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Dopo le ultime prove e calibrazioni fatte insieme a Riccardo sul mio 55,non posso fare altro che confermare(dopo aver provato antrambi) che l'approccio più corretto per calibrare i vt60 sia proprio quello descritto da Biasi e theGladiator!
Si parte dal WB del bianco 100% e lo si bilancia usando i gain,dopodiché si passa ad un pattern 5% e lo si bilancia toccando i Cut-2p,che almeno nel mio caso era quasi neutro(ma credo che partendo dal preset 2,4 si comportino tutti più o meno così)!
Per ultimo si passa a tutti i vari step della scala dei grigi bilanciando solo col 10p..ovviamente ,soprattutto tra i 20/30ire,questi comandi andranno quasi a fondo scala..
Così procedendo,confermo che il dithering colorato è assolutamete assente sul nero anche se co si appiccica la faccia allo schermo!
Oltretutto finita la calibrazione il risultato ottenuto é stato davvero stupefacente,non finirò mai di ringraziare Riccardo per i consigli che mi ha fornito,un contrasto che come diceva mikigio arriva ad un livello mai visto prima d'ora,con scene profonde ed un nero che da un'altra sensazione rispetto a prima,più pulito e profondo!
L'immagine che ne risulta,devo dire la verità non è che sia proprio cinematografica,almeno stando alle immagini slavate che vedo nei cinema qui a Torino,ma è sicuramente l'immagine che più mi aggrada con contrasti elevati,colori profondi e perché no,un quadro generale sulle alte luci mto luminoso..
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@Tacco
Nella scuola classica si!
Ma nel vt60 i gain non influenzano per nulla la parte bassa della scala dei grigi;-)
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Ragazzi ma state scherzando oppure stasera avete esagerato col vinello? :D
Tipicamente si regolano PRIMA I GAIN (che influenzano tutta la scala) e DOPO I CUT (che agiscono fino a 40-50 IRE di solito).
Questa è la procedura corretta e che, a riprova di ciò, anche Emidio ci ha insegnato al corso.
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Mi correggo,no che non influenzano..influenzano ma non in maniera tale che non si riesca a recuperare coi 10p!
Intendevo dire:dopo aver usato i gain per il 100% ed i CUT per il 5,i comandi 2p non li abbiamo più usati!
Per appiattire il gamma abbiamo usato solo i comandi 10p!
Almeno..questo é stato il nostro approccio ed il risultato finale é stato incredibile a livello di contrasto,poi fate voi!
Aggiungo che i pattern utilizzati non erano APL e che in ogni caso il CMS nostra sempre gli stessi comportamenti,ovvero rosso 25%leggermente sottosaturo,rosso 50% leggermente sovrasaturo,i blu,ecc...
Si tratta solo di trovare il miglior compromesso(delta E più basso)..
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Citazione:
Originariamente scritto da
thegladiator
Tipicamente si regolano PRIMA I GAIN (che influenzano tutta la scala) e DOPO I CUT (che agiscono fino a 40-50 IRE di solito).
Anche io solitamente faccio così ma ci sono scuole di pensiero diverse come questa:
http://www.lightillusion.com/display_calibration.html
"As a rule of thumb, add Bias, and subtract Gain. This prevents the RGB channels from clipping. also, adjust Bias before gain, and then re-check Bias after adjusting Gain.
The reason to adjust Bias first is that Bias has 100% effect on black levels, reducing throughout the grey scale range to have 0% effect on white levels, but often still has some small effect on white levels. Gain has 100% effect on white levels, reducing to 0% at black, and rarely has any effect on black levels."
sulla calibrazione si trova tutto e il contrario di tutto :)
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Un conto sono le scuole di pensiero e le tecniche standard di calibrazione,un conto è calibrare questi vt60!
Io con le tecniche classiche non ci cavavo un ragno dal buco con questo tv,ha dei comportamenti per certi aspetti molto particolari..poi magari sono io eh che non sono capace,non sono certo un professionista:-)
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Riccardo, con il VT60 di Ary hai utilizzato la separazione RGB?
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Citazione:
Originariamente scritto da
thegladiator
Ragazzi ma state scherzando oppure stasera avete esagerato col vinello? :D
Tipicamente si regolano PRIMA I GAIN (che influenzano tutta la scala) e DOPO I CUT (che agiscono fino a 40-50 IRE di solito).
Questa è la procedura corretta e che, a riprova di ciò, anche Emidio ci ha insegnato al corso.
Stefano, al di là del fatto che sono quasi astemio (ma un buon bicchiere di Brunello, oltre che di pochi altri vini selezionati non lo disdegno...) in generale, non solo stasera, ma... cosa vuoi che ti dica... se non che... esiste anche altro, al mondo, oltre a quello che fai tu (senza polemica) o che insegna Emidio (col massimo rispetto!). Non ti so dire quale sia l'approccio migliore, né se effettivamente uno sia meglio dell'altro, però ti assicuro che partire dai Cutoff è una procedura che non ho deciso io poco fa, magari perché ho davvero bevuto. Non ricordo se fin dall'inizio - quindi dai tempi del V20 e del G10 - ho sempre seguito quella strada, oppure se è qualcosa in cui mi sono imbattuto più di recente. Fra l'altro in linea di massima avendo sempre usato Calman solitamente seguo un workflow standard - solo nelle ultime settimane ne ho messo a punto uno personalizzato, ma anche in questo caso sulla base di indicazioni che ho estrapolato da diversi workflow preesistenti - quindi a maggior ragione la cosa può esserti utile per capire che là fuori c'è un mondo, oltre a tutto ciò che ti è ben più famigliare. E il link di Riccardo, che non riguarda Calman, ne è una ulteriore prova.
Stasera leggendo il tuo posto ho notato la cosa, e ti ho chiesto proprio perché - guarda un po'! - per me lo stupore era causato esattamente dal motivo contrario.
Però non è che mi sono chiesto se tu eri ubriaco, e soprattutto non ho avuto la tua assoluta e incrollabile certezza che la Forza, e la Verità, fossero con me...
Ettore
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Citazione:
Originariamente scritto da
Arydani
@Tacco
... nel vt60 i gain non influenzano per nulla la parte bassa della scala dei grigi;-)
Ti assicuro che nel MIO 55VT60 invece i Gain influenzano la porzione bassa, come del resto è sempre stato anche in precendenza sugli altri plasma Panasonic sui quali ho calibrato.
Con il mio VT60, agendo sui Gain - per esempio a 90 IRE - e ricatturando lo step IRE linearizzato appena prima di quello (per esempio 30 IRE) ben difficilmente trovavo lo stesso risultato, almeno per le prime 2-3 rilevazioni.
Ettore
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Se mi permettete, vorrei ritornare sul discorso del contrasto che mikigio, Lucio, Glad, sanosuke hanno affrontato qualche post fa.
Questa parte del vostro discorso la trovo estremamente interessante, e non OT, in quanto ha a che fare in ogni caso con la calibrazione del VT60, dal momento che la scelta del livello di contrasto è parte della calibrazione.
E’ interessante perché le prospettive di Glad e di sanosuke presuppongono interpretazioni diverse, ugualmente lecite. E si tratta di un argomento che ha a che fare con l’estetica generale, cui la tecnica – come sempre accade – fornisce un supporto imprescindibile. Ma resta sempre un problema estetico/poetico.
Cerco di spiegarmi sulla base di una esperienza breve e assai parziale, quella tecnica; ma più che trentennale dal punto di vista estetico.
Il tema è: quali condizioni forniscono in assoluto la resa migliore di un film?
Alla base dobbiamo avere un BD di qualità ineccepibile e una calibrazione precisa: gamma, bilanciamento del bianco, CMS. L’intensità del contrasto e della conseguente luminosità è questione non di gusto, ma di interpretazione. Dice benissimo sanosuke quando sottolinea i continui miglioramenti dei proiettori. Sul materiale filmico, proiettori diversi forniscono incisività diversa. Se sono rispettati la corretta palette cromatica e la scala dei grigi, l’intensità del corpo luminoso in forma filmica può variare a seconda della particolare idea (esteticamente e storicamente fondata) che io possiedo della fotografia di un film. Perché il nodo cruciale è che la tecnica di proiezione storicamente data non è affatto detto che rappresenti l’optimum relativamente alla concezione del regista e del direttore della fotografia.
Quindi: sulla base di ciò che ho studiato e visto del lavoro, chessò, di Bergman e Nykvist, io eseguo il loro film su BD con il VT60 seguendo non la media della qualità di proiezione che negli anni ’60 sicuramente rappresentava la prassi standard, bensì seguendo quelle condizioni che (ripeto: sulla base dello studio approfondito del loro linguaggio filmico) ritengo mi forniscano il meglio in assoluto per apprezzare le loro soluzioni visive.
Una scuola che potremmo definire “storico-filologica” (la posizione di Glad), invece, ritiene che in ogni caso la ricostruzione del giusto contrasto di un film sia quella che persegue l’esattezza della riproduzione more cinematografico dell’epoca della sua prima proiezione. Ciò che vale ovviamente anche per il cinema contemporaneo.
Dicevo: non esiste discrimine logico/estetico definitivo, al riguardo. Se può interessare, la musicologia si interroga su questo tema, mutatis mutandis, da più di quarant’anni, riguardo le esecuzioni di musica soprattutto barocca: con gli strumenti originali, così come venne eseguita all’epoca del concepimento; oppure con gli strumenti moderni, infinitamente superiori quanto a precisione di intonazione e qualità timbrica globale, e che quindi sarebbero in grado di rendere il concetto della musica concepita nella mente del compositore in maniera in assoluto migliore? Problema aperto.
In sintesi:
- non è affatto detto che la tecnica a disposizione dei creatori cinematografici all’epoca delle riprese (qui interessa la proiezione) corrispondesse realmente all’idea che essi avevano del loro lavoro. E se contrasto a 75 sul VT60 mi dona uno splendore cromatico (esattamente calibrato, ovviamente) tale da far risaltare l’immagine in maniera più efficace (l’efficacia presunta è frutto di studio della poetica filmica, e solo di quella), ebbene, la scelta non è affatto sbagliata (è il discorso di sanosuke sull’evoluzione dei proiettori; è la scelta di mikigio/Lucio per le loro calibrazioni)
- poiché il film è un artefatto storicamente definito in ogni suo aspetto, anche tecnico relativo alle possibilità della proiezione, non è affatto sbagliato usare sul VT60 un contrasto minore, onde ottenere un’alta fedeltà a quel tipo di proiezione che di fatto era la prassi comune all’epoca dell’uscita in sala del film (discorso di Glad).
Due scelte possibili ugualmente lecite, ma: due scelte non tecniche, bensì estetiche, per operare le quali è necessario riflettere sul linguaggio filmico nella sua globalità: storica, poetica, estetica, cui la tecnica donerà fungibilità, non motivazione.
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Citazione:
Originariamente scritto da
Amfortas
..........[CUT] la musicologia si interroga su questo tema da più di quarant’anni, riguardo le esecuzioni di musica soprattutto barocca: con gli strumenti originali, così come venne eseguita all’epoca del concepimento; oppure con gli strumenti moderni, infinitamente superiori quanto a precisione di intonazione e qualità timbrica globale, e che quindi sarebbero in grado di rendere il concetto della musica concepita nella mente del compositore in maniera in assoluto migliore?
Mario, esempio azzeccatissimo!
Certo la tua è un'idea davvero interessante, forse un pizzico azzardata (l'idea cioè che si possa interpretare la volontà originaria di un regista, o meglio l'idea che aveva nella sua testa al di là dei mezzi tecnici a sua disposizione, e a disposizione di tutti i suoi contemporanei, studiandone storia, caratteristiche etc. etc.) ma assai ben esplicitata.
Che dire... non so se mi hai convinto, ma ho capito perfettamente il tuo punto di vista e lo considero di certo un gran bello spunto di riflessione...
Ettore
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Citazione:
Originariamente scritto da
Tacco
Mario, esempio azzeccatissimo!
Certo la tua è un'idea davvero interessante, forse un pizzico azzardata (l'idea cioè che si possa interpretare la volontà originaria di un regista, o meglio l'idea che aveva nella sua testa al di là dei mezzi tecnici a sua disposizione, e a disposizione di tutti i suoi contemporanei, studiandone storia, caratteristich..........[CUT]
«Forse tu non pensavi ch'io loico fossi»... :D
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@Zimbalo devo ammettere che non ho provato a verificare la separazione rgb e ho usato solo Calman nella calibrazione ma sono molto curioso di verificarla la prossima volta che avrò sotto mano un vt60
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A parte gli scherzi, ogni discorso tecnico che, con passione e competenza, fornite su queste pagine è un'interpretazione, e non tanto diversa da ciò che posso elaborare quale idea della volontà di un regista o direttore della fotografia. Ogni scienza è un'interpretazione, occhio eh? Esistono interviste, dichiarazioni, recensioni d'epoca, saggi estetici, sceneggiature assai particolareggiate, note di regia di questi autori che possono avvicinarmi non già alla verità assoluta, ma a un'interpretazione fondata sì. Ti faccio un solo esempio e poi me ne vado a letto: il cinema kolossal di DeMille (prendiamo I dieci comandamenti quasi a caso) è un tipo di arte popolare che nell'estetica dello stupore, nell'impatto visivo immediato dello splendore cromatico fonda la sua unica ragione di esistere. Ti/Vi invito a guardarne alcune sequenze, almeno, specie quelle negli interni del palazzo del faraone con contrasto a 62 e poi con contrasto a 75, a sala buia. Io l'ho fatto, e propongo quale interpretazione che DeMille vedendo il suo film a 75 sul VT60 avrebbe pianto di gioia...
Ciao!
Mario
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Citazione:
Originariamente scritto da
Amfortas
...Io l'ho fatto, e propongo quale interpretazione che DeMille vedendo il suo film a 75 sul VT60 avrebbe pianto di gioia...
non posso che quotare ...noblesse oblige:D
Citazione:
Due scelte possibili ugualmente lecite, ma: due scelte non tecniche, bensì estetiche, per operare le quali è necessario riflettere sul linguaggio filmico nella sua globalità: storica, poetica, estetica, cui la tecnica donerà fungibilità, non motivazione.
quoto...of course!;)