Documentati sul segnale di test MLS, vedrai quanto e' sofisticato ..........
Saluti
Marco
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Documentati sul segnale di test MLS, vedrai quanto e' sofisticato ..........
Saluti
Marco
Beh, non so a questo punto quali erano le tue perplessità, il mio discorso resta. Stiamo parlando si software di misura, per stabilire che valori impostare sull'equalizzatore. Con tutte le misure sofisticate, geniali quanto vuoi, una volta che il software ci dirà che a 300Hz devo attenuare di 5dB, a quel punto mentre ascolto musica se dai miei diffusori esce un colpo secco e violento, attenuo di 5dB, se ho un suono continuo di 10 secondi da un sintetizzatore, attenuo di 5dB, se li ho insieme sovrapposti, attenuo di 5 dB... A meno che tu non torni a dire che far questo è corretto.Citazione:
Michele Spinolo ha scritto:
Tutti i problemi che avevo tirato fuori, che aveva sottolineato renato vengono in realta bypassati in maniera furbissima!
Puoi utilizzare un software di misura più sofisticato di un altro, ma il risultato è che a 300Hz, con un tipo di misura impostavi magari 6dB, con un'altro più raffinato 5dB, tutto lì, sempre sullo stesso equalizzatore, che sa fare sempre la solita cosa...
CiaoCitazione:
renato999 ha scritto:
un intervento che "statisticamente" si adatta meglio alle esigenze.
Dove trovo la documentazione?!?!?:confused:Citazione:
Microfast ha scritto:
Documentati sul segnale di test MLS, vedrai quanto e' sofisticato ..........
Saluti
Marco
Certo Renato è così, su questo non ci piove.Citazione:
renato999 ha scritto:
Beh, non so a questo punto quali erano le tue perplessità, il mio discorso resta. Stiamo parlando si software di misura, per stabilire che valori impostare sull'equalizzatore. Con tutte le misure sofisticate, geniali quanto vuoi, una volta che il software ci dirà che a 300Hz devo attenuare di 5dB, a quel punto mentre ascolto musica se dai miei diffusori esce un colpo secco e violento, attenuo di 5dB, se ho un suono continuo di 10 secondi da un sintetizzatore, attenuo di 5dB, se li ho insieme sovrapposti, attenuo di 5 dB... A meno che tu non torni a dire che far questo è corretto.
Puoi utilizzare un software di misura più sofisticato di un altro, ma il risultato è che a 300Hz, con un tipo di misura impostavi magari 6dB, con un'altro più raffinato 5dB, tutto lì, sempre sullo stesso equalizzatore, che sa fare sempre la solita cosa...
Ciao
Però per come funziona ETF puoi vedere le modifiche apportata dalla tua correzione per ogni tipo di segnale: sia che questo duri 1ms che 10s.
Quindi puoi vedere quanto la tua correzione sia al variare della durata del segnale.
Almeno SAI come agisci in OGNI caso.
Il fatto che mi ha incoraggiato è che visualizzando per esempio la risposta in frequenza con gate da 1ms questa non differisce (a parte la componente di basse frequenze che si aggiunge) da quella a 30ms e oltre.
Parlo di differenze inferiori al db: ora la stanza è ovviamente un equalizzatore naturale (enfatizza e assorbe ben determinate frequenze) e visto che la dipendenza della risposta dal gate è minima mi aspetto che sia così anche per l'equalizzazione digitale.
Marco se avessi voglia potresti postare qualche immagine della risposta in frequenza di un tuo canale con equalizzazione attiva per diversi valori del gate?
Il problema è che se ho un volume troppo basso secondo me non udiro' le code sonore in quanto la percentuale di onda che non viene assorbita avra' un livello talmente basso da non essere udito.Citazione:
Michele Spinolo ha scritto:
Mac intendo dire che la stanza ha comunque un comportamento lineare: certo si avrà il "rimbalzo" del suono che andrà a sommarsi a quello diretto, ma la quotaparte riflessa sarà sempre percentualmente la stessa.
Quindi dov'è il problema?:confused:
Quindi immagino di dover usare un volume x il segnale di test adeguato in modo che mi dia delle onde riflesse udibili e che posso misurare.
Il microfono va posizionato orientato verso l'altoparlante da analizzare o verticalmente?
grazie
Verso l'altoparlante.Citazione:
Mac ha scritto:
Il problema è che se ho un volume troppo basso secondo me non udiro' le code sonore in quanto la percentuale di onda che non viene assorbita avra' un livello talmente basso da non essere udito.
Quindi immagino di dover usare un volume x il segnale di test adeguato in modo che mi dia delle onde riflesse udibili e che posso misurare.
Il microfono va posizionato orientato verso l'altoparlante da analizzare o verticalmente?
grazie
Saluti
Marco
Ovvio che non riesci ad udirlo, ma il microfono si!Citazione:
Mac ha scritto:
Il problema è che se ho un volume troppo basso secondo me non udiro' le code sonore in quanto la percentuale di onda che non viene assorbita avra' un livello talmente basso da non essere udito.
Quindi immagino di dover usare un volume x il segnale di test adeguato in modo che mi dia delle onde riflesse udibili e che posso misurare.
Il microfono va posizionato orientato verso l'altoparlante da analizzare o verticalmente?
grazie
Al massimo rischi di andare a correggere aspetti del suono che non puoi percepire...
Bene grazie Michele adesso è molto piu' chiaro,Citazione:
Michele Spinolo ha scritto:
Ovvio che non riesci ad udirlo, ma il microfono si!
Al massimo rischi di andare a correggere aspetti del suono che non puoi percepire...
x Microfast
Immagino quindi che la misura in caso di uscita stereo si faccia con un altoparlante acceso x volta,pero' una volta che si ascolta della musica e che quindi ho tutti e 2 gli altoparlanti accesi questi si influenzano x quanto riguarda la risposta in frequenza nell' ambiente?
Ogni diffusore e' indipendente dall'altro e deve essere ottimizzato in base alla sua posizione in ambiente, non c'e' nessun problema, e' il normale funzionamento in stereo, come lo e' in multicanale con 6 o 8 diffusori.Citazione:
Mac ha scritto:
Bene grazie Michele adesso è molto piu' chiaro,
x Microfast
Immagino quindi che la misura in caso di uscita stereo si faccia con un altoparlante acceso x volta,pero' una volta che si ascolta della musica e che quindi ho tutti e 2 gli altoparlanti accesi questi si influenzano x quanto riguarda la risposta in frequenza nell' ambiente?
Saluti
Marco
Bene, credo che un punto l'abbiamo chiarito.Citazione:
Michele Spinolo ha scritto:
Certo Renato è così, su questo non ci piove.
E forse vale la pena farlo notare, perchè non è poi così evidente il fatto che la correzione dell'eq (anche ammettendo di usare microfoni e sistemi di misura perfetti) deve comunque fare una scelta di compromesso per stabilire i valori più indicati da impostare, e mi pare che prima tu non fossi molto d'accordo. :)
Non ho capito che misura hai visualizzato, se quella della tua stanza o una ipotetica. Le differenze più evidenti dovrebbero esserci propio nei punti dove si sono fatte le correzzioni più grosse, dipenderà poi dai casi, ma...Citazione:
Il fatto che mi ha incoraggiato è che visualizzando per esempio la risposta in frequenza con gate da 1ms questa non differisce (a parte la componente di basse frequenze che si aggiunge) da quella a 30ms e oltre.
...Ma arrivati a questo punto, si potrebbe andare oltre, e potrei aggiungere che in quelle zone di correzione, anche quando con un segnale lungo tot ho ottenuto una risposta perfetta , non sarà altrettanto invece l'andamento temporale di quel segnale, ovvero l'attacco e il rilascio: se avremmo attenuato, questi saranno più morbidi (e confusi, ecc...), se incrementato, più secchi rispetto al resto delle frequenze. E sappiamo che l'orecchio lascia bene impressi nella memoria questi brevi istanti dove avvengono queste differenze. Non conta solo quanto "forte" è un segnale, ma (e in certi casi direi soprattutto) come questo varia nel tempo. Tutte cose per far notare come in effetti, pur restando a considerare un caso ideale senza errori di sorta nella misurazione, le correzzioni non siano così perfette come potrebbe sembrare ad un esame superficiale della risposta in frequenza. Ovviamente non per partito preso contro questo o quello, ma solo per cercare di far chiarezza. (Un po' il solito discorso: misure, maneggiare con cura, senza saltare subito alle conclusioni.)
Ciao
Renato,
scusa se mi intrometto, ma ho seguito la cosa da qualche post, e non ho capito cosa intendi nel tuo ultimo: l'equalizzazione non influisce sulla caratteristica di attacco o decadimento di un segnale, ma solo sulla sua ampiezza assoluta.
Se una nota sulla tastiera di un pianoforte ha un tempo di salita di 2 millisecondi, che io la equalizzi o meno cambiera` solo la sua intensita` (o volume sonoro), ma non il suo andamento nel tempo.
O ti riferisci al fatto che, se il volume e` piu` alto, teoricamente la nota impieghera` piu` tempo a smorzarsi, prima di passare al di sotto della soglia d'udibilita`?
Perche` questo vorrebbe dire adattarsi ad ascoltare male per non "sentire" l'apporto di un ambiente non acusticamente corretto: a mio parere, e` indispensabile operare sui due fronti, riverberazione/assorbimenti dell'ambiente ed equalizzazione, per ottenere un risultato valido.
Ciao
Renato la scelta di compromesso la fai sempre, anche quando fai un trattamento acustico tradizionale della stanza.Citazione:
renato999 ha scritto:
Bene, credo che un punto l'abbiamo chiarito.
E forse vale la pena farlo notare, perchè non è poi così evidente il fatto che la correzione dell'eq (anche ammettendo di usare microfoni e sistemi di misura perfetti) deve comunque fare una scelta di compromesso per stabilire i valori più indicati da impostare, e mi pare che prima tu non fossi molto d'accordo. :)
Non ho capito che misura hai visualizzato, se quella della tua stanza o una ipotetica. Le differenze più evidenti dovrebbero esserci propio nei punti dove si sono fatte le correzzioni più grosse, dipenderà poi dai casi, ma...
...Ma arrivati a questo punto, si potrebbe andare oltre, e potrei aggiungere che in quelle zone di correzione, anche quando con un segnale lungo tot ho ottenuto una risposta perfetta , non sarà altrettanto invece l'andamento temporale di quel segnale, ovvero l'attacco e il rilascio: se avremmo attenuato, questi saranno più morbidi (e confusi, ecc...), se incrementato, più secchi rispetto al resto delle frequenze. E sappiamo che l'orecchio lascia bene impressi nella memoria questi brevi istanti dove avvengono queste differenze. Non conta solo quanto "forte" è un segnale, ma (e in certi casi direi soprattutto) come questo varia nel tempo. Tutte cose per far notare come in effetti, pur restando a considerare un caso ideale senza errori di sorta nella misurazione, le correzzioni non siano così perfette come potrebbe sembrare ad un esame superficiale della risposta in frequenza. Ovviamente non per partito preso contro questo o quello, ma solo per cercare di far chiarezza. (Un po' il solito discorso: misure, maneggiare con cura, senza saltare subito alle conclusioni.)
Ciao
Quando metti un tube trap questo va ad influire solo da un certo range di frequenze in su per esempio.
Ovvio che nulla è perfetto, ci sono solo cose migliori o peggiori sia nei risultati che nei compromessi che sono necessari da accettare.
Quella che avevo visualizzato era la risposta della mia stanza con un canale in funzione, ma deve esserci qualche errore, quindi prendi quello che ho detto con le molle.
Riguardo a segnali di lunghezza diversa qui si può agire comunque: ETF permette di visualizzare il decadimento temporale del segnale (ossia per un segnale lungo tot ms posso vedere cosa succede dopo quanti ms voglio) e quindi agire di conseguenza.
Ovvio che l'equalizzazione digitale essendo fatta nel dominio delle frequenze va ad influire solo minimamente sulla risposta temporale: se ho una stanza che rimbomba il rimbombo lo tengo, posso però smorzarlo in quanto questo rimbombo si avrà per le frequenze proprie della stanza (fondamentali) che posso smorzare o amplificare a seconda se il punto di ascolto è su un nodo o un ventre.
Il discorso dei transienti è vero: equalizzando si perde di prontezza (se smorzo) o se ne guadagna (se enfatizzo): fortunatamente la prontezza di un sistema (velocità con cui questo va a regime, ossia gli do in ingresso un 440HZ e misuro quanto tempo ci mette ad arrivare effettivamente a 440Hz (ci sono ondulazione ecc..)) non è direttamente proporzionale allo smorzamento.
Se smorzo di 3db a 440Hz non vuol dire che ci metto il doppio del tempo ad ottenere 440Hz.
Anche questo con ETF si può misurare e quindi capire cosa succede.
In definitiva non ci piove che un trattamento acustico che desse risultati uguali a quelli ottenuti con l'equalizzazione digitale sarebbe da preferire per ovvi motivi, ma il costo, la poca praticità (hai il posto per tube traps da 1m di diametro:p ) e la difficoltà fa preferire l'eq digitale.
Bisogna anche considerare la difficoltà nell'applicare uno dei due tipi di equalizzazione: se potenzialmente quello ambientale dà risultati migliori se eseguito a regola d'arte potrebbe essere inferiore in installazioni normali.
Io sono per un mix delle due cose...per ora!
Adesso dovrò imparare ad usare bene ETF e magari dopo mi cimento in un po' di equalizzazione e vedo cosa tengo.
Renato nessuno ha mai parlato di perfezione!;) Come ingegnere so bene che non esiste!
Andrea,Citazione:
andrea aghemo ha scritto:
Renato,
scusa se mi intrometto, ma ho seguito la cosa da qualche post, e non ho capito cosa intendi nel tuo ultimo: l'equalizzazione non influisce sulla caratteristica di attacco o decadimento di un segnale, ma solo sulla sua ampiezza assoluta.
Se una nota sulla tastiera di un pianoforte ha un tempo di salita di 2 millisecondi, che io la equalizzi o meno cambiera` solo la sua intensita` (o volume sonoro), ma non il suo andamento nel tempo.
questo non è rigorosamente corretto: ad uno smorzamento si ha un aumento del tempo di salita e una diminuzione in ampiezza delle oscillazioni.
Il contrario con un'enfatizzazione.
E perche` mai, Michele?
Equalizzando, mica modifico la dinamica del segnale.
Non sto usando un espansore, ma qualcosa che mi innalza linearmente, in misura di una certa ratio, il segnale in ingresso.
Il tempo di salita, o attacco, non si modifica, a meno che tu non ti riferisca al fatto che un amplificatore, posto a valle dell'equalizzatore, potrebbe avere un andamento del tempo di salita in funzione dell'ampiezza del pilotaggio in ingresso, non lineare.
Ipotizzando su un grafico l'andamento ampiezza in ordinata e tempo in ascissa, l'aggiunta di una "equalizzazione" mi trasla semplicemente la curva verso l'alto, senza modificarne il profilo.
Non riesco a seguire il tuo concetto, potresti spiegarti meglio? Forse sto usando termini impropri, ma davvero non comprendo cosa intendi.
Ciao
Andrea e' vero,
C'e' in giro questo strano ragionamento.
Io posso dire che interponendo tra pre e finale un processore di qualsiasi tipo ( ma anche senza si puo' avere analoghi problemi ) bisogna prestare massima attenzione di far lavorare al meglio il finale.
A questo scopo ho costruito un carico fittizio di 8 Ohms per verificare questo importante aspetto.
Altrettanto importante il livello di pilotaggio degli ADC dell'equalizzatore.
Quando questi due aspetti sono verificati e ottimali l'unica cosa che puo' far diminuire la dinamica e' l'equalizzazione in positivo ( enfatizzazione ); se alzo ad esempio una frequenza di 6 dB. saro' costretto a tenere il livello massimo di 6 dB. inferiore, pena la possibilita' di saturazione.
Fortunatamente si lavora principalmente in attenuazione e grosse enfatizzazioni difficilmente sono necessarie ( e in ogni caso da evitare pena il rischio di bruciatura di qualche altoparlante ).
Saluti
Marco