Ho guardato nel tuo sito come da te suggeritomi
Complimenti
i mie preferiti sono:
DONNAVILLA
http://www.antoniogiuseppevalenti.it/pittura_pag_19.htm
http://www.antoniogiuseppevalenti.it/pittura_pag_22.htm
Acrilici su legno (19..). Omaggio a Pietralba, mia madre.
http://www.antoniogiuseppevalenti.it/pittura_pag_27.htm
http://www.antoniogiuseppevalenti.it/pittura_pag_32.htm
Ma la cosa che mi piace di più è come scrivi:
« Durante l’atto sfibrante della scrittura, mai posseggo la coscienza immediata di ciò che sto scrivendo: sono assolutamente convinto di non capire ciò che scrivo. Una sorta di meravigliosa condizione di subcoscienza intrisa di architetture sintattiche più o meno complesse, di ricerca spasmodica della musicalità delle e tra le parole; di spazi; di traumatiche aritmie letterarie.
Garantisco che non si tratta d’una sensazione, bensì di certezza: io veramente non capisco, e non tanto ciò che dirò con la prossima parola, quanto ciò che sto dicendo proprio adesso, con questa. Eppure, il fatto non mi procura angoscia, o la preoccupazione del giudizio – per me pur importante – di chi leggerà: è come se mi sostenesse la sicurezza che quelle parole supereranno un eminente, ratificante e infallibile vaglio, giammai da me personificato. Ed è così che non mi atterrisce l’errore, come non mi spaventano l’incongruenza, lo svuotamento della personalità del personaggio (tanto l’esiguità del suo spessore quanto, talvolta, la sua completa assenza), la mancanza di ritmo o di esso la flessione; semplicemente perché io mi sento assistito da quest’altra parallela certezza, che ciò che scrivo (persino la formula apparentemente più astrusa) possiederà comunque un senso compiuto. È sempre stato così. »
Da ignorante mi piace
Ciao
Pier Paolo