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Peval ha scritto:
La mia domanda è: è giusto intervenire sempre a valle e mai a monte ??? Perchè "sbattersene" ampiamente di una cultura musicale e cinematografica e poi sovvenzionare 2/3 festival jazz, 3/4 lirici e 1/2 rassegne cinematografiche ???
Su questo ti do ragione. Temo che chi gestisce le cose a monte faccia lo stesso ragionamento utilitaristico: “Che ricavo immediato ottengo ad investire sulla cultura? Soldi? Immagine? Nulla?!?! E allora……….”. Salvo poi pubblicizzare al massimo gli spiccioli che erogano a valle. E poi io insisto: meno i cittadini sono colti ed informati, più è facile manipolarne gli umori e le scelte, politiche e di marketing.
In un certo senso è un po’ come col ponte sullo stretto, sono convinto che anche loro sappiano quanto sia più importante per i cittadini risolvere problemi come la Salerno-RC, la disponibilità idrica in Sicilia, il rafforzamento della rete ferroviaria locale, ma vuoi mettere la differenza in termini, diciamo così, pubblicitari?
Ciao, Marcello.
Ma che siamo andati leggermente in OT??? :rolleyes: :rolleyes:
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vernavideo ha scritto:
Peval,
Secondo me stai indirizzando la tua rabbia nella direzione sbagliata.
Mmm, su questo posso darti in parte ragione: mi sono sentito punto un pò sul vivo dalla storia dei "festival Jazz" ...... e sono anche un pò andato OT.
Il fatto è che per diletto suono e il problema maggiore da un paio di anni a questa parte è che della musica dal vivo (di qualsiasi specie) non gliene frega più niente a nessuno: 15/20 anni di MTV hanno fatto piazza pulita. Avete amici musicisti: provate a chiedere, provate ad entrare in un qualsiasi negozio di strumenti musicali (se è sopravissuto).
E adesso mi venite a dire che dovrei comunque sentirmi fiero che esista il festival del Jazz di Terni perchè fà cultura ???
Tanto per cominciare per come la vedo io fà più cultura musicale Radio Capital, inoltre se io la mia cultura rock me la devo pagare, che si paghino la loro cultura Jazz e Classica i diretti interessati ;)
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Peval ha scritto:
Tanto per cominciare per come la vedo io fà più cultura musicale Radio Capital, inoltre se io la mia cultura rock me la devo pagare, che si paghino la loro cultura Jazz e Classica i diretti interessati ;)
beh io ti avevo detto di non concentrarti sulla pagliuzza perdendo di vista il trave....
Poi, se vuoi che infierisca, ti direi di lasciar perdere la musica di radio capital... Se ami il rock parliamo di rock, ma seriamente.
La mia discografia tutt'ora è composta per il 70% da titoli rock...;)
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Peval ha scritto:
Mmm, su questo posso darti in parte ragione: mi sono sentito punto un pò sul vivo dalla storia dei "festival Jazz" ...... e sono anche un pò andato OT.
Il fatto è che per diletto suono e il problema maggiore da un paio di anni a questa parte è che della musica dal vivo (di qualsiasi specie) non gliene frega più niente a nessuno: 15/20 anni di MTV hanno fatto piazza pulita. Avete amici musicisti: provate a chiedere, provate ad entrare in un qualsiasi negozio di strumenti musicali (se è sopravissuto).
E adesso mi venite a dire che dovrei comunque sentirmi fiero che esista il festival del Jazz di Terni perchè fà cultura ???
Tanto per cominciare per come la vedo io fà più cultura musicale Radio Capital, inoltre se io la mia cultura rock me la devo pagare, che si paghino la loro cultura Jazz e Classica i diretti interessati ;)
Non si tratta di non voler pagare la cultura, nessuno dice che i concerti Jazz devono essere gratuiti, in quelli ai quali ho assistito ho regolarmente pagato il biglietto. Il punto è, come detto in precedenza, che alcuni tipi di manifestazioni, dato il numero relativamente modesto di appassionati, non possono reggersi soltanto sul costo del biglietto (a meno che il prezzo non sia esorbitante, ma allora di persone non se ne vedrebbe nemmeno una…). Ed allora, se è per salvare certi aspetti della cultura (musicale, cinematografica, teatrale,…), ben vengano sussidi mirati.
Ho suonato anche io per un po’ di anni nei locali, anche se per diletto, e condivido in pieno la tua amarezza. Non so quale tipo di musica tu suoni ma non ti piacerebbe che i locali che volessero in qualche maniera promuovere certe esibizioni live siano in qualche maniera aiutati, nel caso le leggi del libero mercato ne volessero decretare invece la chiusura? In un altro 3d si è parlato di come il Music Inn, locale storico del Jazz a Roma, sia diventato da diversi anni una pizzeria: non si può esserne contenti, che si ami il Jazz oppure no.
Tutto ciò fermo restando il discorso della promozione della cultura “a monte” che abbiamo già trattato.
Ciao, Marcello.
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Toro Seduto ha scritto:
In un altro 3d si è parlato di come il Music Inn, locale storico del Jazz a Roma, sia diventato da diversi anni una pizzeria: non si può esserne contenti, che si ami il Jazz oppure no.
Tutto ciò fermo restando il discorso della promozione della cultura “a monte” che abbiamo già trattato.
bingo!!!! questo è il vero nocciolo della questione.
Questo è il vero dramma della massificazione.
un altro esempio: i cinema d'essai...
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maurocip ha scritto:
...bingo!!!! questo è il vero nocciolo della questione.
...
Veramente credevo che il nocciolo della questione fossero gli interventi pubblici atti a promuovere il cinema italiano
Tornando al Festival del cinema italiano di villerupt (che mi sa nessuno a ancora visitato) , scorrendo nella pagina degli sponsors vedo soprattutto sovvenzioni lussemburgo/francesi a sostegno di questa iniziativa, atta soprattutto a diffondere il cinema italiano. unico sponsor pubblico nostrano e' l'ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI LUSSEMBURGO, tristemente famoso per la sua 'efficienza' (come si vede dal sito).
Vedere altri stati/regioni europei spendere + di quello che spendono le istituzioni italiane per promuovere il nostro cinema mi amareggia non poco.
Secondo voi?
Ciao,
Stefano
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Toro Seduto ha scritto:
Il punto è, come detto in precedenza, che alcuni tipi di manifestazioni, dato il numero relativamente modesto di appassionati, ....
Toglimi una curiosità: come hai cominciato col jazz.
Non penso che tu sia cresciuto a Plasmon e John Coltrane quindi da qualche parte dovrai aver pur cominciato. Avrai avuto pure una crescita, una maturazione musicale; magari un giro di amici che come carbonari si trovavano e si scambiavano informazioni, dischi, musica. Prima magari pop, poi rock, poi ti sei imbattuto nella Mahavisnhu oppure nei Weather Report :)
Beh, a mio parere questo sottobosco, questo Humus non esiste più: è stato rimpiazzato tutt'al più da "hai sentito l'ultima di Britney o dei Gemelli Diversi, vieni quà che te la faccio sentire che l'ho messa nel telefonino come suoneria"; dubito fortemente che un qualsiasi 16enne di oggi sia in grado di arrivare ad apprezzare il jazz (se non per miracolo).
Domani, quando le mie e tue vecchie ossa non reggeranno più 2 ore di concerto seduto su un prato dubito che qualcuno prenda il tuo/mio posto ed il numero dei modesti appassionati sarà ancora più modesto, fino a scomparire.
Crogiolarsi nel fatto che una musica già con una ristretta cerchia di appassionati sia protetta come in una riserva indiana senza al contrario preoccuparsi che della Musica in generale interessa poco a nessuno, scusami, ma mi sembra proprio la classica scenetta dell'orchestrina che suona sul Titanic.
Stessa cosa col cinema: prima di preoccuparsi di proteggerlo forse è meglio cercare di aumentarne il pubblico ..... toh, magari abbassando i prezzi.
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Peval ha scritto:
Stessa cosa col cinema: prima di preoccuparsi di proteggerlo forse è meglio cercare di aumentarne il pubblico
per aumentare il pubblico dovrebbero aumentare anche le copie di uno stesso film e quindi molte più sale che potrebbero proiettarlo. Non tutti sono dei fessi come il sottoscritto, che per vedere l'ultimo film di Avati o Giordana si sparano 40 e passa km.
E' inutile sperare che "La seconda notte di nozze" raggiunga gli incassei de "I fantastici 4" se tanto il film di Avati non ha ne la stessa visibilità, e neanche la stessa quantità di sale che lo programmano. Basta vedere quanti trailer passano in TV e il sicuro appeal che le super produzioni americane hanno sui ragazzi di oggi, che ovviamente ignorano completamente tutto ciò che non assomigli anche solo vagamente ad un videogioco o non ci sia l'attore che ha fatto più gossip. Ti assicuro che questa categoria rappresenta una bella fetta di mercato e senza un'educazione cinematografica (che insieme a quella musicale, le metterei d'obbligo nelle scuole) il cinema d'autore non potrà mai decollare.
Pensare poi che i film italiani che incassano di più siano quelli di una certa premiata ditta mi fa venire i brividi...