A me sono piaciute le PMC. Purtroppo le 22 non mi entrano nel mobile per l'altezza, così ho optato per le twenty.21 + il canale centrale twenty C. Non mi pento della scelta. Confermo l'ottimo risultato a bassi volumi.
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A me sono piaciute le PMC. Purtroppo le 22 non mi entrano nel mobile per l'altezza, così ho optato per le twenty.21 + il canale centrale twenty C. Non mi pento della scelta. Confermo l'ottimo risultato a bassi volumi.
:fiufiu::p
Non ci spero più.
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(A scoppio decisamente ritardato...)
La premessa importante (a mio avviso): nessuno, prima d'ora, aveva mai organizzato un evento del genere.
Mi ha fatto quindi molto piacere partecipare allo shoot-out che ha organizzato AVMag, che ho inteso come una sorta di educazione all'ascolto, in linea con i princìpi europei del longlife learning.
In quell'occasione, da Cherubini, avevo preso qualche appunto, che a mesi di distanza ho ritrovato sepolto tra le carte ed... eccomi qui.
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In attesa delle prove di Matarazzo degli altoparlanti, di una esposizione organico/statistica di quanto abbiamo scritto su quei fogli (e del "ribaltamento" che si è avuto a Roma delle preferenze) e della trasmissione di almeno lo spezzone originale di batteria registrato in sala per email, scrivo quattro parole su quanto è avvenuto a Roma.
Le premesse sono state rispettate. Eravamo pochi, su quelle sedie, e ogni tre brani (ascoltati sui 4 diffusori) ci veniva consentito di cambiare posto, cosa che - quindi - nel corso della sessione abbiamo fatto per ben tre volte. Tutti abbiamo quindi avuto modo di ascoltare anche dalla prima fila.
La sala di Cherubini non era la grande, audiovideo, ma giustamente la piccola, in fondo, solo audio.
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Oltre ad Emidio Frattaroli e a Gian Piero Matarazzo, c'era anche Marco Cicogna, che però non è mai intervenuto.
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Gli spezzoni erano stati scelti da Gian Piero, "uno dei massimi esperti di elettroacustica a livello intergalattico", secondo una lucida definizione di Emidio. Erano stati scelti per piccole particolarità che si voleva far emergere in questi ascolti. Ci è stato consigliato di porre particolare attenzione ai dettagli, alla parte piccolissima del messaggio musicale che - se assente - gli fa perdere completezza più che alla pressione sonora, al posizionamento delle voci, alla dinamica per differenza tra piccoli segnali e segnali con ampiezza maggiore, ai transienti. Non sembrava affatto facile: mi sono reso subito conto che il compito che ci era stato assegnato era comunque troppo difficile, ma ci ho provato lo stesso.
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Matarazzo ha tenuto a sottolineare che questo set di altoparlanti, per questioni dimensionali, non sarebbe stato in grado di riprodurre "adeguatamente" i 20 o i 40 Hertz, per cui sarebbe stato certo inappropriato scegliere un brano in cui si riproducevano i pedali di un organo a canne.
Anche il posizionamento degli altoparlanti era stato curato da Matarazzo. In un paio di casi si doveva procedere al cambio di altoparlante al volo, on the fly, per così dire...
La prima terna era di Voci femminili, poi maschili (De Andre') e fiati.
Dopo il cambio di posto, la seconda terna presentava voci maschili e femminili (con molto riverbero), stage (l'apertura della grande orchestra) e dinamica (campanelli e tamburi).
Con un altro cambio posto ci si avviava alla quaterna finale, transienti (schiocchi e contrabbasso), modulazione delle voci femminili (molto riverberate, bisognava concentrarsi sulla separazione delle voci, piuttosto che sulle pressioni sonore), timbrica generale (Dire Straits) e un breve loop di batteria montato in studio per 40 volte di seguito, su cui è stato fatto un vero e proprio shoot-out in tempo reale.
La considerazione finale di Matarazzo mi sembra fosse stata di essere "seri" nei giudizi e nei riferimenti.
Boston M25 (640€). Una cassa di "peso" (se ne lamentavano in continuazione Gian Piero ed Emidio) :D, pur essendo di taglia mignon. Riusciva a riprodurre anche la gamma bassa, malgrado le dimensioni, anche se in generale aveva problemi sull'estensione in alto e in basso. Dotata di una emissione piuttosto direzionale, talvolta riusciva a riprodurre anche un po' di pressione sonora, talvolta invece sembrava un po' "inscatolata". Forse la migliore nella riproduzione dello schiocco.
Dynaudio Excite 12 (tipo non laccato, circa 800€). Il modello in questione era il piccolissimo della serie Excite. Suonava quindi in modo molto diverso - come evidente - dalle grandi Confidence, che mi piacciono moltissimo (ah, quel tweeter esotar!): ammetto di subire il fascino di questo meraviglioso marchio. Mi hanno dato l'idea di avere poca estensione in alto e in basso, di essere molto frenate, di avere uno stage sonoro non larghissimo, di riuscire a però a riprodurre bene la voce solista che abbiamo ascoltato (qualità non certo da poco).
Sonus Faber Auditor (1.850€). Qui il prezzo più che raddoppia, rispetto alla coppia precedente, e l'estetica la fa da padrona. Un altro capolavoro di quel Mastro/mostro di Franco Serblin, recentemente scomparso, creatore di pezzi di alta ebanisteria difficilmente eguagliabili dai suoi competitor mondiali: acquistando una Sonus di fatto ci si mette una vera e propria opera d'arte in casa. In questi ascolti ho espresso giudizi molto altalenanti e a volte addirittura opposti, a seconda del pezzo che ascoltavamo e francamente la cosa mi ha un po' indispettito... Talvolta mi è sembrata avere un medio caldo, la gamma bassa scendeva ma era quasi sempre frenatissima, mentre l'alta solo talvolta estesa, con un soundstage che senz'altro si allargava rispetto alle piccole; in ogni caso mi è parsa una cassa forse non velocissima, ma ricca di armoniche.
PMC Twenty.22 (2.380€). Il prezzo sale ancora, notevolmente. Però siamo messi di fronte a delle autentiche fuoriclasse della scena sonora (che si estende meravigliosamente, in modo quasi innaturale rispetto al confronto: diviene immensa), molto chiare, con un basso veloce e molto frenato sicuramente non caldo e profondissimo, riproducevano un sax meravigliosamente corposo. Avrebbero senz'altro attratto l'attenzione del mio amico Giovanni, che da musicista e titolare di uno studio di registrazione da anni insiste sul fatto che dovrei passare all'accoppiata PMC-Bryston, in assoluto una delle preferite degli studi di registrazione britannici (anche se la Bryston è in realtà canadese, oltre ad essere l'unico marchio al mondo ad offrire 20 - venti - anni di garanzia sui suoi prodotti)...
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Ringrazio quindi Emidio, Gian Piero, AVMag e Cherubini per l'esperienza, davvero unica, che indubbiamente è stata per tutti noi un'occasione di arricchimento culturale. Se devo essere sincero, l'unica piccola pecca, a mio avviso, è stata che c'è stato poco tempo per far sedimentare le impressioni sonore: forse quei pochi secondi erano davvero pochi. Mi è un po' sembrato (non so se vi sia mai capitato) quando, per strafare, si va al cinema e si provano a vedere due film diversi uno dopo l'altro: rimangono appiccicate addosso soprattutto le sensazioni che ha trasmesso l'ultimo, mentre quelle del precedente è come se si fossero volatilizzate. Però mi rendo conto che c'erano molte persone che aspettavano il loro turno e che già un'ora completamente dedicata all'ascolto da parte di un così ristretto numero di persone di questi tempi è un autentico lusso. In effetti è l'arco di tempo sufficiente a formare le prime impressioni, che possono poi essere corroborate con ulteriori ascolti presso il proprio negoziante di fiducia.
Informato da Claudio/gnagno rilancio l'info. Sull'ultimo Audio Review (344, giugno) potrete leggere un lungo servizio con le prove sulle 4 coppie di speakers e i risultati degli shoot-out.
Grande, m'hai trattato come se avessi compiuto un crimine, non so come scusarmi... :cry:
A chi/cosa ti riferisci, Piep? http://www.avmagazine.it/forum/image...smilies/22.gif
io credo che volesse rispondere ad un'altra discussione ed abbia scritto qui erroneamente. Leggendo l'intervento ho avuto la sensazione di quando ti arriva un sms che si capisce subito che non era per te.
....papero distratto :D