologica ci ha messo a disposizione apparecchi digitali e sebbene fossi poco convinto, storcendo il naso, li ho voluti provare.
E mi sono convinto, con le mie orecchie prima e con il cervello dopo, che adesso la tecnologia e` matura per essere impiegata con successo, concesso il giusto tempo per il settaggio del tutto, non proprio immediato e banale.
Ti confermo e ripeto che ho provato diversi apparecchi in diverse catene, e ne ho semnpre avuto le stesse impressioni di fondo.
Se vuoi , ti dico quali apparecchi, in quali catene, in quali ambienti ed in che occasione ho fatto queste verifiche.
A questo punto, il dialogo diventa costruttivo solo se , da parte tua, mi giunge una risposta tipo: " ho ascoltato l'oggetto x, in questa catena ed in queste condizioni, e ne ho riscontrato l'impressione y". Bene, ci si mette li` e se ne ragiona. Ti avevo chiesto pero` una cosa, e cioe`: ma tu, di questi oggetti, ne hai mai ascoltato uno? e se si`, come e quando?
Non pensare che il mio sia un tono polemico, e` solo che sto cercando di capire se sto dialogando con una persona che si e` costruita dei dubbi sulla base della propria esperienza soggettiva, o con qualcuno che si pone delle domande senza avere pero` cercato di trovare delle risposte.
L'altro giorno lo stimato e preparatissimo Giampiero Matarazzo mi ha raccontato un aneddoto, e mentre discutevamo di una certa applicazione, mi ha dato un consiglio. Senza entrare nel merito, ti diro` che mi si sono arricciati i capelli e la cute fino alla punta dei piedi, perche` il suo suggerimento stride totalmente con la mia esperienza, ma sai cosa faro`? Mi mettero` li, provero` a fare come mi e` stato suggerito, ascoltero`, misurero`, e poi esprimero` le mie opinioni. Potrei scoprire qualcosa di nuovo, o confermare il mio pensiero e cercare di capire perche`, secondo lui, quella certa soluzione era ottimale, se a me pare peggiorativa.
Anche perche` resta la dimensione individuale: molta gente sostiene di dstinguere un cavo di potenza da un altro, e io non ne sono capace.
E mica mi vergogno a dirlo: non sono neanche capace di correre i cento metri in meno di 11 e 8, ma non mi sento menomato per questo. Ho il dubbio che gli altri (quelli che i cavi li distinguono, per intendersi) siano preda di fattori psicologici, ma potrebbe anche solo darsi che la raffinatezza dei miei padiglioni non sia tale da cogliere certe differenze: resta il fatto che io non ho il dubbio circa il riconoscere cavo A da cavo B, perche` ho la certezza assoluta di non saperli identificare, dopo avere provato.
E di questo, non ho piu` motivo di dubitare.
Per cui, di nuovo: che esperienze hai fatto, in materia di equalizzazione? Perche` ti ripeto che il dubbio in senso generico e` un atteggiamento che mi vede concorde purche` ci sia poi una azione volta a chiarirlo. Altrimenti siamo nella posizione di un muto che deve spiegare i colori di un quadro ad un cieco, per usare una metafora colorita!
Ovviamente, se capitassi da Detroit, sei invitato a venire a "risciacquare le orecchie in lago Erie", con una parafrasi, e non te lo dico con il tono di chi sostiene "venite ad ascoltare la verita` dell'audio, o stolti..." (ci mancherebbe!), ma perche` potresti effettivamente farmi notare delle cose che io da solo non sono stato in grado di discernere, consentendomi di affrontare degli ulteriori miglioramenti.
Ciao!
Andrea
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------OT------
(Scusate l'OT, ma una risposta pubblica la devo dare)
Andrea, riguardo all'hifi in generale, siamo su due posizioni molto differenti, di questo me ne ero accorto da un po' di tempo, leggendo i tuoi scritti. E non c'è propio niente di male in questo, ovviamente. Non manchi di ricordare l'importanza delle misure, dell'oggettività, della verità raggiunta e dimostrata, poi avvalorata da ascolti dove si sente tutto salvo ammettere di non saper distinguere la differenza fra un cavo di potenza e un altro. Insomma, boh, cose che raffrontate alle mie esperienze mi danno la sensazione di due modi molto differenti di concepire l'hifi e la musica, di percepirlo, di considerarlo, di valutarlo. E va bene così.
Sono intervenuto in questo thread non per la solita diatriba. Fra l'altro, partendo da queste posizioni così differenti non vedo propio che senso e che utilità avrebbe il confrontarsi su questo, e con il tuo post. Per me sarebbero solo doscorsi a vuoto. Ho fatto lunghe risposte alle tue domande, perchè pensavo che ti potevo rispondere, e che avevo qualcosa di concreto da dire. Se tornassi indietro eviterei, visto che lo ritengo adesso tempo perso, la tua attenzione come risposta è stata esclusivamente nel rilanciare l'ennesima sfida virtuale a chi ha fatto le migliori esperienze e dunque a chi sa, dopo che avevo ripetuto più volte che le mie intenzioni erano altre, e di altro tipo. E' una sfida che rifiuto completamente, come tutte le sfide del resto, e perdipiù dopo post e post, non vorrei certo sentirmi poi rispondere, ma da chi? Ma come? Ma sei sicuro? Ma hai misurato? Mi sono pentito anche di essermi fatto scappare tempo fa la battuta sul Tacts a Bologna, ma mi è scappata SOLO perchè mi sembrava che parlavate dell'oggetto miracoloso. Poi ne è venuto un thread ridicolo: ridicolo perchè chi leggeva non sapeva il motivo di accanirsi su una breve sensazione d'ascolto, e i presupposti dai quali era partito il discorso. Avrei da risponderti, e da farti a mia volta domande, e avrei fra l'altro di che obiettare persino alle tue nette affermazioni che terminano con "punto", e a ragion veduta, con esperienze ecc. , come richiedi, ma non ne vedo propio il motivo. Mi sono intromesso in questo thread perchè pensavo che potevo parlare di altro, o che qui si sarebbe dovuto far questo, cioè parlare di come funzionano e si adoperano le misure ETF, e su quali principi si basano, anzichè racconti sulla verità scientifica riprovata della estrema necessità e utilità di equalizzare.
Ciao e scusate l'OT
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Renato,
nessuna sfida: volevo solo confrontare delle esperienze, nient'altro.
Mettere a confronto le mie senszioni d'ascolto con quelle di altri: puo` benissimo darsi che io non senta effetti negativi mentre tu si`, e di questo volevo parlare.
Mai detto che equalizzazione e correzione ambientale sono la soluzione ultima, al massimo posso avere detto che lo sono state per me. Cio` non toglie che anche io possa imparare ogni giorno, magari a notare qualcosa che oggi non sono in grado di discernere.
L'utilita` delle misure di ETF e` relativa all'uso che se ne vuole poi fare; se lo scopo e` un intervento di correzione e` un conto, se e` solo quello di capire quanto le misure siano raffinate e precise, e` un altro.
Da qui saremo magari finiti off topic, ma se lo abbiamo fatto e` solo perche` siamo persone che sono convinte delle proprie idee.
Non ho presente il thread che citi sul tact, e faro` una ricerca, per vedere quali erano state le tue impressioni.
Ad ogni modo, sono convinto che l'installazione di Alberto, per una serie di ragioni, non fosse ottimale e non consentisse al dispositivo di operare al meglio della sua efficacia. Non ho avuto modo di esserci e non posso darti un parere personale, ma credo che ascoltero` il suo show room ad Agosto, e poi forse ti sapro` dire.
Ciao
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Thread molto interessante e tecnico, ma cerchiamo di cominciare il discorso con: Io penso, per la mia esperienza, dal mio punto di vista ecc. ecc. Questo per evitare di screditare l'esperienza altrui.
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Citazione:
Mirko ha scritto:
Tread molto interessante e tecnico, ma cerchiamo di cominciare il discorso con: Io penso, per la mia esperienza, dal mio punto di vista ecc. ecc. Questo per evitare di screditare l'esperienza altrui.
La matematica non è un'opinione!;)
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Citazione:
Michele Spinolo ha scritto:
La matematica non è un'opinione!;)
Giusto Michele, ma finche' si continua a discutere se sentiamo o meno la differenza all'ascolto di due cavi di potenza sospesi o meno con gli elastici come puoi applicare la matematica ?
Saluti
Marco
Ps. Rimanendo nel tema originale : forse per la prima volta sono riuscito ad ottenere un buon risultato strumentale correlato ad un altrettanto valido risultato all'ascolto sul subwoofer.
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Citazione:
Microfast ha scritto:
Giusto Michele, ma finche' si continua a discutere se sentiamo o meno la differenza all'ascolto di due cavi di potenza sospesi o meno con gli elastici come puoi applicare la matematica ?
Saluti
Marco
Ps. Rimanendo nel tema originale : forse per la prima volta sono riuscito ad ottenere un buon risultato strumentale correlato ad un altrettanto valido risultato all'ascolto sul subwoofer.
Marco,
io sono come San Tommaso: se non tocco (teoricamente) non credo (sento).
Poi sono convinto che molto spesso si sente quello che si vuole sentire.
Sinceramente i miei cavi di potenza, servendomene oltre 30m, li ho scelti così: presi 3 tipi di cavi (rosso-nero di buona sezione, e altri due dal costo rispettivamente di 7000£ e 14000£ al metro della stessa sezione del rosso e nero), io ad occhi chiusi ascoltavo un CD che conoscevo bene e mio babbo cambiava i cavi.
Se devo essere sincero io di differenza non ne ho sentita: per scrupolo ho preso quello da 7000£ però.
Sai secondo me occhi e orecchie sono fortemente collegati...
Dimmi di più del sub!:)