regole generali per l'autocostruzione (e la scelta) di ampli in classe d
Vedo che c'è molto interesse sull'argomento e visto che mi interesso da 30 anni di queste cose, mi permetto di dare qualche consiglio.
In generale, quando si parla di potenze superiori ai 100W (anche se in classe D), l'alimentatore gioca un ruolo importante quindi, una delle regole per scegliere un kit, piuttosto che un altro, è quella di dare uno sguardo alla robustezza dell'alimentatore.
Tradotto in poche parole:
1. capacità e qualità del trasformatore
2. capacità e qualità del filtro di alimentazione
per questo secondo punto, a parità di capacità complessiva di filtro, è sempre meglio avere una batteria di condensatori elettrolitici più piccoli in parallelo che due bestioni che raggiungono la capacità massima. Il motivo è legato alla velocità di risposta di carica/scarica del condensatore che, negli alimentatori per classe D, devono essere particolarmente veloci. Quindi, come regola generale, meglio condensatori piccoli in parallelo che uno (o due, uno per ramo) grosso.
C'è' poi il capitolo degli alimentatori switching.
Molti ampli in classse D consigliano l'adozione di quest'ultimi oggetti. In realtà l'unico motivo per utilizzare un alimentatore PWM per il nostro ampli è legato alla stabilità delle tensioni di alimentazione.
Con un alimentatore tradizionale, quest'ultime possono variare anche del 10% (come conseguenza delle variazioni di tensione di rete erogata dal vostro fornitore) e quindi creare qualche piccola variazione nelle prestazioni del vostro ampli ma, anche in questo caso, la tecnologia in classe D ci dà una mano, infatti, questo tipo di ampli ( a differenza delle vecchie classi A, B, AB, etc..) è praticamente stabile anche con variazioni di tensione nominale di alimentazione superiore al 10% quindi, l'adozione di uno swithcing PWM, risulta inutile e in caso di progettazione errata da parte del produttore (a volte succede che siano sotto dimensionati) addirittura dannosa.
Veniamo ora al capitolo ampli vero e proprio.
La classe D in realtà, nel corso del tempo, ha subito varie interpretazioni (Classe H, T, etc...).
La sostanza è però uguale per tutti: si tratta di dispositivi che campionano il segnale analogico, lo amplificano digitalmente e lo restituiscono in analogico facendolo passare per un opportuno filtro.
Come si fà quindi a misurare la bontà di un ampli digitale ? Purtroppo è molto difficile. Negli ampli tradizionali, una persona di esperienza poteva, guardando lo schema elettrico ed i componenti usati, emettere un giudizio teorico che poi andava comunque verificato con un ascolto. Per esperienza vi dico che, normalmente, se chi emetteva il giudizio era veramente esperto, questo risultava il più delle volte corretto.
Con questi "aggeggi" in clase D purtroppo, l'analisi circuitale è abbastanza difficile in quanto, il circuito di potenza e quello di filtro sono quasi sempre uguali e molto semplici, la vera differenza la fà il circuito di campionamento e quello pilota che, purtroppo, sono spesso inseriti in un singolo chip o al massimo in un componente a film imperscrutabile. Ergo, si possono fare solo 3 o 4 cose:
1. provare a raccogliere info sul chip/film dalla casa madre per capire cosa usano (esempio: trovare dei convertitori Burr e Brown sarebbe indice di qualità).
2. raccogliere misure elettriche sulle prestazioni dell'ampli(non è sempre foriero di buoni risultati ma è sempre meglio del famoso calcio nei cosiddetti....)
3. raccogliere commenti da chi lo ha già realizzato
4. andarlo a sentire di persona
Il punto 4 è di gran lunga il più sicuro e ve lo consiglio sinceramente.
Ultimo ma non per ultimo: non è vero (purtroppo) che gli ampli in classe D suonano uguale con tutti i diffusori. Quel che è vero è che, tutti gli ampli in classe D rimangono stabili (cioè sono in grado di pilotare senza variazioni di potenza) tutti i diffusori fino ad una certa impedenza minima risultante che, nomalmente è fissata a 2 ohm. Sul suono però la situazione cambia di parecchio perchè, come detto in precedenza, tutti gli ampli in classe D hanno un filtro in uscita che serve a ritrasformare il segnale da digitale ad analogico. Ora, cosa è un sistema di altoparlanti se non un filtro con una sua induttanza, reattanza e resistenza ? In pratica, il problema più grosso è che il sistema di diffusori (essendo un filtro) interferisce con il filtro dell'ampli e qualche volta, l'interferenza è tale da modificare la resa sonora del sistema. Nel corso degli anni si è provveduto a rendere gli ampli in classe D sempre più insensibili a questo fenomeno che però ancora c'è, soprattutto con diffusori a bassissima impendenza.
Detto ciò vi saluto e mi scuso con il moderatore, se il mio post fosse troppo lungo si può spezzare in due o tre pezzi. Decidi tu.
Se qualcuno avesse bisogno di ulteriori approfondimenti sono disponibile (compatibilmente con i miei impegni lavorativi)
Ciao