Citazione:
andrea aghemo ha scritto:
Diverso e` se consideriamo, come fa Michele, l'andamento prima della condizione di regime (adesso ho capito cosa intendevi, Michele, scusa se non avevo afferrato subito a cosa ti riferivi).
Da questo punto di vista, pero`, credo sia importante, com in tutte le cose, operare con il buon senso.
Michele, correggimi se sbaglio (..i miei studi sono un tantino arrugginiti, sai com'e`, e la maggioranza dei miei libri di testo e` in Italia!),ma la tua osservazione vale per il periodo di tempo T prima dell'arrivo a regime del sistema. Ora, questa condizione si potrebbe verificare se ascoltassimo per diletto toni puri provenienti da un ottimo generatore di frequenze, ma la realta` non e` cosi`: se non sbaglio, vi fu chi asseri` che , dal punto di vista della frequenza, un sistema audio e` in continua oscillazione, senza mai raggiungere la condizione di regime, per la complessa natura del contenuto del programma musicale.
Tutto questo per dire che, se sul piano teorico il tuo appunto fila, sul piano pratico occorre poi vedere se tale comportamento e` effettivamente discernibile dall'orecchio umano, perche`, anche se volessimo provare a riprodurre un tono puro, occorre poi verificare se, innalzandolo od attenuandolo di una decina di db, siamo in grado di distinguere effettive differenze sull'attacco della nota.
Io so per certo che distinguo l'attenuazione e la esaltazione, cosi` come so per certo che la sensazione complessiva all'ascolto dello sistema, prima e dopo una accurata equalizzazione, mi fa preferire la seconda condizione, mentre non ho mai fatto caso al fenomeno potenziale che tu citi, o perlomeno, non me ne sono mai accorto.
A questo punto, Michele, secondo te, come potremmo fare per generare una metodologia di test che ci consenta di determinare se tale differenza di comportamento sia rilevabile, in primis strumentalmente e, non secondariamente, all'ascolto?
Ciao,
Andrea
Andrea è esattamente come dici tu.